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Autore: gaia21    13/06/2015    7 recensioni
Dal testo: "Si sentiva al sicuro tra le braccia del Dragon slayer e l’unica cosa che poté fare fu rilassarsi e lasciarsi andare, inebriandosi del profumo dell’altro e del suo calore. Non ci furono altre parole tra di loro per quella notte e il moro aspettò che l’azzurra si addormentasse prima di rivolgere lo sguardo su di lei, osservando nei minimi dettagli ogni più piccola smorfia che quel dolce viso addormentato assumeva.".
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L'introduzione non è il massimo ma spero che abbia incuriosito qualcuno :')
Piccola one-shot scritta per il compleanno di Milky-chan, tanti auguri! *^*
[probabile OOC] [GaLe]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil, Redfox, Levy, McGarden
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                             Kiss me






Era notte fonda quando Levy si svegliò di soprassalto. La fronte sudata, il respiro affannato, il cuore che le batteva imperterrito nel petto e la paura ancora presente nella sua mente le fecero capire che aveva appena avuto uno dei suoi incubi peggiori in grado si spaventarla così tanto da non capire com’era riuscita a trattenersi dall’urlare.
Si mise seduta sul letto con gli occhi nocciola ancora sgranati e una mano sul petto nel vano tentativo di calmarne il battito furioso che riusciva ancora ad avvertire contro al petto: forte e accelerato da dover prendere profondi respiri, mentre con lo sguardo si ostinava a guardarsi intorno alla ricerca di un qualcosa che probabilmente non era neanche presente nella stanza.
Si voltò alla sua destra alla ricerca del comodino posto accanto al letto e scorse la sveglia che indicava che era solo mezzanotte. Si distese nuovamente sul materasso oramai completamente calma e tentò di riaddormentarsi, ma le immagini dell’incubo che aveva appena vissuto erano rimaste vivide nella sua mente e minacciava il suo sonno.
Prese uno dei due cuscini che aveva con sé e lo abbracciò forte immaginando che fosse qualcuno venuto a confortarla. Eppure, neanche questo funzionò. Pensò di andare nella stanza di una delle sue amiche, ma cosa poteva dire? Di certo non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelare che, dopo aver avuto un incubo, aveva paura a dormire da sola.
Provò a riprendere sonno in tutti i modi che conosceva, eppure sembrava che ogni tentativo andasse in fumo. Era strana come sensazione, sentiva gli occhi chiudersi ma non appena le palpebre si abbassavano le riapriva di scatto, come se avesse paura che quello che aveva sognato potesse ripresentarsi in un nuovo sogno, nonostante sapeva che non era possibile e che la cosa in sé non aveva senso.
Prese coraggio e si alzò lentamente dal letto camminando in punta di piedi fino a raggiungere la porta della stanza e aprirla con delicatezza usando la stessa attenzione per richiuderla. Il corridoio era completamente immerso nel buio e nel silenzio. Scelse una prima direzione che portava alla camera di Erza e con calma decise di raggiungerla mentre non faceva altro che tremare. Anche nel suo sogno era tutto tetro e oscuro, quel posto non faceva altro che metterle ancora più paura e non riusciva a liberarsi dei ricordi di quell’incubo che l’aveva svegliata nel cuore della notte. Camminò fino all’entrata della camera della rossa e prendendo coraggio decise di bussare delicatamente. Non avvertì nessun suono provenire dall’interno della stanza, si guardò attorno ancora una volta prima di bussare per l’ennesima volta e arrendersi dopo che non ebbe ricevuto alcuna risposta.
Ritornò frettolosamente sui suoi passi, questa volta alla ricerca della porta che le avrebbe segnalato che aveva trovato Juvia. Erano le uniche di cui si fidava cecamente e a cui poteva mostrare liberamente le sue debolezze. Certo, si fidava anche di Lucy ma era troppo lontana per raggiungerla, soprattutto a quell’ora e con le strade completamente deserte e buie.
Camminò ancora in punta di piedi prima di raggiungere la camera dell’azzurra e picchiettare le nocche sulla porta, appoggiandoci subito dopo l’orecchio sopra per cogliere ogni possibile rumore. La sentì mormorare il nome di Gray in tono decisamente assonnato e capì che la maga dell’acqua stava facendo un bel sogno che la ritraeva insieme al blu. Non se la sentì di svegliarla solo perché lei, al contrario, non riusciva a prendere più sonno.
