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Autore: AWB    15/06/2015    1 recensioni
E' la notte del 31 Ottobre 1981, Sirius Black è nel suo nascondiglio ed è preoccupato per i suoi migliori amici. Decide così di andare a casa di Peter Minus per vedere se il custode del segreto di Lily e James è al sicuro.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sorelle Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era la notte del 31 ottobre, io me ne stavo rintanato sotto al divano di una vecchia casa babbana che avevo adibito a mio nascondiglio. Avevo ritenuto più saggio assumere la forma dell’enorme cane nero che, a Hogwarts, utilizzavo insieme ai miei amici per accompagnare Remus durante le sue trasformazioni in lupo mannaro, così se qualche babbano fosse venuto a controllare avrebbe trovato solo un cane e non sarei stato arrestato. Già, Remus. Non sapevamo dove fosse e sospettavamo fosse la spia che passava informazioni a Voldermot. Lily e James erano stati costretti a nascondersi dopo aver saputo che Voldermort, per qualche strana ragione, dava la caccia a loro e ai coniugi Paciock. Si erano rintanati in un luogo lontano e segreto ed avevano nominato me loro Custode Segreto. Nessuno avrebbe potuto conoscere l’indirizzo a meno che non fosse stato il Custode Segreto in persona a rivelarlo e, per quanto mi riguardava, avrei resistito ad ogni tortura e sopruso, sarei morto piuttosto che tradire i miei amici, piuttosto che tradire James. Per lui provavo un affetto che non poteva essere quantificato, avevamo seminato il “terrore” tra i corridoi di Hogwarts  con i nostri scherzi e lui mi aveva accolto in casa propria quando io, stanco e seccato dall’atteggiamento altezzoso e riluttante della mia stupida famiglia, ero scappato, presentandomi sulla sua porta. James per me era il fratello che Regulus non era mai stato, la mia vita era una merce più che negoziabile per salvare loro la vita. Qualche tempo prima,però, avevo suggerito loro di cambiare il loro Custode Segreto, non per codardia o altri sentimenti inetti, ma perché di certo Voldemort sospettava che fossi io e quindi avremmo dovuto trarlo in inganno. Proposi Peter Minus come mio sostituto, Peter che provava per noi un sentimento simile all’adorazione perché, grazie alle insistenze di Remus, lo avevamo accolto nel nostro gruppo e fatto sentire a casa.  Così, avvertito Silente, ripeterono l’Incanto Fidelius e il loro Custode divenne Peter. James, Lily e il loro piccolo bambino, Harry, erano nascosti chissà dove, col loro segreto sepolto in fondo al più sicuro degli scrigni: il cuore di uno dei loro migliori amici. Rivolsi un’occhiata verso il cielo, non posso negare di non aver avuto paura, ero letteralmente terrorizzato. Sarebbe finita un giorno quella guerra? Voldemort sarebbe stato sconfitto? Mi tornarono in mente tutti i momenti passati assieme ai miei amici nel castello di Hogwarts, le fughe nei passaggi segreti, le scaramucce con Severus Piton, James che rincorreva Lily nella speranza di farsi notare, la luna piena, la Mappa del Malandrino e poi ancora i momenti dopo il diploma, James che mi annunciava il matrimonio con Lily e mi chiedeva di essere il suo testimone, Lily incinta, la prima volta che avevo visto Harry e gli occhi lucidi di James che mi nominava suo padrino. In quell’occasione lo avevo rassicurato con una pacca sulla spalla e, sorridendo, gli avevo detto che nulla sarebbe mai accaduto e che, benché fossi felice di essere il padrino di Harry, lui sarebbe cresciuto con i propri genitori. Strisciai contro il pavimento impolverato e mi scossi per togliere la polvere dal pelo, poi guardai nuovamente dalla finestra. Non riuscivo a stare con le mani in mano, le emozioni stavano prendendo il sopravvento e sarei impazzito a breve se non fossi uscito. Decisi di andare da Peter per vedere come stesse e se fosse tutto a posto. Con un balzo uscii da una finestra rotta nel soggiorno e mi diressi verso casa sua. Quando arrivai avvertii una stranissima sensazione, qualcosa non andava. Non avevo idea di come facevo a saperlo, ma lo sapevo. Era una percezione spaventosamente palpabile. Ripresi la forma umana, stando attento che non ci fosse nessuno nei paraggi, poi bussai alla porta. Non rispose nessuno. Bussai più forte e, questa volta, la porta si aprì da sola con un sinistro scricchiolio ma, a parte questo, nessun altro rumore. Entrai cauto e richiusi la porta alle mie spalle.
