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Autore: Scarl_Bloom 94    15/06/2015    4 recensioni
TEMPORANEAMENTE SOSPESA. SCUSATE, MA SONO IN PERIODO ESAMI. CI RIVEDIAMO A LUGLIO.
Questa storia parla di un amore che nasce e cresce nel tempo. Ripercorreremo la vita di Orlando, passo dopo passo, e quella di Scarlett, innamorata di lui da sempre. Il nostro caro Bloom ci metterà un bel pò a capire cosa significa amare veramente. Dal 1997 al 2015, diciotto anni, per decifrare quello che il cuore ha sempre cercato di fargli capire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Everything I do … I do it for You

 

"Solo nell'agonia del salutarci siamo capaci di comprendere la profondità del nostro amore.”

(George Elliott)

1999, l’anno in cui il film La vita è bella di e con Roberto Benigni venne pluripremiato alla 71ª edizione degli Academy Awards.

 

Stavo sfogliando le pagine di un libro in una tiepida giornata di marzo. Ero così presa dalla lettura che non mi resi conto della presenza di qualcuno alle mie spalle. Avevo preso abitudine di andare nel parco vicino casa mia per rilassarmi e immergermi nella lettura. E nel bel mezzo del racconto mi sentì toccare la spalla. Il libro volò via dalle mie mani ed emisi un urlo di spavento. Tuttavia appena vidi Orlando e il suo immancabile sorriso mi calmai.

<< Cosa ridi? Stupido! Mi hai fatto prendere un colpo. >>

 Sembrava si stesse divertendo da matti.

 << Scusami, fiorellino. >> Si chinò a prendere il libro da terra e, senza smettere di ridere, me lo porse.

<< Lo sai che quando leggo sono così presa dalla storia che ... odio essere interrotta! E smettila di ridere, Orlando. >>

 Gli diedi un pugno sul braccio, ma non bastò a farlo tornare serio. Decisi di tornare alla lettura e, quindi, di lasciarlo perdere. Ma con lui lì, era  impossibile concentrarsi a leggere. Tenevo gli occhi fissi sulla pagina, mentre Orlando si sedeva accanto a me.

<< Cosa leggi? >> chiese chinandosi sul libro.

 Mi spostai, non sopportavo averlo così vicino. << Il Signore degli Anelli. >> Speravo non facesse altre domande, ma conoscendolo sapevo benissimo che le mie speranze sarebbero andate in fumo.

 << Ah sì. A scuola ne parlavano. Stanno facendo le selezioni per scegliere gli attori. Vogliono fare una trasposizione cinematografica, a quanto ho capito. >>

 Lo guardai con gli occhi meravigliati << davvero? Oh mio Dio, ma è fantastico! Adoro questo libro, non riesco più a staccarmi. >>

Orlando sorrise e mi guardò per un po’, eravamo così vicini. << Finalmente un sorriso, fiorellino. Sei così carina quando lo fai. >>

Arrossì e abbassai subito il capo facendo finta di riprendere a leggere.

 << Non ti annoi? E’ enorme. Quante pagine sono? >>

 Iniziai a pensare il perché fosse ancora lì a parlarmi, ma mi sforzai a rispondere. << Mille e duecento ... circa. >>

Orlando fece una faccia sconvolta << cosa? Tu sei matta. Io morirei. Non hai nient’altro da fare? Tipo andare dietro ai ragazzini? >>

 Sospirai e chiusi il libro, tanto non sarei riuscita a continuare lo stesso. << A me piace leggere. Soprattutto libri così grandi. E tu ... dovresti provare a leggerlo, seriamente. Anzi, perché non partecipi ai provini? Potrebbero prenderti. >>

 Orlando rise, come se avessi detto chissà quale assurdità. Mi prese il libro dalle mani e si mise a guardarlo per qualche secondo.

<< Hai un personaggio preferito? >>

Annuì << Sì, un Elfo bellissimo. >>

Orlando rise di nuovo << come fai a sapere che è bellissimo? Non l’hai mai visto. >>

Feci spallucce provando a spiegarmi << beh, io lo immagino bellissimo. >>

 Lui mi guardò perplesso, ma si fece bastare la risposta che gli avevo dato.

 <<  E come si chiama? >> domandò ancora.

