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Autore: zweidollarbillie    15/06/2015    1 recensioni
AU in cui i personaggi di Supernatural sono pirati, e le vicende del telefilm sono adattate al nuovo contesto.
{DESTIEL}
dal testo:
Questo è essere un pirata, figlio mio: non è solo saccheggiare, razziare, cacciare i mostri che ci divorano da gran bastardi con tutta la nave. È anche accettare il fatto che oggi potremmo star navigando sull'acqua coi pesci, domani invece sul cielo con le stelle e cirri di nuvole, ma sapere che l'orizzonte è sempre lo stesso e amarlo come amiamo chi ci attende nei nostri sogni più profondi, nelle nostre speranze più remote e nei nostri ricordi più felici
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Dean si arrampicò agilmente sopra coperta, aggrappandosi alla cima che dall'albero maestro ricadeva a pochi centimetri da lui, ed assaporò il silenzio piatto della quiete che la tempesta si era lasciata alle spalle. Il ponte dell'Impala era fradicio, le assi gonfie d'acqua quasi sino a scoppiare, le funi bagnate rendevano difficoltoso l'attrito delle mani, ma il giovane Wichester era abituato a tutto ciò e il pensiero di scoraggiarsi non lo sfiorò nemmeno.

Continuò la sua scalata aggrappandosi ora a questa, ora a quella corda, raggiungendo senza notevoli sforzi la coffa più alta. Da lì aveva un'ampia visuale della distesa nera che sconfinava fino al limite dell'orizzonte, buia ed ermetica come un cielo posto sotto ai loro piedi, su cui la pancia della nave scivolava con placida flemma.

Buttando un occhio sotto di lui, diversi metri più indietro, Bobby lo salutò staccando una mano dal timone, per poi proseguire a girare distrattamente la spessa ruota di legno .

Dean si sedette contro l'albero maestro, si massaggiò la schiena dolorante dopo la giornata passata a domare l'imbarcazione in balia del temporale e prese a scrutare il mare in cerca del pericolo che in acque ignote non era solito a mancare. Stranamente, l'unica cosa che increspava quel profilo perfetto era la scia di spuma che l'Impala creava con il suo passaggio. Avrebbe dovuto essere rasserenato da simile visione, tale quiete ultraterrena sarebbe stata d'aiuto alla sua anima tormentata, ma ovviamente non poteva stare tranquillo. Non con tutto quello che suo padre gli aveva raccontato, non con tutti i mostri che si nascondevano negli abissi in attesa di malcapitati ed inesperti marinai. In realtà loro erano tutt'altro che inesperti, Dean stesso non aveva mai conosciuto altra vita al di fuori di quella, ma era anche vero che l'oceano era grande e pieno di pesci affamati e navi nemiche.

 

Dean Winchester non temeva l'arrivo di quel galeone, lui lo attendeva. Sentiva le membra fremergli ad ogni movimento sospetto, il cuore agitarsi vittima dell'adrenalina e della preoccupazione. Non c'era giorno, da quando un uomo della cerchia di Azazel aveva preso Sam e lo aveva costretto nella stiva come bottino dell'arrembaggio, in cui non lasciasse gli occhi verdi vagare alla ricerca delle vele dell'Inferno.

Sam Winchester, il più giovane della famiglia, mancava ormai da più di due settimane, quindici giorni ormai di rotte annebbiate, destinazioni imprecise, ricerche senza esiti. Ogni volta che si avvicinavano all'imponente nave dalle vele dipinte con il sangue dei prigionieri, ecco che quella veniva inghiottita dalle onde, nascosta dalle nuvole come se si prendesse gioco di loro facendoli navigare a vuoto, alla ricerca dell'incubo che viaggiava veloce come un delfino, pericoloso come uno squalo. Ma loro erano pirati, anche della peggior specie se si voleva essere precisi, e avrebbero affondato l'Inferno con tutto il suo equipaggio, pur di riprendere Sammy.

