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Autore: Scarl_Bloom 94    14/06/2015    1 recensioni
Tre ragazze, due sorelle e loro cugina, stanche di vivere la loro vita, di vivere nel loro paese, decidono di scappare via, lasciando solo una lettera ai propri genitori. Tre ragazze pazze fino al midollo, si ritroveranno da sole in una grande città come New York. E qui il caso vuole che una di loro incontri l'amore della sua vita e viva una storia d'amore per niente normale. Amori, disastri, guai e situazioni comiche staranno alla base di questa pazza storia.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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THIS CRAZY LOVE

 

Capitolo 10- Leo.

 

Orlando porta subito una mano sul punto dove l’ho colpito. Che razza di uomo odioso. Non può prendersi gioco di me come se niente fosse. Solo perché è Orlando Bloom non vuol dire che può permettersi di fare il gradasso. E’ insopportabile.

 

Orlando: Tu sei tutta matta. Perché l’hai fatto?

 

Io: Perché non ti sopporto! E inoltre non avresti dovuto baciarmi. Chi cavolo te l’ha chiesto?

 

Orlando: Ma se ti è piaciuto, avanti ... ammettilo.

 

Io: Mai!

 

Mi alzo e inizio a guardarmi intorno. E adesso come torno a casa? Con quest’essere immondo di certo non andrò da nessuna parte, preferisco tornarmene a piedi. Però ... porca paletta se non mi è piaciuto quel bacetto insignificante, ma significante per me. Le sue labbra accarezzavano le mie in un modo così sensuale e dolce. L’ha fatto apposta, voleva accertarsi che mi piace da morire. Oh Cristissimo, chissà che faccia da ebete avevo quando mi sono lasciata baciare da lui.

 

Orlando: Ti vuoi fermare un attimo? Dove vuoi andare?

 

Io: Non sono fatti che ti riguardano. Torna dalla tua moto infernale e non pensare a me.

 

Mi giro distrattamente verso di lui e lo becco ancora con la mano sulla guancia. Devo avergli fatto parecchio male. Che goduria. E adesso se non mi lascia in pace mi sa tanto che gliene sferro un altro. E questa volta colpirò una parte ancora più dolorosa. Porco schifoso.

 

Orlando: Che ragazzina odiosa. Fai quello che ti pare. Io me ne torno a casa.

 

Azzz! Che stronzo. Massì, che se ne vada via. Io saprò badare a me stessa. Non ho bisogno di lui. E dopo quello che si è azzardato di fare non voglio vederlo per il resto della mia esistenza. Ah ... dimenticavo che è il mio capo, accidenti!

D un tratto lo sento urlare. Dallo spavento mi volto e inizio a correre verso di lui. Tipo che ho dimenticato di odiarlo alla follia.

Io: Cos’è successo??

 

Orlando: La moto! Non c’è! Me l’hanno rubata!

 

Io: Beh, è quello che meriti. E sono più che contenta di non dover rivedere mai più quell’aggeggio del diavolo!

 

Orlando: Tu sei fuori! Lo sai quanto mi è costata?

 

Io: No, e non mi interessa nemmeno. Sai che tragedia, sei così ricco che puoi comprartene altre mille di quei cosi indiavolati.

 

Orlando: Devo sporgere denuncia. Vieni con me, o torni a casa? Il che è improbabile che tu ci riesca, visto che non sai in che posto ci troviamo e non hai la ben che minima idea di dove andare per raggiungere casa mia.

 

Io: Sei uno ...

 

Orlando: Stronzo, lo so, piccola.

 

Io: No, sei un porco!

 

Orlando: Ti ho mica violentata?

 

Io: Quasi!

 

Orlando: Sei l’esagerazione fatta a persona!

 

Io: E tu resti sempre un porco!

 

Orlando: Come vuoi tu. Con te è meglio buttare bandiera bianca!

 

Ovviamente scelgo di andare insieme a lui dalla polizia. Purtroppo mi sono resa conto che ha perfettamente ragione: non so come tornare a casa. Finirei in chissà quale buco della terra, il che non sarebbe male visto cos’è successo poco fa. Vorrei poter tornare indietro e trovare la forza per scansarmi, così da evitare che le sue labbra da uomo odioso si poggiassero sulle mie. Ora che ci penso il solo pensiero delle sue labbra sulle mie mi fa sentir male. Meglio cancellare quei brevi e intensi secondi dalla mia vita.

