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Autore: eugeal    10/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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- Cosa stanno facendo?!
Robin osservò per un po' gli uomini impegnati a sgombrare dalla cenere il terreno di Knighton Hall, poi si voltò verso Guy per rispondere alla sua domanda.
- Ho l'impressione che i tuoi operai siano tornati al lavoro.
Guy scosse la testa, incredulo.
- Sanno benissimo che non posso pagarli. E comunque mi odiano, non hanno motivo di essere qui.
Uno degli uomini, quello che sembrava essere il caposquadra, notò Robin e Guy e smise di lavorare per raggiungerli.
- Credevo di aver detto di non volere nessuno di voi sulle mie terre. - Disse Guy, torvo e Robin gli mise una mano sulla spalla per calmare la sua ira.
L'uomo finse di non aver sentito le parole di Gisborne e lo guardò, senza abbassare lo sguardo.
- Sir Guy, ci siamo accorti che il mese scorso c'è stato un errore nel calcolare la cifra dovuta per il pagamento delle tasse. Volevo assicurarvi che non succederà di nuovo e che per risarcirvi del danno subito, questo mese lavoreremo alla ricostruzione di Knighton Hall senza chiedere alcun compenso. Spero che sia sufficiente, mio signore.
Gisborne lo fissò, stupito, poi annuì seccamente.
L'uomo tornò al lavoro, visibilmente sollevato e anche gli altri operai sembrarono tirare un sospiro di sollievo.
Guy guardò, Robin, confuso.
- Cosa diavolo prende a questa gente? Un giorno tentano di farmi fuori a sassate e pochi giorni dopo si offrono di lavorare gratis?
Robin alzò un sopracciglio, divertito.
- Nel frattempo li hai salvati dai banditi, che lo vogliano o no ti devono la vita. Senza contare che hanno potuto vedere quanto puoi essere pericoloso: quando ti hanno aggredito avresti potuto scegliere di combattere e, anche se non avevi possibilità di vincere, molti di loro sarebbero morti con te. Invece hai deciso di non lottare, di non fare vittime inutili. Forse ti odiano, ma credo che tu sia riuscito a ottenere un po' di rispetto.
- Oh.
Guy guardò gli uomini che lavoravano, troppo sorpreso per parlare, poi Robin gli fece cenno di seguirlo all'ombra di un albero e sedettero entrambi sul prato, appoggiandosi al tronco con la schiena.
- A proposito, - disse Robin - quelli che hanno attaccato Clun facevano parte della stessa banda. Sono tutti briganti evasi dalle segrete di York qualche settimana fa e da allora hanno seminato il panico nella contea. Si erano divisi per attaccare due villaggi contemporaneamente e confondere eventuali guardie che fossero giunte in soccorso. Se tu non fossi stato presente, gli abitanti di Knighton se la sarebbero vista davvero brutta.
Guy annuì, soffocando uno sbadiglio.
- Cosa volevi dirmi, Hood? Hai detto che volevi parlarmi del matrimonio.
- Ho mentito, volevo controllare com'era la situazione a Knighton, assicurarmi che non corressi il rischio di essere fatto a pezzi.
- Ti ho detto che non ho bisogno di una scorta! - Ribatté Guy, offeso. - Sono in grado di cavarmela da solo!
- Hai ragione, mi dispiace. - Ammise Robin , con un sorriso di scusa e l'espressione di Guy si ammorbidì un po'.
- Anche se devo ammettere che il tuo intervento è stato essenziale l'altro giorno... - Ammise con un sospiro.
- Lo aggiungeremo alla lunga lista di motivi che hai per essermi grato. - Disse Robin, compiaciuto.
Guy pensò che in effetti quella lista era diventata piuttosto lunga e avrebbe voluto poter ricambiare in qualche modo.
Era quello il motivo principale che lo aveva spinto a offrirsi di collaborare con lui come Guardiano Notturno, ma aveva comunque l'impressione di non fare abbastanza.
La verità era che impersonare il Guardiano Notturno gli piaceva, non gli sembrava più un modo per pagare il debito che aveva con Robin. Quella era una cosa che probabilmente avrebbe continuato a fare anche se Robin Hood avesse deciso di non convocarlo più.
