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Autore: ThisisSoph    14/06/2015    7 recensioni
Questa storia è nata come un esercizio di scrittura e si è tramutato in questa fanfiction ambientata nel mondo di TID ed incentrata sulla coppia Wessa (Tessa+Will), spero vi piaccia!
Dal testo: "La ragazza non poteva fare a meno di pensare a come l’angelo meccanico che portava al collo, e che stava inconsciamente accarezzando, fosse stato la sua maggiore fonte di speranza nel periodo passato alla Casa Oscura, e a come successivamente fosse stato Will a diventare la sua fonte di speranza e la sua liberazione. Poteva ripercorrere con precisione quasi maniacale ogni momento del suo salvataggio: l’entrata non così trionfale del ragazzo nella sua stanza, la sconcertante bellezza del viso e la profondità dei suoi occhi blu - che l’avevano colpita così tanto dal primo istante in cui il suo sguardo si era posato su di lui-, il sarcasmo quasi irritante nel tono della sua voce altrimenti così piacevole, il fascino pericoloso delle lame azzurrine mosse contro le persone che l’avevano tenuta segregata per così tanto tempo."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Theresa Gray, Un po' tutti, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hope

 
La «speranza» è quella cosa piumata 
che si viene a posare sull'anima 
Canta melodie senza parole
e non smette mai

E la senti - dolcissima - nel vento 
E dura deve essere la tempesta
capace di intimidire il piccolo uccello
che ha dato calore a tanti

lo l'ho sentito nel paese più gelido
e sui mari più alieni
Eppure mai, nemmeno allo stremo,
ha chiesto una briciola di me.
Emily Dickinson
 


Tessa si era innamorata di quella poesia dalla prima volta che l’aveva letta. Quelle parole, così melodiose, avevano la capacità di colpirla ogni volta che le rileggeva.
Chiudendo gli occhi, poteva quasi sentire il canto dolce e armonico di quell’uccello. Guardando il cielo lo immaginava, libero e leggero, librare tra i rami scuri tinti dal verde del fogliame e dal colore brillante dei fiori primaverili.
E non solo. Nelle foreste più oscure e nel clima più torbido, riusciva ancora ad immaginare il suo canto gioioso portare speranza a chi non pensava di poterne più provare.
Speranza. Tessa aveva sempre provato una forte attrazione per quella sensazione così familiare - soprattutto ora che aveva ritrovato Nate - di cui era convinta però pochi riuscissero a cogliere la vera natura.
Sii speranzoso, sii positivo. Il bicchiere deve essere sempre mezzo pieno.
La speranza ti insegna che, nel dolore più forte e nel periodo più oscuro, ci sarà sempre quella luce che riuscirà a farti emergere e ti guiderà al sicuro.

