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Autore: notpoignant    12/06/2015    4 recensioni
La negligenza può essere terribile.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Pitch
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Jack non ricorda di essere mai stato malato prima, ma ha visto abbastanza bambini prendere influenze, raffreddori e virus, e ora nel suo stesso corpo c'é una traccia di ciò.

La stanchezza avanza così lentamente che se ne accorge a malapena. Salta in piedi un po' meno spesso. Non ruota e non si tuffa nell'aria velocemente o frequentemente come faceva prima. Ma continua a divertirsi come ha sempre fatto, quindi non ha senso farsi domande. Le cose cambiano e si trasformano continuamente. E' uno spirito della natura, quindi é abituato a flussi e riflussi.

Ma dopo alcuni mesi, non passa. Si stabilizza per un po', e poi, invece di un flusso di energia che torna da lui, sente un riflusso ancora una volta. Nota che le sue dita non impugnano il bastone con la stessa forza. Sente un vago dolore nella parte inferiore del corpo, e di notte, quando dorme sui rami degli alberi, pensa di percepirlo ai fianchi, ma non può esserne sicuro. Non ha mai avuto problemi a dormire sulle superfici dure prima, e non sa davvero se é un problema adesso. E' solo... disagio.

I bambini continuano a non vederlo. Quella parte non cambia mai. Lui volteggia tra loro e portando con sé gioia, e li segue in gite occasionali all'ospedale per ossa rotte o slogature, ma se ne va sempre via lontano verso la città successiva non appena sa che stanno bene. Rifornisce i loro mucchi di palle di neve e mantiene i loro pupazzi scintillanti nella luce del freddo sole dell'alba.

E' tutto come dovrebbe essere.

Non sta invecchiando. Lo sa. A volte guarda il suo riflesso in lastre di vetro dai bordi ghiacciati, e nota che il suo aspetto é lo stesso di sempre.

Forse i suoi occhi sono più stanchi, più tristi, ma potrebbe semplicemente essere la sua immaginazione. E anche se non lo fosse, non c'é nessuno con cui lamentarsi.

Nessuno che lo ascolti, comunque.

*

'Quindi, eccoci di nuovo, eh?' dice Jack, la voce un po' più graffiante di com'era prima. Poggia con la schiena contro il tronco di un grandissimo sorbo degli uccellatori, e le sue gambe oscillano da entrambi i lati di un ramo. Deve consapevolmente ricordare a sé stesso di dondolarle, il che é insolito. Se smette di pensarci, le sue gambe si fermano e sembrano essere fatte di piombo.

Così le dondola. Immaginando un pendolo in un orologio.

Guarda su verso la Luna attraverso le foglie che brillano nere con la sua luce.

'Stavo giocando con dei bambini oggi, ed é successa una cosa stranissima', dice Jack, girandosi il bastone tra le dita. Si distrae, lo stringe con una mano e protende l'altra, chiudendola a pugno per poi rilassarla di nuovo. Le nocche gli fanno male? E'... strano. 'Uh, comunque, é successa una cosa stranissima? Questo ragazzino, oh era carinissimo, te lo assicuro, mi é corso attraverso mentre non stavo guardando, ed ha fatto male. Voglio dire, non mai bello, ma... cioé era come se avesse appena avvolto i suoi due piccoli pugni intorno alla mia spina dorsale e avesse stretto. E' stata... una sensazione che non avevo mai provato prima. Per nulla divertente. Per niente figo, amico. Quindi... so che chiacchieriamo sempre tantissimo, noi due, e tutto il resto, ma forse potresti solo dare una mano ad un ragazzo? Uno spirito? Qualunque cosa io sia? Darmi una specie di segno, sì? Gli spiriti possono ammalarsi?'

Non può raccontare alla Luna di come sia caduto in ginocchio ed abbia urlato, come il suo bastone gli sia caduto dalle mani e sia rotolato a terra producendo un suono lieve quando la neve l'ha attutito. Non riesce a dire come sia crollato carponi ed abbia boccheggiato, mentre percepiva la schiena scossa da un ritmo regolare di spasmi e annaspava nel tentativo di immagazzinare aria. L'intera esperienza era stata orrenda, e non é che fosse comunque divertente farsi attraversare di corsa. Essere invisibile faceva schifo, questo era certo.

