-The Headsman-
Sangue.
Sangue ovunque.
Imbrattava le pareti, sporcava di rosso l’intonaco bianco, come pennellate di colore su una tela da disegno.
Era come se quegli schizzi, quei segni, fossero i disegni di un artista, le immagini rappresentate parti folli della sua mente pazza.
E ciò, riguardo alla follia, non si stanziava molto dalla realtà.
Il carnefice osservava la magnifica composizione che aveva creato, il perfetto equilibrio tra morte ed arte a cui aveva dato vita, come una madre che si accinge a dare alla luce il figlio.
Aveva massacrato quegli esseri viventi estirpando a colpi d’ascia l’essenza dell’esistenza dai loro corpi.
Per un momento era stato Dio.
Per qualche istante aveva comandato sulla vita e sulla morte, recitando il ruolo di Colui che Tutto Può.
Ma ora, ora che pezzi di carne di maiale erano sparsi di qua e di là, lembi di pelle ricoperti di sangue, organi, legamenti, ossa, ora che i grugniti di animali che tentano di scampare alla propria fine erano giunti a termine, si sentiva… ansioso.
Aveva portato a termine il lavoro che aveva iniziato.
Si era allenato a lungo, assaporando il momento che aveva pianificato ormai da mesi.
Ed ora, la prova finale, l’esame che avrebbe decretato se fosse stato pronto o meno, era stato compiuto.
E lui l’aveva superato a pienissimi voti.
Bene.
Ora era pronto.
Sorrise per l’ennesima volta, in quella notte di maggio, mostrando la bella dentatura bianca e perfetta. Il grembiule che indossava, in precedenza bianco, ora era coperto di schizzi di sangue, così come il suo affascinante volto.
Si sentiva appagato.
Aveva completato la prima parte della propria missione.
Ora, non restava altro che uscire da quel rifugio e iniziare a compiere la parte finale, che sarebbe andata avanti a tempo indeterminato.
Sorridendo ancora, mentre stringeva le enormi mani callose attorno al manico di legno dell’ascia, Ulrich si voltò. Si sarebbe cambiato, e dopodiché sarebbe uscito.
Allora, sarebbe cominciata la caccia.
La caccia alle sue nuove vittime, ignare della propria prossima morte.
E che questa volta, sarebbero state umane.