<< Peter? Peter sei in casa?>>,
girovagavo guardingo per le anguste stanze buie. La casa sembrava deserta e perfettamente in ordine. I patti erano che Peter sarebbe dovuto restare nascosto lì finchè non si fosse trovata una soluzione per contrastare Voldemort, allora perchè non c’era? Provai di nuovo a chiamarlo, benchè avessi capito cosa fosse successo, ma mi rifiutavo di crederlo.
<< Codaliscia, dannazione dove sei?!>>

ringhiai con una punta di rabbia. Nessuno rispose,di nuovo.
<< No…No…Dannazione!!!>>

 gridai prendendo a calci una poltrona e ribaltandola. Uscii dalla casa di Peter rabbioso e col cuore in gola. Quello stupito inetto aveva tradito. Dovetti raccogliere tutta la forza possibile per mantenermi lucido e tornare ad essere un cane. Corsi a perdifiato fino al mio nascondiglio, dove tornai umano e tirai fuori dal garage dismesso la mia moto volante. Vi montai in sella e spiccai il volo diretto a Godric’s Hollow, a casa di James e Lily. Per la prima volta in vita mia pregai, pregai di essermi sbagliato, che Minus fosse solo uscito a prendere una boccata d’aria. Ma, arrivato a Godric’s Hollow, non potei fare altro che tornare alla realtà e smettere di coltivare false speranze. Feci atterrare la mia moto direttamente davanti al vialetto di casa Potter e sentii le lacrime lottare per uscire, il cuore in gola, in mille pezzi.  La casa era completamente distrutta, la fissavo come in trance, mentre smontavo dalla moto e mi dirigevo a passi lenti e meccanici  verso quel che rimaneva della villetta. Non aveva senso correre, lo sapevo già. Lo sapevo da quando, in casa di Peter, nessuno mi aveva aperto la porta. Attraversai l’ingresso, a terra era coperto di vetri, assi erano crollate, mobili distrutti. A terra la foto del matrimonio di James e Lily, bruciacchiata e col vetro della cornice spaccato. La guardai per qualche secondo, guardai il sorriso di James, il suo ammiccare verso di me e guardare Lily con gli occhi ricolmi d’amore. Alzai lo sguardo dalla foto e sentii tutto il peso del mondo sulle mie spalle. Come se il cielo improvvisamente mi volesse schiacciare. Steso a terra, con gli occhi rivolti verso il vuoto ed un’espressione di terrore in viso c’era il mio migliore amico.
<< James…>>
mormorai con un filo di voce, se anche avessi gridato lui non avrebbe potuto sentirmi, non più. Mossi qualche passo verso di lui e mi inginocchiai al suo capezzale. Ormai non avevo più il controllo sul mio corpo, le lacrime avevano preso a sgorgare dai miei occhi chiari, pieni di dolore.
<< Mi dispiace…>>
mormorai con la voce rotta dal pianto.
<< Avevo giurato che sarei morto per proteggerti e invece ti ho ucciso, amico, fratello mio. Io ti ho detto di sostituirmi con quel traditore. Se….Se avessimo lasciato le cose come stavano tu ora saresti vivo...Ma dove ho sbagliato? Sei sparito per sempre James…è colpa mia…è tutta colpa mai. Io dovevo essere il tuo Custode….>> all’improvviso, al di sopra dei miei singhiozzi sentii un flebile verso, il vagito di un bambino.
<< Harry..>>
sussurrai riscuotendomi. Voldemort non lo aveva ucciso, ma com’era possibile? Lanciai un’ultima occhiata a James e mi precipitai al piano di sopra, da dove provenivano i versetti del piccolo Harry.  La scena che trovai non fu migliore di quella al piano di sotto. L’ambiente era distrutto e, entrando nella cameretta del piccolo, trovai Lily riversa a terra, morta.  Al di sopra di lei, nella culla, c’era il bambino. Mi avvicinai facendo attenzione al corpo di Lily e lo osservai attentamente. Sembrava non avesse ferite, o danni gravi, eccetto una piccola e bizzarra cicatrice a forma di saetta sulla piccola fronte.
<< Ciao Harry…Adesso ti porto via di qua. Loro….Loro ti amavano, adesso ci sono io con te. Sarò accanto a te, nessuno oserà farti del male.>>,
lo presi tra le mie braccia e tornai al piano di sotto. Non potei fare a meno di guardare nuovamente James.