Ritornò nuovamente sui suoi passi in modo abbattuto quando all’improvviso si ricordò che accanto a Fairy Hills avevano aperto un dormitorio maschile per i maghi di Fairy Tail. Sapeva da chi andare, ma era troppo timida per trovare il coraggio di andare da lui, soprattutto in piena notte.
Non riusciva neanche ad esprimere a sé stessa i sentimenti che provava, non ammettendo di essersi innamorata per la prima volta in tutta la sua vita, come poteva andare lì e chiedergli se poteva dormire con lui solo per quella volta? Non era nel suo carattere farlo e in più si vergognava da morire. Eppure era così spaventata di riprendere sonno, che avrebbe fatto di tutto pur di sentirsi al sicuro anche solo per poco tempo.
Con ancora l’indecisione a comandare la maggior parte dei suoi pensieri e movimenti, si diresse verso l’uscita del dormitorio femminile per poi entrare in quello maschile in punta di piedi, guardandosi attorno in modo sospetto. Non era mai stata lì in tutta la sua vita, non sapeva neanche come trovare Gajeel in mezzo a tutte quelle porte. Non poteva bussare ad ognuna di esse sperando che il mago del ferro le apparisse davanti per pura magia.
Anche i corridoi di quel dormitorio erano incredibilmente bui e tetri, e lei aveva paura anche a sbattere le palpebre temendo che qualche creatura terrificante potesse sbucare dal nulla per prenderla e trascinarla chissà dove.
Riuscì a scorgere con difficoltà una porta interamente di ferro e si chiese se quella non fosse la stanza del moro. Era ancora incerta se bussare quando un fruscio dietro di lei la fece sussultare e si ritrovò a battere le nocche contro la superficie metallica. Un Gajeel assonnato le aprì la porta e si stupì quando si ritrovò Levy davanti, per di più impaurita.
“Ohi Gamberetto, che ci fai qui?” chiese incerto, non sapendo esattamente se farla entrare senza troppe spiegazioni, o domandare di tutto e di più.
“Ga – Gajeel, posso… ecco… posso dormire qui?” domandò con voce tremante forse per la paura, o forse per la vergogna. Per tutto il tempo aveva tenuto il capo abbassato non trovando il coraggio di guardare negli occhi il ragazzo davanti a lei, mentre questo l’osservava con stupore crescente. Non si sarebbe mai aspettato che una cosa del genere potesse accadere per davvero ed era tentato di darsi un pizzicotto per sapere se stesse sognando o se Levy fosse realmente davanti a lui.
“Hai avuto un incubo, Gamberetto?” le domandò mentre con calma si spostava per dare all’azzurra la possibilità di entrare nella sua stanza. La vide sussultare e capì di aver toccato il tasto giusto, non sapeva ancora perché era andata a cercare conforto da lui però.
“Co – come fai a saperlo?” chiese riluttante trovando finalmente il coraggio di incatenare i suoi occhi color nocciola a quelli rossi del ragazzo.
Gajeel si fece strada verso il letto invitando Levy a seguirlo. Una volta che si sedette sul materasso e ci si stese sopra, picchiettò la sponda accanto a lui in un tacito segno per l’azzurra di raggiungerlo. La piccola maga non se lo fece ripetere una seconda volta e con un po’ di timore lo raggiunse sotto le coperte mentre avvertiva il braccio forte del moro circondarle la vita e stringerla a sé, facendole appoggiare una guancia sul suo petto tonico.
“L’ho letto nel tuo sguardo, Gamberetto. Hai il terrore negli occhi e ho pensato subito ad un incubo” fu questa l’unica risposta che ottenne Levy e fu grata al fatto che Gajeel non le avesse chiesto perché fosse andata da lui, ma sapeva che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata.
Si sentiva al sicuro tra le braccia del Dragon slayer e l’unica cosa che poté fare fu rilassarsi e lasciarsi andare, inebriandosi del profumo dell’altro e del suo calore. Non ci furono altre parole tra di loro per quella notte e il moro aspettò che l’azzurra si addormentasse prima di rivolgere lo sguardo su di lei, osservando nei minimi dettagli ogni più piccola smorfia che quel dolce viso addormentato assumeva.
Ogni tanto vedeva che dagli occhi chiusi della Scripter scendevano alcune lacrime e si premurò di asciugarle con le dita della sua mano libera, domandosi allo stesso tempo se stesse avendo nuovamente un incubo. La strinse maggiormente a sé tentando di farla calmare e si rassicurò quando non vide più quelle gocce salate scivolarle lungo le gote. Osservò ancora per un po’ il viso di Levy, tranquillizzandosi sempre più man mano che vedeva nascere un piccolo sorriso sul volto di lei. Assicurandosi ancora una volta che andasse tutto bene si lasciò andare anche lui tra le braccia di Morfeo.
 
