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Autore: GillianIsBack    12/06/2015    1 recensioni
Cosa accadrebbe se Albus invitasse Minerva ad una gita, da lui stesso definita educativa, presso la Fiera del Fumetto di Novegro?
Post sconfitta di Voldemort, Albus non è morto e neanche Bellatrix Lastrange, che però è nuovamente rinchiusa nelle sua cella ad Azkaban.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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DISCLAIMER – Come sempre non sono J. K. Rowling, ma quanto vorrei essere miliardaria come lei, per cui tutti i personaggi da lei creati non mi appartengono ma li uso solo per divertirmi un po’.
Questa one-shot è un’idea abbastanza esilarante che mi è venuta in mente mentre guardavo delle vecchie foto sul cellulare fatte in occasione della Fiera del Fumetto a Novegro, Milano. Volutamente sono rimasta corta perché sto lavorando su altre due storie, ma non volevo perdere quest’idea che mi sembrava carina e soprattutto non ho mai letto nulla del genere.. ma se esiste qualcosa magari ditemelo che sono iper curiosa!
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La fiera del fumetto – Benvenuti a Diagon Alley
 
Minerva McGonagall era a dir poco adirata.
Si, adirata era il termine giusto, la sua leggendaria ira scozzese palpitava sotto l’esteriore calma come un fuoco che scoppietta e fuma quando alimentato da legna verde.
Albus Dumbledore, suo grande amico e preside dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, era diventato completamente pazzo, la donna nutriva il sospetto da tanto tempo ma considerata la loro ultima conversazione ogni dubbio si era dissolto ed era rimasta solo la certezza. Follia allo stato puro!
Nel corso del loro incontro appena terminato il preside le aveva riferito che l’indomani avrebbero dovuto partecipare ad un convegno muggle in Italia, a Milano per la precisione, presso il polo fieristico di Novegro. Il mago ne era entusiasta, aveva abbondantemente ripetuto che quella sarebbe stata un’ottima occasione per studiare le abitudini delle giovani generazioni di muggle e di conseguenza per poter comprendere ed aiutare al meglio tutti i nati da famiglie non magiche, che ogni anno affluivano nell’importante scuola di magia che i due gestivano come preside e vice, ad integrarsi nella comunità magica.
Una follia agli occhi della donna, una vera follia!
Albus si era premurato di informarla che non era necessario adottare un vestiario specifico, ma che i loro abituali vestiti sarebbero andati più che bene, in quanto aveva detto trattarsi di una specie di raduno in maschera, ovviamente la cosa aveva ancor di più insospettito ed indispettito l’austera donna che però, come sempre, aveva accettato non senza aver prima espresso tutto il suo dissenso.
Fu così che la notte passò veloce ed il nuovo giorno salutò i due maghi riuniti alle porte del castello di Hogwarts, pronti per disapparire verso la loro destinazione finale.
Albus aveva scelto un vestito color argento ricamato con arabeschi in blu, mentre Minerva aveva optato per un suo classico abito in verde dalla trama che ricordava vagamente la pelle di un serpente, cappello nero a punta dal cono arruffato e spilla con il simbolo della Dea Madre appuntato al petto per tener fermo lo scialle.
-Pronta mia cara?- chiese il preside, ma quando vide che non vi era nessuna risposta continuò: -Come sempre il tuo abbigliamento è molto slytherin.. Ho sempre sospettato qualcosa..
La donna rispose allora con uno sguardo omicida a labbra serrate. Il mago non si fece intimidire dall’atteggiamento da gatto selvatico dell’amica e le tese la mano che lei prontamente accettò, la mutua stima ed il mutuo affetto erano più profondi di qualsiasi piccola schermaglia.
Dopo pochi instanti il duo si materializzò sul retro di una piccola casetta nei pressi di un parcheggio per automobili; Albus si guardò velocemente in giro e, compresa la direzione esatta, invitò l’amica e collega a seguirlo.
Camminarono spediti in direzione di alcuni capannoni color bianco sporco, intorno a loro c’era un gran movimento, macchine arrivavano in continuazione e dai loro abitacoli scendevano gruppi di ragazzi ma anche di adulti, alcuni dei quali vestiti in modo quanto meno assurdo.