Indossare quel costume lo faceva sentire libero, migliore e più forte ed era bello vedere che la gente era contenta del suo arrivo. Guy non avrebbe saputo rinunciare a quella sensazione, anche se ciò significava mentire a Marian.
- Anche voi avrete un motivo per essermi grati, sabato. Voi e tutti gli scoiattoli di Sherwood. - Guy raccontò a Robin di come si era procurato il cibo per il banchetto e il fuorilegge sorrise, divertito.
- Non so se Much sarà lieto di potersi riposare oppure offeso perché non apprezziamo i suoi piatti.
- Hood, gli altri si ricorderanno che devono fare finta di non vedermi da mesi?
- Glielo ricorderò io. - Disse Robin, strofinandosi gli occhi. Nemmeno lui aveva dormito, quella notte e ora stava morendo di sonno.
Guy si era steso sull'erba e stava osservando con aria assonnata le fronde dell'albero mosse dalla brezza.
- Bene. - Sussurrò Guy e Robin notò che Gisborne faticava a tenere gli occhi aperti. Pensò che avrebbe potuto scuoterlo per svegliarlo e continuare la loro conversazione, ma non aveva nulla da dire di tanto importante da non poter essere rimandato. Lo guardò addormentarsi, poi pensò che fare un sonnellino dopo aver passato la notte in bianco non era affatto una cattiva idea e decise di imitarlo. Si stese a sua volta sul prato e si girò su un fianco, chiudendo gli occhi con un sospiro rilassato.

Marian mise al trotto il cavallo e si voltò a guardarsi indietro per essere sicura che nessuno la stesse seguendo.
Suo padre l'avrebbe rimproverata per essere uscita senza essere accompagnata dai servitori. Da quando Roger di Barret l'aveva rapita, Sir Edward era diventato più protettivo del solito nei suoi confronti. Marian capiva la sua preoccupazione, ma ormai i banditi agli ordini di Barret erano stati sconfitti e, senza quella minaccia, lei si sentiva in grado di difendersi da sola.
Di solito accontentare il padre e farsi accompagnare da Allan o da qualche altro servitore non le pesava molto, ma non poteva recarsi al campo di Robin Hood in compagnia dei servitori di Locksley e non voleva che Allan sapesse della sua visita perché poi ne avrebbe parlato con Guy.
Marian aveva due motivi per recarsi il campo: confidarsi con Djaq e ascoltare i suoi consigli e accertarsi che la presenza di Guy al matrimonio non fosse un problema per i fuorilegge.
In entrambi i casi, Marian non voleva che Guy venisse a saperlo, quindi quella mattina aveva aspettato che Allan fosse distratto a conversare con una delle ragazze della cucina e aveva approfittato della sua distrazione per allontanarsi da Locksley senza essere vista.
Non appena si fu allontanata abbastanza, lanciò il cavallo al galoppo, sorridendo nel sentire il vento sul viso.
Quando arrivò al sentiero che si inoltrava nella foresta, Marian fu colta da una sensazione strana.
Era da tanto che non si addentrava nella foresta, mentre un tempo si recava molto spesso da quelle parti e tutti i ricordi che aveva di quel luogo erano strettamente legati a Robin Hood.
Quando in passato si era inoltrata tra gli alberi di Sherwood lo aveva fatto per incontrare Robin, per avvisarlo di qualche piano dello sceriffo o per informarlo del tragitto di qualche carro da derubare, ma ora era tutto diverso.
L'amore che l'aveva legata a Robin si era spento e lei non sapeva cosa fosse rimasto di quel sentimento, in cosa potesse essersi trasformato, sempre che ne fosse restato qualcosa. Non sapeva come sarebbe stata accolta al campo, se l'avrebbero considerata una traditrice, la donna che aveva lasciato Robin Hood perché si era innamorata del suo nemico.
Quando arrivò all'ingresso nascosto del campo, Marian si sentiva talmente nervosa da avere la nausea e per un attimo pensò di tornare indietro senza farsi vedere, ma quando stava per tornare sui suoi passi, sentì un fruscio di foglie alle sue spalle e si trovò faccia a faccia con Much che stava rientrando al campo con una fascina di legna tra le braccia.
- Marian! Che ci fai qui? È successo qualcosa a Locksley? - Chiese Much, preoccupato e la ragazza si affrettò a scuotere la testa.