Apre la bocca per dire qualcos'altro, per cambiare argomento, ma non riesce a pensare a niente di cui non abbia già parlato precedentemente.

Fissa in alto verso la Luna e si chiede se sia il caso di andare da loro, i Guardiani.

Ma a loro lui non piace.

Non lo capiscono.

Quindi lui non va da loro.

*

Sono passati solo due mesi e Jack sa di essere malato. Lo sa perché a volte tossisce quando fa troppo freddo, il che non ha alcun senso, e in più taglia un'intera fascia di città dai suoi giri annuali durante i mesi invernali. Tutti quei bambini, e non può neanche più fargli visita.

In questi giorni non dorme sugli alberi, o sui tetti, o sui ghiacciai, o in nessun posto rigido. Costruisce un bel mucchietto di neve delicata e fresca e ci si infila dentro, e dopo un po' sembra che abbia sempre fatto così, e dimentica che un tempo era diverso.

E' la sua nuova normalità.

Certe volte gli animali cercano di unirsi a lui nelle grotte di neve fresca, e i loro corpi attraversano il suo, e lui si sveglia urlando di dolore. Si libera con le unghie, a volte tossendo, altre ridendo, e altre ancora togliendosi il ghiaccio dagli occhi. Gli animali non sono mai stati un tale problema, ma lo sono ora. Gli insetti sono okay, anche piccoli uccelli, ma un grosso tasso gli fa male quanto un bambino.

Un mercoledì sera, un ghiottone lo fa svegliare urlando, le articolazioni gonfie di Jack che pulsano con il dolore, e lui si inoltra nelle ombre di una vasta foresta di pini, osservando le stelle; si sente tradito. Non c'é nessuna Luna cui lanciare occhiatacce. Si copre la bocca con le mani e ripercorre il mantra che sta usando da alcuni giorni a questa parte.

E' tutto a posto. E' tutto okay! Domani andrai a giocare con i bambini. Tutto questo é temporaneo. Un'influenza da spirito. E' tutto a posto. E' tutto okay. Pensa ai bambini. Alla neve. Al sole che attraversa polvere di diamante. E' tutto a posto. E' tutto okay.

Jack si accorge di una presenza nelle ombre insieme a lui all'inizio lentamente, poi tutto all'improvviso. Un sinistro presentimento che lo costringe a balzare in aria e a stringere il proprio bastone davanti a sé.

Non ha alcun senso.

Nessuno riesce a vederlo eccetto i Guardiani, e non potrebbe essere uno di loro.

Lo spirito - dev'essere uno spirito - alto e minaccioso e fatto di oscurità. E' tutto angoli, una veste nera e pelle grigia. I suoi occhi hanno il colore dorato della pirite; un colore freddo, pallido. Lo spirito non lo sta neanche guardando. Non lo vede. Sta fissando imbronciato un punto nell'oscurità della notte. Il suo naso adunco rende il suo cipiglio persino più minaccioso in qualche modo.

Jack lo fissa, si chiede se sta avendo un'allucinazione. Ma no, percepisce l'altro spirito, giusto? C'é qualcosa che striscia lungo la pelle, come se le ombre intorno a lui stessero premendo più vicino.

Questo tipo forse non é una brava persona.

Decisamente non é un Guardiano.

'E' scortese fissare le persone,' dice lo spirito lentamente.

Jack sussulta, il suono si trasforma in un colpo di tosse soffocato, e poi si trova piegato sul suo bastone e a strofinarsi il petto perché questo é imbarazzante. Lo spirito stava davvero parlando con lui? Dev'essere così. Deve essere cos^. Senza dubbio uno spirito allora. Ma Jack non ne vede quasi mai, e quando li vede, loro non interagiscono quasi mai con lui, né vogliono farlo.

'S-scusami, hey,' dice Jack. Non: stai parlando con me? Non: chi sei?

'Nessun problema, credo' dice lo spirito, voltandosi verso di lui e sollevando un sopracciglio. Jack ci ripensa, non un sopracciglio, solo la fronte.

