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Autore: Keep_Running    14/06/2015    2 recensioni
“Forse sono incinta”, tutto comincia con questa terrificante frase.
E come risolvere i problemi che aveva portato una notte di alcolici e ormoni sballati?
'Benedetta sia la pillola del giorno dopo!', direbbero molti, tra cui Mackenzie Parker.
E ancora, a chi era toccato andare in farmacia per quelle dannate pillole? Alla sfigata del gruppo, chiaramente.
Perché “Io mi vergogno!”, diceva Mackenzie.
Amiche svampite, un ragazzo che non sapeva proprio tenerselo nelle mutande, e un farmacista affascinante.
Il risultato?
La conversazione più imbarazzante della vita di Janet Way.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mercy

 


“Forse sono incinta”, le aveva detto Mackenzie.
E fu così che il loro pigiama party si trasformò in una tragedia greca fatta e finita.
Chloe aveva vomitato la cena, Jessica si era buttata dalla finestra (fortunatamente erano al primo piano), e lei, Janet, aveva fissato la sua amica basita, come se si aspettasse che da un momento all’altro scoppiasse a ridere dicendo che fosse tutto uno scherzo.
Aveva tirato un sospiro di sollievo, quando l’aveva vista sorridere.
Ma non disse quello che si aspettava: “C’è sempre la pillola del giorno dopo!”
Già, perché l’amica aveva consumato proprio quella mattina stessa – ecco perché a scuola non si era fatta vedere.
E se l’errore era stato della sua amica svampita, perché allora era Janet quella in una stupida farmacia, di una stupida città per comprare una stupida pillola del giorno dopo?
Perché “Io mi vergogno!”, le aveva detto.
A quel punto Janet aveva capito la vera natura della loro amicizia: per quanto le costasse ammetterlo, era lei la sottomessa. E addio a tutti gli anni in cui aveva creduto di essere la simpaticona del gruppo.
Quella nuova consapevolezza la fece sospirare anche in farmacia.
Una donna davanti a lei continuava ad elencare al farmacista tutte le strane patologie di cui il povero figlio era affetto.
Alla quarta malattia Jane aveva pure smesso di ascoltare: la situazione era troppo tragica per essere definita anche solo un minimo comica.
‘Certo, può andare peggio’, si disse.
L’unica cosa che l’aveva spinta a restare in quella farmacia nonostante l’inarrestabile voglia di scappare a gambe levate, aveva due incredibili occhi azzurri e dei capelli biondi celestiali.
Ebbene sì, Luke Hemmings era proprio un angelo caduto dal cielo, Janet lo ammetteva senza problema.
Il ragazzo, conosciuto circa quattro anni prima ai Campionati d’Atletica studenteschi, aveva conquistato la piccola Jane allo primo sguardo.
Il primo sguardo che lei diede a lui chiaramente, non il contrario: lui non l’aveva mai notata – nonostante l’incontestabile fascino della ragazza, terrei a precisare.
Luke Hemmings, quando era entrato in quella farmacia (la donna era ancora alla seconda malattia del figlio) aveva suscitato un sorriso enorme sul viso di Jane.
Quando notò che il secondo dei due farmacisti la guardò con un certo sospetto, riprese la sua espressione nervosa di poco prima.
Che poi, quel farmacista non stava facendo assolutamente niente da quando era entrata.
“Signora ha bisogno della ricetta”, sentì dire dal ragazzo per la centesima volta.
“Ma il piccolo Frankie ne ha bisogno! Pensi al piccolo Frankie, la prego!”
Il piccolo Frankie sarebbe rimasto sicuramente deluso.
La ragazza tornò a focalizzare lo sguardo sul ragazzo biondo.
Era nel reparto dentifrici, e sembrava piuttosto affranto nella scelta del prodotto migliore.
Meglio dare spazio alla brillantezza o all’igiene dentale? Meglio spendere un po’ di più o attenersi al budget prefissato?
Janet pensò che nella testa del biondo si stessero formulando quelle stesse domande, e aveva una voglia matta di urlargli “Sei perfetto comunque!”.
“Signora, si vuole muovere?!”, sbottò un ragazzo riccio dietro di lei.
Sembrava piuttosto scocciato della fila, e non si impegnava neanche a nascondere quello stesso fastidio.
