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Autore: LaRagazzaImpossibile    13/06/2015    0 recensioni
Volete rilassarvi? Eccovi una Colepaldi leggera da leggere con una tazza di tè e biscotti!
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Togliete il Dottore, togliete Clara, togliete che Peter e Jenna sono attori famosi.
Immaginateli come una ragazza in cerca di una nuova vita e un uomo di mondo, accomunati da un incontro speciale.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Tè, biscotti e Colepaldi-
 
Capitolo 11: Chi se ne importa?
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Aprì la Sua porta, restò così un secondo, finchè il coraggio cominciò a bollire nelle sue vene.
"come fai?" chiese lei guardandolo finalmente in faccia.
"come fai a essere così...ridicolo", Peter aggrottò le sopracciglia senza dire nulla.
"non puoi, non puoi fare l'amore con me e dirmi di non innamorarmi di te, non puoi Peter, credi che il cuore funzioni a comando? Forse il tuo, il mio no, non sono come te, e ne sono fiera, ma purtroppo io...-si interruppe- mi hai conquistata Peter, con tutto il cuore, e ora? Cosa vuoi da me?"
"io...tengo a te, ci tengo davvero..ma"
"convincimi, avanti" lo sfidò, restarono in silenzio, lui imbarazzato, lei arrabbiata, arrabbiata davvero "sei un uomo di parole, solo parole, ma convincimi, adesso".
Peter abbassò la testa, non fece ne disse nulla fin quando Jenna scosse la testa ed entrò nel suo appartamento sbattendogli la porta in faccia.
Peter chiuse gli occhi e tirò un respiro deluso.
Che diavolo fai? Stupido, stupido Peter, sei uno stupido.
Qualcosa barcollava nella mente di Jenna, una rabbia, una rabbia bollente e profonda, uno di quei momenti in cui pensi "ora faccio una stronzata".
Voleva farlo soffrire, voleva farlo ingelosire e morire di rabbia a costo di rovinare se stessa, chi se ne importa di lei? è Peter che deve soffrire ora.
Prese il telefono e compose il numero di Samuel.
Attese qualche istante, tremante.
"Jenna?"
"Samuel...-la voce le tremava e riusciva a sentire le lacrime seccarsi, riusciva a sentire il peso del mondo sulle spalle, ma chi se ne importa-...possiamo vederci?"
"e me lo chiedi? Dove sei?"
"a casa mia"
"posso venire ora?"
"si, ho bisogno di parlare"
"va bene".
La cosa sembrò strana a Samuel, dopo l'ultima volta, era strano che ora Jenna lo chiamasse ma...chi se ne importa?
Fatto sta che corse da lei, in meno di 40 minuti si presentò a casa sua, nel frattempo Jenna si era sistemata.
Arrivato davanti al suo palazzo, Samuel aveva intenzione di andarsene via, aveva paura di imbattersi in Peter, esitò qualche istante, si guardò intorno e salì di corsa bussando con frenesia.
"Jenna? Sono io".
Il cuore di Jenna cominciò a lamentarsi, che diavolo aveva fatto? C'era davvero Samuel lì fuori? Ma era la voglia di far ingelosire Peter, deve capire cosa ha perso 'oh Peter, hai perso me, l'unica donna che ti ama così tanto'.
"Samuel".
Per lui era sempre bellissima, e si leggeva nel suo sguardo cattivo.
"Jenna"
"ascolta, non so perchè ti ho chiamato...forse...ho sbagliato...vai via"
"cosa? Sono venuto fin qui per niente?" in quel momento Peter aprì la porta e vide Samuel davanti a quella di Jenna, Samuel lo guardò, fece per spaventarsi, quando Jenna, con un gesto totalmente inaspettato afferrò Samuel e lo tirò a sè piantandogli un bacio deciso che lui ovviamente ricambiò mettendole le mani sui fianchi.
Il cuore di Peter perse un battito. Non potè fare altro che guardare la scena e..beh, morire.
Chiuse la porta dietro di sè e scese le scale continuando a guardare l'avidità di quei corpi così vicini.
Jenna teneva gli occhi aperti durante il bacio per guardare Peter andare via, quando lui scomparve dalla sua vista, staccò Samuel da sè e disse "no...non sei venuto qui per nulla, ma ora devi andare".
"Sei strana...-prese il suo mento con l'indice, dolcemente-...ma a me piaci così".
La baciò dolcemente sulle labbra e andò via.
Oh, supida, stupida Jenna, sei una stupida.
La giornata non è nemmeno iniziata, e la sua vita è praticamente un disastro! Tuttavia si preparò per andare a lavoro, lasciò casa e cercò qualcosa per distrarsi, e il lavoro era l'unico modo.
Giornata monotona alla caffetteria, Jenna restò in silenzio tutto il giorno, tranne coi clienti ovviamente, con lei c'era solo Karen quel giorno.
Quando tolse la divisa per andare a casa, trovò un messaggio sul cellulare, credeva fosse Peter, certo lo sperava, ma non lo era.
"Passo a prenderti alle 21.00."
Samuel.
Ma si, facciamolo ingelosire.
Accettò l'invito, tornò a casa e si preparò per la serata, si sentiva acida, si entiva un po' perfida, come se potesse controllare quell'uomo, come se potesse controllare Peter e sapeva come farlo.
Indossò un vestito corto, ma non troppo, era bellissima, un trucco sbarazzino aveva cancellato il dolore della notte prima, ma solo esternamente.
Non c'era quella frenesia che aveva quando Peter andava a prenderla, era totalmente diversa l'aura in quella casa.
21:00.
Samuel, tremendamente puntuale.
Peter no, Peter era sempre in ritardo.
Sentì bussare, una bussata normale, quella da vicini di casa, tranne Peter.
Peter bussa quattro volte.
Jenna apre la porta, samuel è lì, in jeans e camicia.
Peter aveva la cravatta nera quella sera, "ciao" disse Samuel con voce calda dandole un bacio.
Peter invece non disse nulla perchè quella sera Jenna era bellissima davanti a lui, l'aveva salutata bacandole la mano.
Peter era il suo cavaliere d'argento.
Samuel...era Samuel.

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Scusate l'assenza, ma questo esame mi distrugge, tranquilla, questa storia arriverà alla fine.
Sempre se finirà ;)
 
   
 
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