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Autore: Medea Black    16/06/2015    3 recensioni
[Star Trek XI (2009) - reboot ]
Prequel ideale del film, incentrato sugli anni dell'Accademia.
Cosa forgia un eroe: l'universo o i banchi di scuola? Probabilmente entrambi, ma sono gli anni della formazione a gettare i semi di ciò che si diventerà. E l'università può essere peggio dei klingon...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Scacco matto. Ho vinto ancora.”
“Incredibile, come fai  a battermi sempre?! Credevo di essere piuttosto bravo negli scacchi!”
Kirk finse di mettere il broncio, mentre Gary indossava il suo miglior sorriso trionfante.
“Non bravo quanto me, Jim.”
“Ma che presuntuoso, non so davvero perché continuo a farmi insultare da te ad ogni partita!” – scherzò il cadetto biondo incrociando le braccia al petto in una perfetta simulazione di orgoglio ferito.
“Perché ti serve il mio aiuto con Esochimica e perché sono carino.”
Jim non potè impedirsi di arrossire, colpito da quell’affermazione improvvisa, e girò la testa sperando che l’altro non lo avesse notato. Il punto era che lo aveva pensato, e più di una volta.
Gary era decisamente carino, oltre che estremamente intelligente.
Si era accorto da un po’ di tempo che probabilmente gli piacevano anche gli uomini, ma non aveva mai approfondito, limitandosi ad archiviare la possibilità. Inoltre, a dirla tutta, negli ultimi tempi non aveva avuto neanche il tempo per le relazioni interpersonali, figurarsi per quelle sentimentali!
Poi però era arrivato Gary, e quella possibilità si era insinuata nella sua coscienza fino a diventare un interrogativo pressante: potrebbe essere?
Adorava parlare con lui, si era sorpreso ad aspettare i corsi in cui lo avrebbe visto e i momenti in cui avrebbero chiacchierato, infine a desiderare di sfiorarlo.
Si sentiva impacciato, quella era la prima volta che provava qualcosa per un altro ragazzo, al massimo in passato aveva apprezzato l’avvenenza di qualche uomo, ma niente di più. Ora non sapeva come comportarsi, temeva di rovinare tutto, non sapeva neanche esattamente cosa volesse.
Quindi probabilmente non avrebbe fatto nulla, gli sembrava la decisione migliore.
La voce del suo amico lo riportò alla realtà.
“Dai, ti offro il calumet della pace.” – sogghignò alzandosi.
Kirk sbuffò: “Non mi pentirò mai abbastanza di averti detto di avere sangue indiano(1)!”
Gary rise: “Andiamo, è solo uno scherzo! Insomma, con i tuoi colori avrei detto più svedese che indiano! Comunque non è davvero un calumet, non si può fumare negli alloggi, ma è qualcosa che credo apprezzerai.”
Si avvicinò ad un armadietto e ne estrasse una bottiglia.
“Vodka artigianale” – annunciò solennemente – “l’ha portata un mio compagno di corsi, un ragazzino russo piuttosto promettente, pensa che ha a stento quindici anni.”
“Ha parlato il grand’uomo!” – rise Kirk – “Tu ne hai diciotto!”
“Appunto: sono abbastanza.”
“Per cosa?”
“Perché sia legale(2).”
Gary si voltò a guardarlo con un’espressione indecifrabile, che fece leggere a Jim tanti, troppi sottintesi in quell’affermazione che probabilmente si riferiva al limite di età per assumere alcolici... perché era a quello che doveva riferirsi, giusto?
Questa volta non potè fare nulla per nascondere il violento rossore che imporporò nuovamente il suo viso, ma Mitchell, che si era messo ad armeggiare con bicchierini e snack, non parve accorgersene.
Tanto per fare qualcosa e togliersi dall’imbarazzo, Jim lo raggiunse accanto al ripiano dove l’altro aveva predisposto quello che sembrava un invitante aperitivo.
“Sai” – riprese a spiegare il giovane cadetto – “Pavel, questo mio amico, mi ha spiegato che i russi la bevono prevalentemente non ghiacciata, liscia e intervallata da stuzzichini salati. Però va bevuta alla goccia e in numero non inferiore a tre bicchierini consecutivi.”
“D’accordo” – rispose Kirk – “sembra divertente.”
“Cominciamo allora.”
Gary versò il liquido trasparente dall’aspetto ingannevolmente simile ad acqua pura in due bicchierini, colmandoli fino all’orlo.
“Za zdraviye!” – esclamò allegramente Jim sollevando il bicchiere.
Gary lo guardò sorpreso.
“Conosci il russo? Non hai usato l’espressione derivante dal polacco che tutti erroneamente usano come toast(3)…”
Fu il turno di Kirk di assumere un sorrisetto furbo.
“Potrei stupirti con le cose che so, Mitchell.” – replicò buttando giù d’un fiato la vodka.
Mentre il liquore scendeva a bruciargli la gola Jim si chiedeva perché diavolo l’avesse detto. Che gli era saltato in mente? Sperava solo che l’amico non avesse colto il doppio senso… ma c’era poi un doppio senso?
Oh, sì che c’era, chi voleva prendere in giro?
Mentre riprendevano fiato dopo il primo bicchiere, Gary gli avvicinò un piattino pieno di quelli che sembravano sottaceti.
“Prendi un cetriolino in salamoia, in Russia la vodka si accompagna prevalentemente a questo genere di cose. Se non ti piacciono ci sono i salatini.”
“Non so se mi piacciono, non li ho mai provati.”
“E vorresti provare?”
“Perché no? Sembrano buoni.”
“Sai, Jim? Io adoro essere sorpreso. Non succede mai.”