*^*
 
Durante le notti successive la situazione si era ripetuta e capitava sempre più spesso che nel bel mezzo della notte, Gajeel si ritrovasse Levy dietro la porta di camera sua.
Quella notte rimase sveglio ad aspettarla e, come se l’avesse previsto, dopo un certo orario sentì delle nocche leggere battere contro la porta. Le disse di entrare e pochi istanti dopo si ritrovò l’azzurra con le lacrime agli occhi nella sua stanza, il volto nascosto nel petto del moro e il corpo scosso dal pianto.
Come tutte le notti le fece strada verso il letto e la fece stendere insieme a lui, continuando a stringerla a sé, compiendo dei movimenti circolari lungo la schiena di lei in un vano tentativo per farla calmare. Iniziò a pensare che i sogni dell’azzurra dovevano essere davvero terribili se l’avevano portata a presentarsi sempre più spesso alla sua porta, eppure lui non aveva il coraggio di chiederle cosa sognasse, si era semplicemente detto che Levy gliel’avrebbe detto quando se la sarebbe sentita e per adesso Gajeel preferiva non farne parola.
La strinse maggiormente a sé e pregò che l’azzurra non notasse il battito accelerato del suo cuore. Levy era abbastanza intelligente da rendersi conto del perché di quelle palpitazioni e lui non voleva che la ragazza lo sapesse, probabilmente l’avrebbe odiato ed evitato se se ne fosse accorta.
Sentì che pian piano il pianto della piccola maga si stava calmando e il moro iniziò ad accarezzarle con calma i capelli azzurrini, inebriandosi del suo profumo dolce e di quando fossero morbidi quei filamenti sottili. Si stupì un po’ quando la sentì stringersi maggiormente a lui nascondendo il viso nel suo petto.
Abbassò il capo quando l’avvertì staccarsi leggermente e puntò i suoi occhi rossi in quelli nocciola di lei che apparivano ancora lucidi e decisamente più grandi. “Grazie Gajeel” gli disse semplicemente Levy e il mago avvertì il cuore accelerare il battito come a volergli uscire dal petto. Era felice di riuscire ogni notte a darle conforto, a tranquillizzarla asciugando le sue lacrime, ma sapeva anche di essere un nessuno nella vita della Scripter, o per lo meno solo un semplice compagno di gilda e lui non voleva questo.
Sentì il respiro dell’azzurra appesantirsi e si lasciò sfuggire un piccolo ghigno vedendo il petto della ragazza alzarsi ed abbassarsi con ritmo quasi studiato. Le passò ancora una volta le dita tra i capelli e sorrise anche lui quando vide il sorriso che costeggiava sulle labbra di Levy. Fece scivolare un polpastrello su quelle labbra rosee e carnose abbassandosi per assaggiare quei petali di rosa.
Non andava fiero del suo piccolo rituale, ma si diceva mentalmente che quello era l’unico modo per averla un po’ più vicina a sé. Ogni notte la faceva calmare e addormentare, e quando era certo che l’azzurra stesse effettivamente dormendo, la baciava con delicatezza per non svegliarla. Sapeva che quello era un modo sbagliato per farlo, che doveva baciarla quando era sveglia, ma sapeva che Levy non lo vedeva nel modo in cui lui vedeva lei e che l’azzurra l’avrebbe certamente rifiutato se l’avesse saputo, ma anche se la pensava così non riusciva a smettere di far sue quelle dolci labbra appena la ragazza si addormentava.
Lasciò andare la presa che aveva sulla vita della Scripter e si voltò dal lato opposto, in modo da darle le spalle. Non riusciva a guardarla dopo che pensava che non sarebbe mai stata sua, che non avrebbe mai potuto baciarla se non in quel modo tanto codardo e non poteva fare a meno che arrabbiarsi con se stesso per quello.
Si addormentò con quei pensieri ad invadergli la mente e ad appesantirgli il cuore, mentre a sua insaputa, Levy apriva leggermente gli occhi dopo essersi accertata che il moro stesse dormendo. Si toccò le labbra con mano tremante e guardò la figura addormentata del ragazzo davanti a lei con occhi sgranati.
‘Gajeel mi ha baciata?’.
 