“Rilassati, Ashton”, gli sorrise il farmacista “La tua cannabis terapeutica è qui, sii paziente e la riceverai”
‘Oh… ora si spiega tutto’
Si girò per un attimo verso Ashton. Quanto avrà avuto, ventidue anni? Forse ventitrè. Non le ispirava tanta simpatia, e sapeva di non dover dare giudizi affrettati, ma sembrava un tizio davvero strano.
E non lo strano delle ragazzine etero che si baciano per far eccitare i ragazzi, ma proprio strano strano.
In quel momento, lui le lanciò uno sguardo di ghiaccio.
Janet subito smise di fissarlo, tornando alla sua dolce preda: Luke Hemmings.
Perché anche solo il suo nome doveva essere così sexy? Non poteva chiamarsi tipo Patrick?
Lei non si sarebbe mai innamorata di un tizio col nome Patrick, ne era certa.
“Se continui a fissarlo così si accorgerà di te”, le rise in faccia qualcuno.
‘Ma cosa cazzo…’
Janet non si era neanche accorta del fatto che la madre del povero Frankie aveva lasciato la farmacia, ed era arrivato il suo turno.
Il panico tornò.
Come faceva a chiedere quella cosa, lei, che a mala pena sapeva come fosse fatto un pene.
Le gradazioni di rosso che il suo viso poteva raggiungere si stavano rivelando più numerose del previsto, e lei non sapeva se andarne fiera o semplicemente scappare.
“Oh che carina. Ragazze, questa piccola donna ha una cotta!”, esclamò una vecchia donna vestita completamente di rosa alle altre sue compagne – o meglio, vecchie comari.
‘Oh ma andiamo… piccola donna?’
“Ah, l’amore giovanile, che bella cosa!”
Amore? Ma se lui non sapeva nemmeno della sua esistenza…
“Abby, ti ricordi il mio Brad? Bei tempi quelli”
“Come dimenticarlo Dinah… dicevi che con lui vedevi le stelle!”
Un brivido corse lungo la schiena di Janet e ‘Che schifo’, pensò.
Evidentemente le tre vecchiette non erano d’accordo con lei dato che scoppiarono a ridere contemporaneamente, precise come un orologio svizzero.
E Janet si spaventò anche per quello.
Lanciò un’occhiataccia al farmacista dai capelli rossi proprio davanti a lei, ma lui ricambiò con una maliziosa.
‘Oh no, ci mancava solo il farmacista pervertito’, sbuffò.
“Tesoro, devi farti avanti!”, la spronò Dinah.
“Già, è proprio un bel ragazzo!”, rincarò la dose Abby.
Era giusto pronta a ribattere quando “Eh no, prima deve uscire con me!”
Il ragazzo dai capelli rossi le fece un occhiolino osceno.
‘Cristo, ma dove sono finita…’
“No. Assolutamente no, a tutto” parlò finalmente.
Le vecchiette non sembravano pronte a mollare la presa, e tantomeno il ragazzo.
Certo, era figo, ma non era Luke Hemmings. E Janet era quasi sicura che il suo nome non era sexy nemmeno la metà di quello del biondo.
La vecchietta non ancora identificata sbuffò e “Tesoro, è meglio il biondino laggiù di Michael, fidati. Non fidarti mai dei ragazzi con i capelli colorati e i piercing al sopracciglio”
‘Il genere di perle che ti ricorderai per tutta la vita, eh?’
“Signora Anne! Vecchia battona, potrei non avere le sue pastiglie per il cuore oggi, sa?”, rise Michael.
Janet fu tentata di ridere alle sue parole, lasciando da parte l’eccessiva confidenza che si era preso con la donna, ma non volle dargli quella soddisfazione.
Aveva una reputazione da rispettare, lei.
“Vi volete muovere, razza di capre?”, nessuno calcolò Ashton.
“Ma Luke ha un piercing signora”, le scappò.
Si maledisse per quello: anche lei ci si metteva?
“Ma il suo è sexy”
“Anche il mio lo è!”
“Fidati ragazzo, quando si limona quel piercing è spettacolare
Janet giurò che fosse veramente vicina nel rigettare tutta la colazione al sol udire quelle parole.
Ma quanto aveva? Centotrentadue?
‘Porca miseria… disgustoso’
“Sta forse dubitando delle mie incredibili capacità di limonatore, signora Anne?”