Quando arriviamo alla stazione, ovviamente, tutti lo riconoscono. Addirittura un poliziotto gli chiede l’autografo per la figlia. Tutto questo non può far altro che irritarmi. Adesso la sua presunzione aumenterà a dismisura.

 

Ispettore: Non si preoccupi, Mr Bloom. Troveremo chi le ha rubato la moto.

 

Orlando: La ringrazio, ispettore Dowson.

 

Io: Ehm, potrei fare una denuncia anch’io? Si tratta di abuso.

 

Orlando: No, la lasci perdere. E’ pazza.

 

Io: E anche una denuncia per diffamazione, se posso.

 

Orlando: Io dovrei fare una denuncia contro di te e quelle due pazze delle tue amiche! Mi avete sconvolto la vita, Anne cucina veleno per topi, Carol, che dovrebbe pulire casa, non fa altro che piagnucolare e lamentarsi per Chris. E tu ...

 

Io: cosa vorresti dire? Che non faccio bene il mio lavoro? Flynn mi adora!

 

Orlando:  Sì, ti adora, anche se non ho ancora capito il perché ... visto che sei così ... insopportabile!

 

Io: Forse perché, a differenza del padre, è un bambino intelligente!

 

Ispettore: Ehi, ehi ... calmatevi, ragazzi. Si può sapere del perché di tutte queste denunce?

 

Io: Lui! Mi ha baciata! Pretendo che lo arrestiate!

 

Orlando: E questo sarebbe l’abuso, secondo lei.

 

Io: Sì, in più, continua a dire che sono pazza di lui! Pretendo che lo arrestiate due volte!

 

Orlando: E va bene, allora io denuncio te per continue molestie! Non fa altro che picchiarmi giorno e notte. Poco fa mi ha sferrato un bolide micidiale dritto in faccia! E in più denuncio anche Anne e Carol.

 

Io: Bene! Andrò a cercare un avvocato!

 

Orlando: Io ce l’ho già, alla faccia tua!

 

E continuiamo a battibeccare ancora per molto sotto agli occhi attoniti del povero ispettore, il quale non può far altro che aspettare che l’arrabbiatura ci passi.

 

Ispettore: Avete finito di gettarvi odio addosso?

 

Io: Sinceramente no, avrei tante altre denuncie da fare contro di lui, ma sarò buona e mi limito a queste duecento.

 

Orlando: Vi prego rinchiudetela e buttate la chiave, ve ne sarò eternamente grato.

 

Io: Che gentiluomo! Sei davvero un mostro!

 

Ispettore: sicurezza! Accompagnate fuori questi due psicopatici!

 

E c’era d’aspettarselo d’altronde che quel poveretto alla fine sarebbe crollato.

 

Così ci ritroviamo a piedi, senza moto. Spero solo di tornare in tempo per prendere Flynn all’asilo. Povero piccolo.

Tutta colpa di questo broccolone che ho davanti. Doveva per forza portarmi in un posto sperduto dell’America per darmi un maledetto bacio? Che tra l’altro non ho ancora capito perché me l’abbia dato. Forse solo per compiacersi. Che razza di sbruffone. Ma non gliela darò mai vinta.

 

Orlando: Allora? Hai perso la lingua? Non dai la colpa di tutto questo a me?

 

Io: Certo che te la do, ci mancherebbe pure.

 

Orlando: Ah ... me la dai ...

 

Io: cosa? Cos’hai capito, porco?!

 

Orlando: Tu hai detto che me la dai, scusa.

 

Io: Non quello che pensi tu! Non verrei a letto con te neanche per tutto l’oro del mondo!

 

Orlando: Ma se quando ti ho baciato tremavi come una foglia, fammi il piacere. L’ho capito dal primo giorno  che ... ti piacevo da morire. Cosa credi? Non sono un ragazzino. Capisco quando una donna mi vuole.

 

Io: Io non ti voglio!

 

A quel punto lo vedo voltarsi e avanzare verso di me. Rimango immobile, come pietrificata, mentre Orlando in un paio di secondi ha già eliminato la distanza che ci separava.

 

Orlando: Non mi vuoi?

 

Scuoto la testa e, allora, Orlando mi spinge contro il  muro. China il capo e, lentamente, avvicina le sue labbra alle mie. Vorrei con tutta me stessa alzare quella mia fottuta mano per picchiarlo brutalmente ... purtroppo non ho forze. Sento il suo fiato sulla bocca.

 

Io: Smettila ... perché lo fai?