Rintanata nella biblioteca dell’Istituto, l’unico posto in cui riusciva a sentirsi realmente a suo agio in quella grande struttura così simile ad un castello per grandezza e imperturbabilità, circondata dal gradevole odore dei libri, Tessa guardava fuori dall’ampia finestra dal vetro colorato. La ragazza non poteva fare a meno di pensare a come l’angelo meccanico che portava al collo, e che stava inconsciamente accarezzando, fosse stato la sua maggiore fonte di speranza nel periodo passato alla Casa Oscura, e a come successivamente fosse stato Will a diventare la sua fonte di speranza e la sua liberazione. Poteva ripercorrere con precisione quasi maniacale ogni momento del suo salvataggio: l’entrata non così trionfale del ragazzo nella sua stanza, la sconcertante bellezza del viso e la profondità dei suoi occhi blu - che l’avevano colpita così tanto dal primo istante in cui il suo sguardo si era posato su di lui-, il sarcasmo quasi irritante nel tono della sua voce altrimenti così piacevole, il fascino pericoloso delle lame azzurrine mosse contro le persone che l’avevano tenuta segregata per così tanto tempo.
Fin dal primo momento, di tutte le persone che aveva conosciuto da quando era venuta a conoscenza dell'esistenza dei Nephilim e del Mondo Invisibile, nessuna era riuscita a colpire Tessa come era stato capace Will: non la pazienza di Charlotte, né la stravaganza di Henry, persino l’estrema gentilezza e dolcezza di Jem non reggevano il confronto.
Solo poco prima, in quella carrozza, era stato così piacevolmente bizzarro sentirsi chiamare con un diminutivo mai usato da nessuno, quasi tra di loro ci fosse una sorta di tacita intimità. Le mani del ragazzo che stringevano le sue, nonostante fossero fasciate dai guanti, avevano avuto un effetto calmante quanto elettrizzante. Le sembrava quasi assurdo quanto un piccolo scambio di citazioni avesse, anche solo per un momento, creato tra di loro un profondo collegamento, quasi fossero gli amanti protagonisti del libro citato.
E poi c'era quello che era successo in soffitta. Il desiderio ardente di avvicinarsi e di toccarlo, e le emozioni che aveva provato quando esso si era tramutato in realtà: la sopresa nel sentire il calore febbricitante della sua pelle, la pressione decisa delle labbra sulle sue, la consapevolezza crescente di ogni parte del corpo del ragazzo mentre lui la cingeva stringendola a sé; e poi lo stupore e la delusione del distacco, il dolore sordo del sentirsi rifiutata e svuotata.
Il suo primo vero bacio, così incredibilmente intenso ma così diverso da come lo aveva sempre immaginato nei suoi sogni più profondi, dove romanzi e storie d'amori impossibili erano la sua unica fonte di ispirazione.
Tessa scosse la testa al ricordo, come se quel gesto potesse far scivolare via il rosso che ora imporporava le sue guance o le lacrime di frustrazione che minacciavano di salirle agli occhi.
Non era quello che aveva provato, e che ancora riusciva a sentire con vivida forza, la priorità e tanto meno lo era Will. Quello che importava era che Nate si rimettesse e riuscisse a dare tutte le informazioni che aveva sulle attività illecite del Pandemonium a Charlotte, poi entrambi avrebbero potuto andar via dall'Istituto e lasciarsi tutta questa storia dolorosa alle spalle.

Ma mentre tornava nella sua stanza, Tessa non poteva fare a meno di sentirsi dentro un vuoto nel fare certi pensieri. Era perfettamente logico che, ritrovato suo fratello, lei volesse tornare a vivere la sua vita tranquillamente come aveva sempre fatto con zia Harriet; la ragazza, peró, aveva imparato dai suoi libri che spesso ragione e cuore non vanno nella stessa direzione, e per quanto non fosse ancora pronta ad ammetterlo nemmeno a se stessa, nel profondo sapeva che anche per lei era così.






ANGOLO AUTRICE:
Eccoci qui! Innanzitutto ringrazio tutti quelli che hanno speso anche solo due minuti del loro tempo per leggere la mia storia, e ringrazio ancora di più chi sceglierà di lasciare una recensione o un commento, sono certa che qualunque pensiero o consiglio mi aiuterà a migliorare il mio stile.
Ci tenevo a spiegare anche lo strano modo in cui è nata questa storia, perchè sì è nata in modo strano. Un giorno avevo quello che viene spesso chiamato "il blocco dello scrittore" e così mi sono messa a cercare dei piccoli esercizi di scrittura che mi aiutassero ad aprire la mente; è così che ho trovato l'indicazione di scrivere una storia partendo da una poesia e sviluppandola intorno al concetto principale contenuto in quest'ultima. Ed ecco che, scelta una delle mie poesie preferite, ho cominciato a scrivere e scrivere e scrivere ed ecco cosa ne è uscito! xD
Morale della favola? Se avete il blocco dello scrittore... bè andatevi a cercare degli esercizi di scrittura, perchè ne potrebbero uscire storie di cui sarete abbastanza soddisfatti da pubblicarle!
Non vi annoierò dicendovi altre cose inutili solo.. leggete e commentate! ;)
Alla prossima,
Soph
   
 
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