Arrivati all’ingresso del complesso Albus si mise in fila per fare il biglietto mentre Minerva continuava a guardarsi in giro iniziando a comprendere come mai lo stravagante amico le aveva detto che i loro vestiti sarebbero passati inosservati, era infatti più raro vedere un muggle vestito da muggle che non uno vestito in modo originale ed eccentrico in quella strana convention.
-Albus, mi ricordi per favore come mai siamo qui?
Albus sorrise, un luccichio divertito gli accese lo sguardo –Oh Tabby, non te l’ho detto infatti..- fece una pausa per caricare l’aria di attesa e poi proseguì: -Sono venuto a conoscenza tramite un amico che lavora nel mondo delle pubblicazioni magiche e non di una scrittrice, tale Joanne Rowling, conosciuta con lo pseudonimo  J. K. Rowling, che ha scritto le avventure di un piccolo mago dal nome Harry Potter.
-Cosa?- squittì esterrefatta Minerva –Come.. come è stato possibile?
Il mago sorrise compiaciuto davanti alla reazione che aveva causato nella donna e continuò dicendo: -Il Ministero sta ancora indagando sul come abbia fatto questa donna muggle a venire a conoscenza di tanti particolari del nostro mondo, ma soprattutto come abbia fatto a scoprire le vicende di Harry Potter e di Voldemort.. certo non tutto ciò che ha scritto è uguale al vero, ma diciamo che è tutto molto simile.
Minerva era sconcertata ma si riebbe subito notando che l’amico non aveva però risposto alla sua domanda iniziale e per cui la riformulò: -Questa pubblicazione cosa centra con questo convegno?
Nuovamente il luccichio si accese negli occhi del preside che rispose: - Semplice, in occasione di questa particolare fiera dedicata al fumetto i fan della saga scritta da J. K. Rowling hanno fatto una ricostruzione di Diagon Alley!
Gli occhi verdi della donna si spalancarono alla ricerca di un’epifania sul significato di quando detto dall’amico ma questa le sfuggiva e per non sembrare lenta di comprendonio, stette astutamente in silenzio e rimuginò in solitaria su quanto appreso. Non poteva però smettere di chiedersi cosa centrasse una fiera del fumo.. no del fumetto, con una serie di libri.. Frustrata dalla situazione sbuffò in modo molto poco caratteristico per la sua sempre contenuta persona e riprese ad ispezionare l’area circostante. Studiare i muggle un corno: tutto un pretesto, pensò tra sé e sé.
Acquistati finalmente i biglietti d’ingresso si apprestarono ad entrare nel fabbricato ma furono fermati da una coppia di ragazzine adolescenti che si misero ad urlare: -Selfie! Possiamo fare un selfie con voi? Mio dio, sono uguali!
Minerva sgranò gli occhi, selfie? Ed ora cosa diamine è un selfie, pensò, e perché proprio con noi? Ma uguali a chi?
Albus accettò senza interrogarla e questo gli fece guadagnare il secondo sguardo omicida della giornata da parte dell’amica. Una delle due ragazzine iniziò a ridere felice e, tra una risata e l’altra, disse: -Signora lei è proprio uguale a come mi immagino essere la McGonagall! Anzi- smise di ridere e facendosi seria decretò: -Dovreste veramente iscrivervi alla gara di cosplay perché la vostra interpretazione della professoressa McGonagall e del professor Dumbledore è perfetta!
Cosplay? Ripetè nella sua mente Minerva mentre le due ragazzine si scattarono una foto con la coppia di maghi. Ovviamente nella foto Albus uscì radiante e Minerva fumante, ma la cosa lasciò se possibile le due ragazze ancora più felici e se ne andarono ringraziando profusamente.
-Albus! Ma cosa diamine era questo selfie? E cosa è un cosplay?
Albus passò una mano dietro la schiena della strega cingendole la vita ed avvicinandola al suo fianco sorrise, un flash illuminò i due e Minerva si girò spaventata nella direzione da cui l’offensiva luce proveniva pronta a maledire Rita Skeeter che, evidentemente, li aveva tracciati fino a quel luogo così lontano dall’isola britannica, ma non furono i capelli biondi e ricci dell’impertinente giornalista ad incontrare il suo sguardo, ma un giovane uomo con una fotocamera muggle in mano ed un gran sorriso in viso.
