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Autore: TsubamePhoenix    13/06/2015    4 recensioni
Una ragazza spaurita, che non ricorda nulla del suo passato, prende in mano la sua vita e cerca di ricominciare. Ma la notte nel suo cuore si annidano le ombre di un qualcosa più grande di lei, che tanto teme. Riuscirà a sopravvivere a se stessa?
Un ragazzo, spensierato e felice. Un ragazzo che nasconde un enorme segreto dietro un sorriso dai mille significati. Un amore non corrisposto, l'ingresso di un tunnel e la luce. Una luce che lo porterà in salvo. Una luce a cui affiderà la chiave del suo cuore. Riuscirà a non precipitare nel vuoto del suo dolore ?
Due ragazzi, le cui vite si incrociano per caso. Le cui vite si annodano, per non sciogliersi più. Due ragazzi dal passato segnato. Due ragazzi che, insieme, cercheranno di lottare, ma la quiete dopo la tempesta esisterà anche per loro ?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
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Ciao a tutti! 
Non sono sparita! Sono ancora qui! E non ho abbandonato questa storia. 
Sono sempre io (Sirius_0088), ma ho cambiato nickname. Se vi interessa il motivo di questa nuova scelta lo troverete al fondo della mia bio. 
Detto ciò, vi lascio al capitolo! 

Lo voglio dedicare ad una mia carissima amica :
è grazie a te se ancora scrivo! Grazie! 

 


Every Rose has its Thorn
 
 
 


"Oh Dio Fred... " sussurrò Hermione assaporando lentamente una forchettata di spaghetti allo scoglio. "Sono deliziosi..." sorrise lei, ad un orgoglioso ragazzo che si beava dei suoi complimenti.
 
Fred rise e poi ghignò malizioso. Hermione finì di gustare quella forchettata di spaghetti, si pulì educatamente la bocca con un tovagliolo e sorrise ancora al rosso.
 
"Fred! Mi avevi nascosto le tue doti culinarie!"
 
"Ah Hermione, se ti avessi rivelato quanto la mia cucina sia fantastica avresti approfittato di me!" I due risero di cuore, e finirono di mangiare quegli spaghetti così deliziosi, cucinati da un ragazzo che aveva tutta l'intenzione di stupire la sua coinquilina.
 
"Ti voglio portare in un posto. Voglio festeggiare per il tuo nuovo lavoro e Ginevra mi ha detto che domani mattina è di turno lei, così puoi riposare."
 
"Dove mi vuoi portare?"
 
"Sai, c'è una piccola discoteca molto bella nella città subito dopo la nostra. Mezz'ora di macchina e siamo lì. Beviamo qualcosa, brindiamo al tuo nuovo lavoro, balliamo, ci divertiamo... Anche se hai diciannove anni passi benissimo per una ventunenne e oltretutto sei accompagnata da me. Si può fare! Che ne dici, Mione?"
 
Hermione ci pensò un po' su, non sapeva se accettare o no. In fondo lei aveva ricominciato da capo la sua vita da poco più di tre mesi, non sapeva, non ricordava, se fosse mai stata in una discoteca. Oltretutto il giorno dopo nel pomeriggio avrebbe lavorato e aveva paura di esser poi troppo stanca per impegnarsi e concentrarsi al massimo in libreria.
Poi però pensò che, in fondo, doveva proprio divertirsi un po' e passare due, tre ore stretta a Fred a ballare con un cocktail in mano non era un'idea così malsana.
 
"Va bene Fred, ma non torniamo dopo le quattro! Sennò se domani mi addormento in libreria te la faccio pagare!"
 
Fred sorrise, soddisfatto, e con la mente già era su quella pista, stretto alla sua riccia, a ballare e ridere come mai prima.
 


 
§
 
 


Quando arrivarono in discoteca era già buio pesto, la mezzanotte era passata da tre quarti d'ora e il freddo della notte provocava brividi sulle braccia e lungo la spina dorsale ai due ragazzi.
 
Il vestito corto di Hermione non la aiutava di certo. Era nero, la gonna plissettata arrivava a poco meno di metà coscia, la parte superiore era interamente di pizzo, le maniche erano a tre quarti e uno scollo profondo scendeva a V sulla schiena fino a ricongiungersi con la gonna.
 
Fred si era vestito in modo semplice e comodo, un paio di blue jeans e una camicia bianca con le manche arrotolate fino ai gomiti.
 
Hermione si strinse nella giacca di pelle e ondeggiò veloce e sicura sui tacchi alti fino all'ingresso della discoteca. Entrarono felici e subito si adattarono al caldo, alla musica alta e alla folla.
 
Hermione posò la giacca nel guardaroba e, dopo aver preso Fred per mano, si diresse al bancone. Voleva brindare, subito. Senza aspettare un minuto di più.
 
La ragazza ordinò un Mojito senza problemi. Con quegli occhi contornati di nero e dalle lunghe ciglia e quelle labbra rosse come la più matura delle ciliege sembrava una venticinquenne, senza dubbio. Fred ordinò un Jack Daniel's  ed entrambi si appoggiarono al bancone, aspettando i loro cocktails.
 
