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Autore: Yuyo    15/06/2015    1 recensioni
Un detective di cui non si conosce nulla sta passando le sue vacanze in giro per l'Europa, attirando omicidi e misteri da risolvere. Adesso si trova in un albergo tra le montagne, isolato dal resto del mondo a causa di una tempesta di neve. Nell'albergo, un largo assortimento di personaggi e un morto. E questa volta, non è il maggiordomo Jenkins.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcuno è stato ucciso - La testimonianza del detective - I dolori di Miss Aman - La testimonianza dei Masterson e del professor Hendrick

-Ricapitoliamo i fatti ancora una volta.
L'investigatore era comodamente seduto in poltrona, scaldato dalla vestaglia di tweed.
-Ho ascoltato tutte le vostre dichiarazioni separatamente e sono quasi riuscito ad arrivare alla soluzione del mistero. Adesso, vorrei che raccontaste a tutti ciò che è successo la sera del diciassette novembre. Circa alle venti e quindici ci siamo alzati da tavola. Quasi tutti si sono dispersi tranne Jonah che è rimasto nella stanza. Mi sono recato subito al gabinetto comune, l'unico funzionante. Lì ho incontrato miss Aman che usciva. Dopo ciò mi sono ritirato a leggere nella mia stanza fino a che alle... venti e quarantacinque circa, beh, sapete cosa è successo.
La luce vacillò un momento mentre la tormenta ancora infuriava fuori dalle finestre.
-Adesso per favore, miss Aman, può raccontarci della sua serata?
Il detective si mise comodo in poltrona, pronto ad ascoltare la testimonianza, sorridente sopra la barbetta rada.

-Non sospetterà di me, vero?
La signorina lanciò uno sguardo languido all'uomo.
-Ho già tratto delle conclusioni che ritengo veritiere. Si limiti a raccontarci i fatti- ribatté il machiavellico detective. Un gelido silenzio trapelò attraverso i vetri ghiacciati.
-Oh... si. Alle venti abbiamo finito di cenare. Almeno io mi sono alzata alle venti, stando alla pendola del salone. Come avrete notato, mi sentivo bene e ho mangiato molto poco. Succede ogni mese- civettò ammiccando a miss Hyde, che borbottò qualcosa prima di nascondersi imbarazzata dietro ai ricci biondi.
È proprio una bella ragazza quella Victoria Hyde, pensò il detective. I capelli incorniciavano un viso ovale; il naso francese era macchiato da lentiggini e sormontato da larghi occhi nocciola. Un vestito dal taglio parigino metteva in risalto i seni prosperosi e le gambe affusolate, mostrate un po' troppo per il costume comune.
-Dov'ero rimasta... Ah si. Subito dopo essere uscita dal gabinetto, ho incontrato di sfuggita il nostro detective, e mi sono ritirata in camera a dormire fino al fattaccio.
-Qualcuno ci può garantire che è rimasta nella stanza? Potrebbe benissimo essere uscita e rientrata senza che nessuno se ne accorgesse- osservò il professore con invidiabile senso pratico mentre la luce vacillava ancora. -Garantisco io. Le nostre stanze sono adiacenti e il suo... russare ha accompagnato la mia lettura. Senza offesa, sia chiaro- puntualizzò il detective.

-Signore e signora Masterson, la vostra serata?
-Siamo arrivati qui ieri sera, quando ancora splendeva il sole. Come gli altri anni in cui siamo venuti qui, la vacanza era splendida, fino a ieri sera. Dopo cena...
-Veramente una cosa quantomeno insolita ci sarebbe- Jessica interruppe il marito durante il racconto.
Il diciassette novembre, verso le quattro del pomeriggio, stavo passando davanti alla biblioteca, e ho sentito due voci all'interno, una maschile e una femminile, parlare. Non credo di essermi sbagliata, sono abbastanza sicura. Solo che quando sono entrata... Lì non c'era nessuno.
Qualcuno nella stanza arrossì.
-Grazie signora Masterson. Potrebbe essere interessante...
Il detective si lisciò la barbetta dietro al the fumante.
-Continua a raccontare Lee- fece la signora sorridendo.
-Cosa stavo dicendo... Oh si, la cena. Dopo esserci alzati siamo andati nella sala del pianoforte per ascoltare il professore suonare. Siamo rimasti lì fino al momento in cui abbiamo sentito l'urlo.
-Nessuno si è allontanato?
-Io sono andata alla toilette- fece Jessica Masterson.
Sono uscita in tempo per sentire il grido, e sono subito corsa in salone dove ho visto il corpo della signora Hutch, riverso per terra in un mare di sangue.
Il ricordo di quei macabri momenti gelò il sangue dei presenti. Gli sguardi corsero alla porta della stanza in cui giaceva il cadavere, chiusa a chiave dal giorno precedente.
-Propongo una pausa- fece Jonah alzandosi dal divanetto -Quest'ansia mi sta uccidendo.
Nonostante l'aria visibilmente seccata dell'uomo in vestaglia di tweed, la comitiva si disperse rapidamente. Rimase solo Hendrick.
-Ha già risolto il caso, vero?
Suonava più come un'affermazione che come una domanda.
-Direi di si. Ma sono sicuro che verranno fuori cose molto interessanti.
Il detective, non aggiunse altro.

  
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