*^*
 
Quella mattina alla gilda Levy aveva evitato Gajeel per tutto il giorno, ma non come se avesse qualche strana malattia, era come se non si trovasse bene vicino a lui e si sentisse a disagio. Il moro aveva iniziato a preoccuparsene pensando che l’azzurra avesse scoperto il suo segreto e quella sera tornò al dormitorio con gli stessi pensieri e preoccupazioni a fargli da compagnia.
Si distese sul letto ripensando a quell’assurda giornata e ripercorrendo con la mente anche la sera precedente, l’ultima in cui aveva baciato Levy. Si domandò se la ragazza stesse effettivamente dormendo e se si fosse sbagliato solo perché non aveva resistito alla voglia di baciarla.
Sussultò quando avvertì qualcuno bussare alla porta e dopo poco essere aperta con calma, rivelando la figura dell’azzurra. Il mago si sorprese e iniziò a pensare che forse le sue preoccupazioni non erano fondate, che la Scripter non era sveglia quando l’aveva baciata. La vide stendersi nel letto accanto a lui e poggiare la testa sul suo petto tonico, un sorriso a decoragli il volto.
“Come mai sei qui Gamberetto? Non riesci a dormire?” le chiese mentre aveva iniziato ad accarezzarle leggermente i capelli. La sentì annuire e la strinse di più a sé cercando di farla addormentare ancora una volta. Ormai sapeva come fare e quei gesti gli venivano in modo naturale, quasi in disaccordo con il suo carattere ben lontano dall’essere dolce e premuroso.
Quando sentì il respiro della ragazza appesantirsi, smise di toccarle i capelli, osservando invece il volto addormentato di lei e ammirandone ogni singola parte: dalla pelle chiara e pura come la porcellana a quelle labbra soffici sentendo al tempo stesso il cuore accelerare incontrollatamente.
Nonostante fino a qualche minuto prima temeva che Levy l’avesse scoperto, non riusciva comunque a non pensare di voler nuovamente baciarla e prima ancora che potesse fermarsi aveva già poggiato le sue labbra contro quelle dell’azzurra. Forse una piccola parte di lui voleva che la maga lo sapesse, per questo l’aveva rifatto, eppure l’altra parte gli diceva che Levy non provava lo stesso.
Sbarrò gli occhi decisamente scioccati quando avvertì le labbra della ragazza rispondere al suo bacio e non ebbe neanche il tempo di capire se se lo stesse immaginando o se fosse tutto vero che quel tocco dolce e delicato era già sparito.
“Idiota, perché non mi hai mai detto niente?”. Sentì la maga fargli questa domanda e prima che potesse rispondere, l’aveva abbracciata stringendola forte a sé non credendo a quello che era appena successo.
“Attenta a quello che dici Gamberetto” le disse lui con finto tono intimidatorio e stringendola ancora più forte, mentre sulle labbra della Scripter si era formato un caldo sorriso e lacrime di gioia le bagnavano le gote.
Si staccò leggermente da lei prima di catturarle nuovamente quei lembi di pelle che tanto amava e si sentì felice quando la risentì rispondere al bacio.
“Volevo farlo da tanto tempo” disse e non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo ghigno quando vide la ragazza arrossire furiosamente.
“Dovevi farlo prima, quando ero sveglia. Non hai idea di quante notti ho dovuto fingere di avere degli incubi” ammise l’azzurra senza pensarci e fu quando se ne rese conto che portò subito le mani a coprirsi la bocca in imbarazzo.
“Ecco perché non mi hai mai parlato di loro” disse Gajeel in tono furbo abbassandosi subito dopo per baciarla nuovamente e coprire entrambi con le coperte. Il capo di Levy finì nuovamente sul petto del ragazzo, ascoltando con calma il battito accelerato di lui.
“Ti amo” gli disse, e si lasciò sfuggire una piccola risatina quando avvertì il cuore dell’altro battere all’impazzata dopo quell’affermazione.
“Ti amo anch’io, Gamberetto” le rispose lui facendo nuovamente scorrere le dita tra i corti capelli di lei fino a quando non la vide addormentarsi per davvero. Sorrise leggermente tra a sé e sé prima di abbandonarsi anche lui tra le braccia di Morfeo.
 
 
 
Angoletto dell’autrice*
Salve a tutti! Ehm… cosa posso dire? Prima di tutto, buon compleanno Milky-chan! *^* Spero che questo piccolo regalo ti piaccia *^*
Non sono molto brava a scrivere su questa coppia, ma scriverei mille storie su di loro se solo tu me lo chiedessi, quindi… beh, spero che in qualche modo ti sia piaciuta :’)
Spero che Gajeel non sia troppo OOC, ma ci scommetto tutto che lo è fino alla punta dei capelli :’)
Ringrazio infinitamente chi verrà a dare un’occhiata *^*
Adesso sparisco, non ho altro da aggiungere :’)
Un abbraccio,
Gaia
  
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