"Sono felice che tu abbia accettato di venire! Brindiamo, e poi ti porto a ballare!" urlò Fred, cercando di farsi sentire sopra l'alto volume della musica che stava remixando il DJ.
"Ah, non ti ho ancora detto quanto sei bella, vestita così!"
 
Hermione arrossì violentemente, ma grazie alla penombra e alle luci strobo, riuscì a nascondere l'imbarazzo. "Anche tu non sei male..." Fred sorrise e scosse la testa.
 
Prese i due bicchieri che gli stava porgendo il barista e passò il Mojito ad Hermione, poi alzò il suo bicchiere e "Brindiamo. Al tuo nuovo lavoro, e alla tua bellezza!" fece scontrare il suo bicchiere con quello della ragazza, che rideva di cuore.
 
Bevvero lentamente, osservando la pista gremita di ragazzi e ragazze che si dimenavano ballando e ridendo.
 
Ad un certo punto, quando oramai avevano finito il secondo alcolico, Fred prese la mano della riccia. La tirò a sè. "Mi offre questo ballo, oh mia donzella?"
 
Hermione gli tirò uno schiaffetto affettuoso sulla spalla e lo seguì in pista.
 
Iniziarono a ballare, vicini, lasciandosi trasportare dalla musica.
 
Dopo un paio di canzoni erano entrambi sudati e stanchi. Il DJ mise una canzone romantica e lenta e Fred si avvicino pericolosamente alla riccia. Le accarezzò i fianchi e, guardandola negli occhi, iniziò ad ondeggiare, piano, in sincrono con lei.
 
Hermione poggiò le sue mani sulle spalle del ragazzo, e poi le portò dietro al suo collo, intrecciandole. Fred spostò le sue mani fredde sulla schiena calda e nuda di Hermione, che sussultò e rabbrividì, facendolo sorridere. La strinse di più a sè e continuarono a ballare per tutta la canzone, guardandosi negli occhi.
 
"Grazie Fred."
 
"Per cosa mi ringrazi, ragazza?"
 
"Per avermi portata qui. Per questo ballo, per le tue mani sulla mia schiena, per la tua vicinanza fisica e morale. Grazie per il brindisi e per i tuoi abbracci. Grazie di esserti aperto con me e di avermi accolta nella tua vita senza ripensamenti, senza nemmeno sapere chi fossi."
 
"Piccola Mione, sono io che devo ringraziare te. Sono io..."
 
La canzone romantica finì, e tornò una musica più forte ed elettronica. Hermione si staccò da Fred e tornò al bancone. Fred non la seguì, andò, invece, al bagno.
 
"Un Mojito"
 
"Te lo offro io dolcezza" la voce rauca di un uomo sulla quarantina interruppe Hermione mentre ordinava da bere. "Come ti chiami dolcezza?"
 
"Non sono affari suoi, e non voglio nulla da lei. Da bere me lo offre già il mio accompagnatore."
 
"E dove sarebbe il tuo accompagnatore? Io non lo vedo... mi chiamo Ethan" le disse, allungando la mano per stringere quella di Hermione.
 
"Io mi chiamo Hermione, ma davvero: non voglio nulla da lei"
 
"Va bene" asserì infine lui, facendosi più vicino. "Almeno vuoi venire a ballare con me?"
 
Hermione fulminò con lo sguardo Ethan e, senza pronunciare un altra parola si voltò verso il barista che, sorridendo, le stava porgendo il suo Mojito.
 
Bevve tranquilla, l'alcool le scaldava la gola e poi giù, fino a scaldarle in qualche modo pure il cuore. Osservava la pista e ,leggermente ansiosa, cercava Fred tra la gente. Quell'uomo, Ethan, era ancora lì, a pochi metri da lei e la stava guardando fin troppo attentamente.
 
Ora basta. Hermione poggiò il bicchiere ormai vuoto sul bancone e si allontanò, in direzione dei bagni. Voleva trovare il suo rosso. Voleva abbracciarlo e non allontanarsi più da lui per il resto della serata. Lo sguardo di quell'uomo l'aveva impaurita e non poco.
 
Lanciò un 'occhiata veloce nel bagno degli uomini ma non  lo vide. Allora entrò in quello delle donne. Si sciacquò la faccia con dell'acqua fredda, facendo attenzione a non bagnare nè gli occhi nè le labbra. Non aveva portato con se i trucchi, per aggiustarsi.
 
Uscì e si appoggiò al muro, chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Non mi può succedere niente. Sono sola ma tra poco Fred arriverà. Mi vede di sicuro, sono qui, vicina al bagno, e lui è qui che è venuto. Adesso arriva.
 
Una mano grossa e ruvida si aggrappò alla spalla di Hermione, che per lo spavento spalancò gli occhi. Ethan le stava davanti, a pochi centimetri da lei. Le bloccò le mani contro il muro e si avvicinò al suo volto. Hermione urlava e si dimenava cercando di liberarsi dalla presa dell'uomo, ma era troppo forte. Lui la teneva ferma con le gambe, con una mano inchiodò i polsi della ragazza sopra la sua testa e portò l'altra mano sulla sua coscia sinistra. Iniziò a sfiorarle la pelle, e salì, fin sotto l'orlo del vestito. Le strinse il gluteo così forte che Hermione urlò più forte e morse il braccio con cui l'uomo la teneva ferma.
 