'Chi sei?' dice Jack. 'Io sono Jack Frost.'

'La felpa coperta di ghiaccio era un indizio piuttosto chiaro,' dice lo spirito.

'E tu sei?'

'Il tuo peggior incubo.' dice lo spirito, sogghignando. E' teatrale e più che un po' inquietante, e Jack si trova ad arretrare, nonostante il semplice desiderio in lui di... parlare con qualcuno.

'Davvero?' dice Jack, optando per l'impertinenza. 'Perché non sembri così spaventoso.'

Le ombre si fondono in figure, forme demoniache che strillano e balzano verso di lui, e Jack vola indietro cercando di sfuggirgli; il suo respiro diventa veloce e rauco, e quando le ombre lo lasciano finalmente in pace, smettono di avanzare, lo spirito é andato. Jack non sa neanche il suo nome.

Dice a sé stesso che non vuole sapere il suo nome.

Dice a sé stesso che non é negato per le conversazioni solo perché non ne ha avuta una per molto tempo.

E' tutto a posto. E' tutto okay.

*

Arriva una settimana in cui trascorre un intero giorno del weekend in una grotta di neve completamente sigillata, raggomitolato come una palla, il bastone stretto al petto mentre dorme, dolorante, il petto che trema con i suoi respiri. Fa dei sogni senza forma che non sono esattamente degli incubi, non sono quasi nulla, ma che lo fanno svegliare e cambiare posizione ogni ora o giù di lì.

La settimana successiva, si costringe a passare l'intero weekend sveglio per i bambini, perché ha bisogno di loro in qualche modo, lo sa.

Poi trascorre il lunedì, il martedì e il mercoledì in una grotta di neve, scontando l'essersi spinto oltre i limiti della sua nuova normalità.

*

Un mese dopo, si passa una mano tra i capelli e diverse ciocche argentee cadono. Le fissa tra le sue dita, per poi stringersele al petto, e poi le riappoggia stupidamente in cima alla testa come se potesse forzarle di nuovo al loro posto e fingere che l'intera faccenda non sia mai avvenuta.

Ma lo spaventa, parecchio.

Va dal capo dei Guardiani, North, e adesso volare faticoso per lui, ma ci riesce. Si avvicina persino proprio all'entrata principale, perché non crede di avere l'energia per pensare di ingannare gli yeti.

Loro gli impediscono di entrare e rifiutano di ascoltarlo quando dice loro che é importante, é un' emergenza.

Quando Jack cerca di ricordare, gli viene in mente che forse non gli danno pi ascolto perché ha detto qualcosa di simile l'ultima volta. E poi ha fatto irruzione, ha scatenato un intero mucchio di giocattoli ed ha piazzato una tempesta di neve al centro della Fabbrica. Una piccola! Solo una piccola.

Gli yeti non sono inclini al perdono, e lo cacciano via quando cerca di accamparsi all'esterno. Jack scappa da loro, terrorizzato di come sarebbe se attraversassero il suo corpo. Ha addirittura cominciato ad evitare i gruppi numerosi di bambini - ormai la sensazione di loro che gli passano attraverso é abbastanza straziante da disorientarlo per giorni.

Non si tocca più i capelli, ed ora, invece di calmarsi passandovi la mano, ha il tic nervoso di sfregarsi il petto. Gli fa male costantemente. Non riesce più a ruotare il suo bastone per gioco. Le sue dita sono troppo goffe. L'ha già fatto cadere alcune volte, e sta cercando di allenarsi a perdere l'abitudine di giocarci, in caso lo perda mentre é in volo.

La visita alla Fabbrica di Nord é un tale sforzo che passa una settimana in una grotta di neve, sognando a tratti forme vaghe che urlano o sussurrano in sottofondo e che non gli parlano mai davvero.

*

Lo spirito di ombre va da lui, e Jack sa che l'ha cercato di proposito. Jack non é neanche propriamente in ombra stavolta. Sta solo riposando con le ginocchia sollevate, il bastone in grembo, e c'é un filo del bucato che getta sottili linee d'ombra su di lui nella luce del crepuscolo.

'Sei malato,' dice lo spirito.