- No, no, ero venuta a portare una cosa a Djaq per il matrimonio. E poi volevo parlare con Robin. Much la guardò, sospettoso.
- Robin non c'è. Cosa devi dirgli? Hai fatto la tua scelta, no? Non c'è molto altro da dire.
Marian lo guardò, mortificata. Much era sempre pronto a proteggere Robin, a difenderlo da chiunque potesse farlo soffrire e la sua non troppo sottile diffidenza l'aveva ferita più di qualsiasi insulto diretto che aveva ricevuto dalle donne maldicenti di Nottingham.
La porta segreta del campo si aprì e Djaq si affacciò dall'apertura.
- Mi sembrava di aver sentito parlare! - Disse la ragazza, cordialmente. - Vieni, entra.
Much le precedette con uno sbuffo indignato, trascinando la fascina di legna con malagrazia e Djaq fece un sorrisetto rassegnato a Marian.
Le due ragazze sedettero sul letto di Djaq, schermato da una tenda e un po' in disparte rispetto a quello degli altri fuorilegge. Little John e Will non erano al campo, mentre Much si era seduto accanto al fuoco e arrostiva qualcosa sul fuoco con aria imbronciata.
Djaq guardò Marian, in attesa.
- Ti ho portato questo. - Disse Marian, mostrandole un ciondolo d'argento con una pietra variegata in vari toni del rosso. - Non so perché, ma quando l'ho visto al mercato mi ha fatto pensare a te.
Djaq le sorrise.
- È semplice, ma fa pensare al calore di un fuoco. Se ti ricorda me è un bel complimento, grazie. Ma non sei qui solo per portarmi un dono, vero?
Marian scosse la testa, arrossendo.
- Come fai a capire se un uomo ti ama? - Chiese d'impulso, dopo essere rimasta in silenzio per qualche secondo.
Djaq le sorrise.
- Se ti riferisci a Gisborne, mi chiedo come possa esserti venuto il dubbio. Non hai visto tutto quello che ha fatto per te? Che lui ti ami è ovvio come veder sorgere il sole ogni mattina. Ce ne siamo accorti tutti quando è venuto a chiederci aiuto per salvarti e Robin non ti avrebbe mai lasciata a lui se non fosse stato assolutamente certo dei sentimenti che Gisborne prova per te.
Marian sospirò.
- Mi sono espressa male. Lo so che Guy mi ama, non ho alcun dubbio che sia così, lo vedo nel suo sguardo. Ma come faccio a capire se nella sua vita ci sono solo io?
- Chi altri dovrebbe esserci? - Chiese Djaq, senza capire.
- Non lo so. Ma qualche tempo fa aveva il segno di un morso sul collo e ieri l'ho visto scendere dal piano di sopra della locanda...
A Djaq veniva da ridere se pensava a chi aveva lasciato l'impronta dei propri denti sul collo di Guy, ma Marian sembrava davvero afflitta e lei era dispiaciuta di non poterla rassicurare senza tradire il segreto del Guardiano Notturno. Non sapeva cosa fosse andato a fare Gisborne in una locanda e si ripromise di chiederglielo in futuro, ma Djaq era certa che i timori di Marian fossero infondati.
Probabilmente si era incontrato con Robin per discutere di qualche piano avventato per le loro missioni notturne o qualcosa del genere.
- Il suo cuore è completamente tuo, non dubitarne mai. Il resto ha così tanta importanza?
- Mi dico di no, ma continuo a pensarci.
- Guy non farebbe mai nulla per farti del male.
Marian la guardò, colpita dal tono affettuoso della voce di Djaq.
Guy? C'era tanta confidenza tra loro da chiamarlo per nome? E se fosse stata Djaq a lasciargli quel segno?
Marian arrossì e si rimproverò per quel pensiero assurdo: Djaq stava per sposare Will e di certo non vedeva Guy da mesi, non avrebbe dovuto avere sospetti su di lei.
- Forse è meglio che vada, avrai molto da fare per il matrimonio...
- No, aspetta. Ci sono tante cose su cui vorrei chiederti consiglio. Qui al campo non sono molto esperti di abiti femminili o di cose del genere... - Djaq arrossì un po'. - E vorrei tanto piacere a Will, sabato.
