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Autore: TinieJorgesempre    09/06/2015    0 recensioni
[Martina Stoessel]
Martina Stoessel è una ragazza con alle spalle un passato difficile e infelice; lei vive nel Bronx e per questo tutti la considerano una cattiva ragazza ma in realtà è dolce, gentile ed è sempre pronta ad aiutare il prossimo. I ragazzi la cercano solo per portarsela a letto ma lei si sa difendere bene, per racimolare un po' di soldi lei e la sua migliore amica lavorano ad un bar nel centro di Manhattan ed è proprio sul posto di lavoro che Martina incontra lui, Jorge Blanco una ragazzo bellissimo proveniente da una famiglia ricca, lui frequenta l'università più ricca che c'è in tutta New York, è capitano della squadra di Basket della sua università. Tutte le ragazze lo corteggiano solo per il suo aspetto mozza fiato e i suoi soldi a palate ma lui non da retta a nessuno soprattutto quando incontra la barista del suo bar preferito ogni scusa è buona per andarla a trovare. Molte cose li dividono ma il loro amore è più forte di tutto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                             Capitolo 1: Sono solo un errore~~                  

Salve a tutti sono Martina Stoessel ho 18 anni, vivo nel Bronx e lavoro insieme alla mia migliore amica Lodovica in un bar a Manhattan. Lodo è la migliore amica che si possa desiderare noi ci conosciamo dall’età di cinque anni appena che sono arrivata all’orfanotrofio ho conosciuto lei, io sono stata abbandonata da mio padre quando mia madre morì per colpa di una stupida malattia… invece Lodo si trovava lì da quando era appena nata perché i suoi genitori non potevano permettersi di mantenerla ma non si sono mai fatti vedere. Ora sto pulendo il bancone del bar e i ricordi della mia infanzia alcune lacrime mi rigano il volto, “un caffè macchiato per favore!” dice una voce maschile, appena sento quelle parole mi asciugo le lacrime e dico “arriva subito”. Quando do l’ordine al cliente una lacrima involontaria scende sulla mia guancia ma non faccio in tempo a toglierla che il ragazzo di fronte a me dice “ehy tutto ok?” mi affretto a levare quella stupida lacrima e dico “si tutto bene!” “non si direbbe” “invece è così”sbotto, non piace quando non si fanno i fatti propri “va bene, calma” “scusa” “non preoccuparti, io sono Jorge Blanco tu?” “Martina Stoessel” in verità non so perché gli ho detto il mio nome visto che sono molto diffidente nei confronti del sesso opposto “bene Martina ti andrebbe di andare a fare un giro?” ed ecco che il tentativo di portarmi a letto viene fuori “no” “perché?” “perché so dove vorresti arrivare!” “si al parco, per te va bene?” un piccolo sorriso spontaneo si fa largo sul mio volto “ quel sorriso lo prendo come un si?” “non ti arrendi vero?” “no!” “va bene fra cinque minuti?” “benissimo” mi dice e in quel momento sento Lodo dire “Tiniiii senti questa!” “che succede Lodo?” “guarda!” mi ordina mostrandomi il suo telefono, prendo questo oggetto tra le mani e noto un messaggio da quell’odioso di Peter che dice: #Ciao Lodo sono Peter ti andrebbe di vederci oggi pomeriggio a casa mia per divertirci un po’? e tu sai cosa intendo io per divertirci…# che verme ieri mi ha mandato il medesimo messaggio… logicamente io non ci sono andata “che fai?” dice Lodo spaventata vedendo le mie dita digitare un messaggio: #vorresti giocare a Monopoli?”# dopo pochissimo arriva la sua risposta: #no vorrei giocare che io e te distesi su un letto con me dentro te…ti aspetto alle cinque; mi raccomando non prima che ho da fare con un’altra bellezza.# “che schifo” sussurro leggendo quell’orrore “che ti ha scritto?” domanda Lodo sporgendosi verso lo schermo per vedere la conversazione“Tieni e non avvicinarti a lui neanche per scherzo” “ci puoi giurare!”  detto questo si riprende il telefono e se rivà via “Martina puoi andare adesso il tuo turno è finito!” dice Carolina mentre si sta legando il grembiule “grazie… arrivo subito” dico l’ultima parte guardando Jorge il quale annuisce. Mi tolgo il grembiule e mi cambio l’uniforme con i miei vestiti, do una sistemata ai capelli prendo la borsa e dico “Lodo ci vediamo tra un po' a casa!” “Ma Tini se mi aspetti ci andiamo insieme come sempre” “No Lodo… tu non preoccuparti io ho da fare dopo ti racconto promesso!” “Va bene”, mugugna “ciao Lodo ti voglio bene” detto questo le stampai un bacio sulla guancia e poi uscì fuori dagli spogliatoi “eccomi!” esclamo raggiungendo l’esterno del bar dove c’è Jorge “andiamo?” “si!”, mentre stavamo camminando lui mi domanda “allora qual buon vento ti ha