Jamila ama Yuki.
L’ha capito quando si sono separate la prima volta, quando si è accorta che quella piccola ragazza conosciuta meno di un anno prima le mancava più di chiunque altro.
Ne ha avuto conferma quando poi si sono rincontrate, quando si è accorta che semplicemente rivedere il suo viso la rendeva felice.
Jamila ama Yuki, in ogni suo dettaglio.
Adora la sua pelle diafana e i suoi capelli lunghi e lisci, che le danno l’aspetto di una bambola.
Adora il suo talento artistico, e come riesca ad eseguire con eleganza qualsiasi azione, dal dipingere una tela allo scolpire un blocco di ghiaccio con una motosega.
Adora persino quando la giapponese la rimprovera, con un espressione corrucciata che vorrebbe essere severa, ma che a Jamila sembra solo adorabile.
Soprattutto adora i sorrisi che l’altra le regala, e il suo sguardo sognante quando le parla di ciò che ama.
Jamila ama Yuki, perché lei è il suo sogno, la sua ragazza perfetta, la sua relazione ideale, il suo “pensiero stupendo”.
 
Anche se...
Anche se per Yuki lei è soltanto un’amica, e non sarà mai nulla più di questo.
Anche se l’attrazione che prova per Yuki è molto più fisica e superficiale di quanto Jamila non vorrebbe ammettere.
Anche se ciò che fa sognare Yuki non fa sognare anche lei. E la sua ragazza perfetta forse è soltanto un’idea.
Perché Jamila ama Yuki, ma senza amare tutto ciò che le sta attorno.
A volte Jamila si rende conto di desiderare una ragazza che non l’amerà mai, e che probabilmente neppure lei ama davvero.
E a volte si chiede se Yuki sia davvero il suo pensiero stupendo, o solamente una pazza idea.