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Autore: Roberta_redrose    13/06/2015    0 recensioni
Carmen Black è una giovane ragazza. Si trasferisce in un paese di montagna perennemente innevato, per frequentare una famosa e nota scuola. Qui, incontrerà dei ragazzi, che le faranno capire il vero senso della parola AMICIZIA.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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       capitolo 1
Il paesaggio che mi si apriva davanti era qualcosa di meraviglioso. Dopo le interminabili ore in autobus per arrivare qui, finalmente qualcosa mi ripagava. Le montagne difronte a me erano innevate, mentre il paese era ricoperto da un sottile strato di neve bianca. Faceva molto freddo. Il mio spesso maglione di lana rossa non teneva caldo. Cercai le mie due valige rosa e il mio zaino verde. Dopo averle trovate mi recai verso il centro città. Ci volevano circa 10 minuti a piedi. I negozi e i ristoranti erano molto vicini tra loro, mentre le case e gli hotel erano più distanti. Stranamente, il mio albergo si trovava in centro, così mi recai lì. Un'insegna richiamava la mia attenzione “Hotel delle nevi”, così spinsi la porta d'ingresso che tintinnò ed entrai. L'atrio principale era molto accogliente. Un esteso tappeto di colore blu notte pieno di ricami bianchi, ricopriva il parquet chiaro. Ai lati si trovavano dei piccoli divani a due posti, bianchi come la neve. C'erano molte candele e un grosso camino acceso. La receptionist mi aspettava dietro al suo bancone di legno scuro. Portava un cappello giallo sulla testa ed era vestita dello stesso colore. Era una ragazza molto carina, avrà avuto 30 anni. Mi salutò e chiese chi fossi. «Buongiorno, sono la signorina Carmen Black. Mio padre ha prenotato una suite per me.» I miei genitori erano persone molto conosciute. Non solo per il loro grande lavoro, ma anche per le azioni di beneficenza che hanno fatto. Dato che mio padre era molto ricco, spesso regalava soldi ai più bisognosi. Era molto noto in tutti i paesi, per questo. «Oh, si certo! Dovrà stare qui per un anno, giusto?» mi domandò curiosa, dandomi una chiave elettronica e un foglio con scritto gli orari della mensa e i coprifuochi. Purtroppo si, sarei dovuta stare qui per un anno intero. Mi spiace solo perché non potrò vedere il mio fratellino, Eliot. «Si. Per caso,  ci sono altri studenti in questo hotel? Sa, dovrò frequentare la scuola delle arti...» chiesi, sperando che molti alunni abitassero in questo albergo. Lei mi guardò e sorrise. «Si, ovvio! Proprio accanto alla sua stanza, alla n. 94, c'è un ragazzo. Si chiama Justin! E difronte, una ragazza di nome Sarah.» Finalmente qualcuno con cui avrei potuto parlare! «E ovviamente, quasi tutto l'hotel è occupato da studenti frequentanti quella scuola!» disse infine, nascondendo la faccia dietro allo schermo del computer. La ringraziai e cercai la mia stanza. Dopo aver percorso un lungo corridoio trovai la stanza n. 93, la mia camera. Usando la chiave magnetica, aprii la porta di legno ed entrai, accompagnata dai miei bagagli. La luce si accese da sola, spaventandomi un po'. La suite era molto bella. Al centro della stanza, sopra un tappeto rosso, c'era un letto matrimoniale. Le lenzuola erano di colore bianco e, si vedeva, che erano molto calde. Ai lati della stanza c'era una porta che portava al piccolo bagno. C'era una doccia abbastanza grande. E dall'altra parte della camera c'era un cucinino e un piccolo frigorifero. Un tavolo, due sedie e una poltrona. Appesa al muro, una televisione a schermo piatto si faceva notare. Infine, un immenso armadio di legno e una cassettiera mi fecero sussultare. Erano davvero bellissimi! Dopo aver controllato ogni centimetro della mia nuova casa, svuotai il borsone e le valige. E le nascosi sotto al letto. Ero soddisfatta. Una volta finito, quelle che erano pareti color azzurro cielo, erano piene di fotografie e di quadri. Il tavolo era coperto da una tovaglia rosa, il mio colore preferito. Guardai l'orario, dalla mia piccola sveglia elettronica che avevo posizionato sopra al comodino, era già mezzogiorno. E sentivo il mio stomaco brontolare. Così, decisi di cercare la mensa. Non era molto lontana. Mi sedetti ad un tavolo apparecchiato e aspettai che un cameriere mi servisse. Ne arrivò uno. «Ciao, tu devi essere Carmen!» gridò invece di prendere le ordinazioni. «Si, e tu sei...?» domandai, incuriosita da quegli occhi color smeraldo. «Oh, mi chiamo Harry. Sono uno studente e per pagare la quota, faccio questo piccolo lavoretto!» disse, indicando il suo grembiule. «Ah, piacere! Comunque, posso ordinare?» chiesi, aprendo il menù. Mi spiegò i diversi piatti del giorno e alla fine scelsi un piatto di spaghetti al pomodoro. Che secondo lui, sarebbero stati deliziosi. Ed era vero. Li mangiai in un secondo! Dopo aver preso la mia borsa, tornai in camera, dove mi concedetti un breve sonnellino.
 
 
 
Ciao a tutti!
Questa è la prima storia che pubblico. Non so davvero se vi piacerà o altro. Spero di si!
Comunque, lasciatemi i vostri commenti. Il primo capitolo vi piace?
Un bacio!
  
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