Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: yukikofairy    10/06/2015    0 recensioni
Prima stagione.
E se una ragazza finisse improvvisamente nel passato, proprio negli anni in cui le leggende arturiane hanno avuto inizio?
Ginevra, diciottenne orfana di entrambi i genitori, sarà destinata nel bene e nel male ad un grande destino.
Destino che avrà inizio quando arriverà a Camelot ed incontrerà per la prima volta un giovane mago.
Tra avventure, amori e magie la ragazza si ritroverà ad affiancare Merlino in sfide ben più grandi di lei.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Prologo:

 



«Vi... Vì!» Una ragazza dai corti capelli biondi colpì malamente, con una gomitata, la persona accanto a lei.
«Ahi! Sei impazzita?» rispose offesa l'altra, massaggiandosi il fianco che le doleva per il colpo ricevuto dall'amica.
«No Ginevra, non è Sara ad essere impazzita» si intromise scocciata una signora sulla cinquantina, guardando la ragazza da sopra gli occhialetti rotondi «piuttosto direi che sei tu ad essere distratta.» Detto questo indicò un punto dall'altra parte della grande sala. Il resto della classe, insieme alla guida del luogo, stava già varcando l'arcata pronta a visitare un'altra parte del castello. L'insegnante si affrettò a seguirli, per paura di restare troppo indietro.
Mi spieghi che hai?» commentò piano Sara osservando la mora, mentre iniziavano pigramente a percorrere il salone, distanziate di poco dalla loro professoressa di storia «ti ho chiamata due volte prima, ma eri troppo concentrata a fissare l'immenso camino.» Ginevra le sorrise a mo' di scusa, ma l'amica non potè non notare il lampo di preoccupazione che le adombrò per un secondo i bellissimi occhi azzurri. In realtà non riusciva a capirlo nemmeno lei stessa cosa le stesse succedendo. Da quando era arrivata nei pressi del castello inglese, il cui nome le sfuggiva, si era sentita strana e in soggezione.
«È per Marco? Dai è un cretino Vì, lascialo perdere» incominciò Sara prendendola a braccetto, cercando di farle tornare il buonumore «e poi tra meno di un anno ci diplomeremo, ce ne andremo da qualche parte e non lo rivedrai praticamente più.» Marco era loro compagno di classe e Ginevra ne era stata cotta per tutti i cinque anni delle superiori. Lui, il classico figo della scuola barra rappresentante d'istituto, non l'aveva mai considerata più di tanto. Lei dal canto suo non si era mai esposta, troppo timida per fare davvero il primo passo. Qualche volta ci aveva provato non poteva negarlo, per chiedergli informazioni su qualche verifica o compito, ma lui l'aveva sempre liquidata nel giro di un paio di minuti.

«Comunque dovresti provare un po' d'interesse per questo posto» la mora alzò gli occhi, sapendo già dove Sara stava andando a parare «la leggenda narra che in questo castello venne istituita la tavola rotonda e che quì regnò Artù di Camelot!» Il tono eccitato della bionda non fece altro che irritare ancora di più Ginevra, che emise un forte sbuffo e tolse il braccio dell'amica che ancora la teneva a braccietto.
«Dai Vì! Te l'ho detto mille volte che dovresti leggerti la storia, è così emozionante» continuò imperterrita Sara, con un sorrisone «e poi una persona con un nome così non può non interessarsi all'argomento.» Il gelido sguardo che le rivolse la ragazza bastò a zittirla. Era stufa marcia di sentire sempre gli stessi discorsi. I suoi genitori avevano avuto la brillante idea di chiamarla Ginevra, quando di cognome faceva Merlino.

Ginevra Merlino.