‘Ma limonatore è almeno una parola vera?’
No, non lo era.
“Certamente, Michael”, gracchiò la vecchia donna, ridendo sguaiatamente con le sue amiche.
“I vostri pareri sono totalmente irrilevanti – rise anche lui – Tu che ne pensi, o dolce ragazza?”
Michael puntò i suoi occhi – verdi? Grigi? Non lo sapeva proprio – su di lei, con tanto di sorriso mozzafiato.
E lei non fece a meno di immaginarselo in quella situazione, con quelle labbra.
Quando passò la lingua su quest’ultime, la ragazza si sentì svenire.
‘Il bastardo l’ha fatto apposta’
“Secondo me è piuttosto bravo”, si lasciò sfuggire di nuovo.
‘Quando imparerai a tenere la bocca chiusa, Janet?’
Sua madre glielo diceva da anni, ma lei non le aveva mai dato ascolto.
E così a sette anni aveva detto a sua zia che il nuovo abito la ingrassava, a nove anni aveva confessato al gelataio della città che tutti si erano accorti della sua calvizia precoce nonostante i cappelli, e a dodici anni aveva persino riso di fronte all’enorme brufolo sulla fronte della sposa nonostante i milioni “Macchè, non lo noterà nessuno” delle amiche di lei.
Il risultato? Sua zia non le fece mai più il regalo di natale, il gelataio faceva sempre finta di non avere il gusto da lei scelto, e la sposa l’aveva cacciata dalla chiesa.
Voi pensate che non si possa cacciare una bambina da una chiesa durante un matrimonio? Ah, stolti. Si può eccome.
Con quei pensieri, riprese a fissare il biondo.
E ‘minchia è davvero troppo bello’, così cercò di rimediare.
“Ma Luke sarebbe più bravo”, continuò.
Michael perse il suo grande sorriso, lanciandole una strana occhiata.
Stava forse cercando di essere minaccioso?
Era davvero quella la sua espressione da cattivo ragazzo?
Gli rise in faccia, aggiungendosi alle tre vecchie che, in realtà, non avevano mai smesso.
‘Però, hanno dei gran bei polmoni per essere così vecchie’
“Ne riparleremo al nostro appuntamento, dolcezza”, ribatté invece Michael.
“Ma porca puttana, la volete smettere?!”, quella volta Ashton era davvero infuriato – sembrava che la cannabis lo stesse richiamando a sé. Tuttavia nessuno lo calcolò, di nuovo.
“No! Lei deve uscire con quel Luke!” si lamentò Signora Anne, una volta che si riprese dalle grasse risate.
Le due donne al suo fianco le diedero ragione, tanto che arrivarono pure a dire “Sì!” “Proprio così!”, come ad una battaglia tra confraternite.
Janet non sapeva proprio come reagire.
“No, lei uscirà con me – ribettè, come un bambino di cinque anni – a proposito, come ti chiami, dolcezza?
E anche se a lei proprio non andava di essere chiamata dolcezza, il suo nome non gliel’avrebbe mai detto.
“Davvero ti aspetti che te lo dic…”
“Janet! Come stai?”
‘Ma vaffanculo mondo’
Michael la guardò sorridente “Janet… lo adoro”
‘Perché mi è sembrato così sexy mentre lo diceva?’
Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla stessa voce di poco prima.
“Janet! Come stai?”, ripetette.
Per poco non le venne un infarto – prima non l’aveva proprio riconosciuto.
‘Non può essere lui…’
“Calum Hood! Amico mio!”, lo salutò Michael.
E lasciando da parte il fatto che i due si conoscessero e la cosa non le piaceva proprio, Calum Hood era lì e ‘Porca puttana’, insomma.
“Ciao Calum”, lo salutò, cercando di sembrare il più naturale possibile.
“Tutto bene?”
‘Oh no, tutto alla grande. Tralasciando il fatto che abbia messo incinta la mia migliore amica e neanche lo sai’
“Certo”
“Ma stiamo scherzando?! L’emigrato ha saltato la fila e nessuno gli dice niente?!” Ashton urlò ancora più forte, tanto che persino Luke venne distratto dalla scelta del suo dentifricio.
‘Oh no, non avvicinarti’
Fortunatamente anche lui ignorò il riccio e tornò ai suoi affari.
