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Autore: AlfiaH    12/06/2015    2 recensioni
****POST 10X23****
E se Dean avesse ucciso Sam? Se Morte lo avesse davvero spedito lontano? E se Castiel fosse rimasto solo sulla Terra?
Pov Castiel - accenni Destiel
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Home is where the Heart is


 

A pochi chilometri da Cross Creek, poco fuori Milton city (e Castiel potrebbe quasi trovarlo ironico se fosse il tipo da fare dell’ironia), nella contea di Fulton, Giorgia, c’è una piccola radura grigiastra, ora appena rischiarata dalla tenue luce di un fuoco; i tronchi s’incurvano sotto il peso della vita, tristi e stanchi, le fronde plumbee si tendono alla ricerca di quel lugubre calore che depreda e strazia, lascia il gelo nel cuore di Castiel: è l’alba. Le fiamme si protendono orgogliose verso l’alto – verso Dio, avrebbe detto un tempo – e vibrano come lingue di fuoco senza mai schiantarsi, divorano ciò che c’è da divorare, purificano e distruggono.
Una folata di vento alle sue spalle lo fa rabbrividire fin dentro le ossa, ma stringersi nel suo trench beige non serve. Non servirà più.
“Erano una spina nel fianco, ma mi mancheranno”. Non ha bisogno di voltarsi per sapere a chi appartiene quell’accento inglese, tantomeno ha voglia di rispondergli. Gli sembra di non parlare da anni. In realtà, anche volendo, non riuscirebbe ad emettere nessun suono.
“Il fuoco non si è ancora spento. Devi ammettere che è curioso, anche per Sam Winchester”. Il tono di Crowley sembra sinceramente ammirato, ma Castiel non ammette niente: serra le labbra, ricaccia in gola le lacrime e per la settimana successiva lascia che sia unicamente il fuoco a brillare nei suoi occhi.
 
 
*****
 
Non ha bruciato il corpo di Dean come ha fatto con quello di Sam – non l’ha fatto perché fondamentalmente non ce n’era uno da bruciare e Castiel è felice che sia così. Può fingere che sotto quella croce di legno ci sia qualcuno che lo ascolti e questo lo consola – è stupido ed umano e lui ha rinunciato a non esserlo.
Ha bisogno di parlargli. Ha bisogno che Dean lo ascolti.
“Mi dispiace” è l’unica cosa che ha detto fin ora. Ormai è notte fonda ma non vuole lasciarlo solo, non vuole rimanere solo. Può rimanere lì in piedi anche tutta la vita.
“Mi dispiace per tutto”. Tira un sospiro profondo. Forse se sapesse che Dean non lo sta davvero ascoltando, riuscirebbe a parlare più liberamente.
Invece ha questo groppo in gola che gli spezza la voce.
“Per averti pugnalato alle spalle. Per non averti fermato. Per non essere riuscito a salvarti. Per Charlie. Mi dispiace, Dean. Per essere stato un tale casino in questi anni. Io ho-  cercato di essere un buon amico e ho fallito e mi dispiace. Mi manchi, io…” e riesce soltanto a mimare con le labbra le ultime parole prima che il cuore gli si spezzi a metà.
 
