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Autore: emmamosby    12/06/2015    1 recensioni
Eric Finch è un poliziotto che lavora per un nuovo governo che usa la violenza e la paura per controllare il popolo. Un giorno conosce una ragazza attivista contro lo stato e si innamorano, ma il loro sarà un amore che dovrà affrontare molte difficoltà ed impedimenti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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  Emily si muoveva per casa nervosamente. L'appartamento aveva le pareti ognuna di un colore diverso o tappezzate da carte da parati diverse. Quando aveva comprato quell'appartamento con Jackson era stata una delle cose che le erano piaciute di più. Su ogni parete c'era il segno di qualcuno che ci aveva abitato, che era passato di lì con la sua storia. Anche Jackson ed Emily attaccarono un pezzo di carta da parati. Ne avevano scelta una completamente nera: nera come la politica che si sarebbero impegnati a ripulire.

Erano troppe notti che non dormiva serenamente, non solo perché era tormentata dai ricordi di quello che le avevano fatto, ma perché erano passati cinque giorni e Jackson non era ancora tornato. Loro due vivevano insieme da quasi sei anni, erano diventati come fratelli. Erano l'uno la famiglia dell'altro. Da quando avevano fatto la scelta di andarsene di casa per seguire le loro idee politiche i loro genitori li aveva disconosciuti.

Doveva essergli successo qualcosa per forza. C'erano momenti in cui andava nel panico ed urlava tirandosi i capelli, altri in cui pensava di essere lei che esagerava, che aveva delle manie di persecuzione. Le sue amiche le avevano tutte detto di stare tranquilla: in fondo Jackson non nascondeva la sua omosessualità e poteva aver riscontrato molti più problemi di quanti non ne avesse affrontati lei, durante l'arresto.

Emily aveva cominciato a sentire molto la sua assenza. Durante le riunioni del movimento si sentiva persa senza le battute di spirito di Jackson, le sue frecciatine, la sua capacità di passare da una battuta ad un discorso serio nella stessa frase.

Il sesto giorno passato senza Jackson decise che doveva fare qualcosa e decise di andare a Scotland Yard a chiedere spiegazioni, forse Finch avrebbe potuto aiutarla. Infilò i suoi jeans ed una t-shirt. Legò i capelli in un chignon, infilò la sua giacca di camoscio, afferrò le chiavi e corse alla centrale.

Appena arrivò andò verso la portineria

-Salve- Disse

Il poliziotto nella cabina la squadrò malissimo -Mi dica-

-Voglio sapere delle informazioni su un mio amico: Jackson White-

-Perché?-

-Dovrebbe essere stato arrestato circa otto giorni fa-

Digitò qualcosa sul computer -Qui non risulta nessun Jackson White-

-Non è possibile. Ricontrolli-

-Qui non risulta assolutamente nulla, signorina-

-Era un ragazzo biondo, alto. Aveva gli occhi verdi e una giacca di camoscio, come la mia, uguale identica alla mia- Gliela mostrò allungandone un lembo

-E' inutile. Io non c'ero-

-Allora mi chiami i poliziotti che erano presenti all'arresto- Emily cominciò ad alzare il tono

-Signorina, si calmi. Qui non risulta niente, vuol dire che non lo abbiamo preso-

-La smetta di rispondere che non risulta niente!- Urlò sbattendo la mano contro il vetro dietro al quale c'era il poliziotto -E soprattutto non mi dica di calmarmi. Voi non potete sequestrare le persone. Non potete fare tutto, abbiamo dei diritti, Jackson ha dei diritti, cazzo!-

-Se non la smette immediatamente la faccio portare via- Disse portando le mani alla pistola

Emily allora si calmò. Fece un lungo sospiro e disse -Vorrei parlare con Eric Finch-

-Con l'ispettore capo?- Chiese meravigliato

-Con lui, si!-

-Signorina, il signor Finch riceve solo su appuntamento-

-Le dica che sono qui-

-Non è proprio possibile-

-Se vuole, adesso mi spoglio completamente nuda urlando “Polizia corrotta di merda” così lei sarà costretto ad arrestarmi e così, forse, potrei vederlo durante l'interrogatorio. Che ne dice?-

Alzò la cornetta e chiamò l'ufficio di Eric dicendogli che la signorina Emily Blake voleva vederla

-Ufficio in fondo a destra- Le disse riattaccando

Emily non gli rispose neanche e se ne andò.