<< Legolas. Non trovi sia un nome fantastico? >>

Si mise a scuotere il capo, tra una risata e l’altra << fiorellino, ma tu hai qualche problema serio. Che razza di nome è Legolas? E poi ... ti sei innamorata di un Elfo. Gli Elfi  sono orrendi, lo sanno tutti. Non interpreterei un Elfo nemmeno per tutto l’oro del mondo. >>

 Lo guardai malissimo e gli presi malamente il libro dalle mani, << no, tu sei orrendo. Idiota. >> Gli diedi le spalle un tantino offesa.

<< Ah, no dai. Stavo scherzando. E poi ... tu non mi trovi orrendo. >>

 Arrossì e strinsi il libro contro il petto. << Non ti sopporto. Te ne vai? >>

 Odiavo quando faceva così. A volte temevo che Orlando venisse a sapere del debole che avevo per lui.

<< Scusami, fiorellino. Non volevo offenderti. Tu mi sei stata così vicina negli ultimi mesi. Grazie per non avermi abbandonato. >>

Mi sentì avvolgere dalle sue braccia e, per un momento, smisi di respirare. Chiusi gli occhi per tutto il tempo che restammo in quella posizione. Gli ero stata accanto durante tutto il periodo della terapia, non sapevo nemmeno io il perché, ma prendermi cura di lui era l’unica cosa di cui avevo bisogno. Inoltre, dovevo farlo ridere anche  nei momenti in cui perdeva le speranze.

<< Mi perdoni, allora? >>

 Mi voltai e gli sorrisi. << Solo se ... mi prometti una cosa. >> Aspettai che lui annuisse, per poi parlare. << Promettimi che farai il provino per il film. >>

Orlando rise e mi guardò con quei suoi occhi dolci << Scarlett, non mi prenderanno mai. Non mi sento all’altezza di un progetto così grande. >>

Dovevo convincerlo, quella era una grande opportunità per lui, non poteva lasciarsela scappare. Continuava a dire di non sentirsi pronto, che aveva tante cose ancora da imparare, ma io ero del parere che la sua fosse soltanto paura. E non ci trovavo nulla di anormale, era assolutamente plausibile che Orlando avesse paura. Però dovevo far qualcosa per spronarlo.

Lo convinsi a leggere il libro, anche se ero convinta che non l’avrebbe finito. E infatti dopo un paio di mesi, quando gli domandai se l’avesse letto o meno, lui mi rispose: << tu sei matta, fiorellino. E’ un mattone quel libro. Ho cose più importanti da fare, come per esempio: pensare alle ragazze. >>  Era un maschio idiota, non c’era di che meravigliarsi. Chris ci raccontava sempre di quanto avesse successo Orlando con le ragazze. Lui invece non riusciva a rimorchiarne nemmeno una, poveretto. In cuor mio sapevo che quelle di Orlando fossero soltanto avventure, e speravo che un giorno, non molto lontano, si accorgesse di me. Ma ero ancora una ragazzina buffa e goffa, e le sue ragazze invece erano alte, magre e bionde. Non ero di certo il suo prototipo di ragazza.

A giugno venni a sapere che in un teatro, poco lontano da Londra, si sarebbero tenuti i provini per “Il signore degli Anelli”. Andai subito a informare Orlando della notizia, e speravo con tutto il cuore di riuscire a convincerlo a partecipare alle selezioni.

<< Fiorellino, ma tu sei testarda. Ti ho già detto che non mi sento pronto.>>

C’era d’aspettarselo, sapevo che la sua risposta sarebbe stata questa.

<< Tu hai solo paura. Sei un caga sotto! >> Sbottai, fingendomi arrabbiata.

<< Cosa? Io non sono un caga sotto, e non ho affatto paura. >>

<< Beh, allora dimostralo. Vai a quel provino. >>

Orlando mi guardò per qualche secondo senza saper con cosa contrattaccare. Sapeva, in un certo senso, che avevo ragione io. E sapeva anche che era giunto il momento di mettersi in gioco, di provare a realizzare il suo sogno. Aveva tutta le capacità per farlo, doveva solo rendersi conto di quanto fosse bravo. In quei quasi due anni che ci conoscevamo, avevo capito tante cose di lui. Era un ragazzo insicuro, umile, modesto, anche se studiava molto aveva sempre l’impressione di non aver fatto abbastanza. E in questo mi ci rivedevo anch’io. Eravamo simili. E quando stavo con lui, per la prima volta in vita mia, mi sentivo capita, meno sola, in un certo senso mi sentivo “ a casa”. E mi chiedevo spesso se anche lui sentisse la stessa cosa.