Nessuno sembrava accorgersi di quello che stava succedendo.
 
"Non mi fai male, dolcezza. Ora stai ferma, se non vuoi che sia io a far del male a te."
 



 
Hermione piangeva. Il corpo di un uomo pesava sul suo, piccolo e minuto. Sentiva i singhiozzi di sua madre provenire dal salotto.
 
Poco prima era andata in cucina  per edere cosa stava succedendo e aveva trovato suo padre, ubriaco, che puntava un coltellaccio addosso alla sua mamma.
Aveva urlato, Hermione, era scoppiata a piangere.
Sua mamma le aveva detto che andava tutto bene, che quello era solo un gioco.
 
"Torna nella tua camera Mione. Adesso vengo a cantarti la ninna nanna"
Ed Hermione così aveva fatto. Era tornata nella sua camera, aveva chiuso la porta per non sentire più le urla di suo padre e i singhiozzi della mamma.
 
Si era messa il pigiama e si era coricata sotto le coperte.
Aveva acceso la luce e si era messa a leggere un libro. Era bello. Tutto colorato, pieno di disegnini. Glielo aveva regalato la sua amica, Giulia, per il suo settimo compleanno, caduto una settimana prima.
 
La porta si aprì e Mione si volò felice che la sua mamma fosse già lì da lei.
Ma si trovò ad osservare il volto arrabbiato di suo padre.
 
"Tu non dirai nulla del gioco che hai appena visto. Non lo dirai a Giulia, non lo dirai ad Adrian, alla nonna. Tu starai zitta bambina. E' abbastanza chiaro?"
Hermione annuì, spaventata.
 
"Secondo me non è abbastanza chiaro. Facciamo così, ora stai ferma. Voglio farti capire quanto posso arrabbiarmi, se andrai a dire qualcosa a qualcuno."
 
Rod si avvicinò alla bambina e posò il coltello sul comodino. Abbassò le coperte e guardò il corpo minuto di sua figlia. "Togliti il pigiama" E così Mione fece, spaventata più di prima.
 
Rod accarezzò le cosce della bambina, le strinse la carne e la graffiò con le unghie rotte e smangiucchiate. Hermione urlò.
 
"Oh no bambina. Stai zitta. Se non stai zitta ti faccio male."
 
Hermione deglutì e vide Rod prendere il coltello e passarlo sulla sua pelle liscia. Una lunga striscia rossa comparve sulla sua coscia sinistra.
Il dolore era un qualcosa che la bambina mai aveva provato prima. Strinse forte gli occhi, ma non urlò Aveva troppa paura di sentire altro male.
 
Quando aprì gli occhi vide suo padre ridere e spogliarsi.
 
Chiuse gli occhi un ultima volta e, piangendo, non li riaprì fino alla mattina dopo.
 
 



Hermione urlò, l'alito di Ethan puzzava di alcool e le arrivava dritto sul volto. Aveva paura.
 
Poi non sentì più il peso del corpo dell'uomo su di sè, non sentì più la sua mano sulla gamba nè le sue dita strette intorno ai suoi polsi.
 
Aprì gli occhi e lo vide a terra. Incosciente. Fred si stava avvicinando a lei, si massaggiava con una mano l'altra. Hermione scoppiò a piangere, stremata dal ricordo e dalla paura. Si aggrappò a Fred e svenne.






 
Angolo Autrice : 
Ciao di nuovo! 
Vi voglio chiedere ancora scusa per il ritardo vergognoso con cui ho aggiornato questa mia storia. 
Vi prometto che non la lascerò incompiuta, ma non credo che riuscirò a rispettare semre la scadenza del martedì. Mi dispiace davvero tanto. 

Con la speranza che non vi dimentichiate mai di me e di questa mia fanfiction. 

Detto ciò, il titolo è un verso di " Every Rose Has Its Thorn" (quindi anche titolo della canzone stessa), Poison. 
Ovviamente è legata ad Hermione e al suo passato, che in questo capitolo prende una svolta decisamente brutta. 
Hermione è bella e fresca come una rosa, ma come tutte le rose ha la sua spina. E la sua spina è Rod. 

Ci sono ancora molte cose da scoprire sul passato di Mione, ma con questo capitolo si inizia a capire la trama del suo dolore, e la fonte dei suoi mostri. 

Non voglio annoiarvi troppo con questa nota, devo solo più dire due cose! 

La prima, Fred_Mione98 : GRAZIE! E' a te che ho dedicato questo capitolo. 
Un capitolo importante per una persona importante, mi pare più che giusto! 

La seconda, http://oi58.tinypic.com/2881pww.jpg questo è il link per vedere l'abito che Hermione ha indossato per andare in discoteca. 

Per finire ringrazio tutti quelli che ancora seguono questa mia storia e che la recensiscono, anche se siete diminuiti vi voglio sempre un gran bene! 

Con affetto,
C. 
 
 
  
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