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Autore: kamy    09/01/2009    2 recensioni
Ovidio, famoso per le "metamorfosi", aveva scritto un opera con nome analogo. Dove si raccoglievano lettere scritte da Eroine abbandonate agli uomini che le avevano ingannate. Essendo quell'opera pervase di un profondo maschilismo, fino a rendere quelle figure stereotipate, ho deciso di farne una mia versione.
Genere: Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bbbb
Ringrazio anche solo chi legge.

DIDONE



Caro Enea,
eroe trionfatore, altro non sei che un codardo.
Posso vederti con gli occhi della mente mentre terrorizzato obbedisci agli dei, tremante, con i capelli canuti per la troppa paura.
Oh Venere, perché ai miei occhi l’ultimo degli uomini apparve come un Apollo?
Adesso ai miei occhi due soli colori: rosso e nero.
Rosso, come il mio sangue che sgorga dal ferro.
Nero, diventa il mondo intorno a me mentre le urla delle ancelle mi arrivano ovattate.
Rosso, la fiamma del mio amore.
Nero, il tuo animo mentre, prima di abbandonarmi, mi colpivi con dure parole.
Rosso, il fuoco della pira.
Nero, l’ade dove mi aspetta Sicheo.
Rosso, il mio cuore che mi strappasti.
Nero, i tuoi occhi in cui mi sono specchiata.
Rosso, le tue labbra che sfiorai.
Nero, i tuoi capelli al vento mentre te ne vai sulla tua nave.
Con le parole ti maledii, ma con l’anima ancora ti agogno.
Addio Enea di Troia.
DIDONE.
  
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