Lo convinsi, per fortuna. Aveva deciso di provare nel ruolo di Faramir, un personaggio che sarebbe comparso solo a partire dal secondo libro. Gli sembrava indicato per un principiante come lui, come inizio carriera non era niente male, sempre se l’avessero preso. In cuor mio avrei voluto che partecipasse ai provini per il ruolo di Legolas, ma non avevo il coraggio di dirglielo. Orlando sapeva quanto amassi quel personaggio, e ammettere di volerlo vedere personificare esattamente quell’Elfo che adoravo, sarebbe stato come rivelargli i miei sentimenti nei suoi confronti. Anche se al momento non sapevo neanche io cosa provassi realmente per lui. Ero solo una ragazzina, e dell’amore sapevo poco e niente.

 

<< Scarlett, sono nervoso. E’ il mio primo provino importante. Domani morirò, sono sicuro. Non ... ce la farò mai. >>

<< Sono sicura invece che andrà benissimo. >>

Cercai di tranquillizzarlo come meglio potevo. Infondo ero riuscita a convincerlo a partecipare alle selezioni, potevo anche fare qualcosa per aiutarlo a restare calmo. Il giorno prima eravamo seduti nella tribuna del piccolo campo da calcio vicino casa mia. Orlando aveva in mano il copione, mentre io guardavo, parecchio annoiata, la partita.

 

<< Chissà come sarà andata a Chris. >> Sento domandare da lui d’un tratto.

Ah, già. Dimenticavo che mio fratello era al suo ennesimo provino per uno spot pubblicitario. Quel ragazzo non voleva proprio metterselo in testa che la recitazione non faceva per lui. E d’altronde ci si metteva anche mia madre a spronarlo a non mollare, come poteva rendersi conto di essere totalmente incapace di fare l’attore?

<< Che assurdità. Tu sei bravissimo e vai nel panico per un qualsiasi provino, mentre mio fratello, pur essendo una frana, partecipa ad ogni selezione senza farsi problemi. >>

<< Ehi, non dire così. E’ tuo fratello. >>

<< Mi vuoi forse dire che Christopher sia in grado di recitare? Oh, avanti, lo sappiamo tutti che è completamente negato, solo che nessuno ha il cuore di dirglielo. >>

<< Adesso sei cattiva. >>

<< No, sto solo dicendo la verità. Pensa quello che vuoi. Anzi, pensate tutti quello che volete. Non fate altro che ripetergli di non mollare, soprattutto mia madre. Per lei esiste solo Chris, di me nemmeno se ne accorge. Nonostante lui non abbia nessuna capacità fuori dal comune, lei preferirà sempre mio fratello a me. >>

<< Secondo me stai esagerando. >>

<< Tu non sai niente, non puoi capire. >>

A interrompere la nostra conversazione ci pensò un ragazzo, mio coetaneo, che aveva appena segnato un goal. << Scarlett, questo lo dedico a te! >> Si mise a urlare mandandomi un bacio con la mano.

<< Mm questo fiorellino ha fatto colpo su qualcuno. >>

<< Sai cosa m’importa. >>

<< E perché? Non ti piace quel ragazzo? Certo, è ancora presto per fidanzamenti e robe varie, però ... anche per parlare un paio d’ore con lui, non ci sarebbe niente di male. >>

<< A me piace parlare con te. >>

<< ... Certo, anche a me, però ... potresti parlare con qualche altro ragazzo, così come parli con me, no? >>

<< No. >>

Sentì Orlando ridacchiare dolcemente. << Fiorellino, sei impossibile. >>

In quel momento, un ragazzo si avvicinò a noi. << Orlando, potresti unirti alla mia squadra? >>

Lui ci pensò un po’ << ma sì, mi farà bene correre. >>

<< Sta attento, ti sei ripreso da poco. >>

<< Okay, mammina. >> Mi disse per prendermi in giro.

 

Sorrisi e iniziai a guardare la partita con un certo interesse. Con Orlando in campo era tutto diverso, non potevo fare a meno di fissarlo. Aveva sempre quel sorriso spettacolare dipinto sul volto, in ogni cosa che faceva. Metteva entusiasmo in tutto. Mi chiedevo spesso dove prendeva quella gioia fuori dal comune di vivere. E la mia ammirazione nei suoi confronti cresceva a dismisura ogni giorno sempre di più.

Quando fece goal mi alzai per applaudirlo. << Bravo! Sei un vero campione! >>

Orlando mi sorrise e si grattò la testa impacciato.

Era un ragazzo così semplice ... arrossiva per un nulla.

E si stava facendo sempre più bello.