*****
 
Quando sente la sua voce, Castiel è sicuro di essere definitivamente impazzito.
Baritonale, vibra tra gli alberi e gli scuote le membra. Sembra quasi provenire dall’alto e Castiel lo sa, sa che non è possibile eppure non riesce a placare il suo cuore; quella voce, la sua voce lo sta straziando.
Castiel”. Ancora, alle sue spalle. L’angelo si volta e “Dean” gli muore sulle labbra quando si rende conto di essere solo. Ma certo che è solo.
È sulle tracce di un Wendigo, ad Harrisburg. Inizio estate, quattro persone scomparse nell’ultimo mese. Sembra che agli umani piaccia fare escursioni in quel periodo dell’anno. Idioti. Gli esseri umani sono degli idioti.
Cas, aiutami”. Castiel arretra di un passo impugnando la sua lama angelica. Le sue gambe sono pesanti, la testa gli gira – non è Dean, non è Dean, non è Dean.
Quattro persone scomparse, due delle quali probabilmente sono ancora vive. Deve salvarle. Almeno loro.
“Mostrati, se ne hai il coraggio!” urla al vuoto. I rami crepitano sotto il peso del mostro, le foglie tremano appena al suo passaggio: mai visto niente di più veloce. È notte fonda, ma Castiel riesce a seguire i suoi spostamenti con l’udito. Quando attaccherà, lui sarà pronto. In ogni caso non ha paura di morire. “Fatti avanti!” lo incita di nuovo e questa volta il Wendigo non se lo fa ripetere: una mano grande e pelosa gli afferra una caviglia e la sua schiena sbatte violentemente sul terriccio. Non un grosso danno, ma comunque doloroso. Il mostro lo trascina per qualche metro, Castiel si copre il volto con le braccia, stringe i denti quando il suo corpo urta qualche roccia e si premura di arrivare lucido al covo del mostro. Le rocce aiutano.
La prima cosa che vede quando riapre gli occhi nella tana del Wendigo è la più totale oscurità. La creatura lo solleva come se fosse una bambola di pezza, la puzza di carne putrida e sangue gli invade i sensi, ma nel buio li riconosce: due respiri umani. Lascia che il mostro lo appenda accanto agli altri due corpi senza emettere un suono; da un varco, la luce lunare illumina parzialmente il volto insanguinato di una delle due ragazze scomparse e Castiel non riesce a reprimere un moto di pura compassione nei suoi confronti – potrebbe esserci Claire al suo posto.
 Maledetti sentimenti. Maledetti esseri umani.
Esita soltanto qualche istante, aspetta che la creatura gli dia le spalle per spezzare i lacci che lo tengono imprigionato e trapassargli il corpo per strapparle il cuore. Il Wendigo urla e si volta per colpirlo, ma l’angelo è già dall’altra parte della tana ed il cuore pulsante del cannibale brucia tra le sue mani.
 
 *****
 
 
 
 
 
“Non pensavo che perdere qualcuno potesse essere così doloroso”, confessa ad Hannah un martedì sera, in uno squallido locale di Sacramento, uno di quelli che Dean avrebbe sicuramente frequentato (deve fare uno sforzo immane per non voltarsi ogni volta che un cliente fa tintinnare i sonagli sulla porta). Lei non sembra capire: Castiel doveva avere la sua stessa espressione quando tentava di afferrare i riferimenti di Dean. Deve ammettere che infondo è un po’ buffa.
“Hai perso un sacco di uomini quando eri un guerriero. Tu stesso ne hai uccisi molti”, il suo tono è leggero, la sua costatazione è innocente eppure è come ricevere un pugno allo stomaco. Quando eri un guerriero.
Butta giù un altro bicchiere di qualunque cosa sia prima di risponderle.
“Non è la stessa cosa. I Winchester erano speciali per me, loro sono stati la mia famiglia più di quanto lo siano stati gli angeli in milioni di anni e- non ho nemmeno avuto il tempo di… Non lo so. Dirgli addio? E ora è solo, chissà dove, a tormentarsi l’anima. Sembra che dopotutto non dovrò guardarlo massacrare il mondo”.
“Penso di capire”, dice catturando la sua attenzione.
“Davvero?”
“I sentimenti umani rimarranno sempre un mistero per me”, ammette aggrottando le sopracciglia, “ma ci ho riflettuto molto dopo essere tornata in Paradiso. Molti angeli si sono rifiutati di farlo. Dicevano di aver finalmente trovato una ragione alla loro esistenza, che il loro posto era sulla Terra- Metatron stesso ha affermato che anche tu sei innamorato dell’umanità”. Scruta il suo sguardo in cerca di una conferma, ma Castiel si ostina a fissare il bancone, abbattuto. Ama l’umanità, è vero. Eppure la odia con tutto se stesso, perché Dean Winchester ha scelto di non esserne il carnefice – e cos’è l’umanità tutta senza il suo essere umano più virtuoso?
“Credevo anch’io che il mio posto fosse sulla Terra, pensavo che la mia ragione di vita fosse aiutare le persone, continuare l’attività dei Winchester. Ma senza di loro, senza Dean… Non sono più sicuro che sia così”. Hannah poggia una mano sulla sua e un po’ il suo cuore di riscalda.
“Lo troverai, Castiel. Ne sono sicura”.
“Grazie”, le risponde sinceramente.
Ma la verità è che, infondo, il suo posto l’ha già trovato.
 
