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Autore: Frallosa    14/06/2015    2 recensioni
“Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento.”
Una dipendenza, ma anche la forza che lo spingeva a superare i giorni più bui: questo era per lui Alexander.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piccola OS senza pretese dedicata alla mia Donna dai mille nomi,
vedi che dopotutto non sono solo una creatrice di mostri?

❤️


 

« […] Your mouth is poison, your mouth is wine
You think your dreams are the same as mine
Oh, I don't love you, but I always will
Oh, I don’t love you, but I always will
I don’t love you, but I always will
I always will. »

Poison & Wine, The Civil Wars.
 
 
 
 




Luke camminava stancamente da una parte all’altra della cella. L’aveva fatto così tanto spesso da quando ci erano rinchiusi che Magnus poteva quasi individuare con gli occhi il solco lasciato dal suo passo pesante sul terreno che fungeva da pavimento. Di tanto in tanto si fermava e cercava di scorgere dalla finestra a feritoia quel che stava succedendo in quel luogo demoniaco, ma con scarsi risultati.

Lì seduto con le spalle al muro e le mani incatenate, Magnus sapeva che tutto il corpo gli doleva. Lo sapeva, lo sentiva così come percepiva l’opprimente senso di impotenza dovuto all’assenza di Magia. Si sentiva come uno Shadowhunter senza armi, come un uomo senza braccia.

Eppure, nonostante la sua incresciosa situazione, se solo chiudeva gli occhi e si lasciava andare, nella sua mente comparivano un paio di zaffiri, di quella particolare sfumatura che per la prima volta aveva visto nella determinata Linette Owens, e poi sul tormentato volto di Will Herondale, su quello furbo di sua sorella Cecily e su quello curioso di sua figlia Lucie.

Un paio d’occhi che da centocinquant’anni vedeva tramandarsi di generazione in generazione, antichi ma allo stesso tempo animati dalla scintilla della giovinezza.

Uno sguardo che si illuminava quando osservava Magnus, perché dedicato solo a lui.

Alexander.

Sebbene fosse solo un ricordo, poteva percepire il tocco delle sue labbra fredde che lasciavano una scia di baci solleticanti nei suoi punti più delicati. Polsi, clavicole, gola.

Labbra.

Labbra che non poteva fare a meno di desiderare, come un assetato cerca un’oasi nel deserto. Labbra che incontravano le sue, ghiaccio e fuoco che lottavano danzando.

“Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento.”*

Magnus aveva baciato tante persone nella sua vita. Aveva desiderato, vissuto, amato in ogni giorno della sua lunga esistenza. Ma ogni bacio con Alec lo faceva sentire come se quelli fossero i suoi ultimi istanti di vita e lui fosse un giocatore incallito incapace di smettere, un ebbro conquistatore assuefatto alla sua ricompensa.

Una dipendenza, ma anche la forza che lo spingeva a superare i giorni più bui: questo era per lui Alexander.

Qualche decennio addietro, per un compleanno Tessa gli aveva regalato un libro di botanica. Magnus l’aveva letto pigramente, ma ricordava comunque molte delle cose che vi erano scritte.

Da sempre, Alexander gli aveva ricordato un fiore.

Uno di quelli apparentemente fragili, ma capaci di resistere anche ai climi più rigidi grazie alle foglie coriacee che difendevano i boccioli dalle intemperie.

Una Daphne Odora**, bella, fine, ma letale. Bastavano cinque delle sue bacche per uccidere un qualunque animale di grossa taglia.

A Magnus bastava il ricordo di un solo bacio per farlo sentire in Paradiso.

Anche al centro esatto dell’Inferno.









*Come molti di voi sapranno, questa famosa citazione, che è stata tradotta in molti modi, appartiene al Carme V di Catullo.

**Ho citato la Daphne Odora perché, se osservate la flower card di Alec disegnata da Cassandra Jean, vi è presente. Tutto quello che vi è scritto al riguardo è frutto di una ricerca, non essendo io una grande esperta di fiori (con grande disappunto di mia madre).




 

Buondì gente :)
questa OS (io l'avrei definita flashfic, ma EFP è fiscale, nonostante vi siano solo una manciata di parole oltre le 500) è il compimento di una promessa e il risultato di una lunga notte in bianco.
Idealmente, questo momento si colloca in Città del Fuoco Celeste, poco dopo la morte di Raphael e appena prima che Alec, Izzy e Simon arrivino a liberare Magnus e Luke.
E nulla, mi auguro che, sebbene breve, questo scritto riesca a trasmettervi qualcosa. Qualcosa di bello, qualcosa di forte, qualcosa di grande. Qualcosa che, anche solo in minima parte, vi rimandi allo splendore che sono i Malec.
Ancela

  
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