Petunia Dursley si chiuse alle spalle la pesante porta di casa e lentamente raggiunse l'auto di famiglia, dove erano stipati gli ultimi diciassette anni della sua vita. 
Per la prima volta da quando era sposata, ricordò com'era la sua esistenza quando si firmava ancora come Petunia Evans. 
Le sembrava fosse una vita appartenuta a una sconosciuta. 
Come di consueto, quei pensieri riportarono a galla il ricordo di quella persona che con tutte le sue forze aveva cercato di estromettere dalla propria vita. 
Lily, sua sorella. Quella parte di sè che aveva soffocato con un cuscino. 
Lily, la strega. Colei che era così dotata e speciale da ricevere una lettera da quella stupida scuola, scuola che escluse proprio lei, Petunia. 
Quando fino a quel momento era stata la migliore, in tutto. 
Lily era solamente strana, con i suoi capelli rossi e le... le magie. 
Non potevano essere più diverse: lei faticava a credere a qualunque cosa, anche se gliela mostravano.
Lily invece... Lily aveva perennemente la testa fra le nuvole. 
Quando arrivò quella stramba lettera, Petunia si aspettava una reazione dura da parte della madre, addirittura pensava che avrebbe scacciato la sorella. 
Era convinta che inorridisse di fronte al dato di fatto... aveva messo al mondo un mostro un mostro, una oscenità. 
Invece no. Che felicità avere una strega in famiglia! 
Lily e tutti i suoi... simili, non erano altro che degli abomini! 
Fu quello che pensò con ferrea convinzione, per anni. 
Fino a quando nacque Harry. Il suo cuore si sciolse e acconsentì a fare visita alla sorella, tenendo all'oscuro Vernon.
Non avrebbe mai avuto il coraggio di confessarglielo.
Fu l'ultima volta che vide sua sorella viva. 
Ricordava perfettamente la felicità di Lily, mentre cullava il figlioletto fra le braccia, e anche quando le sorrise con affetto. 
«Hai visto, Tunia? Lui ha i nostri occhi.» 
E così era. Petunia aveva faticato a guardare in faccia il nipote, perchè ogni volta vi rivedeva la sorella, veniva colpita con violenza da quell'intenso acquamarina  che solo Lily poteva rendere così brillante. 
La sorella che aveva odiato, invidiato, allontanato e rimpianto... la persona a cui ha voluto più bene, nonostante tutto. 
Non si giustificava per il trattamento riservato ad Harry, era consapevole di aver scaricato su di lui la rabbia di una vita... eppure credeva di aver adottato il giusto comportamento, era certa di averlo reso una persona migliore. 
Perciò quell'ultimo giorno guardo Harry dritto negli occhi, più a lungo di quanto aveva mai fatto in diciassette anni, e fece il meglio che potè: un brusco cenno con la testa, senza aggiungere nulla. 
Per le parole, avrebbero avuto tempo. 
Sorrise quando Vernon fece partire l'auto, uscendo dal vialetto del numero 4 di Privet Drive e lanciò uno sguardo fugace al cielo. 
Hai visto, sorellina? Il tuo Harry ha i nostri occhi ed è una persona migliore di quanto ci saremmo potuti immaginare.