Tutto era così armonioso, fino a quando Luke, il ragazzo che poco prima mi aveva dedicato un goal, non fece cadere di proposito Orlando. Mi arrabbiai tremendamente.

<< Ma sei scemo, o cosa? >> Scesi subito dalla tribuna per andare a cantargliene quattro. << Mesi fa ha subito un’operazione alla schiena, ha ripreso a camminare da poco e tu lo butti a terra?! Sei un deficiente! >>

<< Scarlett, basta, lascialo stare. >> Cercò di dirmi Orlando per farmi calmare. Tuttavia non ne avevo alcuna intenzione.

<< Potevi farti male sul serio, e domani è un giorno importante per te! E per colpa di questo demente stavi per mandare tutto all’aria! >>

Orlando si rimise in piedi, aiutato da altri ragazzi. << Smettila! Va a casa, muoviti. >>

Rimasi veramente male davanti a quella sgridata. Girai i tacchi, trattenendo a stento le lacrime, e me ne tornai a casa. Forse avevo esagerato, ma Orlando non aveva nessun diritto a rivolgersi a me con quel tono. Provai un pizzico di rabbia nei suoi confronti, ma svanì quasi subito. Mi resi conto di aver esagerato, e che lui aveva fatto bene a sgridarmi. Speravo solo che non ce l’avesse con me.

Quella sera, inaspettatamente, venne a casa mia. Voleva sapere del provino di Chris, ma era venuto anche per parlare con me. Rimasi in camera mia sperando con tutto il cuore che bussasse alla mia porta. E quando sentì dei colpetti non poté fare a meno di sorridere.

<< Posso entrare, fiorellino? >>

Mi misi seduta e cercai di pulirmi il viso dalle lacrime. Orlando si accorse che avevo pianto e si avvicinò per sedersi accanto a me.

<< Scusami, non volevo sgridarti, però stavi esagerando con quel ragazzo. Non ti avevo mai vista così ... arrabbiata. >>

<< Poteva farti male. >>

<< Sì, ma mi ha chiesto scusa. L’ha fatto perché è geloso. >>

<< Geloso? E di cosa? >>

<< Perché tu stai parecchio tempo insieme a me e, come hai ben capito, quel ragazzo ha una specie di cotta per te. E’ normale abbia reagito in quel modo. >>

<< Ma a me quel ragazzo non interessa per niente. >>

<< Come fai a dirlo? Non hai nemmeno provato a conoscerlo. Senti, fiorellino, sei ancora piccola, non hai ancora compiuto quattordici anni e ... sei ancora nella fase in cui ti innamori di persone irraggiungibili, come quel Legolas, che tra l’altro nemmeno esiste. Ma là fuori, c’è un mondo pieno di ragazzi ... veri, in carne e ossa. Ancora è troppo presto, certo, ma se quel ragazzo vuole passare un pomeriggio insieme a te, a parlare, a tenerti per mano, non vedo perché tu dovresti negarti. Non ti sta chiedendo la luna. Solo un po’ di attenzione nei suoi confronti. Oggi, al suo posto, sarei esploso anch’io. Lui ha segnato per te, e tu hai fatto finta di niente. Poi quando ho segnato io, ti sei messa ad applaudire. E’ normale si sia infastidito. >>

Abbassai il capo, mi sentivo troppo idiota per guardarlo negli occhi.

<< Per fortuna l’ho rassicurato. Noi due siamo come fratello e sorella, stiamo insieme, parliamo, ma questo non vuol dire che lui non possa avvicinarsi a te. O qualsiasi altro ragazzo. Mi prometti che ci penserai un po’ su? >>

Annuì, anche se non avevo proprio voglia di farlo. Era riuscito a ferirmi ben due volte, inconsapevolmente.

<< Domani posso venire con te? >> mi decisi a chiedergli.

<< No, non c’è bisogno, fiorellino. Saprò cavarmela da solo. E poi è lontano, non so quanto potrei ritardare. >>

 

Quella sera, dopo che Orlando andò via, chiamai Perald.

<< Cos’hai da fare domani? >>

<< Perché? Che intenzioni hai? >>

<< Orlando ha un provino importante. Vorrei stargli vicino. Allora? Hai da fare qualcosa? >>

<< No ... non devo fare nulla in particolare. >>

<< Bene, ci vediamo domani. >>

Orlando mi aveva detto che non c’era bisogno che andassi con lui, ma ci sarei andata ugualmente. Pensavo sarebbe stata una bella sorpresa ... forse, però, mi sbagliavo.