'Accidenti, grazie, signore,' dice Jack, la voce pungente. 'Non l'avrei maledettamente capito, se non fossi venuto a dirmelo. Dovrei darti un penny per tutta quella saggezza?'

Lo spirito ride, ma il suono é piatto e inanimato e le ombre turbinano alla base dei suoi piedi nudi, alla ricerca di qualcosa. Jack le osserva. E' repellente.

'Hey,' dice Jack, quando lo spirito non aggiunge altro oltre alla sua risata, e ora fissa altrove come se qualcosa abbia colto la sua attenzione. 'Tu sei una specie... sei una specie, ah, una specie di spirito dei morti?'

'No,' dice lo spirito. Scruta Jack con sguardo critico, le sue labbra si sollevano in un sorrisetto. 'Ma capisco perché penseresti che lo sia. Forse io spero di esserlo.'

'Lo speri?' dice Jack, aggrottando le sopracciglia.

'Lo spero?' ripete lo spirito, deridendolo.

'Chi sei, comunque?'

'Pensavo di aver risposto a quello,' dice lo spirito.

'Oh, sì, perché tu assomigli così tanto ai miei peggiori incubi,' Jack ride. 'Tu non hai idea, amico. Credimi.'

Lo spirito lo guarda, e il suo sguardo é troppo fisso e i suoi occhi sono troppo sottili, e Jack sente qualcosa stringersi nel petto ed é certo che sia paura. Tutto il suo corpo si irrigidisce e lui si trova ad arretrare, e poi ad usare il bastone per spingersi in piedi.

'Smettila,' dice Jack.

'Nah,' dice pigramente lo spirito. 'Sai di cosa hai paura, Jack? Perché io lo so. Non é neanche difficile da scovare con te. E' tutto lì in superficie. Non mi costringi neanche a sforzarmi per trovarlo.'

'Allora dimmelo,' dice Jack.

Lo spirito é improvvisamente davanti a lui, proprio lì, sono quasi petto contro petto, e tutto ciò che Jack riesce a vedere é un naso adunco e occhi dorati che lo fissano dall'alto, e riesce a percepire lo spirito, e sa che se allunga la mano, forse le sue mani non lo attraverseranno. Forse può toccarlo. E' un dolore fisico che riecheggia attraverso il suo corpo e gli fa tremare le mani, e lui si sente esposto e tanto, tanto stanco.

'La tua disperazione é come un acido,' dice lo spirito con voce tranquilla e bassa. Jack lo percepisce come uno schiaffo.

'Disperazione per cosa?' Jack non sembra altro che uno spaccone. Ha sentito bambini utilizzare esattamente lo stesso tono prima che i bulli li picchiassero a sangue.

Lo spirito solleva le mani e Jack si ritrae. La creatura inclina la testa e sorride, e non c'é niente di piacevole in quell'espressione. Il suo sussulto l'ha soddisfatto. Ma lui abbassa lo stesso le mani verso il viso di Jack ed il ragazzo si mantiene completamente immobile perché vuole sapere che qualcuno può ancora a toccarlo, che non farà male; chiude gli occhi e le sue labbra si aprono, può sentire quanto sia caldo lo spirito e...

Poi una ventata di freddo intorno a lui, il suono di una risata lontana.

Quando apre gli occhi, lo spirito non c'é più.

Il respiro trattenuto di Jack lo lascia in un suono simile a un singhiozzo.

*

I suoi capelli non cadono tutti in una volta. Ma cominciano a cadere anche quando Jack non li tocca più per controllare la situazione. Guarda il suo riflesso e nota che i suoi capelli sono irregolari. Non ci sono zone calve, ma sono più radi di prima. Sembrano scoloriti.

Se prende un respiro troppo profondo, i suoi polmoni protestano e tossisce. Non vomita mai nulla. E' una cosa secca, lo agita e lo scuote.

Lo spirito lo trova di nuovo durante un attacco di tosse, e Jack lo vede con la coda dell'occhio e vorrebbe smettere di tossire perché é importante, ma non riesce a fermarsi. E' preoccupato che lo spirito possa annoiarsi e semplicemente andarsene, ma non lo fa.

'Puoi chiamarmi Pitch,' dice lo spirito. Pitch.

