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Autore: _windowsgirls    13/06/2015    1 recensioni
Monaco, 1867.
Quando mise i piedi per terra, lasciò la gonna e si strinse le mani, camminando a passo spedito, mentre il padre la accoglieva con un braccio aperto e sua madre, composta al suo fianco, le sorrideva con un angolo della bocca. Accanto ai suoi genitori, c'era un uomo vestito di tutto punto, con un accenno di calvizia e gli occhi piccoli e rugosi. «Buongiorno, Altezza» disse con un accento diverso e strano, mentre si accovacciava in maniera buffa e affaticato per fare un inchino a Margot. Accanto a lui, c'era un ragazzo bellissimo che la ragazza si soffermò ad osservare: aveva i capelli ricci leggermente allungati e un vestito blu, con dei ricami dorati sul collo. Le fece un rapido sorriso con un angolo delle labbra, e si inchinò di fronte alla principessa senza distoglierle lo sguardo verde di dosso.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing is like it used to be'
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Problems



Chantal, sta succedendo qualcosa, ma non ne ho alcuna idea. Al palazzo regna il silenzio, tutti bisbigliano, come se qualcuno stesse perennemente a dormire. Papà ha paura, io invece non ho idea di cosa pensare. Sai qual è la cosa peggiore? Harry è partito.

Margot rileggeva quelle righe con gli occhi sbarrati, persi in quel pezzo di carta, mentre Niall mangiava una pezzo di crostata accanto a lei. «A cosa pensi?»
«A niente» disse lei, mentre accarezzava la scrittura di Liam. Perchè le aveva scritto quella cosa? E perchè al palazzo tutti erano in silenzio? «Pensi stia accadendo qualcosa?»
«Margot, tutto sta accadendo da quando sei sparita da Monaco» rispose lui scrollando le spalle, mentre le briciole del pezzo di crostata gli rimanevano attaccate alle labbra. «Non voglio demoralizzarti, però, affermando questa cosa»
Margot annuì, con gli occhi ancora fissi sulla scrittura spigolosa di Liam.
Giselle studiava con Zayn al piano di sopra, mentre Louis aiutava Bob Horan in officina, ovviamente non per fare un piacere a Niall. Era pomeriggio inoltrato e Maura avrebbe fatto ritorno in breve, tornando dal suo lavoro pomeridiano di sarta. Voleva che Giselle continuasse il lavoro di tessitrice, ma la ragazza si era sempre rifiutata, volendo fare qualcosa di più che la facesse sentire bene. Louis scostò la tendina dell'officina ed entrò in cucina, dirigendosi verso una bottiglia d'acqua appoggiata al tavolo. Lanciò una rapida occhiata a Niall e Margot e aprì lo sportello del mobile per prendersi un bicchiere, facendolo poi richiudere con un tonfo sordo, provocando un sussulto negli altri presenti. «Puoi fare più piano?» disse Niall mettendosi in bocca l'ultimo pezzo di crostata alla marmellata, parlando con la bocca piena.
Louis si riavvicinò al tavolo e si versò l'acqua nel bicchiere, con lo sguardo puntato su Niall. «No»
Niall roteò gli occhi mentre Margot sbatteva la lettera sul tavolo, infastidita da quell'atteggiamento. «La smetti, per favore?»
Louis sorrise riappoggiando la bottiglia sul tavolo e portandosi il bicchiere alle labbra, sorseggiando piano, gli occhi azzurri che sguizzavano da Niall a Margot e viceversa. Quando allontanò il bicchiere, guardò verso l'alto. «Ehm..» poi puntò gli occhi sulla ragazza «..no»
Niall si alzò in piedi facendo strisciare la sedia e allontanandosi sbuffando verso l'officina. «Aiuto io mio padre» disse passandosi una mano sulla bocca per togliere le briciole. Louis gli mostrò il pollice, Niall gli mostrò il medio e si ritirò dietro la tendina, scomparendo.
