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Autore: Mikirise    12/06/2015    2 recensioni
Malcom sa bene che i figli di Afrodite, quando tutti loro sono occupati nella Caccia alla Bandiera, preferiscono sedersi sulle rive del lago e iniziare a parlare tra loro con aria complice.
Sa anche che i figli di Afrodite sono legati da un doppio filo, comprensibile ed incomprensibile allo stesso tempo per tutti.
Quello che non sa è che all'uscire con uno di loro si sarebbe sottoposto:
1. Alla gelosia dei fratellastri
2. Ad un combattimento all'ultimo shipping -o qualcosa del genere.
{Storia scritta per la challange One Hundred Alternative Universes, indetta dalla community campmezzosangue}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Drew Tanaka, Malcolm, Mitchell, Piper McLean, Quasi tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I semidei -il che voleva dire tutti i semidei- guardavano verso il cielo, il che era piuttosto stupido, perché la storia appena raccontata parlava invece del dio dell'Inframondo, certo non di Zeus, no?

Malcom si passò una mano sul viso. Ah, vero. Zeus faceva la parte del fratello idiota. Ops. Colpa di Malcom.

Comunque non capitò niente. Non successe niente nell'arco di due minuti e i figli di Afrodite presero quello come un buon segno per continuare la battaglia. O almeno, così fece Piper, che riportò l'attenzione dei suoi fratellastri sulle sue dita, che facevano il conto alla rovescia.

Era già arrivata a cinque.

Mitchell aveva ripreso la mano di Malcom. "Hai fatto una scelta rischiosa" aveva sussurrato, con un sorriso. Sembrava davvero preoccupato, neanche da questa sfida dipendesse davvero la vita di Malcom. "Speriamo vada bene."

Lacey li fulminò con lo sguardo, mentre il fratellastro poggiava la fronte sulla spalla del biondo -"La prossima volta scegli uno ship meno pericoloso" continuava a ripetere, come se Malcom capisse le sue parole. E Drew riprese a ridere.

Le dita di Piper erano tre, ben alzate. Stavano per diventare due.

"Tutti sapete cosa shippo" disse Drew e prese a raccontare, senza che Malcom capisse, ma con gli occhi complici dei suoi fratelli e quelli preoccupati di Mitchell.

















#6 Ti ho accidentalmente versato una pozione d'amore! Au





 

La trappola degli inglesi










Silena aveva diciotto anni e il fatto che suo padre non si fidasse ancora a lasciarle il negozio era snervante. No, davvero. Non era stato lui a iniziare a piangere come un ragazzino davanti ad una cliente il giorno in cui le erano arrivate le... beh, i... cavolo, le sue cose, okay? Lo era venuto a sapere mezzo mondo che la piccola Silena era diventata donna un po' tardi e le ragazze della sua scuola -tremende pettegole-, avevano riso di lei, che aveva sviluppato alla vergognosa età di diciassette anni -sì, diciassette-, e che non voleva dare il suo primo bacio al primo che capitava e che... non si stava parlando di questo, vero?

Insomma. Silena ormai era una donna in quasi tutti i sensi e suo papà avrebbe dovuto accettarlo e fidarsi di lei, no?

"Lo sai che i nostri dolci non sono... tradizionali. Non è che non mi fido di te. Io mi fido di te, ma... l'ultima volta che ti ho lasciata da sola, hai dato i cioccolatini con la pozione che fa crescere la barba ad una ragazza. Ti ricordi come ci ha sofferto lei?"

Silena sbuffò, poggiando la sua tazzina di the davanti a lei e borbottando un: "È stato solo un caso."

"E il ragazzo con i capelli fluenti? E la ragazza punk trasformata in Cenerentola? E..."

"Ho capito, papà" sbottò lei, incrociando le braccia sotto il petto e distogliendo lo sguardo con un gesto stizzito.

"Sono sicuro che diventerai brava come tua madre e tante persone saranno felici grazie a te, ma per ora..."

"Per ora sono un'imbranata in mezzo a pozioni d'amore. Grazie papà." E se ne andò in camera sua.









Troppo imbranata per fare la strega?

No, non strega. L'aiutante di Cupido, così voleva essere chiamata sua madre e così si sarebbe fatta chiamare lei. L'aiutante delle persone, avrebbe detto.

Con quelle pozioni, che facevano tornare il sorriso, che avveravano sogni, che facevano avere dei bellissimi sogni, piuttosto che gli incubi e che rilassavano. E i dolci di suo padre, così buoni e fatti con così tanto amore...