'Come il catrame,' dice Jack.

'No,' dice Pitch, sembrando offeso, e apre la bocca per continuare a discutere, quando sembra capire che Jack sta solo cercando di stuzzicarlo.

'Non mi piaci molto,' dice Jack.

'Sono il meglio che hai a disposizione,' dice Pitch, sorridendo, mostrando denti e gengive scure e grigie e nient'altro che un abisso oscuro dietro di essi. 'Io piuttosto trovo che mi piaccia essere l'ultima speranza di qualcuno.'

'Ne sei pieno,' ringhia Jack, nonostante il suo respiro sia affannoso.

'Calma, calma,' cantilena Pitch. 'Ti piace giocare con il fuoco, vero? Per qualcuno che non può averci molto a che fare. Sei convinto che il contatto fisico possa salvarti. Hai solo bisogno di qualcuno che provi che sei reale.'

Salvarmi da cosa?

Jack evita quel pensiero.

'Sì,' ride Jack. 'Certo. E' quello di cui ho bisogno.'

'Come vuoi,' dice Pitch, facendogli l'occhiolino.

Lui scompare e Jack fissa lo spazio vuoto che Pitch si é lasciato dietro. Si sente in colpa per aver fatto andare via Pitch, o... per non aver preso sul serio la sua offerta. Era un'offerta? Forse non lo era.

Jack non ha bisogno di essere salvato.

E comunque cosa potrebbe dargli Pitch?

Nonostante ciò, Jack sente mancare qualcosa.

Per calmarsi, passa le dita di una mano sul dorso dell'altra ancora e ancora.

E' tutto okay. E' tutto a posto. Sono qui. Sono solo un po' malato. Andrà tutto bene.

*

I giorni diventano settimane e Jack assapora la propria disperazione come un retrogusto acido in bocca. Adesso cerca Pitch quasi più spesso di quanto cerchi i bambini. In verità, il dolore di quando lo attraversano é talmente dissuasivo che sente il petto stringersi e il suo respiro accelerare ogni volta che vede bambini che giocano nella neve. Non é più eccitazione. Ricorda il divertimento come un vago sogno all'orizzonte.

Pitch non é dove lo cerca, il che ha senso, perché il mondo é vasto e Jack non sa come trovarlo, e non può più viaggiare molto lontano o molto velocemente. Ha spesso bisogno di fermarsi e dormire. Si sveglia con piccole ciocche argentate di capelli che gli solleticano la guancia, brillando sulla neve davanti a lui.

Jack decide che si comporterà meglio la prossima volta. Sarà educato e stringerà i denti e semplicemente chiederà. Non c'é altro da dire.

Considera vagamente di far visita agli altri Guardiani, ma Bunnymund lo odia, inoltre tendono tutti a vivere in posti molto caldi; Jack ha una brutta sensazione riguardo ai luoghi caldi. Non vuole nemmeno pensare a cosa potrebbero fare al suo corpo o alla sua salute. Non può neanche rifletterci senza sentire il suo stomaco precipitare.

Non riesce nemmeno a ricordare l'ultima volta che ha visto Sandy. Non ha senso. Ma d'altra parte lui dorme così tante notti, forse semplicemente non riesce ad incontrarlo.

Dopo due mesi, Jack é davvero esausto, e crolla vicino ad un gruppo di alberi spogli delle loro foglie e che allungano rami grigi lunghi e sottili verso il cielo. Guarda in alto verso la Luna e poi ride finché la risata non si trasforma in tosse, e gli occhi bruciano e pizzicano per le lacrime, che prima sono gocce di acqua salata e fredda e poi diventano ghiaccio sulle sue guance.

Pitch va da lui una settimana dopo e Jack non si é spostato di molto, tranne che per circondarsi con altra neve fresca e morbida.

'Hey,' dice Jack, prima che Pitch possa dire qualunque cosa. 'Okay. Hai fatto centro. Tu.. tu l'hai capito, ovviamente. Non voglio giocare con il fuoco. Potresti solo provare? Per favore? Potresti solo toccare la mia mano o qualcosa del genere? Io.. é stato.. qualcosa non é andato nel verso giusto per davvero tanto tempo. Io- io credo che tu non sia il genere di persona che passerebbe un messaggio ai Guardiani e beh, non penso che mi ascolterebbero in ogni caso. Quindi ti prego, potresti solo, per favore, toccarmi il dorso della mano o... per favore?'