<< Non ti preoccupare, Ramoso..Harry viene con me>>
mormorai prima di uscire. Tenendo Harry ben stretto uscii dalla villetta, senza voltarmi.  Mi accorsi di non essere solo. Un’enorme figura svettava accanto alla mia moto. Lo riconobbi immediatamente e mi rilassai, riprendendo a camminare nella sua direzione. Hagrid aveva il volto contratto e singhiozzava. Enormi lacrime scorrevano sulla sua folta barba.
<< James non c’è più..>>
 mormorai guardandolo negli occhi lucidi. Lui annuì e fece uno sforzo incredibile ed inutile per provare a contenere un ululato di dolore. Quell’ululato fu come una coltellata in petto, avevo creduto che la spia fosse Remus ed avevo affidato la vita del mio migliore amico al vero traditore. Guardai Harry che si succhiava il dito tranquillo, poi salutai Hagrid con un cenno del capo, avvicinandomi alla moto. Il mezzogigante mi fermò. Disse che per ordine di Silente il bambino sarebbe dovuto andare con lui. Lo avrebbero portato dai parenti babbani di Lily.
<< No Hagrid>>, dissi con fermezza.
<< Io sono il suo padrino. Harry viene con me. >>,
lui insistette, dicendo che Silente riteneva che, per il bene di Harry stesso, sarebbe stato meglio se fosse cresciuto lontano da tutto questo, lontano dalla magia e da Voldemort, cresciuto nell’ignoranza fino a quando non sarebbe stato ammesso a Hogwarts. Ero riluttante, non volevo lasciarlo, ero il suo padrino, dovevo occuparmi di lui. Lo avevo promesso a James, ma non potevo ignorare gli ordini di Silente, in fondo lo faceva per il suo bene. Annuii debolmente e diedi ad Harry un bacio sulla cicatrice.
<< Quando tutto questo sarà finito e tu sarai abbastanza grande ti verrò a prendere e vivrai con me. Ti racconterò di tuo padre, di come combinava guai a Hogwarts e come ha conosciuto tua madre…Ma per ora temo che tu debba andare con Hagrid.>>,
poi mi rivolsi al mezzogigante
<< Prendi la mia moto, farai più in fretta e poi…a me non serve più. >>.
Lui accettò volentieri la mia offerta ed io rimasi a guardarli mentre si allontanavano nella notte, stagliati contro la figura della luna. Svuotato da ogni sentimento e senza più uno scopo, sentivo qualcosa crescere nei meandri della mia testa e del mio stomaco. Qualcosa di potente e bruciante: rabbia. Rabbia e sete di vendetta. Quel codardo, sudicio inetto aveva tradito James e Lily, li aveva consegnati direttamente a Voldemort e non l’avrebbe passata liscia.  Ma dove poteva essere? Cercai di pensare a tutti i luoghi di cui Peter ci aveva parlato, ma la mia mente non era abbastanza lucida, tanto ero accecato da rabbia e dolore. Mi costrinsi a rimanere calmo e cercare di recuperare un po’ di lucidità. Mi dissi che era per James che dovevo farlo, per Harry che era rimasto orfano a causa di uno dei migliori amici di suo padre. “ e a causa mia”, pensai amareggiato. Mi venne in mente all’improvviso, come un segno, come se qualcuno volesse aiutarmi…Come se James volesse aiutarmi. Quando eravamo a scuola Peter ci aveva mostrato la foto di una certa via babbana in cui la sua famiglia aveva una seconda casa, lontana da qualsiasi concentrazione di maghi. Cercai di visualizzare nella mente l’immagine e chiusi gli occhi per smaterializzarmi. La familiare sensazione di essere infilato con forza in qualcosa di stretto, come un tubo di gomma, non tardò ad arrivare e, quando riaprii gli occhi mi trovavo nel punto esatto ritratto nella foto di Peter. Mi guardai intorno, era pieno di babbani ma avrei potuto riconoscere la sua figura ovunque, perfino al buio, col solo aiuto del tatto. Peter Minus stava uscendo da un angusto palazzo con un’espressione tronfia sul viso che mi provocò un attacco di nausea. Mi precipitai verso di lui e lo presi per il collo della giacca consunta, per costringerlo a guardarmi.
<< Io ti ammazzo.>>
mormorai con gli occhi spalancati, come un folle, mentre qualche babbano curioso si fermava a guardarci. 

   
 
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