Silena voleva veramente tanto aiutare. Era anche portata a fare scherzi crudeli, a volte, è vero. Ad esempio, quella roba della ragazza punk diventata Cenerentola lo aveva fatto apposta. Sì, non era una scusa. Il fatto è che Thalia se ne andava in giro con quella sua aria da saputella, sputando sull'amore e sulla bellezza e... l'aveva fatta arrabbiare non poco. Certe cose non devono essere dette davanti a Silena. L'amore non vale la pena? Gliela farò vedere io, la polverizzerò. Alla fine, con quella sua bravata era riuscita a mettere insieme una coppia. Ops. Luke le era debitore.

Si versò una tazza di the -in negozio non c'era nessuno e poteva tranquillamente prendersi un respiro, tanto suo padre avrebbe continuato a girare trai dolciumi, parlando coi ragazzi che guardavano le mura colorate e cercando di capire che cioccolatino dar loro per farli stare meglio. Il lavoro di Silena non era così appagante. Lei stava lì, si guardava le unghie, oh, ottima scelta di dolce, io amo quel cioccolato, sono due dollari e... noia.

Versò un'altra tazzina, più per abitudine che per altro.

Sua mamma, Afrodite, versava sempre una tazzina in più di the. Si era inventata la scusa di chi potrebbe venire a bere the con lei, ma la verità era che anche lei poteva essere vista come una svampita madre di sua figlia. Certe cose sono di famiglia.

E stava per portarsi la tazzina alle labbra, quando un ragazzo, di cui neanche si era resa conto della presenza -strano, visto che era enorme e sembrava ingombrante-, le sorrise con timidezza, chiedendole se, beh, sì, potesse bere un po' di quel the. Non perché volesse essere invadente, ma perché alla sua madre adottiva -la mamma di suo fratello, quello laggiù che parlava animatamente con il papà di Silena- piaceva molto il the, da quando aveva scoperto che il figlio odiava il caffè, e stava cercando una buona marca per regalargliela e...

Silena sorrise, mentre il ragazzone si grattava la testa, sempre più in imbarazzo. "Certo che puoi prendere il the." Sorrise. "Poi dimmi se ti è piaciuto."

Vedere il ragazzone con in mano quella tazzina -rosa, era rosa, santo cielo!- fu esilarante, ma Silena non disse niente e lo guardò continuando a sorridere. Quanto potevano essere dolci gli imbranati?

"Com'è che ti chiami?"

"Charles. Mi chiamano tutti Beckendorf ma..." Il ragazzo bevve un altro sorso, per poi alzare lo sguardo su di lei.

"Charlie andrà bene. Io sono Silena. Ti piace il the?"

Il ragazzo la stava guardando con aria imbambolata, sembrava essersi dimenticato come parlare, tanto che aprì la bocca un paio di volte, per poi non dire niente, esattamente come un pesce. Annuì soltanto e la cosa sembrò molto strana. "C-che m-arca?" chiese incerto,

Silena aggrottò le sopracciglia, prendendo in mano la cassetta del the e distogliendo lo sguardo dal ragazzone. E... oh, cavolo. Oh, santo cielo. Oh, tutti gli dei vengano in mio soccorso. Oh, cosa ho fatto. "AproditeNow" mormorò. Aveva appena somministrato un filtro d'amore ad un povero, innocente ragazzo.










Esistono diversi tipi di pozioni-barra-filtri d'amore.

Quelli che portano a galla i tuoi veri sentimenti, quelli che manipolano i tuoi sentimenti, quelli che rimuovono ogni tipo di inibizione e quelli che fanno tutto. Nel senso, tutto tutto. Quelli che creano l'amore dal niente.

Sua mamma aveva sempre detto: Sta lontana da quei filtri. E, certamente, Silena lo aveva fatto. Poi, beh, poi ha mischiato il the con i filtri e... oh, dei, cos'aveva fatto?

Non avrebbe chiesto aiuto a suo padre. Per niente. E poteva darle tutti i gianduiotti che voleva per farle dire tutta la verità, se voleva, ma non lo avrebbe mai fatto di sua spontanea libertà. Mai.