Questo é patetico, lo sa, e se le sue guance potessero bruciare d'umiliazione, lo farebbero.

Pitch lo guarda in confusione e poi scuote la testa come se non capisse, perché Jack ha bisogno che non sia un diniego, che non sia un rifiuto alla sua richiesta. Non é nemmeno una richiesta. Sta supplicando.

'Solo...' Jack allunga la mano, palmo all'insù. 'Per favore?'

'No,' dice Pitch alla fine, con un sorriso crudele. 'Forse mi piace che tu sia sul filo del rasoio. E' passato tanto tempo da quando qualcun altro oltre ad un bambino mi ha supplicato per qualcosa. E non riesco a ricordare una volta in cui qualcuno mi abbia mai supplicato di toccarlo. Di solito mi pregano tutti di andare via.'

Jack lo fissa. Chi questo spirito? Questo terribile incubo? Perché i bambini lo supplicano di andare via? Cosa fa loro?

A questo punto sa che la cosa giusta da fare, da un punto di vista etico, sia scacciare questo essere immediatamente. Solo.. evitarlo, respingerlo.

Ma tiene il suo braccio proteso, e la sua mano trema, i suoi occhi sono umidi ed ha supplicato.

'Pitch,' dice Jack, la voce tremante.

'Aw,' dice Pitch, la sua voce assume quella sfumatura drammatica che adesso Jack sa di odiare. 'Aw, guardati, che ti struggi per il povero vecchio me.'

'Solo una volta,' supplica Jack. 'Ti sarò debitore.'

In quel momento Jack si odia. E' soltanto un altro dolore tra la miriade nel suo petto.

'Forse,' dice Pitch, e il cuore di Jack fa un balzo e poi precipita da un qualche precipizio quando Pitch comincia a scomparire.

'Ti prego non andare!' urla Jack. 'Ti prego! Sto morendo!'

Jack si copre la bocca con una mano, e Pitch diventa di nuovo corporeo e lo fissa.

E' una rivelazione. Una consapevolezza che ha dentro di sé da un po', ma a cui non ha mai guardato direttamente. Un'ombra dietro di lui, ma nascosta al suo sguardo fino ad ora.

Sta morendo.

Oh Dio.

Dice tutto ad alta voce, un intero flusso di coscienza che non può fermare perché é ancora congelato in un luogo di orrore per la sua stessa confessione.

'Oh Dio, ti prego, Pitch, non potresti solo aiutarmi, per favore? Per favore? Farò qualunque cosa. Se potessi solo... so che puoi. Percepisco il tuo calore. Non ho percepito il calore di un corpo per così tanto tempo. Ti prego. So che non sei una brava persona e non m'importa, e so che probabilmente questo ti fa piacere, ma ti prego, voglio solo una cosa qualunque, non dev'essere chissà cosa, non dev'essere tanto, te lo assicuro.'

Sta ancora parlando quando Pitch semplicemente alza gli occhi al cielo e inizia a dissolversi di nuovo.

'Pitch, dannazione, ti prego! Pitch! In nome di Dio, perché non puoi soltanto-'

Pitch non c'é più, e Jack non riesce a piangere, perché il primo singhiozzo causa un altro accesso di tosse e trascorre l'ora successiva a cercare di calmarsi perché é così spaventato da quell'orribile, lacerante dolore nel suo petto.

*

Non guarisce mai del tutto, da allora.

Non si muove oltre i confini della foresta e non cerca più di volare. Se ne sta raggomitolato in una grotta di neve la maggior parte del tempo, si concentra per mantenere il suo respiro regolare e costante e odia il fatto che se smette di pensarci, i suoi respiri escono poco profondi e deboli, come se anche loro si stessero affievolendo.

Stringe il bastone al suo corpo come i bambini stringono le bambole o le coperte per sentirsi sicuri.