«Sei un bambino» disse Margot riprendendo in mano i bordi della lettera che le era arrivata quella mattina e da cui non riusciva a scostarsi.
Louis appoggiò con forza il bicchiere sul tavolo, pensando che si sarebbe rotto, e catturò l'attenzione della ragazza. «Io sono il bambino? O tu che non vuoi capire che tutto questo è sbagliato?» disse facendo un cenno del capo in direzione dell'officina accanto.
«Louis, sono grande, mi prendo le mie responsabilità»
«E io ho 23 anni» continuò lui mettendosi seduto sulla sedia di fronte a Margot. «Non pensi che ne capisca qualcosa di più?»
«E' la mia vita, e decido io come viverla. Tu non sei nessuno per dirmi cosa sarebbe meglio fare per me» Margot si passò una mano tra i capelli, facendo sollevare la frangetta che si era allungata e aveva bisogno di essere aggiustata. «Stiamo battibeccando su una questione di secondo piano-» ma Louis la interruppe alzando una mano «Di secondo piano? Ma ti sei fumata il cervello?» disse abbassando il tono della voce. La ragazza lo fulminò. «-quando invece dovremmo realmente preoccuparci di quello che sta succedendo!»
«E sentiamo» riprese Louis prendendo nuovamente il bicchiere in mano e iniziando a far ruotare l'acqua all'interno, creando dei minuscoli tornadi, «cosa starebbe succedendo?»
«Ha detto Liam che Harry è partito»
«Anche tu sei partita» le fece eco il ragazzo finendo l'acqua con un unico sorso. «Non vedo quale sia il problema»
Margot si alzò in piedi sventolando la lettera. «E perchè Liam mi avrebbe appuntato questa cosa? E se Harry sapesse che io sono qui?»
Louis si alzò sbuffando e portando il bicchiere nel lavabo, altamente irritato, e ciò diede la spinta a Margot per farla avvicinare, sbattendogli la lettera sul petto. «Sei un menefreghista innato! Non ti rendi conto di cosa sta succedendo? Sei venuto con me, e non ti importa di tut-»
«Margot!» Louis le bloccò le mani afferrandola per i polsi. «Tu ti sei voluta buttare a capofitto in questa situazione, non puoi proprio prendertela con me! Io ti ho accompagnato, e vuoi sapere una cosa? Quando Liam me l'ha detto, ero davvero contrario, perchè sapevo che niente sarebbe cambiato. Ma ho deciso di accompagnarti, così che anche io potessi tornare nella mia Inghilterra dopo essere stato al servizio della tua famiglia per circa 6 anni!»
Margot boccheggiò districandosi dalla sua presa, con gli occhi scuri puntati su di lui. «Perchè mi stai dicendo queste cose?»
Louis la guardò dritto in viso, essendo della stessa altezza, con le labbra serrate. «Mi sono stancato. Ero stanco di essere comandato, e ora sono stanco di fare le prediche ad una bambina capricciosa, che non sa distinguere le cose giuste da quelle sbagliate» le puntò l'indice sul petto, con i denti digrignati. «Sono stanco»
Margot si allontanò e appallottolò la lettera in mano, con le braccia allungate ai fianchi e lo sguardo fisso in quelle iridi blu. «Va bene» disse solamente, camminando piano all'indietro. «Ma se dovesse succedere qualcosa, non dirmi che non ti avevo avvisato» e andò al piano di sopra, mentre Zayn scendeva le scale allarmato.
«Che sta succedendo? Le urla arrivavano fin lassù»
Margot lo scostò con un braccio e continuò a salire, andando dritta in camera sua, trovando Giselle seduta sulla sedia con il libro chiuso sulle ginocchia. «Margot?»
La principessa si buttò a peso morto sul letto, seppellendo la testa nel cuscino, soffocando sul nascere le lacrime che premevano per uscire.