*****
 
Il libero arbitrio è una stronzata colossale. Fare scelte, subirne le conseguenze, assumersi responsabilità; Castiel ha sempre cercato di fare la cosa giusta. Quasi sempre è stato costretto a chiedere scusa, ma non ha mai dubitato di sé, non ha mai dubitato di essere stato stupido per una buona ragione. Se sbagliava, il che capitava spesso, cercava di rimediare – falliva e faceva penitenza.
Questa volta, però, può scegliere per se stesso: sbaglierà o farà bene, al mondo non cambierà nulla. Nessun peso sulle spalle, nessuna vita innocente da sacrificare – nessuno a cui chiedere scusa.
Infondo una cosa giusta da fare non c’è. Non può riportare indietro Dean, ovunque egli sia, e non può starsene con le mani in mano senza rischiare di impazzire; cacciare non lo distrae più di quanto gli ricordi i cacciatori e, d’altronde, otto anni lontani da casa sono troppi anche per lui.
“Devi uccidermi”, dice poggiandosi alla scrivania del bunker, le braccia incrociate al petto. Ha indossato il logoro trench beige per l’occasione – sa Dean quanto ci tiene – e la vecchia cravatta blu. L’uomo in nero di fronte a lui inarca platealmente un sopracciglio.
“Un tempo si usava buttarsi sotto ad un treno. Non il mio genere preferito, ma sicuramente uno dei più efficaci per raggiungere l’aldilà”.
“Io non voglio morire- non esattamente. Devi spedirmi dove hai relegato Dean Winchester, otto anni fa”.
“Pensavo di non dover più sentire quel nome”, l’uomo si lascia cadere stancamente su una sedia e ruba una tortillas dal vassoio che l’angelo gli ha gentilmente preparato – un tempo, pensa amaramente il Tristo Mietitore, le persone lo temevano molto di più. Non che gli cambi qualcosa, comunque. “Inoltre non è una buona idea. Per quanto ne sappiamo di Dean Winchester potrebbe non essere rimasta che l’ombra”.
“L’ho lasciato solo anche troppo a lungo. Il mio compito sulla Terra ormai è finito, lascio il bunker e l’attività di famiglia in buone mani; Claire e la sua squadra di cacciatori non hanno più bisogno di me: è ora di tornare a casa”.

 

#Angolo della procrastinazione 

Heyoh boys!
Ebbene si, con due long da aggiornare mi metto a scrivere queste cose che- argh. Avevo bisogno di piangere e condividere feels.
Io volevo che finisse così perchéssi (non è vero, io voglio che Supernatural non finisca mai HAHA-)
Btw, quest'angolo si chiamerà così da oggi in poi perché è cosa BBuona e GGiusta. Un po' meno buonaeggiusta è la procrastinazione, ma c'è, esiste, è realtà quindi ce la teniamo e pace, aggiungiamola ai mali che affliggono il mondo perché avevo una lista chilometrica di cose da fare quest'estate e non farò un beneamato, se non rewatchare Supernatural ancora e ancora fino ad ottobre #SorryNotSorry
Ad ogni modo, se mi cercate (ma chi te caga...), da qualche tempo sono social! #VenitemiACercà

Come sempre, un enorme grazie a chi ha letto fin qui e non dimenticate di recensire!
AlfiaH <3

 
  
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