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Autore: Layla_93    10/06/2015    6 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
[...] Si rigirò nel letto, infastidito.
Chi diavolo si metteva a bussare alla porta alle… Alle…
Allungò un braccio verso il comodino, recuperando la sveglia.
“Cristo Santo, sono solo le 6:30 del mattino!”
“John, ti sei svegliato finalmente.”
“Finalmente?” Chiese, spalancando la porta e ritrovandosi davanti al suo coinquilino.
“Ti rendi conto di quanto presto sia?!”
“Abbiamo un caso.” Fu la risposta che ricevette in cambio.
“Quando mai non ne abbiamo uno.” Mugugnò, tornando a buttarsi sul letto.
“Sembra piuttosto interessante. Vuoi venire?”
“Dammi cinque minuti...” [...]
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Samuel Coltry. 36 anni. Disoccupato. È stato trovato grazie alla segnalazione di una vicina che non lo ha visto uscire di casa per due settimane.”
Lestrade si avvicinò al corpo, osservando tutto ciò che lo circondava.
“È stato toccato niente prima del nostro arrivo?”
“No. La donna ha detto di essere corsa via appena ha visto il corpo.”
Annuì flebilmente, continuando ad esaminare la scena del crimine.
“Direi che è morto per asfissia, dai segni che ha sul collo, ma dovremo aspettare la perizia medica per esserne sicuri. Chiama il team.”
Con un breve cenno della testa il sergente si congedò, lasciando l’ispettore da solo nella stanza.
Continuò a girare intorno al corpo, cercando di carpire qualche indizio.
“Bel casino…” Mugugnò a mezza voce.
“Il medico legale e la scientifica saranno qui tra un'ora.”
Informò la Donovan, rientrando.
“Bene. Abbiamo del tempo, allora.”
“Tempo per cosa?” Chiese, con evidente confusione.
“Per chiamare Sherlock Holmes.”
 

