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Autore: Edsvoice_    11/06/2015    3 recensioni
Si alzò e si avvicinò alla porta, appiattendosi contro il legno bianco. Sentì un rumore molesto -per così dire- e un gemito, che lo spinse a «tutto bene Lou?» chiedere.
Louis rispose con un grugnito. Il moro sbuffò «vuoi dirmi che cos’hai?» chiese con più insistenza.
«Diciamo che al mio intestino non è andata a genio l’aragosta» esalò, prima di gemere di nuovo.
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stomachi deboli, confessioni e post-it con proposte improbabili.

Erano tornati stanchissimi dalla cena di quella sera. Erano stati in un locale famoso per la sua aragosta alla griglia. Il ristorante era in riva al mare, costruito in canne di bambù, si adattava perfettamente all’ambiente circostante. Il tetto in paglia dava qualcosa di hawaiano al tutto, nonostante si trovasse nel pieno centro di Los Angeles.
Louis si spogliò mentre entrava nella camera dell’albergo, lanciando i vestiti dove capitava. Zayn lo guardava divertito, e se non stesse morendo di sonno, ne sarebbe stato molto compiaciuto, ma anche lui cominciò a spogliarsi cercando il pigiama tra i vestiti di Louis sparsi per tutta la camera.
Si cambiarono entrambi e crollarono a dormire nel giro di cinque minuti, abbracciati l’uno all’altro.

