Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: lasognatricenerd    09/06/2015    3 recensioni
Una notte come tante in cui Jordan Kyle è obbligato a fare il giro di ronda; un incontro inaspettato con Raphael Santiago, il capo clan dei vampiri di New York.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jordan Kyle, Raphael Santiago
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Baby, I’m preying on you tonight, hunt you down eat you alive
just like animals, animals, like animals.”
 
Gli avevano detto di trovare Raphael Santiago il prima possibile. L’avevano messo a capo del branco di lupi che doveva portarsi dietro, ma le ricerche erano vane.
“Jordan, ti sei rammollito?”
Lui non si era rammollito. Sapeva benissimo dove quel vampiro si nascondesse, ma nessuno doveva osare trovarlo. In quel caso avrebbe fatto fuori chiunque, poco importava se della sua stessa razza. Sarebbe stato un atto orribile e ne era a conoscenza; però non poteva fare altrimenti.
Quel vampiro gli aveva rubato l’anima.
Il cuore.
Lo aveva fatto suo ancor prima che Jordan potesse dire di no. Ancor prima che potesse reagire e capire che cosa c’entrasse lui in tutta quella situazione.
La verità è che il loro incontro era stato così strano che poteva ancora ricordarlo. Prima di quella volta si erano incontrati altre volte, ma nessuno dei due aveva badato molto all’altro perché le razze erano in rivalità e, soprattutto, avevano problemi più importanti da discutere.
Quella notte, invece, le cose erano andate diversamente.
 
Il lupo faceva il solito giro di ronda cercando di capire se le cose andassero per il meglio, visto che trovava che i Nephilim fossero insufficienti per quel genere di cose. Soprattutto, se Jordan avesse trovato un lupo, sarebbe stato più facile da calmare. I cacciatori non se ne intendevano quanto lui.
Non era un alpha, ma era un lupo e questo bastava per capire che cosa potesse fare di giusto in altri lupi. Ad un tratto aveva sentito un odore nauseante che lo aveva fatto bloccare di colpo; avrebbe riconosciuto quell’odore dovunque: vampiri.
Si era appiattito contro il muro per cercare di non farsi vedere, rendendosi poco dopo che l’odore era ben presente. Non poteva nascondersi da un vampiro. E un vampiro non poteva nascondersi da lui; semplice. Il ragazzo che ne uscì fuori dall’angolo della casa, poi, non era altro che il capo clan, Raphael Santiago.
Jordan rimase immobile fissandolo, visto che sembrava immerso nei suoi pensieri. Il moro aveva alzato il viso contro la luna ed aveva stretto fra le mani qualcosa. Inizialmente non era successo niente, ma poi del fumo aveva cominciato ad uscire dalle sue mani. Un mugolio dalle sue labbra.
“Ma che cazzo…?”
Non avrebbe mai dovuto parlare, perché ovviamente il ragazzo se ne accorse. Jordan si tappò le labbra e restò immobile quando l’altro lo fissò con quegli occhi che non promettevano nulla di buono. “Sei fortunato che esistono gli Accordi e che io non voglia immischiarmi in faccende che potrebbero svantaggiarmi.”
Raphael avanzò verso di lui, mentre nascondeva una catena a forma di croce dentro ai pantaloni. Perché la stava stringendo? Si voleva forse suicidare?
“Fino a prova contraria non sto facendo niente, dunque non puoi uccidermi.”
Gli Accordi mantenevano la pace, per il momento. Sembravano funzionare, anche se qualche volta dei Nascosti li infrangevano. I due restarono in silenzio senza sapere che dirsi;
“Non è la prima volta che ti vedo.” Alla fine il vampiro aveva parlato con faccia e voce annoiata come se non avesse nient’altro di meglio da fare e quindi stesse parlando con il lupo per semplice gusto di farlo. Jordan lo capiva; loro due non avevano niente in comune e non c’era motivo di continuare quella discussione priva di senso. “Che disgrazia, eh?” Continuò il vampiro.
“Già, una vera disgrazia. Perché non hai continuato a suicidarti? Così non avrò più l’onore di vederti. Ti ho forse interrotto? Posso andare, così ricominci.”

Erano parole dure, ma Jordan non poteva controllarsi in presenza di vampiri. Poi, lui in particolare, era così antipatico da farlo innervosire ancor di più. A quelle parole, però, Raphael Santiago, girò lo sguardo e guardò da un’altra parte come se non volesse essere guardato in faccia. “Era di mia madre.”
Jordan non capì subito, ma poi ricollegò quelle parole alla collana che aveva nascosto al suo arrivo. Doveva essere un argomento molto delicato se aveva addirittura spinto il vampiro a parlare. Strano, davvero strano. Preferì non indugiare. “Continuo il mio giro.” Proferì infine, oltrepassandolo senza dire più niente.