 

Orlando: Dillo che sei pazza di me.

 

Io: Ma cosa vuoi da me, si può sapere?

 

Orlando: La verità.

 

Io: E cosa te ne fai?

 

Orlando: Quindi ammetti?

 

Tocca le sue labbra con le mie con dolcezza, e smettiamo finalmente di parlare per concentrarci su noi due. Non dovrei mostrarmi così debole e indifesa, accidenti a me. Vuole soltanto che ammetta che mi piace, sì ... ma perché? Cosa se ne fa? Non capisco. Spero solo non si prenda gioco dei miei sentimenti. Mi ero ripromessa di cercare di controllarli, ma questo deficiente, stupido Elfo che non è altro, non perde occasione per provocarmi. E ora le sue labbra sono incollate alle mie. Però ... non pensavo potesse essere così bello baciarlo. Si stacca leggermente per guardarmi negli occhi ...

 

Io: Perché devi baciarmi?

 

Orlando: Non lo so, mi piace farlo.

 

Io: Anche ... anche a me.

 

Orlando: Piccola, ammetti che lo hai fatto apposta quella sera a farmi ingelosire con DiCaprio ...

 

Ah ... e questo, allora.

 

Io: Cosa? No, certo che no! Cosa c’entra Leonardo? Ti da fastidio che io sia una sua fan?

 

Orlando: ma che ... no, cosa mi importa ... però voglio che tu mi dica la verità!

 

Io: No! Fanculo, Bloom!

 

Riesco a levarmelo di dosso e a proseguire lungo il cammino, senza neanche voltarmi mezzo secondo verso di lui. Non è possibile. Tutto questo non è assolutamente possibile. Siamo due pazzi, punto. Cosa c’entra DiCaprio con tutti questi baci che mi sta dando? E’ geloso ... sì, è parecchio infastidito, questo posso vederlo da sola.  So solo che è ... completamente pazzo.

Continuiamo a camminare a una distanza di circa tre metri, ed evitiamo anche e soprattutto di parlare. Anche con mezza parola le probabilità di litigare di nuovo, e poi baciarci di nuovo, sono veramente alte. E poi, come se tutto questo non fosse già abbastanza, si mette anche a piovere. Grandioso!

Mi sento afferrare per un braccio e quasi non emetto un urlo. Poi mi accorgo che si tratta di quell’imbecille che mi sta trascinando sotto un balcone per non farmi bagnare. Dovrei ringraziarlo, ma tutto il gran casino che c’è tra di noi me lo impedisce.

 

Orlando: Ti rendi conto? Mi rubano la moto, vengo cacciato fuori da una stazione di polizia, devo tornare a casa a piedi, e per finire in bellezza ... sta diluviando.

 

Io: Tutta colpa tua.

 

Orlando: Oh grazie, tu sei sempre di grande aiuto.

 

Io: Dovevi riportarmi a casa, invece di fare il gradasso.

 

Orlando: Volevo stare un po’ con te, scusami eh.

 

Io: E per quale motivo?

 

Orlando: .... Boh ... volevo sapere com’era baciarti.

 

Io: Oh ... e ... com’è?

 

Orlando: Mi piace.

 

E restiamo in silenzio. Di nuovo. Fino a quando non smette di piovere. Perché facciamo così? Uffa, come vorrei capire cosa prova davvero per me. Sono soltanto una ragazzina per lui? E vuole solo che io ammetta che mi piace da impazzire? Per poi andare a sbandierarlo come un trofeo? E a quale scopo? Per dire che un’altra deficiente è caduta ai suoi piedi? Che si fotta. Dovrei fare pace con il cervello, lo so.

E ringraziando il cielo arriviamo giusto quando Flynn esce da scuola. Perlomeno abbiamo evitato che quel pargolo si ritrovi da solo in mezzo a tutta quella gente, senza alcun viso amico, abbandonato dal padre super idiota che si ritrova e dalla babysitter ancora più idiota del padre.

Appena vedo il bambino correre verso di noi apro le braccia per accoglierlo.

 

Flynn: Rachel!! Papi!! Che bello!!

 

Io: Vieni qua, piccolo mio. Tutto apposto?

 

Flynn: Sì, sono contento che siete venuti tutti e due insieme.

 

Io:  praticamente non ci siamo mollati per nemmeno un secondo, ma lasciamo perdere.

 

Flynn:  Vi siete messi insieme??