 

<< Tu sei sicura di non stare per fare l’ennesima idiozia della tua vita? >>

<< Perald, non è nessuna idiozia. Stiamo soltanto andando a vedere dei provini per un film. Calmati un po’. >>

<< Sì, ma si dia il caso che sta ad un paio d’ore da Londra. Chissà a che ora torneremo a casa! In più Orlando non sa nemmeno che ci troverà lì. Magari sarà infastidito dalla nostra presenza. >>

<< Orlando infastidito? Ma smettila. >>

<< Ti stai facendo prendere un po’ troppo la mano con questo ragazzo. Lo sai, vero, che per lui sei come una sorella? >>

<< Lo so, me l’avrà detto un centinaio di volte lui stesso. >>

<< Ecco. Un paio di giorni fa Luke mi ha chiesto di te. >>

<< Uffa, non voglio di che saperne di lui. Basta con Luke. >>

<< No. Basta con Orlando. Scarlett, non ti vedrà mai come una ragazza in quel senso. >>

<< A me basta stargli vicino. Non voglio niente da lui. >>

<< Per ora ... >> Borbottò infine.

 

Forse Perald aveva ragione, ma in quel momento decisi di non dare peso a quella faccenda. Volevo solo andare da Orlando per confortarlo.

 

Appena arrivammo a teatro, presi Perald per mano e la trascinai all’interno dell’edificio. La sala era praticamente vuota, tranne per alcuni posti occupati verso le prime file. C’erano seduti delle persone, sicuramente tra quelli vi era anche il regista. Io e Perald ci accomodammo nell’ultima fila, così da non essere viste da nessuno.

<< Hanno già iniziato, accidenti. >> Borbottai guardandomi attorno, alla ricerca di Orlando.

<< Suppongo vadano in ordine alfabetico, perciò stiamo attente a quando diranno il nome del prossimo ragazzo. >>

E per fortuna erano ancora alla lettera A. Sorrisi e cercai di non farmi prendere dal panico. Avrei voluto andare da lui per rassicurarlo, ma dovevo aspettare.

E quando arrivò il suo turno, Perald dovette tenermi per mano. Temevo sbagliasse qualcosa, e alla fine chiusi perfino gli occhi.

<< E guarda, Scarl. Sta andando benissimo. >>

Decisi di dare retta alla mia amica. E aveva ragione lei. Orlando stava dando il meglio di se stesso.

Al termine della sua performance mi alzai subito e trascinai Perald con me.

<< Si può sapere dove mi stai portando? Hai visto Orlando, adesso possiamo anche andarcene, no? >>

Dovevo congratularmi con lui. Era stato fantastico sul palco.

C’erano tantissimi ragazzi, trovare Orlando sarebbe stata un’impresa. Tuttavia avevo un grande desiderio di abbracciarlo, e di ripetergli allo sfinimento quanto fosse stato bravo.

<< Scarl ... guarda, non è Orlando? >>

Mi voltai nella direzione indicata da Perald con un sorriso a trentadue denti dipinto sul volto. Sì, era lui. Avanzai per raggiungerlo, ma fui costretta a fermarmi.

Orlando non era da solo. C’era una ragazza con lui.

Le sorrise, poi l’abbracciò ... e infine ... si diedero un bacio di quelli che avevo visto solo nei film.

Perald mi prese per mano. << Andiamo. Lascialo perdere, non fa per te. >>

 

Ci rimasi male, come mai in vita mia. E non riuscivo nemmeno a spiegarmi il motivo.

 

Quando tornai a casa, erano ormai le nove di sera. Mia madre si arrabbiò tremendamente con me.

<< Dove sei stata? Ti sembra l’ora di tornare a casa? Io e tuo fratello ti abbiamo cercata dappertutto questo pomeriggio! >>

Ero ancora stordita per via di quello che avevo visto a teatro.

<< Mi ... mi dispiace. >> Riuscì a dire.

<< Sei una ragazzina impossibile! Non so cosa fare più con te! Perché non sei come tuo fratello? Perché non cerchi di somigliargli almeno un po’? Sei una sconfitta per me, lo vuoi capire? Sei una sconfitta in tutto! Non sei per niente bella, ti vesti in modo disgustoso, non hai nessuna dote! Sei inutile! E in più ti diverti a farmi arrabbiare, come se la mia vita non fosse già abbastanza incasinata senza una figlia stupida e inutile come te! >>

<< E tu sei la peggior madre che possa esistere al mondo! >> Le urlai in preda alle lacrime e alla rabbia.

