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Autore: Lucy Farinelli    11/01/2009    0 recensioni
Dopo "Tutto in una notte", ecco la long-fic che vi avevo preannunciato. Harry, Ron e Hermione hanno lottato contro Lord Voldemort e lo hanno sconfitto. Tuttavia, le sfide non sono finite: un matrimonio si profila infatti all'orizzonte. Tra ritorni dal passato e vecchie abitudini dure a morire, fic in rosa che non tiene conto degli avvenimenti del 7° libro.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE WAR

Chapter 1
Risvegli

Hermione Granger si svegliò in un morbido letto dalle lenzuola bianchissime avvolta dalla luce del sole mattutino. Erano mesi che non dormiva in un letto...o meglio, che non dormiva propriamente. La testa le pulsava terribilmente; il suo corpo era attanagliato dal dolore.
Cosa accidenti era successo?
Poi ricordò.
E capì anche dove si trovava: nel letto di un Reparto Riservato dell’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. E se lei era lì, allora voleva dire che anche...
Ron!
Ma la pozione sedativa che le avevano somministrato faceva ancora sentire i suoi effetti e Hermione ripiombò in un sonno profondo.

***

‘Ron! Ron! Sveglia, ho visto che ti sei mosso! Ron...ti prego, dimmi qualcosa!’
Una voce supplichevole arrivò fastidiosamente alle orecchie del giovane dai capelli rossi ancora fermamente deciso a non svegliarsi del tutto, decisione sottolineata dal fatto che giaceva a pancia sotto con la faccia sprofondata nel cuscino di un morbido letto dalle lenzuola bianchissime. Erano mesi che non dormiva così bene. E che non sognava così bene: che belle, tutte quelle Cioccorane con cui si stava ingozzando! E poi, erano gratis e non finivano mai!
Quindi perchè accidenti doveva alzarsi? Chi glielo faceva fare?
‘Ron!’
La vocetta penetrò più in profondità questa volta e aveva un che di isterico.
‘Lo lasci stare, signor Potter. La pozione sedativa che gli abbiamo somministrato avrebbe steso anche un Ippogrifo. Vedrà che il signor Weasley starà benissimo, stia tranquillo,’ disse una voce sconosciuta di donna.
In quel mentre, Ronald Weasley si degnò di voltare la testa dal lato in cui proveniva la voce, aprì a fatica un occhio e bofonchiò un ‘Mmph?’ infastidito.
‘Ron!’
La voce, o meglio, la persona cui apparteneva la voce corse verso di lui e lo costrinse a voltarsi di schiena. Ormai rassegnato al fatto di doversi svegliare, aprì gli occhi.
Entrambi stavolta.
Due profonde iridi verdi schermate da un paio di lenti gli si pararono davanti al viso e Harry Potter si chinò ancora di più per dargli degli schiaffetti sulle guance.
‘Signor Potter! La smetta immediatamente o la costringo a tornare a letto! Dio solo sa come mi sono lasciata convincere a farla uscire dalla sua stanza...’
‘Harry ha un fascino innato, Dorothy,’ disse allegramente una voce cristallina, anch’essa femminile.
‘Sì, beh, fascino o no, vedete di non fare troppo chiasso, mentre sono via. Ripasserò più tardi,’ fece la voce burbera della Guaritrice infermiera, pervasa però da un tocco di ilarità.
‘Ma Dorothy...è un Reparto Riservato! Il nostro! Ci siamo solo noi, chi vuoi che disturbiamo?’ disse la voce cristallina.
‘Il Guaritore Capo ha un udito più fine di quanto possiate immaginare. Quindi...silenzio!’
E se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.
Intanto, Harry non riusciva a smettere di sorridere e, appena Ron si fu tirato su a sedere quel tanto che bastava, lo abbracciò calorosamente.
‘Ehi...vacci piano, amico!’ lo rimproverò Ron, ormai del tutto sveglio (si fa per dire), dandogli tuttavia delle pacche sulle spalle, felice di rivederlo.
Quando Harry si fu allontanato, il ragazzo dai capelli fulvi potè vedere a chi apparteneva la voce cristallina che aveva udito.
E non rimase sorpreso nell’apprendere che si trattava della sua sorellina: Ginny Weasley si avvicinò a braccia conserte, ma con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, al letto del fratello e ci si sedette sopra, abbracciandolo con trasporto e scoccandogli un bacio sulla guancia.
‘Credevamo di averti perso,’ buttò lì Harry, mentre Ron dava un buffetto sulla guancia a Ginny.
‘Sai...quando ti abbiamo visto buttarti su quel Mangiamorte...credevamo fosse finita,’ continuò, guardando ostinatamente fuori dalla finestra.
Era davvero una bella stanza, pensò Ron seguendo lo sguardo dell’amico. Colori chiari, un letto, un comodino bello spazioso, una grande portafinestra che dava su un terrazzino e un grande armadio color crema per gli effetti personali. A completare il tutto, bagno privato.
Niente male, davvero.
Quasi meglio di casa sua; almeno qui aveva un bagno tutto per sé.
Beh, dopo tutto quello che avevano fatto, se la era guadagnata una bella stanza, no?
‘Ora basta, Harry. Non pensiamo a quello che sarebbe successo se. Siamo tornati. Lo abbiamo sconfitto. Voldemort è morto. Quel bastardo psicopatico serial killer non farà più male a nessuno. Grazie a te,’ disse Ginny, scoccando a Harry uno sguardo appassionato.
‘E riguardo a te, Ron...’, continuò, voltandosi verso il fratello, ‘buttarti a pesce su quel Mangiamorte per salvare Hermione...è stata la cosa più coraggiosa che potessi fare. Sono fiera di te,’ concluse con gli occhi scintillanti..
Harry le prese una mano.
Ecco, ci mancava solo che il suo migliore amico e sua sorella si mettessero ad amoreggiare in sua presenza dopo che aveva appena salvato il mondo magico, non si trattenne dal pensare.
Ah, ma gliene avrebbe cantate delle...un momento...
Hermione?




  
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