Zayn andò in officina tenendo tra le dita un foglietto ingiallito. «Allora» iniziò, mentre scostava la tendina e manteneva lo sguardo sui punti che suo padre aveva segnato, con Niall in sottofondo che martellava violentemente il metallo ardente. «Mi serve una costola di 2 metri e diametro 50 centimetri, una giuntura da sedile, il fermo delle briglie del cavallo e.. amico» disse facendo una pausa, con Niall che continuava a dargli le spalle e martellando fortemente contro il pezzo di ferro leggermente incurvato, «Mi stai ascoltando?»
In risposta ottenne solo un ruggito, e le spalle di Niall che si muovevano freneticamente per sopportare il peso del grosso martello che continuava ad inclinare il metallo ardente. Zayn aspettò che abbassasse il braccio e gli appoggiò una mano sulla spalla sudata. «Mi puoi dire che ti ha fatto questo pezzo di metallo tanto da picchiarlo così forte?»
Niall lasciò il martello che fece un rumore graffiante sul metallo, facendo rizzare i capelli sulla nuca. Si passò una mano sulla fronte e si avvicinò alla catasta della legna per alimentare il fuoco nel camino. «Sono decisamente incazzato»
«No, guarda, non l’avevo capito» rispose Zayn sarcasticamente.
Niall prese un ciocco di legno e lo lanciò nel camino, facendolo divorare tra le fiamme che lo disintegrarono in poco tempo. «Vorrei che Tomlinson fosse quel pezzo di legno lì»
Zayn si schiaffeggiò la fronte, con il foglietto ancora mantenuto tra medio e indice. «Non posso credere che sia lui il problema»
Niall si girò, con una goccia di sudore che gli scendeva dalla tempia e gli occhi che riflettevano la danza delle fiamme alimentate di fronte al suo volto. «Ogni giorno lancia frecciatine sia a me, sia a Margot»
«Ma dài, è solo protettivo..credo» disse il moro facendosi cadere su uno sgabello attaccato al muro.
«Mi ha rotto le palle!» urlò Niall girandosi verso di lui con un dito accusatore.
«Ma davvero?» Louis scostò la tendina con un sorriso furbetto sul volto e un braccio piegato sotto l’ascella. «E cosa avrei fatto decisamente?»
Niall serrò la mascella e girò piano intorno al tavolo da battitura. «Oh, non saprei. Magari rinfacciandomi che tutto questo sia uno sbaglio totale?» disse con un forte sarcasmo nascosto in quelle parole.
«Ma è la verità» Louis assunse un tono duro, aggrottando le sopracciglia, «E se tu fossi abbastanza matu-»
Non riuscì a finire perché Niall gli si avvicinò talmente tanto velocemente che non se ne accorse subito, gli prese il colletto della maglietta e glielo strinse forte, mentre Zayn si alzava facendo cadere lo sgabello per terra e mettendo un braccio tra i due. «Fermi, fermi»
«Io sono maturo, e non c’è bisogno che un cocchiere di quattro soldi me lo rinfacci!» gli sputò a qualche centimetro dalla faccia.
Louis gli appoggiò le mani sul petto e cercò di allontanarlo, senza far distogliere gli occhi dal suo sguardo magnetico. «Sei un ignorante
Zayn cercò di intromettersi con tutto il corpo tra i due, ma Niall con il braccio libero scagliò un pugno sulla mascella di Louis, facendolo cadere per terra. Il moro si portò una mano al mento, massaggiandoselo piano, mentre Zayn appoggiava entrambe le mani sulle spalle del biondo e lo riportava dietro il bancone da lavoro, facendoli stare quanto più lontani possibile. Niall da sopra il corpo di Zayn si agitava come un forsennato e gli puntò l’indice contro, mentre Louis si metteva piano in piedi appoggiandosi al muro dietro di lui. «Se Margot non avesse bisogno della tua presenza qui, sappi che io ti avrei buttato in mezzo alla strada a calci in culo, hai capito, minchione?!»
«Niall, smettila!» Zayn lo bloccò con entrambe le braccia, poi prese il martello in mano. «O giuro che te lo sbatto in testa»
«Vaffanculo!» disse Louis.