Da quel giorno, ogni sera, ogni volta che Jordan faceva il giro di ronda, si trovavano nello stesso identico posto ad ogni ora. Nessuno dei due faceva domande, parlavano e basta, guardando la luna. Poi, nelle notti di luna piena, quando Jordan mancava, Raphael lo aspettava sempre lì, solo qualche ora più tardi. Nessuno capiva che cosa stesse succedendo, ma i metri erano diventati centimetri. I loro corpi erano sempre più vicini, finchè non era successo; le loro labbra avevano preso il sopravvento e si erano baciati senza preavviso. Avevano incrociato i loro sguardi per un secondo ed era come se avessero capito ogni cosa. Era una sensazione che Jordan non sentiva da molto tempo. Da quando Maia lo aveva lasciato, la sua vita era stata un disastro totale.
Ed era per questo motivo che adesso non aveva motivo di trovarlo. Un suo scagnozzo aveva oltrepassato gli Accordi ed il Conclave voleva parlare con Raphael, ma lui non aveva colpa. Era un vampiro malandato che aveva mandato tutto a puttane senza il suo permesso.
Jordan si fidava del vampiro. Si fidava oramai da mesi, da quella notte in cui aveva capito che se anche il suo cuore non batteva, alla fine ne aveva uno. Uno pieno d’amore represso che stava cominciando ad apprezzare grazie a Jordan.
“Allora perché non lo troviamo?”
“Potete andarvene e dire a Luke che posso fare anche da solo? So badare a me stesso.”
“Ma Jor…”
“Andate.”
Cominciava ad alterarsi e non era certamente un bene. Gli altri lo guardarono per un istante e poi se ne andarono sotto il suo sguardo accusatorio. Non appena li sentì lontano e fu in grado di non percepire più il loro odore, corse nella direzione opposta.
“Raph!” Urlò cercando il suo odore, il suo profumo, il suo corpo nel buio. “Sono qui. Sono qui.” Velocemente il lupo gli si avvicinò e gli prese il viso fra le mani, lasciando che le loro labbra si toccassero per un secondo. “Sono riuscito a tenerli lontani… Ma dobbiamo trovare il vampiro prima che trovino te. Capito? O va a finire davvero male…”
“Ancora non capisco tutta questa preoccupazione.”
Il mannaro restò in silenzio, stringendogli quei capelli neri contro la nuca. Ne attorcigliò una ciocca fra due dita, cercando di calmare il proprio respiro verso la corsa che aveva fatto solamente qualche attimo prima. “Davvero non capisci perché mi preoccupo? Se non lo trovano, potrebbero fare fuori te. Al Conclave non importa. Lo sai anche tu.”
Raphael avvicinò le labbra al lupo e questa volta il bacio non fu leggero come poco prima, il che significava solamente una cosa. “Se morirò, voglio farlo bene.” Jordan non capì all’istante perché Raphael era il solito a parlare ad indovinelli o qualsiasi cosa fosse, ma non appena il vampiro gli fu addosso per baciarlo con prepotenza, riuscì a capire subito.
Le sue mani si fiondarono contro i suoi fianchi freddi e gli alzarono la maglietta per potergli accarezzare la pelle, graffiarla, accarezzarla ed assaggiarla con i polpastrelli delle dita. Intanto, le loro labbra, erano le une sopra le altre e le lingue si intrecciavano vogliose e decise, senza il minimo dubbio. Entrambi avevano voglia l’uno dell’altro e non era mai successo prima d’ora un bacio così poco casto.
“Sei mio, Raphael. Non so cosa tu mi abbia fatto, ma è come se non potessi fermarmi, nonostante siamo nemici. Che poi, questo punto, non mi importa.”
Il vampiro sorrise e gli lasciò un bacio sulle labbra. “Ti mangio.”
Sarebbe stata una bella notte, quella. Una notte che nessuno dei due avrebbe dimenticato. Una notte che, dopo tutto, poteva dar frutto a così tante cose, negative e positive, poco importava. Erano insieme ed era ciò che contava. Jordan avrebbe dovuto spiegare tante cose il giorno dopo, ma era solamente una delle conseguenze che si sarebbero susseguite da tutto quello. Sarebbe andato tutto bene.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: lasognatricenerd