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Autore: inlovewithmuse2    12/06/2015    0 recensioni
Dal primo istante in cui lui la vide, capì.
La sua vita era ormai un baratro oscuro senza fine.
Non poteva più andare avanti senza di lei e per averla con se avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Il destino li unirà ma il tempo è loro nemico.
La morte può salvarli e solo allora l'amore li prenderà,
E sarà per sempre... sarà eterno.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Eternal love

Londra, Inghilterra 1865.

Una notte fredda per uscire, eppure lui era li. Con le mani congelate e il collo coperto da una leggera sciarpa il ragazzo uscí dalla sua imponente abitazione per addentrarsi nelle vie umide della città. Non aveva un motivo preciso per uscire ma lo fece. Ogni passo che faceva le strade lo richiamavano a sé e camminò, camminò cercando qualcosa, quella cosa che lo aveva spinto ad uscire in piena notte. Il Big Ben si estendeva sopra di lui ed in quel momento davanti alla torre si fermò. Non sapeva perché si era fermato proprio in quel punto, cominciò a guardarsi intorno e non fece in tempo a fare un passo che lo sentì. Non sapeva perché o in che modo ma in quel preciso istante il ragazzo sentì che la sua vita stava per finire. E così fu.
Oppure no.

Green Bay, Wisconsin 2013

Est Green Bay High School. 2.000 studenti e nessuno che avesse un fazzoletto. Assurdo. Dovevo passare altre due ore con i pantaloni bagnati e le due stronzette del corso di educazione fisica che mi prendevano per il culo. Fantastico. Arrancai verso il mio armadietto e magicamente un fazzoletto mi si presentò davanti gli occhi, sorrisi e mi girai. «Ma tu compari sempre nel momento del bisogno?» il ragazzo di fronte a me sorrise. Presi il tanto cercato fazzoletto e iniziai a tamponare la chiazza bagnata dei miei pantaloni. «Come tuo amico mi sembra d'obbligo non credi?»
«A volte sei inquietante!» tutti e due scoppiammo a ridere. Con Liam era così non so bene come però lo era. Il nostro era un rapporto strano, non so se si può definire amicizia. Gli amici escono insieme, ridono, scherzano, noi non lo facevamo eppure ci intendevamo alla perfezione. Conobbi Liam un anno prima, ero andata in biblioteca per fare una ricerca e sapevo esattamente il libro che mi serviva ed era l'unico che poteva aiutarmi. Girai un'ora intera tra gli scaffali e alla fine andai a chiedere alla responsabile di quel settore. Mi disse che un ragazzo poco prima le aveva chiesto proprio lo stesso libro. Ero spacciata. Il giorno seguente andai a scuola senza ricerca e con una paura matta di prendere una bellissima insufficienza. Poi lo vidi, un ragazzo poggiato su una panchina con il MIO libro. Senza pensarci andai da lui, stavo per fare la piu brutta figura del secolo, ma non mi importava era una questione di principio. «Questo libro mi serviva! Era questione di vita o di morte e tu, si proprio tu, me l'hai rubato! E ora non ho nè il libro nè la ricerca e se prenderò un insufficienza sarà solo colpa tua!» Ero orgogliosa di quel discorso anche se agli occhi di quel ragazzo in quel momento sono sicura sembrai la regina delle sceme. Poi una risata mi riportò a lui. «Mi dispiace tanto se lo avessi saputo non lo avrei preso. Tieni, per sicurezza ho fatto una copia della mia ricerca ma puoi usarla tu...». Da allora non so perché ogni volta che avevo un problema Liam riusciva a risolverlo e io lo adoravo ma non eravamo mai usciti insieme, noi non scherzavamo o giocavamo insieme. Ci incontravamo solo a scuola e a casa mia quando ogni tanto studiavamo e anche in quella situazione si trattava solo di sguardi e intese. Niente parole.

Finita la giornata scolastica presi il solito bus e tornai a casa. Come al solito a casa non c'era nessuno. Mia madre aveva il turno fino alla sera in ospedale, lei era un ostetrica e mio padre era un semplice impiegato in banca ma anche lui lavorava fino a sera. Li avrei visti a cena. Quel pomeriggio decisi di tornare in biblioteca e studiare per il compito di storia dell'arte del giorno dopo.
Con le cuffiette alle orecchie iniziai a girare per gli scaffali e a cercare qualche librone che mi sarebbe potuto servire. Poi qualcosa, anzi qualcuno attirò la mia attenzione. Un ragazzo in un angolo deserto della sala stava leggendo quello che sembrava un antico tomo. Rimasi colpita da quell'espressione concentrata e quasi seria sul volto del ragazzo. I suoi occhi azzurri come il mare all'alba seguivano le righe scritte su quei fogli antichi, aveva una posizione cosi composta che sembrava scolpito nel marmo, per un attimo pensai che non stesse respirando. Come se avesse letto nei miei pensieri il ragazzo alzò lo sguardo attento su di me, se non avessi fatto subito qualcosa avrebbe pensato che lo stessi fissando cosi con i miei libri e cercando di fare finta di niente camminai verso la sedia che avevo di fronte. Poggiai i pesanti libri sul tavolo e mi sedetti. Sentii lo sguardo del ragazzo ancora su di me, tolsi le cuffiette e iniziai ad aprire il primo libro cercando di concentrarmi su quello che vi era scritto.
«Ti piace l'arte barocca?» alzai lo sguardo colpita da quella voce. Wow, sembrava quasi celestiale, cosi limpida e dolce, non mi sarei mai aspettata una voce del genere da un volto cosi serio. Ma quando lo guardai il ragazzo aveva un leggero sorriso e la severità del suo sguardo era svanita. «C-come scusa?»
«Stai leggendo un libro che parla dell'arte del seicento e se non sbaglio a quei tempi era molto diffusa l'arte barocca» arrossi subito e abbassai lo sguardo. Ma che mi prendeva mi aveva solo fatto una stupida domanda. «Veramente é solo una ricerca per la scuola, personalmente amo più l'arte dell'Ottocento, l'arte romantica mi affascina tantissimo».
Il ragazzo sorrise ancora di più «E perchè se posso chiederlo»
«B-bè, per il forte nazionalismo e per il senso di libertà e poi i dipinti romantici penso siano i più belli in assoluto» continuando a sorridere il ragazzo annuì e poi si alzò. Passò a pochi centimetri di distanza da me e quasi impercettibilmente sentii "lo penso anche io" ma forse me l'ero solo immaginato.

  
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