Maura Horan tornò in quel momento dal suo lavoro pomeridiano, scostando la tendina e prendendo Louis per le spalle. «Basta!» tuonò, facendo allontanare il cocchiere, «O uccido entrambi!» spinse Louis fuori di casa, controllandogli la mascella. «Vatti a fare un giro, e sbolli la rabbia, okay?»
Il ragazzo fece un urlo di frustazione e gridò così tanto da farsi sentire da Niall nell’officina. «Tutto quello che io penso è la pura realtà, e non passerà troppo tempo che anche voi ve ne accorgerete, e sarà solo colpa tua, Niall, tua!» poi si allontonò scostando la gente in mezzo alla strada che lo guardava con tanto di occhi, mentre Maura si metteva le mani al bacino e lo guardava sconsolata, non potendogli non dare ragione. La situazione stava assumendo una piega del tutto sbagliata.



Giunse la sera, e di Louis ancora non c’era traccia, non aveva ancora fatto ritorno, nonostante fosse passato di un’ora il coprifuoco. Bob Horan si alzò dalla tavola apparecchiata e guardò tutti i presenti. «Dobbiamo andarlo a cercare»
Zayn se n’era andato dopo la sfuriata dei due ragazzi, e ora al tavolo Margot, Giselle e Niall si scambiavano delle occhiate eloquenti.
«Io non vado» disse Niall mentre si portava un pezzo di pane in bocca. «Se fosse per me, potrebbe anche morire»
«Niall!» urlarono in contemporanea Giselle e la principessa. «Capisco che siate entrambi arrabbiati, ma non si augura mai una cosa del genere»
«E' solo un coglione!» esclamò il biondo guardando la sorella con tanto di occhi. Poi abbassò lo sguardo dopo che suo padre ebbe sbattuto il palmo della mano sul tavolo in legno della cucina. Maura guardava preoccupata il posto di Louis, sentendosi in colpa per averlo mandato via, mentre Margot si chiedeva dove potesse essere finito. Erano fin troppi giorni che passavano il loro tempo a litigare, e la principessa, nonostante tutto, ne era amareggiata. Sì, perché, invece di battibeccare, avrebbe dovuto ringranziarlo per averle permesso di portare avanti il viaggio, superando qualsiasi ostacolo che le si fosse presentato davanti. In quell’avventura, la figura del cocchiere era molto importante, e Margot aveva incominciato a pensarci veramente dopo la sfuriata e le parole che le aveva lanciato contro in quell’attimo di furia improvvisa.
Niall osservava la principessa pensierosa, non potendo fare a meno di ragionare su tutta la questione. Nonostante provasse un’antipatia innata nei confronti del cocchiere, in quanto nell’ultimo mese si era dimostrato molto indisponente nei confronti di tutti, non poteva non dargli ragione. E non poteva neanche prendersela con Margot. La colpa di tutto quello era solo sua.
Se non si fosse interessato a Margot fin dal primo momento in cui aveva messo piede in quella casa, con i vestiti logori, consumati e l’aria stanca dal tanto viaggiare, tutto il problema non sarebbe esistito. Se avesse messo un freno ai suoi ormoni, tutto di quella storia sarebbe andato bene. Louis aveva ragione, nessuno sarebbe uscito indenne da quella storia malsana e inutile, ma come si può ostacolare un sentimento? Una persona come potrebbe privarsene? Margot gli piaceva troppo, con quei suoi modi pacati e gentili, sempre in ordine, la mania della pulizia, la volontà di aiutare.. le piaceva ogni singola cosa, e da quando avevano deciso di provare quell’avventura, la stava conoscendo di più ogni minuto che passavano a parlare.
Margot alzò lo sguardo e incontrò il suo, e Niall vi scorse la preoccupazione che le chiudeva lo stomaco, facendola solo giocare con le cose nel suo piatto, intatte. La principessa avrebbe potuto litigare con chiunque, ma il suo istinto regale le faceva sempre mettere prima gli altri al posto di se stessa, e Niall le voleva bene anche per quello.
