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Autore: Ambaraba    09/06/2015    1 recensioni
[Constantine]
Tutti sappiamo quanto possa essere difficile da digerire, quando una delle nostre serie preferite viene cancellata: dobbiamo dire addio a personaggi, atmosfere e ambientazioni a cui ci eravamo affezionati.
Ma come la prendono i personaggi stessi? John e Chas affrontano la notizia del mancato rinnovo.
(Avvertenze: Questa ff potrebbe non avere senso. Ad ogni modo, è lievemente John/Chas.)
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CANCELLATION

    John comparve sulla soglia con un'espressione che definire addolorata era ingiustamente riduttivo.
Chas interruppe la lettura di uno dei volumi di Jasper – in mezzo a cui si perdeva volentieri, nei momenti di inattività, - e alzò lo sguardo per incontrare quello mesto e scoraggiato del suo esorcista.
    «John, che hai?», chiese, preoccupato.
    «Ci hanno cancellato,» rispose l'altro, afflitto, sedendosi e versandosi un abbondante bicchiere di whisky.
Chas quasi cadde dalla sedia.
    «Cosa?»
    «Esattamente quello che hai sentito,» biascicò John, svuotando il bicchiere in un colpo solo. E poi, amareggiato: «Non ce l'abbiamo fatta.»
Nella stanza calò un silenzio gelido, per qualche istante.
    «Mi dispiace,» disse Chas.
    «Anche a me.»
Altro lungo silenzio.
    «Ma questo non cambia niente,» disse Chas, convinto.
John si versò il secondo bicchiere e lo guardò quasi con compatimento.
    «Ah no?» Scrollò le spalle, si accese una sigaretta. Sembrava veramente abbattuto. «Non sapremo mai come finirà questa storia. Resteremo per sempre intrappolati nel mezzo di quest'intreccio... Senza sbocchi, senza uno scopo.» Pausa. Tirò a lungo dal filtro della Silk Cut. «Resterà tutto incompiuto,» aggiunse. E poi, in un sussurro: «L'incompiutezza mi fa così paura. È come se niente avesse un senso...».
    Chas afferrò la sedia di John per la spalliera, la spostò più vicino, lo abbracciò. «Tu non puoi aver paura, John. Non hai mai avuto paura,» disse, passandogli gentilmente una mano tra i capelli, per confortarlo. John chiuse gli occhi, respirò il suo profumo familiare.
    «Lo so... Ma è finita, ora, no?» Sospirò, aggrappandosi a Chas. «Adesso posso essere me stesso.»
Ci fu un'altra, interminabile pausa. Era così dura da digerire, quando le cose finivano.
Fu Chas, ancora una volta, a rompere il silenzio.
    «Se anche nessuno dovesse ricordarsi più di noi, continueremo comunque ad esistere. E sarai sempre tu il migliore, per me, John.»
L'altro ridacchiò.
    «Sei così buono... Ora ricordo perché mi piace tanto averti attorno,» commentò. «E pensare che non mi avrebbero mai lasciato dire una frase del genere. Non hanno neanche inserito il fatto che sono bisessuale,» rifletté John. «Probabilmente ci avrebbero fatto fare cose che non avremmo voluto fare,» suggerì Chas. John fece una smorfia.
    «Magari ti avrebbero fatto rimettere insieme a Renée. O ti avrebbero ucciso sul serio,» disse, versandosi il terzo bicchiere. «Meglio non saperlo,» concluse, prima di mandarlo giù come gli altri due.
    «Quindi... Alla fine la cancellazione è un bene?» Chas aggrottò le sopracciglia.
John scosse la testa, leccandosi le labbra.
    «No, non dico questo... È che probabilmente avremmo preso una brutta direzione, ecco.»
Rimasero senza nulla da dire per un po'.
    «Continueremo ad esistere, comunque.»
    «Già.»
    «Senti, Chas...»
    «Dimmi.»
    «Ti amo. Scusa se non te l'ho mai detto. Esigenze di copione.»
    «Ti amo anch'io. E non serve che ti scusi, lo so.»
    «Ora siamo liberi, però.»
    «Già.»
Altro silenzio.
    «Però mi dispiace.»
    «Lo so.»
Quando John fece per versarsi del whisky per la quarta volta, Chas gli tolse la bottiglia dalle mani e gli sfilò la sigaretta dalle labbra.
    «Basta così, John.»
L'altro gli rivolse uno sguardo liquido e lucidissimo.
Chas odiava vederlo così, ma non c'era niente che potessero fare per aggiustare le cose.
L'unica cosa che poteva aggiustare era John.
    «Andrà tutto bene, in un modo o nell'altro,» disse.
    «Che ingiustizia,» sussurrò John, con disappunto. «Che ingiustizia,» ripeté, mentre Chas lo accarezzava lungo la schiena.
Trascorsero altri lunghissimi minuti durante i quali nessuno dei due proferì parola.
Poi, per l'ultima volta, John parlò.
    «Abbracciami di nuovo.
Per favore.»

Chas obbedì.

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NOTE:

... Comunque è veramente un'ingiustizia.

A.

  
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