Qualcosa che somiglia molto alla sua vita gli passa davanti agli occhi, solo che ricorda una fattoria, una cascina e una bambina dai capelli color mandorla e dalla risata allegra e infantile che sa di famiglia, e niente di tutto questo ha senso. Ricorda il risveglio nel lago. L'oscurità e la Luna. Ricorda cose stupide, come le lentiggini di un bambino particolare in Alaska, e come si erano insinuate su entrambi i lati della fronte e sembravano un'esplosione di stelle sulla sua pelle color nocciola, e il modo in cui rideva e rideva ogni volta che veniva colpito da una palla di neve, anche prima che la magia di Jack facesse effetto.

Dorme, sogna per metà, si accarezza una mano con l'altra e sa che non é abbastanza. Le sue ossa sono doloranti. Riesce a distrarsi dalla maggior parte del dolore, é respirare che lo preoccupa. E' difficile. Non é mai stato qualcosa a cui ha dovuto pensare prima.

*

Pitch ritorna un pomeriggio, mentre Jack sta guardando gli ultimi raggi del sole, un magnifico tramonto di nuvole striate di rosso e oro. Jack gira la testa e lo guarda, ma non riesce a fare molto di più. Non prende in mano il bastone da alcuni giorni. Ogni tanto ci passa sopra le dita rigide.

'Hey,' dice Jack.

'Non ho mai visto uno spirito morire prima,' dice svogliatamente Pitch. 'Non sapevo che potesse succedere.'

Jack annuisce, sussulta, non dice niente. Resta convinto che troverà un modo per fermare tutto questo. Ha solo bisogno di un'altra buona giornata. Se riposa abbastanza, se dorme decentemente e a sufficienza , costringerà gli yeti ad ascoltarlo. Dovranno farlo adesso. Quando che vedranno in che stato é, gli lasceranno vedere North, e lui saprà cosa fare.

'Farai qualunque cosa io voglia?' dice Pitch.

Jack spalanca gli occhi, un affanno che eccitazione per il cambiamento strepita nei suoi polmoni e la sua bocca si spalanca lasciando andare respiri deboli e veloci.

Sì, farà qualunque cosa. Può affrontare l'etica in seguito. Farà qualunque cosa.

Annuisce, si piega in avanti e tende la mano; Pitch lo guarda, esaminandolo, e Jack ricorda che una volta aveva una dignità, ma...

Beh, non ne ha mai avuta tanta.

'Qualunque cosa?' dice Pitch, sembrando anche più pericoloso di quanto sia di solito.

'Uh huh,' dice Jack, la voce roca.

'Mi sono sempre chiesto come ci si senta, ad essere il salvatore di qualcuno,' dice Pitch, camminando in avanti e sembrando compiaciuto.

Jack guarda la mano di Pitch scendere verso la sua e sente il suo cuore battere come le ali di una farfalla e la speranza sollevarsi rapidamente dentro di lui, ciottoli che saltellano sulla superficie di un lago, la speranza che rimbalza dentro di lui.

La mano di Pitch é così vicina, e lui non si ferma, non esita, e i lati delle labbra di Jack si alzano in un sorriso e-

-la mano di Pitch attraversa la sua.

Il dolore é immediato, l'orrore cade come una valanga sopra di esso. Jack lancia un debole grido di agonia, il suo petto é troppo affaticato per gestire poco più di un debole attacco di tosse; é disteso a terra nella neve e Pitch lo sovrasta, e quando Jack allunga ciecamente una mano verso il piede di Pitch, il dolore lo trafigge. Un dolore atroce e inclemente.

Quando la sua mente si schiarisce, Pitch é ancora lì e sembra... non triste, non esattamente. Forse solo confuso.

'Ho aspettato troppo a lungo,' dice Pitch. Poi la sua espressione si rilassa e fa spallucce. 'Oh beh, non che abbia mai fatto qualcosa del genere prima.  Suppongo di essere informato per la prossima volta. Se ci sarà mai una prossima volta.'

Pitch sta già scomparendo. Se ne sta andando. Sta per lasciare Jack da solo.