Da non crederci. Già che c'erano potevano metterle come secondo nome Artù, così poi sarebbe stata una barzelletta vivente. Quando era piccola, trovava il fatto quasi divertente. Ora lo odiava completamente. Aveva iniziato a farsi chiamare Vì, per cercare di non far capire mai il suo nome intero ed evitare così di sentire sempre le stesse battute. A causa della follia dei suoi genitori era stata presa in giro da chiunque, coetanei e adulti. Avevano smesso impietositi quando i suoi erano morti in un incidente d'auto un paio di anni prima. Era stata data in affidamento ad misterioso tutore che la prese con sè, affermando di essere un lontano parente e di chiamarsi anche lui Merlino.
«Senti se vuoi te la racconto io! Secondo me ti innamorerai della storia fra Lancillotto e Ginevra.» La bionda aveva la faccia talmente stupida e imbambolata da far finalmente sorridere la ragazza.
«Questa ossessione per le leggende ti sta sfuggendo di mano, amica mia! La storia a grandi margini la conosco, ma lo sai che il mio tutore non vuole sentir parlare di storie medievali, leggende e...» «Ma non devi dirglielo a quel vecchio strambo! Ti posso prestare dei libri o puoi cercare su internet» esclamò subito Sara, non facendole finire il discorso.
«Lo sai che a me non interessano» mosse una mano la mora, in segno di indifferenza «preferisco di gran lunga leggere romanzi e fantasy medievali. D'altra parte...» Non riuscì a finire la frase perchè le sembro di sentire una voce cupa e spaventosa dentro la sua testa: "Merlino". Si guardò intorno spaventata, ma solo lei sembrava averla sentirla. Sara aveva iniziato a decantare le doti di Artù, credendo che la sua amica la stesse ascoltando, mentre gli altri erano appena entrati nelle stanze private di qualche vecchio re inglese che aveva preso il castello come residenza occasionale, dopo averlo fatto ristrutturare.
«Oh guarda!» esclamò la biondina sfogliando la piccola guida rosa dedicata al castello che avevano consegnato a tutti all'entrata «una delle otto torri ha proprio il nome Artù!» Raggiunsero il resto della classe, e la guida che stava parlando di un qualche periodo storico. La ragazza dai lunghi capelli neri passò il resto della visita con una strana sensazione addosso.


«Sveglia Vì!» urlò Sara, lanciandole un cuscino in faccia. Era sera inoltrata e i ragazzi dopo aver cenato erano saliti nelle loro camere.
«Oggi è già la seconda volta che mi fai male. Hai intenzione di uccidermi?» chiese la mora, massaggiandosi il naso.
«Sei te che non ci sei con la testa. Marta è da minuti che sta cercando di passarti la bottiglia.» Ginevra si scusò con l'amica e prese il vino che le stava porgendo. Buttò giù un lungo sorso, ignorando la gola che andava in fiamme.
«Dai su, bella addormentata. Non puoi stare giù per Halloween. Che ne dite di fare qualcosa di veramente spaventoso?» esclamò dandole una leggera botta Luke, un ragazzo mingherlino dai corti capelli biondi. Lui e Sara erano i migliori amici di Ginevra. Si erano incontrati in prima superiori e da quel momento erano diventati inseparabili.
«Io ho un'idea» Marta si alzò di scatto, gli occhi scuri che le brillavano «che ne dite di una bella gita notturna al castello? Tanto è qua vicino!» Sara e Luke annuirono eccitati, mentre Vì sembrò spaventata. Ricordava bene la sensazione che aveva avuto quel giorno durante la visita scolastica e non era stata piacevole. Pensare di tornarci di notte, per la notte di Halloween tra l'altro, le faceva venire i brividi.
«No ragazzi, dai» tentò di dire, ma loro stavano già uscendo dalla camera dell'hotel assegnata alle tre ragazze. Così Vì pur di non lasciarli andare da soli si trovò costretta a seguirli.


