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Autore: OurChildhood    16/06/2015    8 recensioni
Così viveva Lena: destreggiandosi tra fatti e dicerie, tra malelingue e mal affari, tra la vita che sarebbe potuta essere — quella di giovane spensierata, ma destinata a invecchiare — e quella che in realtà era — la vita di lolita, la vita di rosa eterea nei letti altrui.
Prima classificata al contest "Ana Juan Contest- Immagini e recensioni" indetto da Red Wind su Facebook.
Genere: Dark, Satirico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lena sapeva che, quando le rose diventano vecchie, vengono gettate dalle stesse persone che, quando le stesse rose erano freschi boccioli, le ammirano.
Lena sapeva tutto ciò e lei riusciva a vivere quell'incredibile cambiamento dalla notte — durante la quale veniva trattata come un giovane bocciolo pronto a schiudersi — al giorno — quando diventava improvvisamente una vecchia rosa che doveva essere gettata — come se fosse vittima di una crudele magia.
Perciò Lena si svegliava sempre quando il sole era tramontato, per essere per sempre trattata come un giovane e bellissimo bocciolo di rosa, per essere — in un certo senso — immortale.
Lena, nella luce della luna, trovava sempre un gentiluomo pronto ad offrire il proprio giaciglio come protezione, proprio a causa della sua fresca bellezza e il suo grazioso abito bianco.
Ma, quando il sole sorgeva, gli stessi gentiluomini che avevano assaggiato il dolce sapore della giovinezza e avevano odorato il forte profumo del suo bocciolo, guidavano Lena sempre fuori dai loro letti, recitando sempre come se non fossero stati attratti dai suoi grandi occhi neri e i suoi seni floridi.
Così viveva Lena: destreggiandosi tra fatti e dicerie, tra malelingue e mal affari, tra la vita che sarebbe potuta essere — quella di giovane spensierata, ma destinata a invecchiare — e quella che in realtà era — la vita di lolita, la vita di rosa eterea nei letti altrui.
E lei preferiva poter essere sempre giovane, preferiva la vita malvista che quella normale, preferiva continuare a cibarsi del suo elisir di lunga vita, così da sentirsi uguale agli dei.
Così Lena godeva dell'eterna giovinezza e dei piaceri che essa comportava — ne traeva beneficio, risiedeva in loro e loro risiedevano in lei, dandole forza e vitalità, giovialità e insaziabilità.
I talamo matrimoniali violati non la spaventavano, forse lì trovava i più grandi piaceri; i giovani come lei la intrigavano; quelli più anziani la saziavano con mani esperte.
Lasciava nella mente di molti i suoi capelli lunghi e neri, la sua pelle tanto pallida da essere malsana.
Lena pensava di essere eterna, ma non lo era. Riteneva di essere pari agli dei, ma si sbagliava. Credeva che gli uomini la rendessero giovane, ma ciò non era.
 
Sta' attenta a ciò che desideri.
 
Era notte quando, viaggiando per le strade tetre, si ritrovò davanti a un cespuglio di rovi spogliati dalle proprie rose.
Fu davanti ad esso che un altro viandante della notte si fermò e colse, nascosto fra le spine, un bocciolo fresco di rosa rossa.
«La passione e i nostri desideri ci divorano — le disse — e ci fanno mutare nel sangue che ci scorre nelle vene, ci infiammano come il fuoco dell'inferno. Ma tutto ciò non è eterno, è solo etere che tutto circonda, ma basta una folata di vento, un peccato, una follia a spezzare l'incantesimo. Non siamo eterni in questo mondo, nulla lo è. La nostra vita è destinata a germogliare, risplendere e poi ad appassire, come questa fragile rosa. Ricorda bene giovane donna: ai mortali solo le cose mortali».
Annusò il delicato fiore della mortalità e lo porse a Lena.
Quella lo guardò per la prima volta come se fosse il fiore dell'immoralità, dell'anima scoperta e usurpata del suo segreto più profondo.
Lena scoprì in quello stesso fiore, che un tempo era stato la chiave del suo essere, del suo segreto di eterna giovinezza, la fine dei suoi giorni, lo specchio dei suoi peccati.
 
Non tutto è eterno, e tu non lo sarai con me.
 
Il suo cuore aveva cominciato a palpitare come mai prima d'ora e Lena si accorse per il primo attimo nella sua vita di non essere eterna, di essere una rosa che appassisce, sia nel giorno che nella sera.
Col passare dei giorni, quel fiore sbocciava, si apriva e donava al mondo i suoi petali e i suoi profumi, così come Lena donava ancora al mondo i suoi piaceri e la sua giovinezza.
Ma Lena non riusciva più a rifugiarsi cautamente nei talami violati, non riusciva più a inebriarsi di mani esperte che la cullassero, né riusciva ad assaporare i sapori di giovani scoperte. 
Il suo corpo era inquieto, e così le sue notti nei letti di gentiluomini erano diventate sempre più tormentate. 
Più il fiore cresceva in bellezza, più Lena si preoccupava del momento in cui sarebbe appassito.
Le notti tormentate la assillavano, i ricordi delle vecchie notti la facevano cadere in un baratro di follia e il pensiero delle nuove notti non la saziavano, né la facevano sentire eterna.
Al contrario, Lena si sentiva sempre più mortale.
Sentiva la linfa della giovinezza defluire dal suo corpo, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
 
Il giorno in cui un petalo si staccò secco dalla rosa fu, per Lena, il giorno peggiore.
La mortalità era impressa nelle sue vene e la vecchiaia le affiorava già tra i pensieri. 
La notte non uscì: la paura di vedersi scacciata ancora prima di consumare la sua razione di ambrosia la tormentava.
Si tormentava con altri mille pensieri: la vecchiaia la impauriva per la sua vicinanza improvvisa e per lo sfiorir della bellezza.
Lena voleva essere eterna. Lo desiderava.
Voleva essere bella, voleva esserlo per sempre, come le dee pagane.
Lena marciva notte dopo notte così, scorticata dal pensiero della vecchiaia, tanto da convincersi che le prime rughe le scorressero già sul viso.
Due petali erano caduti, ormai secchi, quando Lena si riscoprì accecata dalla pazzia. Il pensiero di invecchiare la terrorizzava più della morte.
Due petali erano caduti e Lena si ritrovava già sull'alta scogliera.
Due petali erano caduti e Lena si era già trafitta con un pugnale.
Due petali erano caduti e Lena stava cadendo, i capelli scompigliati al vento, gli occhi spenti, il vestito macchiato e il pallore malsano della pelle oramai diventato grigiore. 
Due petali erano caduti e Lena cadde con essi, la rosa stretta tra le mani, la giovinezza resa eterna da un patto di sangue.
 
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