E quel ragazzo carinissimo, dolcissimo e completamente senza speranze che passava tutti i giorni là davanti al negozio, con le orecchie rosse -perché sono quelle potevano arrossire, dovuto alla sua bellissima carnagione-, che gli lanciava delle occhiate fugaci e poi niente -perché si vedeva proprio che non era uno che sapeva come parlare di sentimenti-, era innamorato di lei, cavolo, di lei! E lei era… lei non lo... Oh, cielo.

Silena voleva scomparire. Aveva dato un filtro d'amore a un povero, dolce, semplice ragazzotto e cos'avrebbe dovuto fare ora? Oh Dio, cosa? Spezzargli il cuore? Quel filtro d'amore fino a quando avrebbe avuto effetto?

"Eh." Piper fece rotolare la cassetta del the tra le sue mani, fissandolo, mentre un ciuffo castano le ricadeva accanto all'occhio. "Questo filtro è..." Se qualcuno poteva aiutare Silena quelle erano le ragazze che erano state, o che erano, dipendenti del suo negozio, studentesse della sua stessa via. E Piper era una delle migliori, nonostante tutto, e, soprattutto, la più discreta di tutte.

"Dimmi che non è definitivo."

"Non lo è" la rassicurò la ragazzina, puntando i suoi occhi su quelli della maggiore. "Ma l'effetto non si fermerà finché lui non s'innamorerà per davvero di qualcuno. Nel senso, questo filtro non è abbastanza potente da cancellare anche solo una cotta. Se Beckendorf si prendesse una cotta per qualcuno, o venisse messo nella situazione di scegliere tra te e qualcosa che ama per davvero, come la sua famiglia, allora il filtro si annullerebbe." Sembrava pensierosa, come se sapesse qualcosa che non poteva dirle. Ma la maggiore era troppo preoccupata per rendersene conto.

Silena si sfregò le mani, in un chiaro gesto nervoso, annuendo. "Tu lo conosci bene Charlie, eh."

"Sono amica di suo fratello." Piper riconsegnò il the alla ragazza. "Posso... prima che tu vada da Drew a pensare a come spezzare il cuore di Beckendorf posso chiederti un favore?"

"Certo." Chissà, magari Piper ha una cotta per Charlie e il tutto si sistemerà nella maniera migliore, con una coppia felice grazie a Silena. Chissà.

"Potresti dare una possibilità a Beckendorf?"

"Cosa?"

"Nel senso, lui è molto dolce e... ti prego, non creare un precedente perché diventi un..." Non riusciva neanche a terminare la frase. Scosse la testa e alzò le mani, inziando ad andarsene. "Non capiresti."

Infatti Silena non capì.












Quel povero ragazzo è innamorato di lei e lei non sa cosa fare. Drew è scomparsa -"Sono lontana da voi umili mortali, per un viaggio dai miei nonni."- e, ohmmiodio, Charlie è entrato in negozio, accompagnato da quell'elfo di suo fratello -secondo suo padre, Leo ha un problema di cuore, dovuto ad una ragazza che tratta tutti bene, tranne lui. Uomini masochisti. Tsk-.

Charlie non dice molto, Leo è preso a guardare il cioccolato e prendere quello che ha preso l'ultima volta. Poi, da bravo fratellino parla un attimo col papà di Silena e dopo lo ringrazia tanto e prende degli orsetti gommosi alla frutta, in confezione da regalo e li porge a Charlie. Pagano tutto insieme, ma Leo prende i suoi cioccolatini e corre fuori, lasciando gli orsetti gommosi in mano al fratellone.

"Ciao" borbotta incerto e tiene la testa bassa, quasi si vergognasse a parlarle, o non trovasse le parole.

"Ciao." E quel sorriso intenerito poteva anche risparmiarselo, ma il ragazzo davanti a lei era così dolce che... Meglio parlare. Troviamo un argomento. "Il the? Ha fatto scalpore in casa?" Silena non è stupida, non gli ha dato il filtro d'amore, ovviamente, gli ha dato un the dal carattere orientale, così, per non perdere la faccia, ma la verità è che non sapeva che gusto avesse un filtro d'amore, quindi...

"Esperanza e Leo lo stanno già per finire." Lui sorrise imbarazzato e, oh, quant'era carino. "Ma, io volevo..." Non finì la frase, le passò gli orsetti gommosi e disse: "Pensavo che quando passo non sorridi molto e tuo padre dice che sono i tuoi preferiti e..."

Oh.

Silena avrebbe tanto voluto abbracciarlo.











