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Autore: uomi_hime    14/06/2015    1 recensioni
‘Neh Gokudera, facciamo una scommessa?'
[...]
Dannato lui e il suo orgoglio del cazzo. Perché diavolo aveva accettato? E dov’era il cianuro quando serviva?
“Neh Gokudera” esclamò d’improvviso Yamamoto, avvicinatosi di soppiatto “Non dimenticare il nostro patto!”
Probabilmente si sarebbe buttato giù dalla finestra.      
[...]
‘Che diavolo mi sta succedendo?’
Si chiese nel panico il dinamitardo, trattenendo a stento un verso di frustrazione. Non poteva neanche calmarsi con una sigaretta, visto che l’idiota gliele aveva requisite. ‘Fanno male alla salute’ aveva detto, buttandole nel cestino. Al diavolo la salute dei suoi polmoni, qua se non risolveva qualcosa rischiava di perdere la salute mentale!
Una scommessa, un Gokudera confuso e uno Yamamoto che, per una volta, ha capito tutto prima del compagno. Riusciranno i due ragazzi a far luce sui loro veri sentimenti?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 PROMPT: KHR, 8059. ‘Yamamoto è riuscito a prendere una sufficienza in matematica e, come promesso, Gokudera deve rispettare il patto e uscire con lui.’ Di Maki Chrome
CREDITS: Partecipa al drabble event indetto dal gruppo di fb “we are out for prompt”
 
 
~Heaven is the arms that hold us long before we go~




“Grande Yamamoto! Sei riuscito a prendere la sufficienza in matematica!”
Quando Gokudera sentì quella frase, impallidì di colpo. Quella che aveva appena avuto era senz’altro un’allucinazione uditiva dovuta allo stress post-esami, non poteva essere altrimenti. In quei tre anni che si conoscevano Yamamoto non aveva mai preso la sufficienza nelle materie scientifiche, proprio adesso doveva decidere di impegnarsi e prendere un buon voto?
Tsuna, seduto nel banco accanto al suo, si stava complimentando con il suo Guardiano, ignaro della disperazione interiore del suo braccio destro. L’argenteo battè la testa sul banco, ignorando bellamente il suo compito corretto con un bel 100 scritto in bella vista in un angolo del foglio. Tornò con la mente alla conversazione di una settimana prima, denominata da lui ‘il Grande Sbaglio’.
 
‘Neh Gokudera, facciamo una scommessa? Se prendo la sufficienza all’esame di matematica, mi concederai un’uscita’
‘Ah?! Ma che ti salta in testa, idiota del baseball??’
‘Eddai Gokudera, che ti costa? In fondo è solo una scommessa!’
‘Fai come ti pare!’
 
Dannato lui e il suo orgoglio del cazzo. Perché diavolo aveva accettato? E dov’era il cianuro quando serviva?
“Neh Gokudera” esclamò d’improvviso Yamamoto, avvicinatosi di soppiatto “Non dimenticare il nostro patto!”
Probabilmente si sarebbe buttato giù dalla finestra.     
 
***
 
Il dinamitardo buttò a terra l’ennesima cicca di sigaretta, lanciando un’occhiata nervosa all’orologio della piazza. Era domenica mattina, faceva un freddo boia e Yamamoto era in ritardo. Come al solito. Probabilmente l’avrebbe fatto saltare in aria prima della fine della giornata.
“Scusa il ritardo!” esclamò il diretto interessato, sbucando dalla folla con il fiatone “La sveglia non ha suonato, ti chiedo perdono”
Il ragazzo si limitò a sbuffare infastidito, lanciandogli un’occhiataccia che il moro ignorò come il suo solito.
“Allora, andiamo? Fa parecchio freddo, quindi direi di andare in qualche bar o comunque in un luogo chiuso, che ne dici?”
Gokudera lo liquidò con un secco ‘basta che paghi tu. Io non sborso un centesimo’ che però fece sorridere il giocatore di baseball, a cui non era sfuggito il leggero rossore sulle guance del compagno.
 
