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Autore: Fearless_90    10/06/2015    0 recensioni
Niall ed Edith sono giovani, eppure hanno già provato sulla loro pelle il dolore della perdita e la spietatezza di un addio, cosa significa avvertire il peso dell'assenza di qualcuno che non c'è più.
Hanno sofferto, ma insieme si sono fatti coraggio e sono sopravvissuti.
Un amore che nasce in silenzio, tra le altalene di un parco giochi e si nutre di emozioni e pensieri che Niall ed Edith non hanno il coraggio di esprimere. Un amore che li avvicina e li allontana, come fossero universi ai due capi di un filo invisibile.
Distanti, eppure uniti, inseparabili. Si cercano, si trovano e si perdono ancora.
Ma per una volta nella vita, forse il destino giocherà a loro favore e le stelle nel cielo si allineeranno perché Niall ed Edith si trovino uno accanto all'altra. Sarà per sempre?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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||Prologo||

 

Somehow it feels like nothing has changed
Right now my heart is beating the same
Out loud someone’s calling my name
It sounds like you

When I close my eyes
All the stars align
And you are by my side
-Once in a Lifetime, One Direction



Il cielo si fa sempre più vicino man mano che l’altalena vola in alto.
Le trecce che la mamma mi ha sistemato prima di uscire ormai sono ridotte ad un groviglio informe e la maggior parte delle ciocche sono fuoriuscite dagli elastici, così che guardandomi si possa paragonarmi ad un leoncino spelacchiato.
Mi piace sentire il vento sulla faccia e il sole scurisce le efelidi spruzzate qua e là sulle mie guance.
Adoro questa sensazione così, anche se la mamma mi ha raccomandato di non andare troppo in alto, continuo a dondolarmi sull’altalena.
Rido divertita e noto una nuvola morbida a forma di elefante. Mi sembra così vicina e allungo una mano per afferrarla, malgrado sappia di non poterci riuscire.
La mamma dice che sono piena di fantasia. Magari è vero o magari un giorno diventerò davvero una principessa, vivrò in un castello con un immenso giardino e il mio principe arriverà galoppando, al tramonto, su di uno splendido cavallo bianco.
Tendo la mano e sento da lontano il grido di mia madre che mi urla di stare attenta, che sto andando troppo in alto.
Troppo in alto? Mamma, io voglio raggiungere le nuvole!
All’improvviso perdo la presa alla catena dell’altalena alla quale mi stavo tenendo, il mio sedere scivola in avanti e io cado sulla ghiaia.
I sassolini si infilano dappertutto, sulle ginocchia già sbucciate sotto il vestito rosa e nei palmi delle mani che ho usato per proteggermi il viso.
Mi metto seduta quasi subito e noto immediatamente che le scarpe di tela, comprate solo due giorni prima, sono già strappate. Non so se fa più male quello o le ferite che mi sono procurata cadendo.
O forse ciò che mi delude davvero è il non essere riuscita a raggiungere quella nuvola…
-Edie, ti sei fatta male tesoro? Accidenti, quante volte ti ho detto di non spingerti così in alto sull’altalena? Guarda che disastro!- Mia mamma è accovacciata accanto a me, mi prende le mani tra le sue e inizia a togliere tutti i sassolini che si sono incastrati nei miei palmi.
Comincio a piangere prima di rendermene conto. Grosse lacrime mi scivolano lungo le guance e i singhiozzi si fanno via via più forti.
-Non piangere dai, adesso passa.- La voce di un bambino mi riscuote e quando alzo il viso verso di lui scopro che un paio di occhi azzurri mi stanno fissando preoccupati.
Ha i capelli biondissimi e forse troppo lunghi per un maschietto, la maglietta che indossa è tutta sporca di terra ed erba e ha le guance arrossate come se avesse corso fino a quel momento.
Mi accorgo a malapena che i miei singhiozzi sono scemati e che ho smesso di piangere.
-Se vuoi posso cantarti la canzone della bua!- Propone con entusiasmo e senza che io gli dia il permesso, comincia a canticchiare una filastrocca che non ho mai sentito prima d’ora.
E’ stonato e mentre parla mi accorgo che più di qualche dente manca all’appello nella sua bocca. E’ divertente.
‘Si, questo bambino è proprio uno spasso’, penso e mi viene da ridere.
Anche mia mamma ridacchia sommessamente, mentre mi aiuta ad alzarmi e mi pulisce le ginocchia che non sanguinano neanche più. 
-Niall!- Qualcuno lo chiama, interrompendo la canzone.
-Devo andare adesso.- Fa per voltarsi e raggiungere i suoi amici, ma prima di correre via alza il pollice verso di me. -Ci vediamo domani!-
Rimango a fissarlo mentre si allontana.
-Mamma, i maschi sono tutti così?- Le domando con aria perplessa.
Lei ride, poi mi da un buffetto sulla guancia.
-No, amore. Da grandi alcuni peggiorano.-
  
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