-Mi date l’autorizzazione a pubblicare la foto sul sito del nostro fan club?- chiese con tono gentile.
Albus, che si era fatto ormai portavoce per il duo rispose gaudente: -Certamente! Siamo qui apposta.
Apposta, ripeté nella mente Minerva, vecchio barbagianni eccentrico!
Lo sconosciuto fece allora altre tre o quattro foto per poi accomiatarsi, sempre ringraziando cortesemente.
Minerva era frustrata, non si era mai ritenuta una grande conoscitrice del mondo muggle nonostante lei stessa fosse una mezzosangue e per di più cresciuta in un piccolo paese rurale della Scozia, ma era ormai da anni che aveva lasciato quella realtà abbracciando completamente la vita nel mondo magico e nel frattempo la comunità muggle aveva fatto grandi passi avanti in quello che veniva definito ‘progresso’, passi che avevano creato un gap oceanico tra quello che era il suo ricordo della vita da muggle e quello che era diventato il mondo nell’era moderna. Selfie, ripensò stranita.
Le sue elucubrazioni mentali furono prontamente interrotte dalla voce di Albus che la stava invitando ad entrare finalmente nella struttura che ospitava la fiera.
Una volta all’interno furono avvolti da un gran vociare di persone, da una cacofonia di rumori, da mille colori che provenivano dagli stand dei venditori che offrivano ai clienti libri pieni di disegni, vestiti stravaganti, gadget e peluche dalle forme più particolari e, a volte, assurde.
I due iniziarono a camminare con la folla seguendo un circuito anti-orario tra le ‘bancarelle’, Albus guardava interessato ogni cosa mentre Minerva era divisa tra la voglia di curiosare e la necessità di tener sotto controllo l’amico che sembrava essere entrato in uno stato di estasi mistica. Dopotutto la passione di Dumbledore per il mondo muggle era solo superata da quella di Arthur Weasley.
Nel flusso continuo di gente Minerva iniziò ad intravedere gruppi di persone con vestiti a lei famigliari, sembravano infatti essere repliche delle divise degli alunni di Hogwarts, richiamò dunque l’attenzione del collega e gli indicò la cosa. Albus sorrise e disse con tono cospirazionale: -Bene, seguiamoli e vediamo se ci conducono a Diagon Alley.
Minerva con uno sbuffo lo seguì, giurando tra sé e sé che se fosse riuscita a sopravvivere a quella folle giornata avrebbe fatto di tutto per ripagare il caro, carissimo, amico per l’avventura che le stava facendo vivere suo malgrado, come se già solo il fatto di dover trascorrere nove mesi su dodici in una scuola piena di adolescenti non le garantisse già in sé la razione annuale necessaria di emozioni prescritta per il suo non più giovane cuore.
Dopo qualche minuto di inseguimento si trovarono finalmente all’ingresso di una sezione laterale del capannone principale che ospitava quella che veniva definita una riproduzione di Diagon Allay. Al suo interno infatti erano concentrate molte persone vestite da alunni di Hogwarts e, con grande sorpresa di Minerva che fu costretta a trattenersi dal digrignare i denti, c’era anche un uomo che impersonava la sua nemesi.. il professor Severus Snape, direttore degli Slytherin e che vendetta sia fatta sul campo da Quidditch pensò la leonessa madre dei Gryffindor, mentre lo osservava con espressione cupa.
La coppia di maghi iniziò a camminare tra i venditori e poco dopo Albus fermò Minerva e le chiese ammiccando: -Ti posso offrire una burrobirra Tabby?- disse indicando un chiosco all’angolo.
La donna sorridendo ironicamente rispose: -Sarei più propensa ad accettare un bicchiere di firewhisky, visto il contesto in cui ti stai divertendo a trascinarmi, ma mi farò andar bene una birra burro.. sarà mica burrobirra quella? Ah!
Albus sorrise e andò a prendere l’ordine mentre Minerva si accomodò in una delle scomode sedie del chiosco, non fece però in tempo ad accomodarsi a dovere che fu avvicinata da un gruppo nutrito di ragazzi vestiti da scolari di Hogwarts che iniziarono a chiederle se potevano fare una foto con lei. Di tutta risposta li guardò con uno dei suoi famosi sguardi capaci, alcuni dicevano, di pietrificare anche i basilischi stessi.. ma purtroppo ebbe questo l’effetto contrario poiché, come accaduto prima, il gruppo iniziò ad esclamare: -Sei proprio uguale alla McGonagall!