Bussò due volte ed entrò. Quando lo vide ebbe un piccolo sussulto, le tremò la mano. Lo aveva conosciuto durante un momento non facile e rivederlo riportò tutto a galla

-Signorina Blake, come sta? Si accomodi pure- Era terribilmente sorpreso nel rivederla e non sapeva come comportarsi

-Deve aiutarmi- Disse subito lei, appoggiandosi alla sua scrivania

-L' ascolto- Rispose leggermente spaventato

-Non trovo più Jackson-

-Il suo amico omosessuale?-

-Lui è il mio migliore amico, la mia aria. Noi viviamo insieme, facciamo tutto insieme-

-Aspetti, piano. Quand'è stata l'ultima volta che l'hai visto?-

-Il giorno della manifestazione. Ci hanno inseguiti due castigatori e poi ci hanno colpiti. A causa della scossa non ero completamente in me, ma mi è sembrato che l'altro poliziotto lo avesse preso-

-Le sembra? Le sue sono accuse pesanti-

-Un attimo prima era al mio fianco e poi, improvvisamente, è scomparso. Non lo vedo da otto giorni!-

-Mi parli sinceramente, lui quanto potere aveva all'interno del vostro movimento?-

-Non mi va di parlare di queste cose qui-

-Ha ragione. Andiamo via- Si alzò e le cinse la vita accompagnandola fuori.

Uscirono e si diressero verso un bar dall'altra parte della strada.

Davanti ad una tazza di caffè caldo ripresero il discorso

-Quanto potere aveva? Lo devo sapere se vuole il mio aiuto-

-Molto- Ammise con difficoltà -Io, lui, e altre tre persone siamo i fondatori del movimento-

-Cazzo. Ce l'hanno loro sicuramente, vado a parlare con i miei colleghi per far chiarezza-

-Negheranno! Con me hanno detto che non risulta da nessuna parte che è stato arrestato. Lo stanno tenendo chiuso chissà dove, facendogli chissà cosa per ottenere delle risposte. La prego, dobbiamo trovarlo-

Eric esitò

-Non mi può abbandonare. Non so se ce la faccio da sola-

-Mi controllano, non è facile per me. La aiuterò, ma da lontano-

Lei annuì guardando in basso ed accarezzando il bordo della sua tazza

-E' riuscita a riposare un po' in questi giorni?- Le chiese, facendosi scappare la prova che confermava un suo interesse per la ragazza che lui per primo negava

-Ho riposato un po', finché ho creduto che Jackson fosse stato trattenuto solo qualche giorno in più di me-

-Non deve farsi prendere da queste ansie. Da adesso cercheremo di scoprire che fine ha fatto e lo faremo insieme. Ha parlato con qualcuno di quello che è successo quella notte in carcere?-

-Non ne voglio parlare- Disse Emily portandosi la mano sulla fronte, quasi in senso di vergogna

-Le farebbe bene se-

-Lei non sa nulla di me. Quando ho un problema che so di non poter affrontare da sola lo dico, come ho fatto adesso. Quando un problema so che potrò risolverlo da sola, non ne parlo-

Lui la guardò. Emily distolse lo sguardo per non scoppiare in lacrime. Le stavano succedendo molto cose pesanti da sopportare. Aveva bisogno di un sostegno, soprattutto ora che non c'era più Jackson

-Non so perché mi sto fidando di lei- Gli ammise, ridendo per scacciare le lacrime

-Io sono dalla sua parte-

-Le parole non valgono niente. Solo i fatti me lo dimostreranno e le confesso che un po' sono spaventata. Non so cosa aspettarmi da lei-

Lui le sorrise e bevve un sorso di caffè. Prese fuori una biro dalla tasca e scrisse il suo numero di telefono sul tovagliolo

-Questo è il mio numero. Mi chiami tra qualche giorno e le farò sapere cosa ho scoperto-

Lasciò cinque dollari sul banco e se ne andò. Emily rimase lì, davanti al suo caffè, ad ascoltare i suoi passi che se ne andavano. 

  
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