Passò tutta la notte appeso al bordo della coffa, immerso in pensieri fluidi e nel dondolio cantilenante, ridacchiando al russare di Garth che piccoletto com'era non si sarebbe detto un cavolo di bestione dei saccheggi, le mani più lunghe delle braccia se doveva prendere qualcosa che non gli apparteneva, e picchiettando nervosamente le dita sul legno liscio che la sua nave presentava.

La sua nave.

Un galeone di rispettabili dimensioni, elegante negli intarsi e nelle sue virate, in grado di azioni efficaci e viaggi lunghi in maremoti che avrebbero rovesciato una galea da guerra senza troppo impegno. Ciò che suo padre, affogando nel tentativo di vendicare la morte della moglie per mano dello stesso Azazel (Quel figlio di una concubina, lui ed il suo sangue avveleneranno l'acqua del mare che io amo e rispetto, ma per Mary è ciò che farei ogni attimo della mia esistenza), si era raccomandato di accudire come un membro della famiglia.

Nonostante ciò, l'Inferno, in due sole volte che l'avevano visto, l'aveva quasi distrutta, aveva ucciso la loro mamma, e aveva preso Sam.

Suo nonno aveva dato al mezzo tale insolito nome: durante divagamenti a causa di una sbornia (si diceva) aveva sputato l'appellativo come una gallina depone un uovo. Impala, aveva detto. Così come questa è la mia prima notte da ubriaco su questa meraviglia, così essa si chiamerà. Poi era caduto addormentato russando peggio di un orso, rendendo impossibile il sonno nell'intero cassero. Dunque, suo padre all'epoca ventenne e sua madre, insieme all'equipaggio, avevano passato la notte sul ponte, a cercare le costellazioni.

Dean fece lo stesso in quel momento. Mamma Orsa lo salutò nella sua forma che ad un'orsa somigliava veramente poco, facendosi trovare fra i lumi che punteggiavano il cielo terso e pulito, così simile al mare da dare i capogiri a chi non fosse abituato a cotanta immensità (cosa gli aveva insegnato suo padre in proposito: questo è essere un pirata, figlio mio: non è solo saccheggiare, razziare, cacciare i mostri che ci divorano da gran bastardi con tutta la nave. È anche accettare il fatto che oggi potremmo star navigando sull'acqua coi pesci, domani invece sul cielo con le stelle e cirri di nuvole, ma sapere che l'orizzonte è sempre lo stesso e amarlo come amiamo chi ci attende nei nostri sogni più profondi, nelle nostre speranze più remote e nei nostri ricordi più felici).

 

Bobby, da sotto di lui, fischiò piano per attirare la sua attenzione, mollando il timone e facendogli segno di scendere. Dean seguì l'invito, calandosi giù con la stessa cima di prima e camminando sulle assi delle vele.

– Ragazzo, sono qui. Faresti meglio ad affilare il coltello. – disse burbero, indicando con la testa qualcosa alle loro spalle, che costeggiava il fianco dell'Impala seguendola nel ritmo delle sue docili spintarelle. Due persone armate di lame e pistola, a bordo di una scialuppa dalla chiglia di un inconfondibile vermiglio fiammeggiante.

– Figli di puttana. – Dean sentì la pelle d'oca avvinghiarlo in catene gelide, ma scacciò la tremenda impressione della trappola metallica e si sporse dalla ringhiera di legno.

Prima che potesse abbaiare loro insulti di qualche tipo, il primo uomo si issò lanciando un rampino che sibilò nel passargli a pochi centimetri dall'orecchio.

– Non ti scaldare, Winchester. Siamo qui perché davvero, non se ne può più di avervi attaccati al culo nei nostri giri, Azazel è stanco di voi. – esordì scavalcando agilmente il parapetto, con un sorrisetto beffardo ad increspargli le labbra in una smorfia.

Bobby borbottò qualcosa, facendosi avanti per fronteggiarlo, ma Dean lo tenne per un braccio.