“Ogni volta rimane ore a scegliere il dentifricio e alla fine prende sempre lo stesso”, le sussurrò Michael, quasi infastidito da quel modo di fare del biondo.
“Sicura che vada tutto bene, Jan?”, le chiese nuovamente.
“E quest’altro bel ragazzo chi è?”, chiese Anne.
“Lasciala perdere – gli disse Michael, ridacchiando e lasciando perdere Anne – è arrabbiata perché evidentemente il mio fascino la destabilizza e non può sopportare questo affronto alla sua natura da ‘ragazza perfetta’ il cui profilo chiaramente non include il voler uscire con un ragazzo dai capelli rossi incredibilmente sexy, il che la rende così confusa da…”
“Hai reso l’idea, Michael”, lo interruppe lei scocciata.
“Quanto sei sexy quando pronunci il mio nome…”
“La finite di ignorarmi?!”, sbottò Anna a quel punto, poco abituata a non essere considerata per un lasso d tempo così lungo.
“Salve signora!”, la salutò allegro Calum.
Si sentì uno sbuffo scocciato (Janet giurò provenisse proprio da quel famoso Ashton), ma nessun commento scocciato.
Janet posò lo sguardo su Calum: non l’aveva ancora fatto dall’inizio di quella pseudo-conversazione, non riusciva a smettere di pensare a Mackenzie.
Aveva una faccia simpatica, Calum. Era sempre stato molto gentile con lei, nonostante non fosse al top della popolarità a scuola, inoltre quando la vedeva giù di morale la faceva sempre ridere con qualche battuta terrificante che solo lui – davvero solo lui – poteva pensare.
Le piaceva pure, Calum – come amico, per intenderci.
Poi ha messo incinta la sua migliore amica.
“Che ragazzo dolce!”, esclamò Dinah, strizzandogli una guancia.
Janet notò che avesse proprio delle guance flessibili – doveva essere divertente giocarci.
Era piuttosto ammirata da questa caratteristica del ragazzo.
‘Sul serio, Janet? Provi ammirazione per una cosa del genere?’
Effettivamente doveva rivedere le sue priorità, la ragazza.
“Allora, esci come con me?”
Se errare era umano, perseverare era Michael.
“NO!”, urlò allora la ragazza. Sarà stata l’ansia di avere il giovane padre della cellula nell’utero dell’amica proprio davanti a lei, sarà stato lo sguardo curioso di Luke che, attirato dalle chiacchiere, si avvicinava sempre di più, ma il suo nervosismo aveva raggiunto livelli inimmaginabili.
E a quel punto anche una battuta di Calum non avrebbe fatto la differenza.
“E’ morto John, l’hanno travolt”
“Chiudi il becco, Calum”, sbottò la ragazza
“Già, chiudi il becco Calum”, rincarò la dose Michael.
“Giusto, chiudi il becco Calum”, li prese per il culo Ashton.
“E tu stai zitto, Ashton”
“Tesoro, la finisci di zittire tutti?”
“Grande Dinah, sono con te”
“Michael non ti azzardare a darle il cinque!”
“Rilassati passerotta”
“Dio, dagliela e basta ponendo fine a questa interminabile sofferenza! Voglio l’erba!”
Tutti si girarono verso Ashton per la prima volta: ‘Cazzo, è davvero disperato’.
Talmente disperato da attirare persino l’attenzione del giovane principe biondo senza macchia.
“Il tuo ragazzo si sta avvicinando!” esclamò piena di entusiasmo Abby, scuotendo con vemenza le spalle della povera Janet.
‘In che razza di pasticcio mi sto cacciando?’
Luke, con poche falcate degne delle sue lunghe gambe, raggiunse il gruppetto nel giro di pochi secondi. Teneva in mano un dentifricio con una scritta rossa dall’aria molto… igienica.
Sembrava proprio un dentifricio serio: non scherzava con i suoi denti, lui.
“Che caro ragazzo”, le tolse le parole di bocca Anne.
Fortunatamente il ‘caro ragazzo’ non riuscì a captare le parole incriminanti, e continuò a guardarsi intorno confuso. Janet seguì il suo sguardo, confusa quanto lui.
‘Cosa sta facendo? L’ha capito vero che questa è la fila?’
“Va tutto bene?”, chiese poi.
