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Autore: Christine_Lewis    15/06/2015    4 recensioni
E' un caldo pomeriggio di inizio estate, particolarmente afoso e stressante per Haruka, ma verrà involontariamenteravvivato dal povero Makoto
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tranquillità regnava in quella casa: i grilli non si sentivano, probabilmente anche loro erano stremati da quel caldo infernale, i vicini dormivano e il vento non soffiava. Il silenzio fu tuttavia interrotto dal fastidiosissimo rumore di un mazzo di chiavi, che dopo essere stato estratto da una tasca è stato capovolto e ricapovolto per trovare l’unica piccola chiave che avrebbe permesso allo stanchissimo Haruka Nanase di trovare un po’ di pace da quel mondo che andava troppo veloce, persino più di lui.
Una volta entrato si tolse le scarpe con malavoglia e sbatté a terra la cartella con noncuranza, richiudendo la porta alle sue spalle: era allo stremo delle forze, quel giorno avrebbe saltato allenamento. Solo allora si accorse di essere più strano del solito… Saltare allenamento? Che mi passa per la testa? Pensò fermandosi di scatto, mi stanno uccidendo ultimamente… disse poi sottovoce dirigendosi verso il bagno.
L’acqua era freschissima e sembrava penetrare nella pelle di Haru, infondendogli quella giusta dose di energia che gli mancava. Il ragazzo carezzò dolcemente la superficie, imitando il gesto di una madre verso la guancia del proprio figlio, stando attento a non creare troppi movimenti. Ultimamente era davvero stressato, non ne poteva più di test su test a scuola, perché a causa dello studio aveva dovuto saltare una settimana intera di allenamenti! Per lui era una sofferenza indescrivibile, insomma, tenere Haruka lontano dall’acqua era come impedire a un cane di giocare e fare le feste al suo padrone! Proprio in quei momenti saliva un odio ribollente nelle vene, un odio bruciante per la scuola. Lui voleva solo sentirsi libero! E poteva esserlo solo immerso nell’acqua di una piscina, lontano dalle preoccupazioni e al sicuro praticamente da tutto!
Si immerse completamente nella vasca da bagno tenendo gli occhi aperti e fissi in un punto invisibile sul soffitto del bagno: il suo sguardo era perso, quasi morto, così come lo era la sua anima. Non poteva vivere senza l’acqua e la sensazione di libertà.
Nel frattempo…
Dei passi frettolosi si avvicinavano rapidamente all’entrata principale di casa Nanase e una manciata di secondi più tardi si udirono tre rintocchi sulla porta, ma nessuno andò ad aprire. Makoto Tachibana, preoccupato come sempre per l’amico, corse in fretta verso la porta sul retro, entrando cortesemente. Si diresse subito verso il bagno, perché conosceva a memoria ormai le abitudini di Haru. Lo trovò disteso in acqua con gli occhi chiusi e l’acqua leggermente tinta di rosso, così come il bordo esterno della vasca e subito Makoto iniziò a gridare nel panico più totale:
-O mio Dio Haru!! Haru rispondimi! Aiuto chiamate un’ambulanza vi prego il mio amico sta morendo!- continuò a starnazzare frasi simili con le mani tra i capelli e andando avanti e indietro dal bagno al corridoio finché non venne interrotto dal rumore di acqua scrosciante: Haru si era svegliato dal suo pisolino, interrotto dal gran trambusto chiedendo:
-Si può sapere che stai facendo?-  mentre si passava un asciugamano sulle ciocche nere brillanti,
-Haru!? Cosa!? Ma, ma, ma, io… t-ti ho v-visto… il sangue nella vasca… t-tu non r-rispondevi… VUOI FARMI MORIRE GIOVANE?!?!- disse confuso e bianco cadaverico Makoto, ancora confuso e spaventato.
-Mi sono tagliato il palmo della mano con una piastrella rotta prima, ma ho preferito rimanere in acqua e poi mi sono addormentato.- spiegò Haruka con grande indifferenza.
-Tu piuttosto stai bene? Non hai una bella cera- disse all’altro che si era appoggiato al muro per non svenire.
-Non importa… Piuttosto, andiamo a allenarci in piscina con gli altri? Ti stiamo aspettando- propose Makoto raccogliendo il suo zaino, che era letteralmente volato nella stanza accanto durante lo spavento. Haru avrebbe voluto dire di no, ma l’acqua gli aveva ridato energia, e poi voleva saperne di più sullo strano comportamento di Makoto… Poi sono io quello strano pensò, e raccattate alla bell’e meglio i suoi indumenti raggiunse l’amico che lo aspettava sull’uscio…
 
ANGOLO AUTRICE
Sì ok non è un capolavoro dell’arte letteraria, anzi è una schifezza, ma mi andava di cimentarmi nel racconto “demenziale” e “comico”, diciamo che è una specie di prova. Se mi dite che sono troppo negata lascio stare tranquilli!
Un bacio,
CriTMNT
   
 
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