Stare sotto il bancone è cosa buona e giusta. Soprattutto se ti sei resa conto di non voler perdere l'amore -fittizio- di un tizio dolcissimo che non sa per quale motivo non era riuscita a vedere prima e che se avesse incontrato qualcuno di cui innamorarsi sul serio avrebbe dimenticato lei e tutta la faccenda e...

Perché lui è veramente tanto dolce. E intelligente. E non ci prova con le ragazze come quegli idioti del suo vecchio liceo, che, tipo, pensavano di conquistare una ragazza con qualche battuta squallida a sfondo sessuale -sessuale?- e con un sorriso da idiota. No. Charlie aveva quelle piccole attenzioni, come il fatto che si rendeva conto di quanti sorrisi nascevano sul suo viso, o le sue diverse risate e che avesse parlato con suo padre, parlando piuttosto chiaro sui suoi sentimenti e sulla ragazza alla quale erano rivolti. Poi, quando era davanti a lei, balbettava come un bambino e le sue orecchie diventavano rosse rosse e... oh Dio.

Stare sotto il bancone è cosa buona e giusta.

"Cosa fai sotto il bancone?"

"Una cosa buona e giusta."

Suo padre la prese dal braccio, esattamente come quando, anni prima, non voleva parlargli per paura che si rendesse conto del suo dente danzante in bocca e delle carie nella sua dentatura da bambina, e la fece alzare, mentre la ragazza si rendeva conto di essere in un negozio deserto. E che cavolo, va sempre a finire così.

"Hai qualche carie?" Ma quanto può essere simpatico suo padre? L'uomo chiuse la cassa con dolcezza, guardando la figlia e sorridendo. "Che succede?"

"Ho diritto al mio avvocato. Ti prego non ti arrabbiare."











L'unico modo che suo padre trovò per terminare quella farsa del fitro d'amore, fu una contro-pozione, sì, va beh, un antidoto, da mettere nel the. E Silena, a malincuore, diede una cassetta di the a Charlie, dicendogli che voleva fosse un regalo per lui e la sua famiglia.

E okay, il piano sembrava star andando a buon fine. E Silena si stava nascondendo sotto il bancone perché sapeva perfettamente che Charlie non sarebbe passato e non avrebbe mai cercato di guardarla senza guardarla e...

"Il sotto-bancone è occupato, Piper. Trovati una stanza anti-panico tua!" Silena piagnucolò, abbracciandosi le ginocchia e sbattendo la testa contro il legno.

"Ah, okay. Beckendorf, mi spiace, Silena ha detto che non vuole parlarti."

Stupida Piper!

Silena si alzò così in fretta da sbattere la testa contro il tavolo, prima di riuscire ad uscire dal sotto-bancone e ritrovarsi davanti a Charlie che la guardava, curioso, con la testa inclinata. Si massaggiò la testa mora, dandosi slancio anche con le mani per rimanere in piedi e poi appoggiarsi al ripiano di legno. "Charlie!" salutò con una punta d'incertezza, subito dopo aver fulminato con lo sguardo Piper, che rideva sotto i baffi, la traditice.

Charlie in risposta sorrise e non sembrava essere cambiato niente dal giorno prima, messa da parte la maglietta orrendamente arancione con sopra scritto Camp Half-Blood e un pegaso. "C-ciao, ehm, io..."

No, decisamente, non sembrava cambiato per niente. Cade il silenzio imbarazzato tra loro, mentre Piper li fissa, facendo da perfetto terzo incomodo -una delle vocazioni delle sua vita.

"Il the? Cosa dice Esperanza?"

Charlie inclinò la testa un po' indeciso su cosa dire e del perché Silena gli chiedesse una cosa del genere. Alzò le spalle e disse: "A Esperanza sembra che abbia un sapore molto malinconico. Non so cosa voglia dire, ma anche Leo ha detto qualcosa del genere e..."

"Tu non lo hai bevuto?"

Il ragazzo abbassò la testa, intrappolandola tra le sue spalle, come se fosse pronto a confessare un terribile segreto che non avrebbe voluto dover dire a Silena. Ma si era comunque fatto forza, dicendo: "Non l'ho bevuto perché... vorrei poterlo bere con... te." L'espressione era del tipo: Ti prego non mi colpire emotivamente.

E ad essere stata colpita era stata invece Silena, che sentì un pugno allo stomaco e una voglia matta di tornare nella sua stanza anti-panico -il sotto-bancone, che non era una stanza, ma okay- e di piangere. Eh, sì, piangere.