La ragazza per poco non morì di infarto: Luke Hemmings le aveva appena rivolto la parola.
‘Ora posso morire felice’
“Certo, va tutto alla-alla grande”, sorrise come un’ebete.
“No… dicevo… dicevo al ragazzo”
‘Oh…’
E mentre cercava di non piangere, alle risate delle tre vecchiette si era aggiunta pure quella di Michael.
“Tutto bene? Tutto bene?! – ‘Non scaldarti amico, almeno a te ha rivolto la parola’ – Questa pazza sta facendo la fila da almeno mezz’ora!”
‘Mi ha dato della pazza? Il drogato mi ha dato della pazza? Brutto figl…’
“Forza piccola, cosa devi comprare?”, le sorrise il ragazzo dai capelli rossi.
Ed ecco che il panico tornò improvvisamente: alla sua destra c’erano tre pettegole, alla sua sinistra il ragazzo che aveva ingravidato la Mackenzie, dietro di lei un drogato che agli occhi del ragazzo che le piaceva era più interessante di lei, davanti a lei uno gnocco che ci stava provando da un bel pezzo e…
“Janet! Che coincidenza!”
E il padre della sua migliore amica era appena entrato in quella dannatissima farmacia.
‘Oh porca troia’.
Ci fu un momento il cui la ragazza desiderò ardentemente di sparire, tanto da richiamare mentalmente Satana proponendogli un baratto con la sua anima ricorrendo alla forza del pensiero.
Dopo aver appurato che Satana non sarebbe venuto da lei e che rimanere zitta con gli occhi chiusi per due minuti poteva destare sospetti, decise di tornare nel mondo reale.
Il signor Parker la guardava con occhi amorevoli, un sorrisone da papà dell’anno e la camicia che la moglie gli aveva regalato per i suoi cinquant’anni (azzurra con delle righe bianche, terribile ai suoi occhi).
“Già, che coincidenza”, rispose un po’ in ritardo.
La sua sudorazione era andata in cortocircuito, e a furia di spellarsi le mani le uscì pure un po’ di sangue.
Non era così che si era immaginata la sua missione in farmacia.
Non era così che si era immaginata il suo primo discorso con Luke Hemmings (anche se, di fatto, non le aveva ancora rivolto la parola).
Niente stava andando come nei piani, e stava andando talmente tanto male da rendere la situazione surreale.
“Forza biscottino, cosa prendi?”
La ragazza si arrese.
Non fece nemmeno caso all’ennesimo epiteto che le affibbiò Michael.
Intorno a lei, solo orecchie spalancate e occhi curiosi: tutte le persone che non voleva incontrare la circondavano.
“Prendo la pillola del giorno dopo”
Lo disse seccamente, senza mai alzare lo sguardo. Tuttavia, potette sentire le reazioni delle persone intorno a lei: le tre vecchie trattennero il fiato tanto spaventate quanto assetate di gossip, Michael le lanciò un’occhiata di sconforto, Ashton le diede una pacca sulla spalla (era lui per forza, nessuno di sua conoscenza aveva le mani così grandi), e il Signor Parker la fissò confuso.
L’unico che non fece assolutamente niente fu Luke.
Janet sorrise amaramente: ‘E certo, che ti aspettavi? Sei solo una stupida ragazzina incinta per lui’
Ci fu solo una reazione davvero inaspettata: quella di Calum Hood.
Già, perché il ragazzo, contrariamente ad ogni pronostico, le scoppiò a ridere in faccia, letteralmente.
La sua grassa risata sovrastò ogni rumore, invadendo prepotentemente gli apparati acustici di ognuno di loro.
E sì, Janet si sentì parecchio presa per il culo.
‘Oh andiamo, è così fantascientifico il fatto che io scopi?’
Sembrava proprio così, data a risposta del ragazzo.
“Ma se sei più vergine di Maria! – riuscì a dire tra le risate – andiamo, per chi è davvero la pillola?”
Un moto di rabbia la invase completamente, portandola a raggiungere una tonalità di rosso incredibilmente… rossa.
Perché Calum Hood era solo un adolescente rincoglionito davvero incapace di capire che con un pene e una vagina può nascere una vagina. Troppo stupido per comprare dei dannati preservativi, troppo immaturo per il sesso.
La rabbia fu tale che per poco non gli mollò un pungo: era tutta colpa sua.