– Devo dire che ci ho messo un po' a rompervi le scatole, ma alla fine siete qui, e non mi posso lamentare. – disse il giovane, mettendosi tra di lui, ormai affiancato dal compagno e il vecchio brontolone, che si lisciò la barba perplesso dalle parole appena udite.

– Voglio contrattare. Voglio fare un patto. – sputò ai loro piedi, incrociando le braccia.

– Per Nettuno, questa è nuova persino a me. – latrò il secondo arrivato in un potente accento spagnolo, mettendosi a ridere così forte che le luci sottocoperta si accesero flebili e Jo sbucò dalla botola, allarmata. Gli ospiti fischiarono.

– Mica lo sapete, vongoline, che una donna a bordo porta più sfiga dell'albero maestro fulminato? – stavolta fu Bobby a ridere dal timone, scuotendo la testa come a sottolineare disapprovazione nei confronti di tanta ignoranza da parte di uomini di mare. – Ebbene, vongolina, di donne da queste parti ne abbiamo tre, e hanno più palle loro di tutto la vostra ciurma in una sola volta. Fossi in voi non me le metterei contro.

Jo avanzò fino a loro, la mano all'elsa del coltello già metà sfoderato e con l'odio dipinto in viso, ma Dean la bloccò a metà strada e le fece cenno di tornare a dormire. Quando la ragazza fu convinta ad andarsene, il ragazzo potè riprendere il discorso.

– Voglio indietro mio fratello. – sbottò, risoluto come non mai, la vena sulla tempia che pulsava di rabbia.

– Non si può fare, Winchester. Vedi, è il preferito di Azazel, mica puoi portarglielo via senza che lui abbia nulla in cambio. Cosa sei disposto a pagare? I tuoi uomini? Le tue tre puttanelle? La tua nave?

– La mia vita. – questo bastò ad ammutolire i presenti e far scendere una tensione palpabile fra di loro. Co volle un po' perché Bobby incassasse il colpo e si riprendesse dal torpore dell'incredulità. Quell'uomo era stato un padre per loro, era la persona di cui più si fidava al mondo, e sapeva che la cosa non gli sarebbe piaciuta.

– Ti sei bevuto il cervello?!

Dean lo ignorò. – Allora? Che ne pensate?

I due sorrisero. – Che è esattamente ciò che Occhi Gialli desiderava. Hai un anno di arrembaggi e frodi, depravazioni e cacce in lungo e in largo per i sette mari. Torneremo allora, fra 365 giorni da oggi.

Dean si sentì come schiacciato da un'ancora. Avrebbe voluto far cedere le ginocchia, ma decise che non era opportuno mostrare debolezze e si costrinse a rimanere in piedi, sfoderando la sciabola con fare minaccioso. – E Sam?

– Non ti scaldare. – disse il secondo, cominciando a calarsi giù dalla fune del rampino. – Tra un'ora sarà di nuovo qui.

Dean osservò la scialuppa spingersi lontano dall'Impala, laddove la nebbia a Sud abbracciava qualsiasi cosa dando veramente l'impressione che stessero navigando sul cielo, cercando di scorgere le famigerate vele rosso sangue, senza successo alcuno.

E già li sentiva, oh sì. Come li sentiva bene nelle sue orecchie, quei bastardi ridere mezzi affogati nel rum, ma pieni di mente da torturare ogni povero diavolo che capitasse loro a tiro, quei cani tanto spregevoli che il mare li avrebbe sputati fuori disgustato se fossero caduti nei suoi flutti. Lo stesso mare che John Winchester morendo per la donna amata si sarebbe permesso di avvelenare, ora attendeva di inghiottire le membra del figlio, sangue del suo sangue, che aveva appena donato la sua anima a Satana giusto perché sembrava proprio averne avuto abbastanza di rubare il cuore alle donne, le provviste agli altri marinai e le sorti ai maledetti.

Lo sentiva il demone, nel suo sonno ubriaco chiamarlo.

Ci vediamo fra un anno, Capitano Winchester.

 

   
 
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