La donna lanciò una silenziosa richiesta d’aiuto all’amico che stava arrivando al tavolo con due bicchieri di birra in mano ed un ghigno già stampato in volto. Maledetto, pensò lei, ti stai divertendo alle mie spalle..
-Certo ragazzi, Minerva sarà più che felice di fare una foto con voi!- rispose Albus sapendo che la donna non avrebbe aperto bocca in merito, oh si il gatto le aveva mangiato la lingua!
Di tutta risposta si levò un coro di ‘Mio dio lui è uguale a Dumbledore!’. Tutto ciò fece ingrandire ancora di più il sorriso beffardo dell’uomo che, dopo essersi messo in piedi alle spalle della donna, la quale non aveva accennato minimamente ad alzarsi, le posò le mani sulle spalle e si mise in posa per la foto. Scattarono i flash ed a gruppi tutti i ragazzi si fecero immortalare a turni con il duo.
Rimasti soli bevvero in silenzio la birra e ricominciarono ad osservare incuriositi la folla. Ad un tratto Albus indicò a Minerva una figura che si aggirava con atteggiamento maligno tra la folla e poco non mancò che la strega si fece uscire la birra dal naso nel vano tentativo di soffocare le risate o di deglutire la bevanda che aveva in bocca.. la dinamica del fatto non era chiara neanche a lei, l’unica cosa che sapeva era che un uomo si era vestito da Lord Voldemort e con egregio successo pensò, tranne forse per.. una ragazza di passaggio concluse a voce il suo pensiero dicendo all’amica che le camminava al fianco: -Ah guarda! Voldemort con il naso!
Albus e Minerva scoppiarono a ridere, l’uomo vestito da colui-che-non-si-deve-nominare li guardò malamente e disse: -Avrò la mia vendetta e voi questa volta non potrete fermarmi!- per poi proseguire oltre senza curarsi di attendere una loro risposta. I due maghi si guardarono nuovamente negli occhi e ripresero a ridere più convulsamente di prima. Era bello finalmente poter guardare a quella situazione con leggerezza, ora che tutta quella faccenda nella vita reale si era conclusa, la guerra era finita e la normalità era tornata a scandire le giornate del mondo magico e di Hogwarts.
Alzandosi Minerva esclamò: -Sai Albus, mi sa che leggerò i libri della J. K. Rowling, qualsiasi cosa abbia scritto su di noi sembra che il mondo già ci conosca.- si portò poi una mano al cuore e concluse –Oh, amico mio che immensa gioia, come se la celebrità fosse il fine ultimo della mia vita.
Albus sorrise e si diresse verso un cartellone con la foto di un elfo domestico stampata sopra, posto ai piedi del quale c’era un cesto pieno di calzini, rifletté e poi concluse: -Tabby hai visto? Miss Granger ha influenzato tutti questi ragazzi con la sua campagna per la liberazione degli elfi domestici.
Ma Minerva non poteva rispondere perché era rimasta indietro, catturata per una foto ricordo dal simpatico ragazzo che vestiva i panni dell’amato professor Severus Snape, lei rigida come un fuso lui felice come un bambino. Albus sorrise, oh si la vendetta della scozzese sarebbe arrivata ma quella giornata sarebbe stata una di quelle da ricordare, da archiviare in una fialetta e da rivivere di tanto in tanto nel pensatoio.. soprattutto dopo una lunga e stressante giornata di incontri al ministero.
Nel frattempo Minerva McGonagall aveva deciso, quella sera stessa avrebbe ucciso Albus Dumbledore a costo di ritrovarsi in una cella buia per tutta la vita in compagnia di Bellatrix Lastrange ad Azkaban!
 
N.d.a. Albus Dumbledore non è stato maltrattato né da Minerva in forma umana né da Minerva in forma felina alla fine di questa fan fiction, ma vive ancora a Hogwarts e continua a mangiare felicemente i suoi adorati sorbetti al limone mentre Minerva sta ancora meditando la sua vendetta tra una salamandra allo zenzero ed una tazza di tè.
   
 
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