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Autore: Fabbricante Di Sogni    12/06/2015    2 recensioni
|One shot | 564 parole | Sorpresa | Introspettivo | OOC (Non si sa mai)|
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"Il trucco è non fargli capire il casino che ti opprime la testa, non un muscolo, non un’emozione che ti possa tradire, essere sempre e totalmente una maschera..."
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"L’unica cosa che forse gli pesava un po’ sul cuore era il fatto che nonostante tutto il suo fingere nessuno si fosse ancora realmente preoccupato per lui, non davvero almeno..."
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"Sapeva che di per certo non poteva mostrarsi debole. Non aveva mai avuto il lusso di poter anche solo sperare di essere vulnerabile..."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lie Yourself

 
Il trucco è non fargli capire il casino che ti opprime la testa, non un muscolo, non un’emozione che ti possa tradire, essere sempre e totalmente una maschera.
Una maschera, uno stereotipo; lo stereotipo di se stessi.
Lui sotto quegli sguardi sorridenti amava, sognava, soffriva, moriva…
Ma portava indosso sempre il solito sguardo caldo e accogliente, la solita risata allegra, le battute; oh sì le battute erano la parte che gli riusciva meglio, tutto quel parlare, associare freddure che dire raccapriccianti era poco, gli permettevano di aggirare problemi, più parlava più effettivamente riusciva a nascondere ciò che provava.
Riusciva a illudere le persone, che restando sempre lo stesso, lui stesse sempre bene.
L’unica cosa che forse gli pesava un po’ sul cuore; era il fatto che nonostante tutto il suo fingere nessuno si fosse ancora realmente preoccupato per lui, non davvero almeno.
Poteva dire di saper raccontare fin troppo bene le menzogne, a tal punto che s’ingannava alla perfezione.
Non gli importava, guardava dritto e sorrideva, fingeva, perché spesso i pensieri che ha in testa vengono reputati sbagliati: l’amore per un amica già impegnata, il preferire il rumore dei meccanismi alle chicchere degli esseri umani, ma prima di loro, da se stesso, il chiedersi con costanza se davvero la propria presenza mancherebbe mai a qualcuno o se si tratta semplicemente della propria presunzione a convincersene.
Sapeva che di per certo non poteva mostrarsi debole. Non aveva mai avuto il lusso di poter anche solo sperare di apparire vulnerabile.
Ai suoi amici serviva lui, tutto intero, con le sue battute pessime, il suo sorriso troppo rigido per essere vero, le tue mani ruvide che sapevano aggiustare tutto.
Avrebbe davvero tanto voluto che qualcuno s’interessasse realmente a lui, ma ogni volta che uno dei suoi compagni sembrava farlo lo rassicurava, sorrideva, scherzava; alla fine questo era quasi convinto che lui fosse addirittura troppo felice.
Del resto, cos'è la felicità senza il dolore?
Avrebbe davvero voluto dire, confessare, sfogarsi con qualcuno, ma era troppo altruista per appoggiare il peso della sua vita sulle spalle degli altri.
I suoi compagni gli volevano bene, per carità, ma erano tutti troppo distanti dal vero lui.
A volte la tempesta che insidiava al di fuori dell’Argo II gli entrava nella testa, così ripensava a sua madre, i capelli color cioccolato mossi, i sorrisi rassicuranti.
Esperanza Valdez era morta, ma nessuno si ricordava di lei, a nessuno importava che quello fosse stato un brutto scherzo di Gea. Le persone andavano avanti, e i ricordi più belli di quella che era stata sua madre non erano altro che cenere che andava a disperdersi lentamente nella memoria di tutti.
Spesso si chiedeva; se d’un tratto fosse sparito anche lui quanto ci avrebbero messo le persone a rimuoverlo dalla loro memoria?
Era giunto alla conclusione che; la sua vita, per quanto travagliata e ricca di un’infinità di avventure sarebbe stata cancellata completamente in meno di un decennio.
E poi voltando la testa verso l’alto rideva.  Rideva così forte da nascondere i demoni che gli abitavano la testa.
Forse era un dio a suggerirgli quei pensieri tanto crudeli, forse era Gea stessa, oppure la sua stupida mente complessata. Ma cosa importava?
Leo fingeva, e fingeva sempre perché quello era l’unico trucco, per essere impenetrabile alle perturbazioni esterne e, come l’Argo II, lui aveva il compito di resistere alle intemperie.
Ma a chi importava davvero che lui lo facesse o no?
 

 
 
Angolino dell'autrice:

Lo so, ho una vena sadica con questi personaggi, ma amo Leo, ed era impossibile che non scrivessi qualcosina anche su di lui.
Diciamo che è uno dei personaggi più divertenti della saga ma allo stesso tempo uno di quelli che hanno dovuto sopportare più dolore e secondo me questo non viene mai ricordato.
Leo è un personaggio incredibile che durante la saga ha avuto un'evoluzione incredibile, ma nonostante il suo forte ottimismo sono convinta che abbia più volte dovuto affrontare il rammarico dei suoi ricordi a testa alta e sorridendo poiché non gli era concesso di cadere; la gif che vedete non l'ho fatta io, l'ho trovata su Tumblr, ma mi sembrava decisamente adeguata.
Spero che ciò che ho scritto sia vagamente all'altezza delle aspettative, o che perlomeno vi piaccia c:
Kisses
Smy

 
  
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