Sotto la maschera dell’indifferenza
E così il sole dà
spazio alla luna, l’estate all’inverno, l’amore alla rassegnazione, il dolore
all’indifferenza. Io sono La Duchessa.
Si può essere morti e
vivere, ma non vivere ed essere morti.
-“ Ecco a voi il tè, vostra Grazia…”
O si è liberi o si è schiavi
della propria vita: non si può essere moderatamente liberi, moderatamente
amati, o moderatamente morti. E’ necessario scegliere: o l’uno o l’altro.
Eppure mi aggiro per palazzo
Devonshire con l’impressione che le mie silenziose urla graffino la mia anima,
corrodendola, ma non risuonino neanche minimamente nel timpano degli altri, o
scalfiscano i loro cuori.
Tutti mi acclamano, mi
adorano, mi rispettano: è devozione assoluta. SONO QUI! SONO QUI! NON MI VEDETE? Oh si certo, La Duchessa è sempre stata sotto gli occhi di tutti, ma non Georgiana…
-“ Le ricordo, molto
umilmente, che come è buona consuetudine e vostro diletto, tra pochi minuti la
riceverà vostro marito”
…non Georgiana, solo la moglie del Duca. Sono prigioniera
delle mie sfarzose e sontuose vesti. E se invece volessi essere una madre
qualunque, abbracciare i miei figli senza spogliare su di loro il peso di una
successione dinastica, aprire il mio cuore a colui che l’ha fatto risorgere, ed
essere finalmente, dopo venti anni, libera dalle catene che soffocano la mia
coscienza. Ma io sono La Duchessa e non mi è concesso.
Sono la regina di una
scacchiera che non posso controllare. Per quanti possano essere i pedoni al mio
servizio, io continuerò ad affogare nell’ingranaggio di questo gioco così
crudelmente beffardo: vivere.
Sono lacerata dal dolore che
non ferisce altri, invisibile agli occhi altrui.
-“ Desiderate altro vostra
eccellenza?
-“ si…Si!
Come non dovrei…! Ma sono certa che non sareste mai
in grado di conferirmela!
E così il sole dà
spazio alla luna, l’estate all’inverno, l’amore alla rassegnazione, il dolore
all’indifferenza. Io sono La Duchessa.