THORKI
- Scherma
Era
opinione comune che un degno successore di Odino dovesse essere bravo
non solo in battaglia ma anche negli sport; perché in fondo
cos'era lo sport se
non un combattimento senza armi convenzionali?
Ok,
no, forse non era proprio così comune come opinione, e
magari nessuno
aveva mai definito lo sport in questo modo, ma Thor aveva il pallino di
dover
primeggiare in tutto e questo bastava. Guardando il mondo degli umani
aveva
imparato il calcio, il basket, il baseball e tante altre discipline, e
non ce
n'era una in cui non era riuscito a diventare un campione. Almeno
finora.
«Ehi,
fratello, ho una sfida per te» gli disse Loki, mentre non
staccava
gli occhi da qualcosa di molto interessante che evidentemente stava
succedendo
sulla Terra.
«Spara,
sono tutto orecchie» rispose Thor, affiancandolo, curioso di
scoprire in cosa lo volesse sfidare.
«Guarda
un po' lì.»
Il
dio del fulmine guardò dove il moro gli indicava e vide due
persone
vestite di bianco, con una specie di casco nero che copriva loro il
volto, che
si muovevano avanti e indietro su una pedana argentata lunga e stretta;
impugnavano due spade sottili che tintinnavano ogni volta che si
incontravano
le lame, e ogni tanto si accendeva una luce rossa o verde su un
apparecchio
poggiato poco lontano che li faceva fermare per qualche secondo.
«Che
stanno facendo?» chiese il biondo, sempre più
incuriosito.
«Gli
uomini la chiamano "scherma"» rispose Loki. «Credo
sia una
delle cose più vicine a un duello che abbiano.»
Lo
sguardo di Thor si illuminava sempre di più.
«Proviamo?»
chiese al fratello, esaltato per la scoperta.
Il
moro annuì, e l'altro era talmente preso che non
notò che il sorrisetto
che aveva era più compiaciuto del solito.
Si
procurarono una divisa bianche a testa, cosa che cominciò ad
impensierire un po' Thor che fin da subito non la trovò per
niente comoda.
«Ma
come diavolo facevano quei due a muoversi con tanta scioltezza con
queste trappole addosso??» sbottò, mentre litigava
con quello strano filo
bianco che chiamavano "passante" e che gli usciva da dietro
minacciando il suo equilibrio ad ogni passo.
Loki,
al contrario del fratello, sembrava assolutamente a suo agio: aveva
indossato la divisa, il passante usciva appena all'altezza del polso e
stava
aspettando, con la spada in una mano e la maschera sotto al braccio,
che
l'altro smettesse di litigare con l'attrezzatura. Nel frattempo, per
velocizzare la pratica, provvide lui a collegare l'arma alla macchina
segna-punti tramite il rullo e il passante.
«E
io dovrei muovermi con questo filo che mi tira dietro??»
«Rilassati,
non ti tira. Tu non pensarci e vedrai che non lo sentirai
più.»
Facile
parlare per lui: dalla scioltezza con cui si collegò alla
macchina
sembrava che non avesse fatto altro per tutta la vita.
«È
peggio di una trappola da guerra!»
«Forza:
saluto e cominciamo» disse l'asgardiano, ignorando le sue
lamentele
e agitando la lama in aria apparentemente senza motivo.
«Thor, fai come faccio
io. Nella scherma la ritualità è
importante.»
Thor
sbuffò ma ubbidì, sentendosi ridicolo. Poi,
sempre imitando il
fratello, si mise la maschera e cercò di copiare la
posizione strana e, per
lui, totalmente innaturale in cui si era messo.
«Questa
è spada, quindi puoi colpire qualsiasi parte
dell'avversario, dalla
maschera ai piedi tranne la coccia dell'arma. Non essendoci nessun
altro, farò
io da arbitro» disse Loki. «Pronti? A
noi!»
Veloce
come un fulmine fece due passi avanti e mise a segno il primo punto,
dritto al cuore di un Thor colto completamente alla sprovvista; la luce
rossa
si accese con un piccolo *tin*, segnalando che il colpo era corretto.
«Ma
cos-?»
«1
a 0. Pronti? A noi!»
La
domanda era palesemente retorica, perché anche quella volta
Loki partì
senza assicurarsi che l'altro fosse davvero pronto, mirando al viso
coperto
dalla grata nera di ferro.
Altro
colpo, altra luce rossa, altro *tin*.
«Ehi,
aspet-!»
«2
a 0. Pronti? A voi!»
Non
sto a raccontare il resto dell'incontro nel dettaglio; Loki
batté Thor
15 a 0, e questi ci rimase così di stucco che non volle
neanche chiedere la
rivincita. Alla fine di tutto si strinsero la mano, più
sudati di quanto si
potesse immaginare.
«Ehi,
Loki» disse Thor, mentre si liberava di quella trappola
bianca che
aveva addosso. «Da domani mi insegni?»
«Certo,
fratello, tanto non diventerai mai più bravo di
me!»