Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
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Autore: alessiap93    12/06/2015    0 recensioni
Haley Connery è una semplice ragazza del New Jersey. E' popolare e piena di affetto. Riesce a gestire perfettamente tutti i suoi doveri da teenager, nonostante il suo piccolo "dono" di vedere i fantasmi. Costretta a trasferirsi in Italia, dal nuovo fidanzato della madre, si ritrova a guardare la sua vita da una nuova, diversa prospettiva. Ciò che per lei era diventato normale, si rivela qualcosa che non aveva mai vissuto in tutta la sua vita. Amori che non aveva mai visto né in televisione né letto in nessuno dei suoi romanzi. Una storia coinvolgente ai confini della realtà.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Coperte fino al collo, io e mia madre ci avviammo cariche in aeroporto e subito ad attenderci notai James e Claire mano per mano. Mi fermai davanti a loro, guardai Claire, aveva già gli occhi rossi e gonfi, chissà quanto ha pianto per me, mentre James era impassibile, voleva fare il duro, ma conoscendolo dentro bruciava di dolore. Con un abbraccio di gruppo tutti e tre cominciammo a singhiozzare, Claire parlava ma era incomprensibile. «Ti prego non andare», piangeva come una fontana. «Non cominciare, sei stata tu la prima a dirmi con sicurezza: "senza rimpianti!" Hai dimenticato?» mi faceva male vederla cosi, ma dovevo lasciarmi molte cose alle spalle. Mentre aspettavamo il mio volo, ci andammo a sedere e cominciammo a organizzarci su quante volte a settimana ci saremmo messi in contatto. Nel frattempo una voce femminile annuncia il mio volo, gli occhi di Claire andarono subito su di me e cominciano a farsi lucidi, mi alzai e l'abbracciai fortissimo. James non parlava, ci guardava con mente lontana. «Mi raccomando James, tienila d'occhio» sorrisi mentre abbracciavo Claire. Poi abbracciai anche lui e con la voce spezzata mi disse: «Senza rimpianti!» «Haley, andiamo!», mi voltai verso mia madre che, con fretta e furia agitava braccia e mani. «E' ora di andare, ragazzi mi farò sentire. Vi voglio bene», li guardai per un' ultima volta negli occhi con la consapevolezza che forse non sarei più tornata. Probabilmente era vero, io non sarei più tornata. Mi allontanai da loro, raggiunsi mia madre ed entrambe andammo incontro a una nuova vita senza saper nulla di quello che ci aspettava. Appena trovati i posti mia madre cominciò a sorridere, ma aveva gli occhi lucidi. Sorrisi, «Mamma che succede?» «Stiamo camminando a passi più decisi» «E' vero, mamma grazie, senza di te sarei ancora a casa sotto le coperte cercando di rimarginare le ferite». Mi cinse in spalla e con un solo sguardo mi dette tutto il calore che serviva in quel momento. Ero felice anch’io, finalmente. Dopo dieci minuti mia madre si addormentò ed io misi l' auricolare ascoltando la mia playlist preferita. Le ore passavano e senza accorgermi del tempo mancava poco al nostro arrivo, e così erano le 22:00. Mia madre mi teneva la mano e la stringeva fortissimo, si girò verso la finestra e guardò il cielo stellato. «Ci siamo» sorrise e si morse un labbro, era tesa. Senza rimpianti, pensai tra me e me. Feci un gran respiro e chiusi gli occhi, chissà se incontrerò nuovi amici lì, il tempo era diverso e le abitudini altrettanto... la mia nuova vita sarebbe stata completamente diversa. Eccoci arrivate in aeroporto a Palermo. Paolo ed Emy, la mia nuova sorellastra, ci aspettavano lì sorridenti. «Buonasera, lasciate che prenda le vostre cose» sorrise e dette un bacio a mia madre, mentre io abbracciavo Emy. Feci un sospiro e ci avviammo in macchina: che spettacolo l'Italia. Arrivati a casa, ci avviammo verso il salotto, Paolo era stanchissimo mentre io ero davvero carica. Non avevo mai visto una casa cosi grande! Ero come Mary Lennox nel suo giardino segreto: avevo una grandissima voglia di esplorare e di imparare cose nuove. Vagando per la grande casa, trovai finalmente la mia nuova camera: il doppio della mia vecchia camera! Mi sentivo fin troppo viziata, ma mi sacrificai e cominciai a dare un'occhiata al guardaroba, insomma un po' di qua e la. All'interno della casa si percepiva una sensazione di calore, anche se fuori pioveva. Ma io adoravo la pioggia e non mi dispiaceva averla trascinata fino in Italia. Bussarono alla porta, era mia madre: «Piccola, come va?» «Oh grazie, va tutto a meraviglia» «Hai visto come piove? Sembra proprio che portiamo una gran sfortuna, dappertutto!» «Eh sì, è una condanna! Buonanotte allora» dissi stiracchiandomi. «Sì, 'notte piccola» mi sorrise e si chiuse la porta alle spalle. Domani era un nuovo giorno, il primo giorno della mia nuova vita! Un nuovo inizio, senza rimpianti. Quella mattina fu un grandissimo arcobaleno a svegliarmi. Avevo voglia di cantare, gli uccellini cinguettavano, mi sentivo come Biancaneve e i suoi meravigliosi animali cantanti. Sfortunatamente e stranamente erano le 6:15, così non avendo nulla da fare andai subito in bagno e mi lavai, misi una tuta qualsiasi e scesi al piano di sotto. Notai Paolo già sveglio che poco dopo sarebbe dovuto andare a lavoro, ma non si stava preparando, stava solo sfornando cornetti al cioccolato per tutti noi. «Buongiorno, Haley», disse lui mettendo nutella, marmellata e cappuccini a tavola. «Buongiorno a te!», mi alzai in punta di piedi e gli detti un bacio in guancia, era il minimo per tutto ciò che aveva fatto per me e mia madre. «Mia madre dorme ancora? Vuoi che la svegli?» «Ma no! Sarà ancora stanca per ieri sera, il viaggio e tutto il resto, lasciala dormire ancora un po'» All'improvviso entrò un ragazzo, biondo con occhi potentemente azzurri, praticamente l'opposto di me, poiché io avevo colori e lineamenti mediterranei, anche se provenivo dagli Stati Uniti e in Italia ci avevo messo piede da dieci ore circa. «Ciao!», dissi subito impuntandomi verso il biondo. Lui bofonchiò qualcosa d’incomprensibile e scappò dalla cucina. «Haley, chi hai salutato?», chiese Paolo distratto. «Il ragazzo che è appena... » indicai con un pollice l'ingresso, poi capii. Era un fantasma! Paolo non aveva notato nessuno e nemmeno sentito che qualcuno gli si urtava contro... Ecco ci risiamo.
   
 
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