 ≈

 
Si rigirò nel letto, infastidito.
Chi diavolo si metteva a bussare alla porta alle… Alle…
Allungò un braccio verso il comodino, recuperando la sveglia.
“Cristo Santo, sono solo le 6:30 del mattino!”
“John, ti sei svegliato finalmente.”
“Finalmente?” Chiese, spalancando la porta e ritrovandosi davanti al suo coinquilino.
“Ti rendi conto di quanto presto sia?!”
“Abbiamo un caso.” Fu la risposta che ricevette in cambio.
“Quando mai non ne abbiamo uno.” Mugugnò, tornando a buttarsi sul letto.
“Sembra piuttosto interessante. Vuoi venire?”
“Dammi cinque minuti...”
“Ti aspetto di sotto.”
*Perfetto inizio giornata, John* Pensò con sarcasmo mentre si preparava velocemente.
Cinque minuti dopo raggiunse Sherlock in salotto, già pronto con cappotto e sciarpa, che gli porgeva la sua giacca.
“Non c’è tempo per la colazione. Ti spiegherò i dettagli del caso in taxi.”
Con uno sbuffo irritato lo seguì giù per le scale.
“Un uomo è stato trovato sul pavimento del suo salotto questa mattina.” Disse, subito dopo aver dato l’indirizzo al tassista.
“Trentaseienne. Celibe. Disoccupato. Apparentemente senza amici o nemici.”
“E la stranezza del caso sarebbe…?”
Le labbra del detective si piegarono in un leggero sorriso.
“Le uniche ferite che ha addosso sono delle abrasioni sul collo, ma intorno al corpo non c’è nessun segno di lotta o qualcosa con cui possano esser state fatte. Inoltre non è stato visto per le scorse due settimane, prima che venisse ritrovato.”
Appena il taxi si fermò Sherlock scese velocemente, lasciando dietro di sé John a pagare la corsa con cipiglio contrariato.
“Salve John.”
“Greg.”
Si guardò per un attimo intorno.
“Dove...?”
“Dentro. Prima porta sulla sinistra.”
Accennò ad un ringraziamento con la testa, dirigendosi verso l'ingresso dell'abitazione.
“Stai attento che non prenda nulla! Arrivo tra poco!” Gli arrivò il richiamo di Lestrade quando era ormai nell'atrio.
Sospirò, costernato.
Ancora non capiva come tutti credessero che lui potesse in qualche modo ammansire il comportamento di Sherlock.
Entrando nella stanza si ritrovò davanti la schiena del detective piegato ad osservare da vicino una porzione del pavimento, ignorando completamente il corpo riverso a terra a pochi metri da lui.
“Finalmente, John. Dai un'occhiata a Coltry.”
Non perse nemmeno tempo a rispondergli che, hey, qualcuno doveva pur pagare il tassista.
E di certo non avrebbe potuto sapere dove raggiungerlo se non avesse perso qualche secondo ad interagire con Greg.
Ingoiò semplicemente la sua risposta, ancora troppo intorpidito dal sonno per ingaggiare un battibecco con Sherlock, e si accovacciò vicino al corpo.
Recuperò dei guanti dalla valigetta della polizia poco distante e si concentrò sul suo compito.
Ispezionò minuziosamente il collo, catalogando le ferite sopra impresse e cercando di farle coincidere con un qualsiasi oggetto a lui noto, mentre controllava lo stato generale del corpo per rilevarne la data del decesso.
“Allora?” Arrivò la voce del detective alle sue spalle, carica di aspettativa.
“Sembra che sia stato appeso con un cavo frastagliato o qualcosa del genere. Deve essere morto per asfissia non più di 36 ore fa.”
Il detective mugolò in risposta, aggirandolo e accovacciandosi accanto a lui.
“Abbastanza accurato, anche se hai perso qualche passaggio.”
Il *come al solito* non fu detto ad alta voce, ma risuonò chiaro nella testa di John.
“Sentiamo, allora.” Arrivò una voce alle loro spalle.
Greg si addentrò nella stanza, fermandosi a pochi passi dai due.
“Non ha mangiato e bevuto per giorni, probabilmente da quando è scomparso.” Iniziò il detective alzandosi in piedi e iniziando a camminare intorno al corpo.
“È morto per asfissia, come ha detto John, ma c'è di più.” 
Ritornò vicino al corpo, alzando la gamba destra del pantalone con una penna.
“Le vene delle gambe sono in rilievo, alcune sono scoppiate. Deve esser stato in piedi per un periodo prolungato, abbastanza da provocare un logoramento delle pareti venose in breve tempo.”
Lasciò la sua postazione, avvicinandosi alla parte superiore del corpo.
“I segni sul collo sono chiaramente stati provocati da una corda di materiale abrasivo, punterei su qualcosa di metallico a giudicare dalla mancanza di frammenti fibrosi sulle abrasioni.”
“Fantastico.” Esalò John, rimasto incantato ad osservare il detective.
“Scusa.” Aggiunse subito, accorgendosi di aver parlato ad alta voce.
Il detective si alzò nuovamente, lanciando un'occhiata finale al corpo e sopprimendo un leggero sorriso al bordo delle labbra.
Con un movimento fluido si abbassò, recuperando qualcosa da sotto il fianco della vittima.
Le iridi chiare si illuminarono.
“Direi che è tutto, Lestrade. Ti terrò aggiornato sui miei progressi.”
“Aspetta!” Gridò Greg alla figura del detective che si allontanava dalla stanza.
“John.” Esalò esasperato, girandosi verso il dottore.
“Qualsiasi cosa abbia preso Sherlock, digli di restituirla.”
“E come dovrei fare?” Fu la risposta leggermente stizzita.
“Non lo so, sei tu che ci convivi!”
Il dottore sentì il calore invadergli le guance.
Se dall'imbarazzo o dall'irritazione non avrebbe saputo dire.
“Non convivo con Sherlock. Ci coabito.” Puntualizzò, lanciando un'occhiata risentita nella direzione in cui era scomparso il detective.
“Quello che vuoi. Vedi di fargli restituire quello che ha preso o preparatevi ad un'altra ispezione antidroga.”
Sospirò rassegnato, accennando ad un consenso con la testa.