Zayn si svegliò di soprassalto, sentendo che qualcosa non andava. Ci mise qualche secondo di troppo per capire che era solo nel letto. Osservò la stanza e si tranquillizzò nel vedere la luce del bagno accesa dalle fessure della porta. Decise di rimanere sveglio ad aspettare Louis e magari rimediarci qualcosa. Ghignò a quel pensiero.
Passarono dieci minuti e il moro cominciò ad insospettirsi, era troppo anche per una sega, figuriamoci per una pipì.
Si alzò e si avvicinò alla porta, appiattendosi contro il legno bianco. Sentì un rumore molesto -per così dire- e un gemito, che lo spinse a «tutto bene Lou?» chiedere.
Louis rispose con un grugnito. Il moro sbuffò «vuoi dirmi che cos’hai?» chiese con più insistenza.
«Diciamo che al mio intestino non è andata a genio l’aragosta» esalò, prima di gemere di nuovo.
Anche se fosse stato inopportuno Zayn sorrise e «fa molto male?» domandò premuroso.
«Tu che dici!?» rispose un Louis stizzito alzando di un’ottava il tono della voce.
Zayn allora pensò ad un modo per distrarre Louis, e scavò nella sua memoria, alla ricerca di qualcosa di divertente.
«Louis» bussò alla porta «ti ricordi della festa di Halloween scorso?». Si sentì un mugolio di assenso dall’altra parte della porta.
«Di come Grace venne a casa con quel vestito fatto di nastro adesivo scadente che cominciò a disfarsi a metà serata? Ancora mi ricordo la sua faccia quando venne da noi coperta dalla tovaglia rimediata, o meglio rubata ai vicini» ridacchiò imbarazzato e a corto di idee, consapevole che quel tentativo era andato a vuoto.
«Zayn, ti prego, va’ a letto, non ti preoccupare, non è certo la prima volta che sto così» lo rassicurò Louis con voce debole e assonnata.
Il moro non demorse e si sedette poggiando le spalle larghe contro la porta.
«Oppure ti ricordi di come a sedici anni i miei ci beccarono a letto insieme?» disse, con una punta di nostalgia.
«È stato un coming out con i fiocchi, direi» concordò il biondo, tirando su di morale Zayn.
«Sempre meglio del coming out ufficiale, comunque. È stato un periodo difficile.» Ora Zayn non parlava più a Louis -che comunque non rispose, impegnato a tener a bada i crampi. Il moro si perse nei ricordi, riportò alla memoria quel giorno. Decisero di andare a scuola insieme mano nella mano, coronando il tutto con un schioccante bacio in pieno corridoio prima che iniziassero le lezioni. La parte difficile furono i giorni dopo, gli sguardi diffidenti e i piccoli atti di bullismo di poco conto ma che facevano sempre un po’ male.
Questo, però, Zayn non lo disse a Louis. Fece una smorfia, come era solito fare quando cercava di non pensare a qualcosa di doloroso.
«Louis, uno dei periodi più belli credo sia stato il primo anno di college» ammise Zayn «eravamo liberi, non conoscevamo nessuno, nuova città, nuovi amici, nuovo ambiente. Avevamo una casa tutta nostra, certo la dovevamo dividere con quelle due matte, ma è stato il primo assaggio di libertà, per me.»
«Non chiamare Jo e Diane matte, Zayn» lo rimproverò Louis con voce impastata dal sonno. Il biondo non riusciva a capire il perché dell’ostilità tra Zayn e le due coinquiline.
Zayn sbuffò sonoramente prima di continuare «Ma questo non è il ricordo più bello che ho.» Queste confessioni costavano molta fatica al ragazzo, chiuso e freddo di solito, si apriva raramente anche con Louis. Tuttavia avrebbe fatto qualunque cosa per non far soffrire Louis e non fargli pensare al dolore.
«Il ricordo più bello che conservo» ripeté «risale solo a pochi mesi fa, quando mi chiedesti di sposarmi.» disse tutto d’un fiato. Non aveva mai confessato a parole l’amore che provava per Louis. Zayn era un tipo tutti fatti e niente parole, parlava poco, ma in compenso dimostrava il suo amore attraverso piccoli gesti quotidiani, come il rifare il letto al posto di Louis la mattina, o assecondare il ragazzo in ogni sua pazzia o voglia. Anche quel viaggio assurdo era stato un’idea di Louis, andare fino a Los Angeles per il viaggio di nozze non era mai rientrato nei suoi piani. Zayn preferiva la montagna, il clima freddo e umido di Londra, amava come i capelli di Louis gli si appiccicassero alla fronte dopo che pioveva, amava la sua schiettezza, il suo stomaco debole e l’imperterrita testardaggine con cui si abbuffava ogni volta che andavano a cena fuori.
«Quando ci ripenso mi viene sempre da sorridere» disse «chi mai lascia un post-it sul frigo con un proposta di matrimonio perché stava facendo tardi a lavoro?»
Zayn si accasciò sulla porta, lasciandosi scivolare un po’ più giù. Erano quasi le quattro di notte e stava morendo dal sonno.
Aspettandosi una risposta dal biondo che non arrivava si riscosse e bussò alla porta un paio di volte. Vedendo che non sortivano alcun effetto bussò più forte e sentì del movimento. Poco dopo la porta si aprì e ne emerse un Louis un po’ scombussolato e dal colore leggermente verdognolo.
«Che dicevi scusa? Mi sono addormentato sulla tazza del cesso» sussurrò.
Il moro sorrise stanco e lo prese per mano «dai, vieni a letto.» Lo trascinò sul letto e lo avvolse con il lenzuolo fresco prima di abbracciarlo e incastrare le gambe con le sue. Louis chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
«Ti amo» sussurrò il moro, credendo che il biondo già stesse dormendo.
«Anch’io, Zayn, anch’io» sussurrò con un filo di voce l’altro. Zayn sorrise poggiando la guancia sulla testa di quello che da meno di tre giorni era suo marito.

Author’s corner:
Sinceramente non so come mi sia uscita questa idea. Quello che posso dirvi è che da una parte vorrei che fosse scritta un po’ meglio, dall’altra ne sono soddisfatta.
Sarei veramente felice se recensiste (visto che non sto avendo molto successo con la nuova mini-long), sono assolutamente aperta a critiche costruttive, anzi, sarei davvero molto contenta se ne ricevessi qualcuna.
Alla prossima, Edsvoice.

  
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