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Autore: The Galway Girl    14/06/2015    1 recensioni
Gabrielle vive nella Parigi del fine 1800, è una ragazza semplice con un grande sogno: ballare al mitico Moulin Rouge. Un sogno impossibile, finché una scoperta (e un piccolo ricatto) la aiuterà a realizzarlo. Sarà così bello come se lo è sempre immaginato?
Genere: Commedia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo



Sono passate due settimane dall'apertura del Moulin Rouge e dal mio mancato esordio come ballerina.

Ero così preoccupata di cosa avrei fatto della mia vita e invece ci ho messo due giorni a trovare una soluzione.

Il lunedì dopo il giorno di paga sono tornata al Mulino, sono andata dritta all'ufficio di mio padre, ho bussato e senza neanche aspettare il permesso sono entrata.

Mi sono seduta sulla solita sedia cogliendolo di sorpresa e gli ho fatto una proposta.

Lui ci ha pensato un po', mi lanciava delle strane occhiate ma alla fine ha acconsentito.

Sono corsa a casa ad annunciare la notizia alla mamma che per poco non sveniva per davvero.

< < Tu ed io? Sarte personali delle ballerine del Moulin Rouge? > > mi ha chiesto meravigliata.

< < Si > > le ho confermato io fiera.

< < Come ti è venuta questa idea? > >

< < Sistemando i vestiti di Louise, erano ridotti malissimo, con tutte quelle giravolte la stoffa si scuce facilmente così ho capito > > ho spiegato io.

< < Questa è l'idea migliore che tu abbia mai avuto! > > mi ha detto lei meravigliata.

Adesso la mamma ed io passiamo le giornate a cucire i vestiti di scena delle ballerine e dei musicisti, non ci pagano tantissimo ovviamente, ma quanto basta perché la mamma potesse finalmente lasciare il lavoro alla bettola.

Ovviamente lei non è mai andata di persona al Moulin per ritirare i vestiti, ci vado sempre io, e per il ritorno mio padre mi fa sempre trovare una carrozza affinché io non debba trasportare tutti quegli abiti a piedi fino a casa.

La serata con i musicisti è stata divertentissima, ho indossato di nuovo il vestito della zia e Remy è passato a prendermi porgendomi una margherita.

< < L'ho rubata nel giardino qui a fianco > > ha ammesso col suo solito tono tranquillo.

E' rimasto un po' deluso quando gli ho detto che avevo invitato anche Elyse, ma lei ha trascorso tutta la sera con i musicisti quindi alla fine siamo rimasti comunque soli.

Mi sono messa a ballare in mezzo al locale e la mia migliore amica ed alcune ragazze mi hanno imitata, alla fine tutti battevano le mani e ci incoraggiavano, non mi sono mai divertita tanto.

Remy mi ha riaccompagnata a casa e abbiamo lasciato lì Elyse che proprio non ne voleva sapere di andare via. Qualche giorno dopo ho ricevuto una sua lettera in cui raccontava di essere scappata a Bruxelles con un trombettista, non potrei essere più contenta per lei.

< < Qualcuno dovrebbe spiegarti come funzionano i rendez-vous > > mi ha detto Remy prendendomi per mano mentre tornavamo a casa.

< < Perché? > > ho chiesto io dicendomi di averla di nuovo fatta grossa.

< < Portare la migliore amica di solito non è previsto > > mi ha spiegato lui.

< < Era così triste > > ho detto io in mia difesa.

< < Ma la prossima volta ti prometto che saremo da soli > > mi sono affrettata ad aggiungere.

< < Chi ti ha detto che ci sarà una prossima volta? > > mi ha punzecchiata lui.

< < Bé, io > > ho farfugliato in preda al panico.

Lui ha fatto una risatina e mi ha dato un bacio. Un bacio vero, come non me ne avevano mai dati.

Avrei fatto un'altra ruota ma avevo paura di rovinare il vestito della zia, inoltre lui avrebbe avuto la prova definitiva che sono pazza, e vorrei stare con lui ancora un po' prima che lo scopra.


Mi è capitato più volte di incrociare Lucille, la moglie di mio padre, credo sia imparentata con Eglantine, ha l'espressione di una che ha messo i piedi nello sterco di cavallo.

La prima volta che l'ho vista ho pensato “E mia madre sarebbe stata scaricata per lei?”

Voci di corridoio, cioè Josephine, la sguattera che incontrai il primo giorno al Moulin, dicono che sia molto cagionevole, si ammala facilmente e viene spesso ricoverata in costosi centri medici in Italia.

Ho pensato molto a mia mamma e a Charles, entrambi mi hanno detto la stessa cosa, che erano innamorati pazzi e che erano felici insieme e io non posso fare a meno di sentirmi triste se ci penso, soprattutto adesso che sto con Remy.

Ho un nuovo scopo nella vita: far tornare insieme i miei genitori. Non solo perché la mamma merita finalmente un po' di felicità, e la vita che le era stata promessa, ma anche perché sono stanca di vivere come una miserabile.

Mentre la guardo riattaccare un bottone al gilet di un musicista e allontanarsi i capelli dagli occhi con uno sbuffo faccio una promessa.


Se Lucille non se la porta via la tisi, provvederò io stessa metterle dell'arsenico nel vino.






Fin







note dell'autrice:

Ecco qua, il mini epilogo del mio racconto. Spero vi sia piaciuto, ancora un sentito grazie a tutti i lettori!

  
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