Jack sa che, qualunque cosa stia affrontando, non é abbastanza forte da affrontarla da solo. Ne ha avuto abbastanza, troppi anni così, diventerà matto. La sua mente sta già crollando su se stessa, ormai ha già dato via la sua dignità e la sua integrità e gli é rimasto ben poco da dare.

'Pitch, puoi... per favore, ti prego, passare un messaggio ai Guardiani da parte mia? Solo.. solo uno. Per favore?'

'Dato cosa penso dei Guardiani, credo di no,' dice Pitch, la sua voce riecheggia già tra le ombre intorno a lui, sta già scomparendo.

Un getto di terrore che gli fa sciogliere la vescica e le budella. Non c'é niente nel suo corpo da riversare, quindi non si sporca.

'No... ti prego! Non lasciarmi così! Passa un messaggio ai Guardiani! Qualunque cosa! Ti prego!'

Poi nient'altro che una debole tosse, e il vento che sussurra tra i rami spogli. La tosse non dura molto, il vento si placa. La foresta é immobile.

*

Stanno attraversando una foresta in primavera, seguendo le tracce del famigerato Pitch Black, cercando di impedirgli di infestare i sogni dei bambini e trasformarli in puri incubi. Sono stati dei mesi faticosi, e pensavano di aver fatto progressi, ma Pitch é troppo forte, e i Guardiani non hanno mai affrontato niente del genere.

Bunnymund segue dietro agli altri, chiudendo la fila, il boomerang sguainato nonostante sia probabilmente eccessivo perché c'é troppo sole per far sì che le ombre siano una gran minaccia.

I suoi occhi scorgono una forma sul terreno e lui si ferma.

'Oi, aspettate un attimo,' dice, quasi a sé stesso. Gli altri Guardiani si fermano, North torna indietro a grandi passi con il genere di spavalderia di qualcuno che sa come brandire sciabole e ridere in faccia all'oscurità.

'Che cos'é, Bunnymund?' dice North. 'Cosa stai vedendo? E' un indizio?'

'Nah, non proprio,' dice Bunnymund. Ha in mano due pezzi di legno. Una volta era chiaramente il bastone di un pastore, ora coperto di muschio. E' ricurvo in un modo specifico. E'... quasi familiare. 'Qualcuno di voi lo riconosce?'

Sandy scuote la testa, punti interrogativi dorati compaiono sui suoi capelli appuntiti. Toothiana scruta il legno con occhi socchiusi e poi solleva le dita in una sorta di alzata di spalle.

E' North che prende uno dei pezzi di legno dalle zampe di Bunnymund e borbotta pensierosamente, con voce profonda, ruotando la sezione ricurva del legno ed esaminandola da ogni angolazione. Ma dopo un minuto, anche lui scuote la testa e inarca le sopracciglia cespugliose.

'E' solo bastone di pastore,' dice North. 'E non é aiuto per noi per cercare Pitch.'

'Già,' dice Bunnymund, e lascia cadere il legno a terra quando North fa lo stesso. 'Hai ragione. Andiamo allora. Diamoci una mossa.'

Si lasciano i due pezzi del bastone alle spalle, e non ci ripensano più.

 


*Note dell'autrice*
Il titolo é tratto dal detto popolare: "La morte fa parte della vita." ("Death is a part of life").

 

*Note della traduttrice*

Io non sto per scoppiare a piangere come un'idiota, no no, assolutamente.

Salve a tutti, sono theonlyring (cammuffata da noit_poignant) e sono ufficialmente pazza. E' la mia prima traduzione e cosa vado a scegliere? Una roba così triste che persino not_poignant stessa non voleva scriverla. Damn it.

Spero che non siate ridotti come me in questo momento. Il pezzo in cui i Guardiani trovano il bastone di Jack mi spezza il cuore ogni volta, I just can't help it. *si ritira in un angolino a piangere*

Ringrazio tantissimo la mia coinquilina di EFP che non solo mi ha messo a disposizione l'account, ma anche la sua maggior esperienza nelle traduzioni. Sei sempre gentilissima!

E niente, l'estate é lunga, la noia é tanta, l'inglese é una lingua fantastica e tradurre é probabilmente una delle gioie delle vita. Quindi, beh, spero di tornare a pubblicare qui presto.

Auf Wiedersehen!

  
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