 

Io: Ma no, certo che no! Come potrei stare con una persona così insopportabile,odiosa, rompi scatole, prepotente come tuo padre!

 

Orlando: Grazie eh,

 

Io: Prego, di niente.

 

Flynn: Uffa, litigate sempre.

 

Mi dispiace deludere questo piccolo angioletto del Signore, ma cosa posso fare? Sono del tutto fuori per colpa di suo padre, appunto. E’ la causa di tutti i miei mali, sono sicurissima. Della mia pazzia, sicuramente. Oh che diavolo mi è saltato in mente di venire a lavorare per lui? Mi piace troppo per far finta di niente.

Quando torniamo a casa troviamo Carol che sta urlando/piangendo come un’ossessa, e una puzza di bruciato colossale proveniente dalla cucina.

 

Orlando: Ecco, quelle due pazze delle tue amiche.

 

Corriamo in cucina e qui incontriamo Anne super euforica che gira un cucchiaio in una pentola enorme dalla quale esce un fumo immenso.

 

Orlando: Santo Dio! Ma che è? Una strega??

 

Orlando e Flynn si mettono subito dietro di me, altamente impauriti dalla vista di Anne che ride come una totale drogata mentre cucina chissà quale intruglio malefico.

 

Io: Esci da questo corpo SATANA!

 

Orlando: Mi state spaventando il bambino!

 

Io: Quello che se la sta facendo sotto sei tu, non tirare fuori il bambino!

 

Orlando: Ce l’hai ancora con me? Di sicuro per la faccenda del bacio, non è vero?

 

Flynn: Bacio?

 

Anne: Vi siete baciati????

 

Io: Taci, tu.

 

Anne: Okay, continuo a cucinare il nostro pranzo.

 

In quel momento entra in cucina Carol, seguita da ... Christian??

 

Chris: Amico, questa ragazza è pazza! Mi ha legato mani e gambe e mi ha appeso all’armadio!

 

Orlando: Cosa? Ma tu che ci fai qui?

 

Chris: Ero venuto stamattina per parlarti di una cosa ... e ho incontrato questa psicopatica!

 

Carol: Tu mi hai sedotta! E poi abbandonata!

 

Chris: Ma quando???

 

Carol: sei un porco!

 

Chris: ti prego, Orlando, aiutami!!

 

Orlando: E cosa posso fare? Chiamare il manicomio? Qualcosa avrai pur fatto per aver innescato questa bomba allucinante nella sua testa!

 

 

Io: Porca miseria, ma cosa stai cucinando Anne?

 

Anne: Non lo so!!! Ma credo sia buona! Carol l’ha assaggiata e ha detto che è buonissimaaaa!

 

Io: Oh porca miseria. Che ci hai messo dentro??

 

Anne: Delle cose che mi ha dato George.

 

Io: Oh cazzo. Ma è droga!!

 

Flynn: Cos’è droga?

 

Io: No, niente amore mio, andiamo via da questo branco di pazzi. Orlando, quando trovo tuo cugino lo spello vivo!!

 

Orlando: Cosa succede adesso?

 

Prendo Flynn per mano e lo trascino in salotto, mentre Orlando ci viene dietro urlando anche lui in preda al panico.

 

Orlando: Dobbiamo parlare di oggi.

 

Io: Cosa? Ti sembra il momento adatto?

 

Orlando: Ho respirato per troppo tempo quella sostanza, credo di aver perso un po’ di lucidità!

 

Io: Oh bene!

 

Orlando: In realtà credo di averla persa del tutto, baciami!

 

Flynn: Sìììì! BACIOOOO!

 

Io: NO!

 

Inizio a correre trascinando con me anche il bambino e Orlando ci viene dietro continuando a urlare di baciarlo. Se questo è un incubo, vi prego svegliatemi al più presto.

In quel momento ... magicamente il campanello della porta fa tornare tutti alla realtà.

Orlando corre ad aprire e ... si ritrova davanti ... Leo. Leonardo. DiCaprio.

 

Leo: Ehilà, amico. Da quanto non ci si vede!

 

Orlando: Leo?!

 

Il mio finto idolo è appena apparso davanti ai miei occhi. Ordunque la mia reazione dovrà essere quella di fingere di fangirlare come se non ci fosse un domani e di aggrapparmi anima e corpo a quell’essere barbuto che, in questo preciso istante, sta fissando proprio me.

Orlando Bloom patirai la gelosia come non hai mai fatto in vita tua.

La vendetta è un piatto che va servito freddo.
   
 
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