«Lo vado a cercare io» disse il capo famiglia mettendosi in bocca un ultimo pezzo di pane.
Stava per avviarsi all’ingresso, lasciandosi alla spalle un clima carico di tensione di ogni tipo, quando la tendina di ingresso venne spostata velocemente, con un Louis che si inginocchiava per terra con l’affanno e una mano attaccata ad un ginocchio, mentre faceva dei grossi respiri per calmarsi. Tutti si misero di scatto in piedi, ma la prima a raggiungerlo fu Maura che si inginocchiò di fronte a lui e lo strinse in un abbraccio.
«Stai bene, ero così in pensiero per te!»
Ma Louis la scostò con una mano, alzando lo sguardo su tutti gli altri che gli si erano radunati accanto. Aveva ancora l’affanno, ma almeno era capace nuovamente di parlare. «St..Sta..»
Margot gli si avvicinò, mettendosi avanti a tutti gli altri. «Cosa è successo? Dove sei stato!?»
Louis prese un grossa boccata d’aria e le puntò gli occhi leggermenti arrossati addosso, con i vestiti un po’ bagnati dall’umidità. «Sta arrivando!» disse con un unico fiato, dopodichè venne messo in piedi, ma si sporse verso Margot e le diede una spintarella con la mano. «Devi..nasconderti..» sussurrò, stanco per la corsa e i capelli appiccicati alla testa.
«Cosa?» Giselle si avvicinò alla principessa, mettendosi al suo fianco. «Perché?»
«Sta..»
«"sta" cosa? Muoviti, pirla!» urlò Niall infastidito da tutta quella presa di tempo.
Bob gli lanciò un’occhiataccia. «Sta’ zitto»
«Sta arrivando!» esclamò Louis a voce più alta, mentre faceva un segno al piano di sopra. «Vai, Margot!»
«Ma chi sta arrivando!?» esclamarono Giselle e Niall insieme, ma la principessa, vedendo lo sguardo annebbiato di Louis, le mani animate da un leggero tremolìo e le labbra in un’inclinazione preoccupata, capì tutto, e collegò la lettera di Liam.
«Harry» disse in un sussurro, sentita da tutti in un attimo di silenzio. «Sta arrivando Harry»





Spazio autrice
CIIIIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAAAO A TUTTI, come state? Spero tutto bene :)
Intanto, prima di iniziare vorrei augurare buona fortuna a chiunque debba sostenere degli esami questa settimana. Andrà tutto bene se avete studiato :)
Okay, passiamo al capitolo.
In ordine, vediamo Louis e Margot che litigano, seguiti da Tomlinson e Horan che intavolano una rissa che viene soppressa (o meglio, cercato di sopprimere) da Zayn e, in piccola parte da Maura che, una volta che Louis è scomparso, si sente in colpa.
E così arriviamo alla parte più importante: Harry sta arrivando, ragazze!
Cosa vi aspettate che accada, a questo punto? A tal proposito, ci tengo a dirvi che molto probabilmente la settimana prossima aggiornerò tipo mercoledì o giovedì, semplicemente perché, andando a mare, non ce la faccio con i tempi ahahah. Se vedete che mercoledì/giovedì non vi è alcun aggiornamento, significa che è sabato regolarmente :) okay, quello che ho detto è un casino ma vabbè, spero il messaggio sia arrivato.
Non uccidetemi per aver interrotto il capitolo in questo modo, perché ci saranno tante altre cose che succederanno e vi dico che d'ora in poi Margot avrà molti problemi a cui tener testa.
Non vedo l'ora di farvi leggere il prossimo capitolo, MAAAAMMMAAAA MIA.
Okay, ora mi dileguo perché devo prepararmi per uscire.
Lasciatemi un vostro commento al riguardo.
Love you all
Elisa :)





  
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