Attraversarono quasi correndo il piccolo paesino situato nell'inghilterra del nord, arrivando presto ai piedi del castello. La luna rischiarava a sufficienza l'ambiente intorno a loro, ma per la mora restava comunque tutto molto inquietante. Riuscirono ad entrare da una piccola porta aperta fatta di grata, in un angolo delle mura. Camminarono vicini per alcuni bui corridori, facendosi luce con i telefoni. Ad ogni minimo rumore sobbalzavano, spaventati.
«Non rischieremo di perderci?» chiese Marta, all'ennesima svolta.
«No dai in qualche modo riusciremo ad uscire» esclamò Luke con voce allegra, cercando di non mostrare la paura che iniziava a salirgli. Fortunatamente presto trovarono delle scale a chiocciola che li fece salire al piano terra. Lì, grazie alle molte finestre, era tutto meno buio. Percorsero le varie stanze fino al salone principale, ridendo e filmandosi.
«Ehi Vì, saluta» urlò Sara, puntandole la luce del telefono in faccia.
«Smettila dai» brontolò lei, cercando di spostare il cellulare. "Merlino" la mora si guardò intorno, spaventata.
«Avete sentito?» «Cosa?» chiesero Luke e Sara, mentre Marta si sedeva su di un trono posto infondo alla sala, su un pezzo del pavimento in legno sopraelevato.
«Dai fatemi una foto da qua» "Merlino!" Ginevra sentì nuovamente quella voce dentro la sua testa. In preda al panico si voltò verso l'uscita, ringraziando mentalmente Marta, che stava attirando l'attenzione dei suoi migliori amici.
«Devo uscire un attimo dalla stanza. Torno subito.» esclamò la terza volta che sentì qualcuno chiamala.
«Ma...» iniziò Luke. Ginevra però non aspettò nessuna risposta, incamminandosi velocemente verso la porta dalla stanza sotto lo sguardo sbalordito dei tre. Una volta fuori dalla loro vista iniziò a correre per i lunghi, freddi ed infiniti corridoi, perdendosi quasi subito.
"Merlino! Merlino! Merlino!"
Inciampò, cadendo malamente in avanti. Sentì delle fitte alle ginocchia, ma non se ne curò più di tanto. Portò le mani sopra le orecchie, anche se sapeva che sarebbe stato tutto inutile.
"Basta, ti prego!" urlò mentalmente. Non credeva che la pazzia in una persona potesse arrivare così all'improvviso.
"Invece di lamentarti, segui la voce. Più sarai vicina a me, più la sentirai forte" Con le lacrime agli occhi iniziò a vagare per l'oscuro castello, cercando di capire da dove provenisse quel maledetto suono, che aveva ripreso a chiamarla insistentemente. Dopo molti tentativi, la ragazza riuscì ad intuire che chiunque le stesse facendo quel terribile scherzo si trovasse in basso. Scese infiniti scalini e camminò per altrettanti infiniti corridoi, ritrovandosi infine davanti ad una grossa porta di legno chiusa al pubblico. Si dette una rapida occhiata intorno, sentendosi stupida. Infondo era notte e nessuno passava di lì a quell'ora. Velocemente spinse il portone, che evidentemente non era chiuso a chiave, ed entrò dentro. Intravide davanti a lei degli scalini che si perdevano nell'oscurità più assoluta, portando chissà dove. Restò qualche secondo immobile, incerta se scendere o meno.
"Merlino!" l'urlo le riempì la testa. Prese con mano tremante il cellulare dalla tasca dei jeans e, facendosi luce con esso, si incamminò lentamente sorreggendosi al muro. Il cuore le batteva forte e dovette fare appello a tutto il suo coraggio per arrivare in fondo, senza fare retromarcia e correre via. L'aria laggiù era decisamente più fredda. Si strinse al corpo, con la mano non occupata dal telefono, la giacchina rosa e bianca, sentendo infatti i brividi percorrerle la schiena. Arrivata all'ultimo scalino si guardò subito intorno. Era una grotta immensa con addirittura un fiumiciattolo sotterraneo in lontananza, ma non potè osservarla a lungo perchè qualcuno parlò.
«Merlino!» questa volta però,  a differenza delle altre, la voce le giunse alle orecchie e non dentro la sua testa. Si voltò di scatto verso la fonte del suono. Una persona avvolta in uno strano abito, probabilmente un mantello, era appoggiata ad una roccia vicino ad un dirupo, a qualche passo di distanza da Ginevra.
«Ciao Merlino» La ragazza si avvicinò piano, tentando di vedere il volto dello sconosciuto. Non guardando dove metteva i piedi però scivolò su di un sasso. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre cadeva all'indietro. Picchiò pesantemente la testa e l'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi fu la risata dell'uomo.



Angolo dell'autrice:

Salve a tutti!
È la prima volta che mi cimento con una fanfiction su merlin, ma devo dire che almeno fino ad esso è quella che mi ha divertito di più a scriverla. Ho già diversi capitoli pronti, ma pubblicherò sempre e solo il mercoledì (e quando potrò il sabato). Questo per evitare di pubblicare troppo spesso e ritrovarmi poi in ritardo con i tempi.

Passiamo alla storia: questo primo capitolo, che poi è solo un prologo, è molto corto. Chiedo venia, ma serviva ad introdurre la storia. Dal prossimo capitolo seguirò gli episodi della prima stagione di Merlin, che dividerò in più capitoli a seconda di quanto ho scritto. All'inizio sarà piuttosto vicina alla storia del telefilm, ma con il tempo quasi sicuramente si discosterà sempre di più. Per ora lascerò il rating giallo, poi se i toni della storia dovessero andare su toni più cupi lo cambierò.

L'idea della serie mi è venuta quando un mese fa sono andata in Francia e ho deciso di visitare Pierrefonds, il castello dove hanno girato Merlin. Avendo il cognome molto molto simile a quello del mago (e un ragazzo che si chiama Artur :P) non ho potuto non scrivere qualcosa. Da questo spunto è nata tutta una trama più ampia.
Vorrei fare delle pccole precisazioni sul prologo: il castello di Pierrefonds è situato a nord di Parigi ed è stato ristrutturato da napoleone III. Nella mia storia l'ho collocato in Inghilterra, perchè seppur quasi identico il mondo in cui vivono Ginevra, Sara e gli altri non è il nostro stesso mondo. Lì non esiste il telefilm di Merlin, sebbene ci siano le stesse leggende sui miti arturiani, e il castello è posto in un altro stato. Il motivo di questa mia scelta lo capirete meglio poi.

Scusate se vi ho tediato fin'ora. Ci vediamo mercoledì con il primo vero capitolo.

Un bacio,
yukiko.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: yukikofairy