Uscito dalla casa si stupì di trovare Sherlock fermo vicino ad un taxi.
“Pensavo fossi andato via.” Disse appena gli fu accanto.
“Ho bisogno del tuo aiuto.” Fu la risposta che ricevette in cambio.
Rimase fermo sul marciapiede ad osservare il detective che entrava nel taxi, ripetendosi le inusuali parole più e più volte nella testa.
“Muoviti, John.”
Al richiamo spazientito si riscosse, raggiungendolo sul retro del mezzo.
“Sicuro di stare bene?” Chiese, adocchiandolo con curiosità.
Non aveva mai ricevuto una richiesta d'aiuto dal detective.
Non così esplicita, quantomeno.
Tutte le informazioni e le opinioni che aveva condiviso con lui erano sempre state inserite nel contesto generale del loro lavorare insieme, come qualcosa di sottinteso.
Quella richiesta diretta era qualcosa di nuovo.
“Non registro nessun mutamento nelle mie funzioni vitali, grazie.”
Lasciò scivolarsi addosso quella risposta ironica.
“Su cosa ti servirebbe il mio aiuto?”
Non riuscì ad epurare la domanda da una punta di curiosità.
Non ricevette risposta, ma davanti ai suoi occhi comparve un foglietto stropicciato.
Sospirò, allungando una mano.
“Dovresti portarlo a Scotland Yard prima che Greg faccia irruzione in casa nostra. Di nuovo.”
“Lo restituirai quando avremo finito.” Controbatté.
“Lo conosci?” Chiese prima che il dottore potesse ribattere al suo comportamento.
Si rassegnò a studiare il foglietto che teneva in mano, rimandando per l'ennesima volta le sue lamentele.
Era un semplice foglio con sopra stampata un'immagine in bianco e nero raffigurante un angelo dall'espressione pensosa, circondato da vari altri elementi e una scritta verso il margine sinistro che riportava la parola *Melencolia I*.
“Sembrerebbe un disegno in vecchio stile europeo.”
Lo osservò meglio, scavando nei suoi ricordi delle superiori, quando fu costretto a seguire un corso di storia dell'arte per acquisire crediti aggiuntivi.
“Credo che potrebbe essere la stampa di un'incisione, nel vecchio continente erano molto frequenti, soprattutto tra quattrocento e seicento.”
Alzò finalmente gli occhi dall'immagine, girandosi verso Sherlock.
Lo stava osservando con espressione concentrata e lontanamente compiaciuta.
“Venivano usate anche per immagini sacre?” Chiese, riprendendo il foglietto.
“Soprattutto per quello. Erano molto popolari durante l'Inquisizione.”
Guardò brevemente in direzione dell'autista, notando l'espressione incuriosita e disorientata che gli stava lanciando dallo specchietto retrovisore.
“Comunque faresti bene a chiedere ad un esperto. Non saprei che altro dirti riguardo quest'immagine.” Concluse, girandosi ad osservare le strade che sfrecciavano attraverso il finestrino.
Quando il taxi si fermò davanti alla National Gallery lanciò un'occhiata sorpresa a Sherlock.
Se aveva già programmato di acquisire informazioni sull'immagine da un esperto per quale motivo gli aveva chiesto di esaminare il foglio?
Si ritrovò a pagare nuovamente il tassista, mentre Sherlock lo distanziava a grandi passi.
Fu costretto a correre per raggiungerlo, salendo in silenzio la scalinata del maestoso edificio.
“Beh, a chi intendi chiedere quello che ci serve? Non so quanto sia fattibile trovare una guida disposta a darci una mano.”
“Abbiamo il nostro asso nella manica.” Fu la laconica risposta che ricevette in cambio.
Si fermarono davanti ad una porta imponente, la targhetta in ottone placcato citava *direttore*.
“Stai scherzando, vero?” Chiese, già pronto a sentirsi urlare dietro dal direttore o da qualche guardia per l'intrusione che stavano per compiere.
“Fidati.”
Cercò di rilassarsi a quella parola, ottenendo miseri risultati.
A differenza di quanto si aspettava, però, Sherlock non entrò nella stanza con prepotenza, ma bussò garbatamente.
All'invito che ricevettero, Sherlock aprì la porta, richiudendola dietro John.
Si guardò intorno puntando uno sguardo sconcertato sulla figura che troneggiava sulla sedia dietro l'ampia scrivania in mogano.
L'uomo sorrideva placido e il gesto che compì con la mano era quello di qualcuno che invitava degli ospiti a prendere posto su una delle poltrone di fronte a lui.
“Signor Holmes, la stavo aspettando.”
“Direttore Finaldi.”
“Suo fratello mi ha detto che vorrebbe un consiglio su un'immagine.”
Il detective estrasse il foglio dalla tasca interna del cappotto, allungandola sulla scrivania.
“Secondo John dovrebbe essere un'incisione europea del XV-XVII secolo.”
Gli occhi del direttore saettarono velocemente sul suo volto, compiaciuti.
“C'è ancora qualcuno che comprende qualcosa di arte là fuori, allora.”
“Ehm... La ringrazio.” Fu la risposta incerta che farfugliò, confuso dal suo stesso imbarazzo.
“È un'incisione del 1514 di Albrecht Durer. Ha molti collegamenti alchemici e filosofici, ma quello più famoso è il collegamento alla mitologia cristiana. Quest'incisione rappresenterebbe uno dei peccati capitali, l'accidia.”
Le labbra del detective si incurvarono in un sorriso trionfante.
“John.” Esalò con eccitazione mal trattenuta.
“Abbiamo per le mani un serial killer.”

 


Salve ^_^
Da un po' di tempo avevo in mente questa storia e, finalmente, mi sono decisa a pubblicare.
Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito.
Non so cos'altro dovrei dire xD
Ringrazio tutti coloro che arriveranno fino a qui e spero che vorrete seguire questo mio "progetto"
Alla prossima.
xoxo

   
 
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