Kirk quasi si strozzò con un cetriolino. Decise immediatamente che non gli piacevano poi tanto, ma ne mangiò ugualmente un altro per dissimulare l’imbarazzo. Terribili. Represse una smorfia.
Intanto l’altro versava il secondo bicchiere.
“Comunque personalmente preferisco il polacco: na zdrowie!” – brindò.
“Come vuoi, ma la vodka è russa.” – replicò Jim brindando a sua volta.
Ormai aveva imparato a capirlo: quando Gary non era il primo a sapere una cosa, questa diventava immediatamente meno interessante. Capricci da geni…
Dopo un breve intermezzo salato, fu la volta del terzo bicchiere, che Jim avrebbe volentieri evitato perché a meno di farsi riprendere da Bones – ma piuttosto avrebbe preferito collassare – non sarebbe stato in grado di leggere una riga per quel giorno.
Naturalmente si guardò bene di dar voce ai suoi timori e bevve anche l’ultimo dei tre shot di liquore, che cominciarono a fare il loro dovere riscaldando ogni singolo centimetro del suo corpo e rendendogli la testa leggera.
“Certo che è proprio buona… non trovi che faccia troppo caldo per la divisa? Ti prendo una maglietta delle mie.”
In effetti Gary aveva tolto la giacca già da un po’, indossando una semplice sottomaglia nera a mezze maniche che Kirk trovava gli stesse benissimo.
Quando tornò con una maglia uguale per Jim, questi si era già tolto la giacca e la sottomaglia di ordinanza, a maniche lunghe e fin troppo calda per il quantitativo di alcol che aveva in corpo, prima di rendersi conto che si trovava a torso nudo davanti al ragazzo per cui forse aveva una cotta.
Questi lo squadrò attentamente, come a volerselo imprimere nella memoria, uno sguardo che fece sentire Jim leggermente a disagio. Continuava a tenere stretta la maglia senza porgergliela, ma si stava avvicinando lentamente.
Il silenzio in quei momenti faceva un rumore preciso, di respiri e pensieri confusi, mentre la distanza tra i due si azzerava. Era un po’ più basso di lui Gary Mitchell, il ragazzo dai grandi e luminosi occhi nocciola che adesso lo guardavano con intensità, Jim notò che doveva sollevarsi sulle punte per raggiungere le sue labbra.
Riusciva a captare tutti i suoi movimenti come al rallentatore e quel gesto, quel sollevarsi sulle punte dei piedi per raggiungerlo, fece crollare i suoi timori residui: vide la sua stessa mano allungarsi e affondare nei morbidi capelli castani dell’amico, mentre la sua bocca si univa finalmente a quella dell’altro in una frenetica danza al sapore di vodka.
Kirk in effetti si sentiva un po’ cosacco, mezzo nudo e mezzo ubriaco nell’alloggio di Gary con quest’ultimo avvinghiato a lui come se ne andasse delle loro vite, persi nel freddo della steppa siberiana.
Con un ultimo sprazzo di lucidità si ricordò che l’altro aveva solo diciotto anni, e d’accordo che - come lui stesso gli aveva fatto notare poc’anzi - era legale, però sentiva il bisogno di accertarsi di non starsene approfittando.
“Gary, aspetta, tu sei… voglio dire, sei sicuro? Insomma, hai diciotto anni!”
Nella sua testa la frase era uscita molto meglio, non biascicata e pronunciata in tono fermo e rassicurante, ma avrebbe dovuto accontentarsi di ciò che riusciva a fare in quello stato.
Mitchell gli rispose senza esitare e senza staccarsi da lui.
“Tra due mesi saranno diciannove: forse questo ti farebbe sentire più tranquillo, ma non voglio aspettare ancora. Dimentichi che sono precoce in tutto, so quello che voglio, ho perso la verginità a tredici anni perché ero curioso e mi sono sempre piaciuti gli uomini. Quindi se ti stai preoccupando per il nostro sesso omologo o per la mia età smettila subito, non occorre.”
Ma come faceva ad essere così freddo in un momento come quello?
“Tredici… ma non è un po’ presto?” – gli scappò detto prima che potesse fermare le parole, ricordando che lui a tredici anni giocava ancora con i modellini di astronave. In effetti ci giocava ancora adesso, ma non era il punto…
“Come ti ho detto mille volte, Jim: non per me. Volevo provare e l’ho fatto, non posso mettere dei limiti eteroimposti alla mia curiosità illimitata. Adesso però sei tu ad essere curioso, non è così? Me ne sono accorto subito.”
“Ah, si?”
“Me lo stai dimostrando, cadetto.” – sorrise Gary mentre iniziava a sbottonargli i pantaloni mettendo alla luce la dura verità.
“Gary, io non l’ho mai fatto… con un altro uomo, intendo…”
Il tono di Mitchell si addolcì.
“Non preoccuparti, lascia fare a me: aspetto questo momento dalla prima volta che ti ho visto.”
“Sul serio?” – incominciò a dire Jim, meravigliato ma contento, prima che un altro bacio gli mozzasse il fiato.
Ben presto si ritrovò spinto sul letto, completamente nudo e senza più alcuna traccia di paura: anche lui voleva che accadesse, era innamorato di Gary ed era felice che anche lui provasse dei sentimenti nei suoi confronti.
Perché era quello che aveva detto, giusto?

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 Note:
  1. Winona Kirk ha sangue indiano: fonte  Memory Alpha.
  2. Lo so, ho indicato il termine di maggiore età italiano, ma viste anche le età medie nei reboot ho ritenuto logico che i limiti sarebbero scesi, non saliti. Passatemela.
  3. Il toast qui descritto è il tipico brindisi russo, i termini e la ritualità della vodka li ho trovati in rete, se riscontrate errori fatemeli notare e li correggerò. ^^
  
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