Marian le sorrise, scacciando i dubbi di poco prima: Djaq era così innamorata di Will che di certo non avrebbe avuto alcun motivo di interessarsi a Guy.

Allan prese la strada per Knighton, preoccupato.
Marian era uscita senza scorta e senza lasciare detto dove andava e Sir Edward era in ansia per lei e gli aveva chiesto di cercarla. Allan era molto meno preoccupato, sapeva che Marian era in grado di difendersi da sola, ma sapeva di dover avvisare Guy. Se fosse successo qualcosa alla ragazza, Gisborne non lo avrebbe mai perdonato per non averlo avvertito immediatamente.
Si aspettava di trovare Guy da solo e si stupì di vedere gli operai nuovamente al lavoro su Knighton Hall. Gisborne non era tra loro e Allan lo cercò con lo sguardo, scorgendolo poco dopo.
Si avvicinò a lui, con un sorriso divertito: Guy stava dormendo all'ombra di un albero accanto a Robin Hood, anche lui profondamente addormentato. Gisborne era girato su un fianco e aveva una mano sul petto a stringere l'anello che portava legato al collo, mentre Robin era steso sulla schiena e teneva le braccia allargate. Il braccio sinistro di Robin era appoggiato sul viso di Gisborne, ma Guy sembrava non essersene accorto e continuava a dormire indisturbato.
Allan si accovacciò in mezzo a loro e li svegliò, scuotendoli leggermente.
Scoppiò a ridere nel vederli sussultare e poi voltarsi a guardarlo con la stessa identica espressione a metà tra preoccupazione e irritazione.
- Allan, cosa vuoi? - Chiese Guy, spostando bruscamente il braccio di Robin per potersi alzare.
- Sicuramente non è nulla di preoccupante. - Disse Allan in tono casuale, facendo preoccupare all'istante sia Robin che Guy. - Sir Edward mi ha chiesto di trovare Marian e ho pensato che era meglio dirtelo.
Guy gli rivolse uno sguardo ansioso.
- Come, trovare Marian? Non sapete dove sia?
- È uscita da sola e non ha detto dove andava, tutto qui. Probabilmente sarà già sulla via del ritorno, non mi preoccuperei troppo.
- Perché non eri con lei? - Chiese Guy, in tono accusatorio. - Sai che è tuo compito tenerla d'occhio quando io non ci sono.
- Ehi, Giz, smettila. Se Marian ti sentisse parlare così metterebbe subito in chiaro che non è una principessa da proteggere né una prigioniera da tenere in gabbia.
- E conoscendola farebbe in modo di andarsene in giro da sola nel luogo più pericoloso di Nottingham tanto per dimostrare di essere in grado di cavarsela senza aiuto. - Intervenne Robin.
- Vado a cercarla. - Disse Guy, avviandosi verso il cavallo, ma Robin lo fermò.
- Dove? A caso per tutta Nottingham?
- Cosa proponi, allora?
- Intanto calmati, non abbiamo nessun motivo per pensare che sia in pericolo.
Guy si costrinse ad annuire.
Sapeva che Robin aveva ragione e che probabilmente Marian aveva solo deciso di fare una cavalcata da sola, senza avere intorno altre persone.
Del resto non era stato lui stesso a irritarsi con Robin Hood solo poche ore prima perché aveva voluto accompagnarlo a Knighton senza che fosse davvero necessario?
Marian non era una fanciulla indifesa, sapeva combattere ed era in grado di difendersi.
Eppure lui non poteva fare a meno di pensare ai banditi che avevano attaccato Knighton, alle persone malvagie come Roger di Barret e a tutti gli infiniti altri pericoli che avrebbero potuto minacciare la ragazza quando non era insieme a lui.
- Aiutatemi a trovarla, per favore. - Disse, sentendosi patetico per il tono supplichevole con cui gli erano uscite quelle parole.
Robin lo guardò e comprese che Gisborne era davvero preoccupato per Marian, probabilmente di più di quanto non fosse normale, ma se ripensava agli eventi dei mesi precedenti poteva capirlo.
- Passiamo dal campo. - Propose Robin in tono calmo. - È vicino e potremo chiedere agli altri di aiutarci a cercarla.
   
 
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