Lei stava perdendo un magnifico sabato di sole per colpa sua e dei suoi stupidi spermatozoi.
E lo odiò, lo odiò come non aveva mai odiato nessuno.
E poi, ‘Cosa vorresti dire, coglione? Non sono abbastanza attraente per fare sesso? Razza di bastardo…’
Gli lanciò una lunga occhiata, con le palpebre socchiuse per trasmettere almeno un po’ del suo odio.
“Vediamo se ci arrivi da solo, Hood”, sibilò con voce da vipera.
Il ragazzo perse ogni traccia di riso, lasciando spazio ad un bianco cadaverico che occupò il suo viso solitamente ben colorato.
Per un attimo temette stesse svenendo.
In realtà lo sperava ardentemente, ma non accadde.
Al contrario, balbettò qualcosa “N-non può ess-sere Mack… Cazzo, ieri non li ho usati, porca…”
Janet fece giusto in tempo a vedere il volto cordiale del signor Parker trasformarsi in quello di un bufalo imbestialito.
Gli disse solo due parole.
“Scappa, Hood”
Janet odiava educazione fisica – così come il 90% della popolazione femminile, d’altronde. Per questo motivo, evitava sempre ogni sforzo fisico, da una flessione alla camminata verso il telecomando della televisione. In quei quattro anni del liceo, Calum Hood aveva cercato in tutti i modi di farla muovere, con la sua vena sportiva innegabile anche agli occhi di un cieco.
Calum Hood aveva sempre corso, si era sempre tenuto in forma, e Janet l’aveva preso per il culo tante di quelle volte per questo.
Eppure, non vide mai Calum Hood correre così velocemente.
“LA MIA BAMBINA!”, sentì urlare dalla nuova versione Parker, mentre rincorreva il giovane ragazzo come un assatanato.
Uscirono così dalla farmacia, lasciando ai presenti solo un senso di confusione.
“Questa non ce la possiamo perdere, ragazze!”, disse Anne. Così le tre vecchie sghignazzanti lasciarono la farmacia, seguendo le urla dell’uomo.
“Io… devo andare a prendere la mia ragazza”, li informò invece Luke, lasciando il suo mitico dentifricio in uno scaffale a caso.
Janet non fece caso all’espressione smarrita e piuttosto scandalizzata del biondo, semplicemente continuava a pensare alle sue parole.
‘La mia ragazza’.
Luke Hemmings aveva una ragazza e un cazzo di nessuno non gliel’aveva detto.
Una fottutissima ragazza.
Una merdosissima ragazza.
Una porca puttana ragazza.
‘Stai andando alla grande Janet. Se ti va bene quando esci vieni investita da una macchina e non da un autobus, dai che ce la fai’
Si aspettava di piangere, ma nessuna lacrima si fece spazio nel suo viso, neanche quando Luke se ne andò.
“Oh, andate tutti a fanculo. Me la compro da un cazzo di spacciatore l’erba”, sbottò Ashton, allontanandosi a passo svelto da Janet.
Erano rimasti solo lei e Luke.
Persino lo strano collega del ragazzo si era dileguato – non sapeva quando, era come un fantasma quel tipo.
Si lasciò andare ad un sospiro profondo, come a voler portare fuori tutte le emozioni provate in quei trenta minuti scarsi.
Sconforto, disperazione, panico, euforia, fastidio, tristezza, depressione…
‘Questo perché non rimani a casa a mangiare gelato, ben ti sta’
Così lo guardò: Michael le stava sorridendo, un’espressione maliziosa e degli occhietti curiosi.
Sospirò di nuovo.
“Fifth Avenue, 23. Passami a prendere alle 20.00”
Anche lei se ne andò dalla farmacia.

Senza comprare niente. 






Angolo autrice
Allora, eccomi con una nuova one-shot. Ammetto di adorare scriverle anche se faccio abbastanza schifo ma, ehi, sono in vacanza e non ho niente da fare quindi becatevi questa schifezza. L'idea mi è venuta dal niente in realtà, semplicemente mi piacciono le conversazioni imbarazzanti (quando io non c'entro niente, chiaramente) e ho pensato allo scenario più terrificante di tutti i tempi. E Booom. 
Spero vi sia piaciuta,
a presto :)


  
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