*** 

Gokudera, durante il cammino di ritorno a casa, si rinchiuse nel silenzio più totale, tentando di dare un ordine a tutti i pensieri che si affollavano nella sua testa.
Alla fine, doveva ammettere che l’uscita con Yamamoto era stata più piacevole del previsto: avevano bevuto una cioccolata calda, girato diverse sale giochi (attirando su di loro le attenzioni di diverse ragazze che passavano di là), erano sfuggiti alle suddette ragazze e si erano rifugiati in un cinema a guardare film d’azione. Il problema era sorto all’uscita dal cinema, quando aveva poggiato di sfuggita lo guardo sul poster di un film romantico di prossima uscita, raffigurante due adolescenti che si tenevano per mano con un sorriso sulle labbra. E fin lì nulla di strano; peccato però che, anche se solo per pochi istanti, nel suo cervello era apparsa l’immagine di lui e Yamamoto negli stessi atteggiamenti dei due ragazzi della foto. E questo non era per niente normale. Era arrossito tutto d’un botto (e ne era pienamente consapevole, mannaggia a lui), aveva scosso energicamente la testa per cacciare quell’immagine e si era avviato a passo di marcia verso casa, intimando al moro di muoversi se non voleva essere lasciato indietro. Non si rivolgevano la parola da quel momento (in realtà Yamamoto aveva tentato più di una volta di instaurare una conversazione, ma le occhiate di fuoco della Tempesta lo avevano azzittito all’istante).
‘Che diavolo mi sta succedendo?’
Si chiese nel panico il dinamitardo, trattenendo a stento un verso di frustrazione. Non poteva neanche calmarsi con una sigaretta, visto che l’idiota gliele aveva requisite. ‘Fanno male alla salute’ aveva detto, buttandole nel cestino. Al diavolo la salute dei suoi polmoni, qua se non risolveva qualcosa rischiava di perdere la salute mentale! Ora, in realtà si era accorto da tempo che il suo rapporto con il Guardiano della Pioggia si era fatto molto più profondo e solido di quanto non fosse mai stato negli anni precedenti: parlavano spesso, erano molto affiatati per quanto riguardava le missioni e non era raro che Gokudera aiutasse l’altro a ripassare prima dei compiti in classe. Ma non era normale immaginarsi mano nella mano con quell’idiota decerebrato!
A forza di fare ragionamenti e cercare scuse all’accaduto gli stava venendo mal di testa.
“Gokudera guarda! Sta nevicando”
L’interpellato alzò lo sguardo, constatando che si, effettivamente i primi fiocchi di neve stavano scendendo dal cielo. Si girò, magari per lanciare un’occhiataccia al compagno che aveva interrotto il flusso dei suoi pensieri, ma le parole gli morirono in gola: Yamamoto sorrideva estasiato, la mano aperta e lo sguardo meravigliato rivolto verso l’alto. Con le guance arrossate e quella luce giocosa negli occhi sembrava quasi un bambino. Ed era bello, soprattutto; quello era un dato di fatto. L’argenteo arrossì di nuovo a quel pensiero, abbassando di scatto lo sguardo. Ma che andava a pensare? L’idiota del baseball, bello? Un brutto, bruttissimo presentimento si stava facendo strada nella sua testa.
“Gokudera…” Il ragazzo alzò nuovamente il viso, incontrando quasi subito le iridi dell’altro “Tu… che cosa provi per me?”
L’argenteo sgranò gli occhi color della giada, mentre un nuovo rossore si faceva strada sulle sue guance pallide.
“E-eh?”
“Prima mi parli, ti comporti normalmente e sembri a tuo agio… poi ti isoli nuovamente, comportandoti come se di me non te ne importasse niente. Non capisco, Gokudera”
La Tempesta era senza parole, letteralmente: la sua testa era in completo black-out, i neuroni non connettevano e il suo cuore sembrava prossimo ala tachicardia. Quel ragazzo l’avrebbe fatto morire d’infarto precoce, ne era certo. Yamamoto al silenzio del compagno sospirò, abbassando mesto lo sguardo e avviandosi verso casa.
“Non importa, fa finta che non abbia parlato”
E lo superò, mentre Gokudera fissava paralizzato la sua schiena. La sua testa era un casino, non ci stava capendo niente di tutta quella situazione ma una cosa era certa: non gli avrebbe permesso di andarsene come se niente fosse. Non quella volta.
“Io ti odio”
Yamamoto si fermò di botto, girando lo sguardo stupito verso il dinamitardo: Hayato teneva lo sguardo basso, il suo corpo fremeva e i pugni erano serrati fino quasi a far sbiancare le nocche.
“Ti odio perché sei un completo idiota. Ti odio perché in tua compagnia non ci capisco più niente, e io non sopporto di non avere il controllo della situazione. Ti odio perché, nonostante io tenti di allontanarti, tu continui imperterrito a intaccare le mie difese. Ti odio perché la tua sola presenza mi fa impazzire, e non capisco il perché!”
Takeshi lo abbracciò di slancio, placando il tremore del suo corpo con il calore del proprio.
“Allora vediamo se riesco a fare qualcosa per tutta questa confusione”
E lo baciò. Fu un bacio casto, un leggero sfioramento di labbra, ma per Gokudera significava molte cose.
Un bacio, e tutte le sue congetture svanirono in una nuvola di fumo.
Un bacio, e i suoi sentimenti si fecero finalmente chiari.
Un bacio, e tutte le sue difese crollarono.
Un bacio, e tutto ebbe finalmente un senso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
~little corner~
 
Salve popolo~
Ed ecco che Marta torna con una nuova one-shot, con la sua prima slash nel fandom sulla sua OTP per eccellenza, la 8059 *^*
Sappiate che è stato un parto. Gokkun non è un personaggio facile da gestire, e pure Yama mi ha dato qualche problemino. Ma tutto si è risolto ascoltando i Fall Out Boy a palla e con una madre che dall’altra stanza mi urlava cose che ho ascoltato solo per metà. Whatever. Sono abbastanza soddisfatta del lavoro svolto: ho –più o meno- seguito il prompt –cosa più unica che rara per me-, ed è uscita quasi come la immaginavo all’inizio. Peccato che questo fosse un DRABBLE event. E questa è tutto tranne che una drabble. ARGH-
Vabbeh, vado a mangiarmi una fetta di cocomero :3
Tanto ammore a Maki per il bellissimo prompt e aspetto i vostri pareri :)
See yay~
 
uomi_hime
 
   
 
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