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Autore: Lylyt26    15/06/2015    0 recensioni
Venticinque febbraio duemilaquindici: la guerra è arrivata anche nella mia città, la morte, la distruzione e il caos fanno da governanti a quel poco che ci resta. Avrò mai la possibilità di rivedere la luce del sole? Di rivedere una strada senza sangue e senza macerie? O è questo il mio destino? Caro diario, ho paura.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dear Me.


Caro Diario,

Oggi è il 25 febbraio, e la guerra infervora ormai da una settimana. Sette lunghi giorni cui niente è più come prima, sette giorni da quando ho perso le speranze, la mia casa, la mia famiglia. Sette giorni da quando ho perso la mia vita. 

Mi sembra di stare in un film -chissà se ne rivedrò mai uno-. I conquistatori hanno distrutto tutto: ogni televisione, ogni cellulare e qualsiasi altro mezzo di comunicazione è stato prima confiscato e poi bruciato, non vogliono darci la possibilità di comunicare, di sapere. Ovviamente hanno anche assaltato e raso al suolo ogni luogo che contenesse anche solo un minimo di cultura: biblioteche, scuole, chiese; non esiste più niente. E' rimasta solo la polvere e l'odore di bruciato che infesta l'aria.

Ieri qui è nata una bambina; chissà se qualcuno le parlerà di com'era bella la sua città prima di tutto questo, chissà se avrà mai la possibilità di leggere un libro vero, di camminare  su una strada senza macerie, se imparerà mai che la vita vera non è quella che stiamo vivendo ora. 

Al momento siamo nascosti nel sottoscala del comune, è già la terza volta che ci spostiamo, di notte, come dei ladri che cercano di rubare più attimi di vita possibili. E' così che mi sento, una ladra, una vagabonda, una nullità. 

Non avrei mai immaginato che un diario e un pupazzo di stoffa potessero diventare i miei unici averi, ma è così, mi rimane solo questo. Non ho più cibo, non ho più  vestiti, non ho più amici. Sono stati portati via tutti, come la mia famiglia. Ci siamo solo io e mia sorella qui giù. Stiamo morendo di fame e di freddo, ma la paura di uscire per cercare da mangiare è troppa; non so dove siano stati portati gli altri, ma io non ci voglio andare. 

Ora devo andare, mia sorella ha bisogno di riposare, il turno di guardia tocca a me adesso. 

__________________________Ventisei febbraio duemilaquindici.

Caro Diario,

Sta mattina mi sono svegliata sperando che fosse tutto un sogno, ma non è così. 

Non avrò mai più la possibilità di sognare.



Lylyt's Corner: Buonasera/Buongiorno lettori, sono felice che siate arrivati fin quì e vi ringrazio anche solo per aver aperto la mia storia. Spero che le emoziosni con cui l'ho scritta siano arrivate a qualcuno di voi e che per questo decida di soffermarsi a scrivermi il suo pensiero riguardo a quello che ho scritto, sarebbe bellissimo. 
Per il resto vi ringrazio e basta.
Con affetto,

Lylyt.
  
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