E a quella frase seguì uno schiaffo da parte sua, così forte che andai a sbattere la testa contro il muro.

Portai la mano sul viso, nel punto in cui mi aveva colpita, e corsi via, in lacrime, e andai a rinchiudermi nella mia stanza.

Non era la prima volta che mi picchiava, ma in quel momento a fare più male erano le ferite che avevo al cuore. Non avevo mai provato una sensazione del genere. Strinsi a me il cuscino e piansi. Piansi perché mi sentivo rifiutata da tutti.

Il giorno seguente incontrai Orlando al solito posto. Avrei voluto evitare, sinceramente. Non ero pronta per vederlo.

<< Fiorellino! Ieri è andato tutto alla perfezione >> annuncia raggiante. << Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi convinto a partecipare ai provini. >>

<< Sono contenta per te. >>

<< Ehi ... che ti succede? Sei offesa? So che volevi venire, ma era lontano, saresti tornata a casa tardi. >>

Rimasi con il capo abbassato e Orlando provvide a farmelo alzare per guardarmi negli occhi.

<< Che hai fatto al viso? Qualcuno ... ti ha picchiato? >>

Gli tremava la voce.

<< Niente. Lasciami. >>

Tornai con gli occhi sul libro, sperando che Orlando se ne andasse. Ma il ragazzo non lo fece, anzi, si sedette accanto a me e restò in silenzio per un po’.

<< Ieri, per un attimo, ho creduto di averti vista. >>

<< Ti sarai sbagliato sicuramente. >>

<< Sì, lo so. Per fortuna c’era Jenna con me, mi ha tranquillizzato un po’. >>

Sospirai. << E’ la tua nuova ragazza? >>

<< Sì. Stiamo insieme da qualche mesetto. >>

<< Sei innamorato di lei? >>

<< Ah, fiorellino. Io sono innamorato di tutte le donne. >>

 

Significava che quella ragazza era uguale a tutte le altre. Il che mi fece rallegrare un pochino.

 

A settembre iniziai il primo anno di liceo. Orlando si sarebbe diplomato alla Ghuildhall School di lì a poco. Delle audizioni non si era saputo ancora niente. E lui cominciava a perdere le speranze.

Finché un giorno, all’uscita da scuola, vidi arrivare Orlando. Stava correndo come un matto. Quando mi raggiunse mi abbracciò e mi sollevò da terra facendomi urlare per la sorpresa.

<< Stamattina è venuto Peter Jackson a scuola! Mi ha detto che sono stato scelto per il film! >>

<< Ma è grandioso! >> risposi più felice che mai.

<< Sì! E non nel ruolo di Faramir. >>

<< Ah no? E in quale? >>

<< In quello del tuo Elfo preferito! Tutto merito tuo, fiorellino. >>

 

Orlando sarebbe diventato l’Elfo dei miei sogni. Non ci potevo credere.

 

A metà novembre era giunto il momento, per Orlando, di partire per la Nuova Zelanda. Le riprese si sarebbero svolte lì, e sarebbero durate circa un anno e mezzo. E questo mi rattristava parecchio.

Il giorno della partenza io e Chris andammo a salutarlo all’aeroporto. Quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei visto.

 

<< Stammi bene, amico mio. >> Lo saluta mio fratello abbracciandolo.

Poi Orlando spostò lo sguardo su di me. Ma prima di salutarmi, doveva abbracciare la sua ragazza.

<< Ti amo, Orlando. >> Disse quella baciandolo e stringendolo a sé.

Abbassai lo sguardo d’impulso.

Poi sentì Orlando venire verso di me. Il che mi stupì, visto che il saluto alla sua ragazza era durato veramente poco. Mi abbracciò lasciandomi senza fiato.

<< Non combinare guai, fiorellino. >>

<< Promettimi che non mi dimenticherai >> Gli sussurrai.

<< Come potrei dimenticarti? Ti voglio bene, piccola Scarlett. >>

<< Ti voglio bene anch’io. >>

 

Era il 1999, mancava poco per la fine del millennio. Orlando stava partendo per l’avventura della sua vita, ed io non potevo far altro che attendere il giorno in cui l’avrei visto di nuovo.

 

 

 

 

 Spazio *autrice*

Grazie ai sette che hanno messo la FF nelle preferite: Francy1994-  Blackrose8013- direxrandom- innamoratahobbit96-Jess Chan - Jodie_ Always - Nikihorse

E grazie anche a chi ha detto la propria opinione :)

Al prossimo capitolo

Bye

Scarl.

 

 

 

 

   
 
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