portata qui?” “diciamo che qui mi ha portata un cattivo vento più che buono!” “perché dici così?” “diciamo che la mia vita è un errore…o meglio io sono un errore!” “scherzi? Io non credo che tu sia un errore!” “tu non puoi capire” “se non mi spieghi non posso capire!” “ok,..allora fin da quando sono nata mi ha cresciuta solo mia madre perché mio padre era già sposata ma non ostante questo corteggiava mia madre, appena ha saputo di me è scappato via e non si è fatto mai vedere non dava niente a mia madre, una volta quando ero piccola di circa 4 anni mentre stavo in camera mia sentivo delle urla e quando mi affaccio nel salone di casa vedo mia madre parlare con un uomo ovvero mio padre e lui gli diceva ‘tu non mi devi cercare quella bambina è solo uno stupido errore’, detto questo esce e se ne va via sbattendo la porta, dopo un anno si scopre che mia madre ha un tumore ma non aveva abbastanza soldi per curarsi anche se quello che doveva essere mio padre navigava nell’oro dopo un mese muore e quindi chiamano mio padre per prendersi cura di me ma lui mi porta in un orfanotrofio quindi mi sono ritrovata a 5 anni senza madre ne padre, poi ho conosciuto la mia migliore amica e entrambe avevamo un sogno ovvero quando compivamo 18 anni di andare ad abitare da sole, e questo accade ma essendo chiusa per anni in un istituto non conosci i pericoli del mondo  e   l’unica casa che ci potevamo permettere è nel Bronx ed infatti io vivo lì insieme a lei però mi sono rifiutata di guadagnare soldi rubando oppure spacciando droga visto che mia madre mi diceva sempre di non prendere la strada più facile perché è quella sbagliata e infatti ho trovato lavoro in quel bar e  per non bastare tutti i ragazzi mi cercano solo per portarmi a letto, infatti non so nemmeno io perché ho accettato di fare una passeggiata con te… io sono solo un errore di gioventù” concludo, ripensando il mio passato fa veramente schifo ma non posso farci nulla “io non credo che tu sia un errore!” “io credo di sì” “no invece, sei una persona d’ammirare tutti al tuo posto sarebbero andate per la strada più facile invece tu no ha voluto scegliere il bene invece del male anche se questo provoca molti sacrifici!” dice fermandosi di botto e guardandomi negli occhi; solo ora mi accorgo che i suoi sono di un verde smeraldo che i quali mi hanno rapito… ma che sto dicendo? Velocemente distolgo lo sguardo e entrambi ricominciamo a camminare “invece tu?” domando “scommetto che mi odierai se sai la mia storia” “dai io ti ho detto la mia e ora io voglio sapere la tua” “va bene… allora sono nato il 19 dicembre e sin da subito ho avuto tutto, sono uno studente universitario del terzo anno ma non per volontà mia mio padre mi ha costretto ad andarci, però sono capitano della squadra di basket e questo mi conforta  visto che l’ho avuto come ‘premio’ da parte di mio padre visto che ho ottimi voti, la maggior parte delle ragazze vorrebbero stare con me ma io non voglio stare con loro, fin ora tutte le ragazze che ho avuto non l’ho conosciute nell’ambito scolastico…e per di più mio padre mi vuole regalare la terza carta di credito solo perché ieri ho preso trenta ad un esame… bene ora non vuoi più vedermi?” “perché non doveri più vederti?” “bhe perché ¬come posso dire…” dice grattandosi la nuca visto la situazione imbarazzante, “per tua informazione io non giudico le persone per quello che hanno ma per quello che sono!” “anch’io se è per questo… lo sai un po’ ti invidio” “tu invidioso di me? Per favore non farmi ridere” “ma io non sto scherzando sono serio, t’invidio perché tu da sola sei stata capace ti crearti una vita senza scegliere il male e tutte le cose che hai le hai avute con sacrificio, io ad essere onesti non so se avrei avuto il tuo coraggio… Martina io ti ammiro e anche molto” “grazie ma chiamami Tini, tutti i miei amici lo fanno” “va bene Tini… lo sai il tuo soprannome esprime una persona dolce” “il mio soprannome è uno dei ricordi più belli che ho di mia madre” “scommetto che gli somigli tanto” “forze ma io non ricordo molto di lei” “ti mentirei se ti dicessi che ti posso capire ma sono sicuro che è così, non potrebbe essere altrimenti visto che tuo padre è un vero e proprio pezzo di merda” “è un complimento?” “certo!... che ne dici se ci andiamo a prendere un gelato?” “va bene!”. Mentre andiamo in gelateria cominciamo a parlar del più e del meno, credo che sia l’unico ragazzo da quando vivo qui  che mi ci sono trovata bene per chiacchierare e farmi spuntare un sorriso spontaneo, dopo il gelato passeggiammo per un’altra oretta e avrei passato altre ore a parlare e passeggiare con lui ma si stava facendo buio e dovevo tornare da Lodo altrimenti chi la sente?  “Jorge si sta facendo tardi io devo andare, ci vediamo!” “puoi contarci, ora ho una ragione in più per venire a fare colazione nel tuo bar, ovvero andare a trovare un’amica” “ allora a presto!” dico schioccandogli un bacio sulla guancia “ciao Tini” “ciao Jorge”. Sto sulla metropolitana e odio prenderla da sola ma non ho altra scelta, in breve arrivo al mio quartiere e devo dire che la differenza tra le strade di Manhattan e quelle del Bronx è molta ma questa è la mia vita e la devo accettare,certo che se i cittadini di questo quartiere  evitano di rubare solo una volta in tutto l’anno non gli farebbe male ma sono loro decisioni di che stile di vita fare, sto attraversando la strada per raggiungere il mio palazzo ma qualcuno mi blocca prendendomi per il polso  mi giro e davanti ho Peter “Che vuoi Peter?” “ehy calma bambolina ti volevo dire che la mia offerta per un pomeriggio è ancora valida e dillo anche alla tua amica” “senti razza di maiale umano ti conviene lasciarmi altrimenti ti faccio diventare femmina all’instante!” “non avresti il coraggio” “questo lo dici tu” detto questo gli sgancio una forte ginocchiata dove non batte il sole e me ne vado lasciandolo lì tutto dolorante. Ma perché devo abitare al sesto piano di un palazzo che non ha un ascensore? È quasi un anno che abito qui e ancora non mi sono abituata a questa rampa di scale che mi viene il fiatone solo quando la penso figuriamoci quando la faccio. Dopo essermi ripresa per lo sforzo prendo e infilo le chiavi nella serratura del mio appartamento e appena apro la porta davanti mi ritrovo Lodovica con le braccia incrociate al petto e un espressione a dir poco infuriata “Martina Stoessel si può sapere dove diavolo ti eri cacciata? Avevi detto che saresti tornata a casa dopo poco e guarda caso sei stata fuori tutti il pomeriggio senza neanche un messaggio per avvertirmi che facevi tardi in modo che io non mi preoccupassi. Ti rendi conto mi hai tolto dieci anni di vita per lo spavento che mi hai fatto prendere!” “scusa mammina!”dico ridendo leggermente  “la smetti di ridere? Io lo dico perché sono tua amica!” “Lodo si può sapere dov’è il problema?” “il problema è che tu te ne sei andata e hai detto esattamente queste parole ‘ci vediamo tra un po’ a casa’ e poi sei sparita per ore e se mi avessi avvertita invece di stare in angoscia tutto il pomeriggio con il pensiero che ti fosse successo qualcosa sarei stata tranquillissima” “va bene hai ragione scusami, ma ho perso la concezione del tempo” “a fare cosa? Mi avevi detto che mi avresti detto tutto e ora voglio sapere tutto!” “saprai tutto non preoccuparti ma prima mi fai togliere il cappotto e le scarpe? Grazie!”. “Wow Martina Stoessel ha passato un intero pomeriggio con un ragazzo, il quale non la vuole portare a letto e non gli frega niente se non possiede neanche la metà dei suoi soldi… quale santo ti ha ascoltata?”rido all’espressione sorpresa di Lodo “Non lo so Lodo quale santo mi abbia ascoltata ma non farti strane idee, ci conosciamo appena e poi siamo amici” “si però due amici che non hanno entrambi un ragazzo e una ragazza” “Lodo cos vuoi insinuare? Ti ripeto che noi siamo amici e poi in un futuro anche volendo non potremo stare insieme…siamo troppo diversi e già tanto che siamo amici!” la mia amica sbuffa alla mia affermazione… cara Lodo questa è la cruda verità “va bene tanto con una testa dura come la tua è difficile farti cambiare idea… per adesso” “ok Lodo non hai fame? Che ti andrebbe per cena?” “si certo cambia discroso… lo sai  mi andrebbe di mangiare la pizza” “bene allora sarà divertente preparare due pizze insieme” “si sarebbe divertente ma io sono ancora arrabbiata per oggi quindi stasera cucinerai tu” “ma Lod…” “niente ma la prossima volta avvisi invece di far morire di preoccupazione la tua migliore amica” detto questo scompare nella sua stanza, sbuffo sonoramente, fa così perché mi vuole molto bene noi siamo come sorelle ma alcune volte esagera, ora dovrei anche cucinare per lei? Questa me la pagherà . “lo sai Tini che cucini bene la pizza” “grazie ma doveri ucciderti visto che mi hai fatto ricoprire da capo a piede di farina” “ma dai la farina va via basta una doccia” “lasciamo stare” dico rassegnata e addento un pezzo della pizza che ho preparato. Bene sto nel mio bel lettino stanchissima  ma felice, oggi è stata una bella giornata, cedo una delle migliori  bele giornate che io abbia passato dopo la morte di mia madre.

   
 
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