"Un appuntamento." Commento della miglior ficcanaso del mondo. Piper sorrideva come un'idiota. "Molto all'inglese, bravo Beckendorf." Ammiccò e Charlie aveva l'espressione di chi voleva sprofondare nella terra e non tornare più. "Silena" chiamò con velata minaccia, dietro quel sorriso.

"Charlie, pensavo non mi avresti mai chiesto di uscire." Sorrise. Era nella cacca.









Quindi, eccoli, seduti uno davanti all'altro, con quel benedetto the pronto e Silena sta seriamente pensando di rovesciare il tutto e far finta di niente. Nel senso, doveva veramente guardare gli occhi di Charlie spegnersi nel guardarla e lui smetterla di balbettare e... era troppo.

Charlie le sorride, parlando dell'ultima esplosione causata da suo fratello e del fatto che gli sembra strana. No, aspetta, cosa? "Va tutto bene?"

"No, cioè, sì. Sono solo..." Muove le mani come se volesse cancellare le sue parole, le sue espressioni, tutto.

Charlie sembra triste, adesso. Complimenti Silena. Ma non può smettere di deglurire, di stringere i pugni e guardare il ragazzone prendere in mano la sua tazza e portarsela alle labbra e bere. Alla fine Charlie beve il dannato antidoto, sotto il gazebo di casa sua, poco lontano da uno strano macchinario costruito da Leo.

Silena trattiene il respiro, che altro fare? Chiude gli occhi, non è pronta.

"Sicura che vada tutto bene?"

Apre un occhio solo, poi l'altro e guarda Charlie. Di nuovo, non sembra diverso, oltre allo sguardo preoccupato, certo. "Penso che tu mi piaccia davvero tanto" si lascia sfuggire con un sospiro. E ancora non riesce a guardarlo negli occhi. Ma lui arrossisce e cerca il coraggio sul suo petto per poter fare quello che vorrebbe tanto fare.

Le poggia una delle sue enormi mani sotto il mento e fa in modo che lo sguardo di lei fosse incatenato solo col suo. "Io ti amo, come la vogliamo mettere?"

E Silena non sa che fare, la mano di Charlie che riesce a coprire entrambe le sue mani e lei che non ci vede più, non sente più, non capisce più niente. Si butta su di lui e versa tutto il suo the sul suo vesitino bianco e sulla maglietta del campo estivo del ragazzo, e intrappola le sue labbra tra le sue di labbra e lo abbraccia, lo stringe a sé e a quel paese il filtro d'amore.







Ci sono dei fattori.

Ci sono Leo e Piper. Leo, che li aveva spiati e registrati e che ora proiettava ovunque, in qualunque momento e per qualsiasi occasione, il loro primo bacio, mentre Charlie sprofonda nella più imbarazzante vergogna -anche perché la prima volta che lo ha fatto, lui e Silena erano mano nella mano e, oh, che imbarazzo-.

E c'è Piper.

"Il filtro d'amore durava, sì e no, due ore" spiega, sistemando i cioccolatini. "Però che non fosse abbastanza potente per sovrapporsi a una semplice cotta era verissimo."

"E non me lo potevi dire subito?"

"No." Piper la guarda come se fosse impazzita tutta insieme. "Beckendorf è cotto di te da sempre, in un modo o nell'altro dovevo aiutarlo. Poi, finalmente tu hai iniziato a guardarlo e lui ha preso coraggio e..."

"Come facevi a sapere che sarebbe andata così? Come...?"

"Non lo sapevo" alzò le spalle la più piccola. "Ho giocato a poker, non lo sapevo proprio."

“E papà? Lo sapeva?”

Piper sorrise. Eh, doveva veramente rispondere?

Silena sorrise. Oh, che importa. "Dì a Leo che seve smetterla di proiettare quel bacio ovunque."

"Come se mi ascoltasse."







Note:
Cof cof, è la mia prima Charlena. Cof cof, mi è piaciuto tantissimo scriverla. Cof cof li amo.
Non so se si è capito, ma Silena e suo padre vivono in un mondo completamente babbano, molto alla Chocolat, in cui lei fa il cioccolato e la gente pensa sia una strega e no, sono solo le ricette di sua madre e lei si muove col vento. Eh, più o meno qualcosa del genere, solo che se n'è andata solo Afrodite e il papà di Silena conosce la strada del cioccolato ❤️
Sono proprio brava a spiegare le cose eh? No. Va bene, alla prossima!


 
  
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