Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: _browneyes    14/06/2015    1 recensioni
“Io scriverei poesie d’amore anche sulle parti di te che tu non sopporti”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Difetti.
 
 
 
 “Io scriverei poesie d’amore anche sulle parti di te che tu non sopporti”
(V. Woolf)
 
 
 
Michael Clifford è fatto dalle sue imperfezioni.
Michael Clifford è pieno di difetti.

Laila Davids ama ognuno dei suoi difetti.
Adesso, lo sta guardando, studiando con minuziosa attenzione ogni singolo particolare di lui, ogni qualità che s’intreccia in un reticolo meraviglioso con i suoi difetti.
Seta e filo spinato insieme.
Ha gli occhi, di cui Laila ancora non ha davvero capito il colore, nonostante tutte le ore che ha passato a perdercisi dentro, chiusi e le labbra rosee e piene stirate in un sorrisetto enigmatico; tra le mani, la chitarra verde menta, che ormai sembra quasi essere diventata un prolungamento del suo braccio, tanto la usa.

A volte, a Laila sembra che lui ami più la sua musica che sé stesso.
E questo è uno dei suoi più grandi difetti.
Laila lo guarda, con l’occhio attento e vigile e l’espressione assorta, e non le sfugge nemmeno un minimo dettaglio, un piccolo particolare.
Di lui, comunque, non le è mai sfuggito nulla.
Ha la maglietta dei Metallica, la sua preferita, quella nera che fa tanto contrasto con la sua pelle chiarissima e che gli sta un po’ larga sulle braccia, ma pazienza; ha tre brutte pieghe, segno che è rimasta schiacciata a lungo sotto uno dei cumuli di vestiti sparsi per la sua camera, che è un casino totale.
Un po’ come lui, in fondo.
Lui è un casino, un meraviglioso casino.
Bellissimo, anche se non è in grado di rendersene conto. Laila, comunque, se ne rende conto già abbastanza per tutti e due.
I capelli scompigliati, quasi non si fosse nemmeno curato di pettinarli al suo risveglio, tinti di nero pece, si muovono mentre lui scuote piano la testa a ritmo della canzone che sta suonando, concentrato. Suona i Nirvana, In bloom.

Michael è una di quelle persone che vivono per la musica; se la sente sottopelle, lui.
Laila lo guarda suonare, tiene lo sguardo fisso su di lui, quasi incantata; quasi come se, anche dopo tutto questo tempo, stia iniziando ora a scoprirlo e abbia bisogno di imprimersi in mente ogni dettaglio di lui.
Ma lui non se ne accorge, lui non ha mai pensato di poter anche lontanamente essere qualcosa di importante per qualcuno.
Che gran difetto, non rendersi neanche lontanamente conto della propria meraviglia.
Michael finisce di suonare, poggia la chitarra a terra accanto a sé, apre piano gli occhi e le sorride, come un bimbo in attesa della sua approvazione, quasi ne avesse proprio bisogno.

Lei si alza e lo raggiunge in due passi, battendo piano le mani con il sorriso sincero stampato sul viso; le piace vederlo così sereno. Lui ricambia il sorriso e se la tira sulle ginocchia, stringendole le braccia possessive attorno alla vita sottile.
I suoi jeans neri sono rovinati, strappati sul ginocchio destro per la troppa usura, ‘chè Michael è troppo pigro e svogliato per uscire e andarsene a cercare un paio nuovi. E poi, a lui i cambiamenti non sono mai piaciuti, fosse anche solo un banale paio di skinny jeans neri.
Ai piedi ha le solite Converse nere, con le suole consumate e sopra la scarpa sinistra le scritte di Laila fatte con l’uniposca rosso, sull’altra l’intero testo di Minority dei Green Day scritto col bianchetto.
Lei gli stringe una mano con entrambe le proprie, il contrasto evidente della pelle diafana di lui contro quella olivastra di lei.
Marmo e argilla che si fondono.
La sua mano è fredda, le unghie rovinate a forza di rosicchiarle per il troppo stress; Michael dà sempre la colpa all’università e al troppo studio. Che poi non apra un libro o non vada a seguire le lezioni da mesi, è un’altra cosa.

È che non ha proprio la voglia, e la passione ce l’ha solo per la musica, lui; non trova utile o degno dei suoi sforzi null’altro.
Laila guarda i tatuaggi del ragazzo, assorta; i due sulle nocche delle mani, lei lascia un bacio leggero come le ali di una farfalla su ognuno di questi. Poi osserva le linee sulle braccia, il disegno di cui non ha ancora capito il senso, anche dopo tanto tempo; le dita della mano sinistra corrono veloci sulla pelle vellutata del suo braccio fino al tatuaggio con la scritta “to the moon”.
È sempre stato il preferito di Laila fra i suoi tatuaggi, nonostante non abbia mai capito davvero nemmeno questo; lui, comunque, non gliel’ha mai spiegato, ha semplicemente alzato le spalle e scosso la testa ad ogni sua domanda, tutte le volte.
È da quando si conoscono che Michael ha il difetto di voler rimanere un mistero, un po’.

Lo sguardo della ragazza sale ancora, gli accarezza le labbra piene e un po’ screpolate, schiuse in un piccolo ghigno indecifrabile; poi il profilo del naso e si alla fine si sofferma sulle profonde occhiaie violacee. I segni della stanchezza che gli appesantiscono il viso; dorme massimo un paio di ore a notte, lui, nonostante lei continui a ripetergli che mica gli fa bene riposare così poco.
Gli occhi cangianti di lui, oggi, sono più tendenti al verde chiaro che al grigio; sono grandi, assorti, concentrati ad osservare con tutta l’attenzione possibile Laila. Sono stanchi, ma non tradiscono neppure un minimo cenno di cedimento, sono maledettamente enigmatici, proprio come il loro padrone.
Laila gli sfiora con le dita leggere le guance pallide, ora però tinte da una lieve sfumatura di rosso, poi le tempie, la fronte, vicino al buco dove una volta c’era il piercing al sopracciglio, che sta iniziando appena adesso a rimarginarsi lasciando una piccola cicatrice.
Lo guarda.
La guarda.
Si guardano, seri.
Lui, con il suo tacito tormento celato sul fondo delle iridi, la sua insicurezza, il suo essere enigmatico e tutti i difetti che ha cuciti addosso.
Lei, con la sua pacata quiete, l’ammirazione negli occhi brillanti e le dita che un po’ tremano sulla pelle diafana di Michael, che continua a farle quell’effetto, nonostante tutto.
Michael Clifford è pieno di difetti.
Laila Davids ama ognuno dei suoi difetti.
 
 
 
A Michael, che è la persona più importante della mia vita e che io amo con tutta me stessa.
A Michael, che è perfetto così com’è.
A Michael, che è la miglior cosa che mi sia successa. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: _browneyes