Come avevo potuto farlo? Mi sentivo così male adesso. Tutto per cosa? Ok la mia vita non era perfetta e neanche tanto bella ma perché rovinarla in questo modo? Non posso pensare di averlo veramente fatto. Nessuno lo meritava, lui doveva essere ancora vivo, doveva sorridere come faceva ogni giorno con i suoi amici e non dove si trovava adesso; avrebbe dovuto vivere gli anni successivi nel divertimento, magari nel rimpianto di aver fatto una cosa stupida e di aver perso tutto quando era giovane, avere una famiglia, uscire con gli amici, ubriacarsi, giocare con i suoi figli se mai ne avesse avuti, viaggiare e sopratutto vivere. Cosa che d'ora in poi non avrebbe più potuto fare a causa mia. Continuavo a vivere in quel pensiero. Erano passate un paio d'ore dall'accaduto e io ero ancora qua. Seduto al volante della mia macchina ad aspettare. Che poi aspettare cosa? Un segno forse o semplicemente l'arrivo della polizia che avrebbe messo fine ai miei pensieri. Finire in cella era la mia più grande preoccupazione. Avevo una vita da vivere ma come io lo avevo privato della sua ora dovevo essere privato della mia. Com'era quel detto? Occhio per occhi, dente per dente. Ormai era fatto, mi sentivo così sporco, e non perché avessi ancora il suo sangue sulle mie mani; ma solamente per averlo fatto. Quel pensiero non sarebbe mai più andato via. E poi quegli occhi che non avrei mai potuto dimenticare. Purtroppo quella scena continuava a ripetersi nella mia testa: due bellissimi occhi verdi che mi guardavano per un secondo nella penombra di quella notte, subito dopo però si era reso conto di cosa avevo appena fatto al suo amico ferito per terra in una pozza di sangue scuro. Non avevo resistito un minuto di più ed ero scappato. Scappato il più lontano possibile ma la mia mente mi aveva portato inconsciamente a casa del mio migliore amico. L'unico in quel momento che mi avrebbe sostenuto per quanto fosse stato difficile anche per lui. Quello sarebbe rimasto il mio più profondo segreto.