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Autore: The nine of Dante s opium    16/06/2015    2 recensioni
Marie-Claire è una ragazzina di 14 anni,vive a Liverpool,nel 1960,ed è apparentemente normale come tutte le adolescenti inglesi,ma c'è un segreto che si nasconde dietro la sua vita felice,e questo segreto è una casa abbandonata,cosa c'è in quella casa? Perchè mai la affascina così tanto?...''Potrà conoscere tramite questa casa lo spirito del re del gotico''...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era l'inverno del 1960...gli anni dei primi esordi dei Beatles,degli inizi del rock e del Dopoguerra,9 anni prima di Woodstock,a Liverpool si assaporavano ogni giorno le idee delle prime rivolte,per una ragazzina di 14 anni tutto questo era splendido. Ero una persona normale,apparentemente come tutte le altre ragazzine della sua età,odiavo la scuola e amavo le idee degli hippie,ma c'era qualcosa in me che era diverso da tutte le quattordicenni d'Inghilterra,e quello fu l'inverno che mi cambiò completamente,che mi travolse la vita e che mi fece pensare che c'era qualcosaltro oltre la realtà in cui vivevamo quotidianamente.Il 13 Dicembre,un giorno come un'altro,tornavo da scuola e dalla solita giornata scolastica noiosa,passando per l'ennesima volta davanti a quella casa che mi aveva affascinato così tanto,che al ritorno da scuola ogni giorno fantasticavo su chi mai l'avesse potuta abitare un tempo,e non riuscivo a spiegarmi perchè mai quella casa mi affascinasse così tanto,ma non me l'ero mai chiesto abbastanza come feci quel giorno. Mi fermai ad ammirarla,era così rovinata che avrebbe spaventato chiunque,ma a me piaceva,ero strana anche per questo,perchè mi affascinavano le storie misteriose,le case abbandonate e il soprannaturale;e quella casa sembrava avere un'anima,ma io non sapevo spiegarmi il perchè.Pensai che non c'era niente di male a dargli un'occhiata,a vedere cosa racchiudeva,ma non mi sarei mai aspettata quello che trovai appena varcata la soglia.Attraversata l'entrata,tutto ciò che vidi,mi sembrò familiare,come se quel lungo corridoio ripieno di scaffali di libri o quelle scale di mogano fossero state attraversate da me milioni di volte,era una sensazione strana,spesso avevo ricordi di cose mai fatte prima,o di luoghi mai visti e persone mai incontrate,ma pensavo sempre che succedesse a tutti,che probabilmente erano ricordi di sogni,o qualcosa del genere.La casa dentro era completamente diversa,tutti i mobili e le sedie,anche se avevano uno stile pressochè ottocentesco,erano intatti e puliti,come se vi abitasse ancora qualcuno.In ogni stanza i muri erano ricoperti di carta da parati,che in alcuni punti era strappata,come se fosse stata tolta o nascondesse qualcosa,quella tesi a cui ebbi una spiegazione poco dopo trasformò la situazione in qualcosa di molto più inquietante e misterioso.Incuriosita,entrai nella prima stanza del corridoio,la sala da pranzo,con un gran camino in fondo e un tavolo centrale.Mi avvicinai alla parte strappata della carta da parati e vidi effettivamente qualcosa,come una scritta,pensai subito,staccando un altro pò la carta,notai parte di una frase,finchè tolsi tutta la carta ricoprente e scoprì una citazione scritta sul muro..."ah ricordo chiaramente quel dicembre desolato,dalle braci morenti scorgevo i fantasmi al suolo".Capii subito che era una frase de "Il Corvo" di Edgar Allan Poe.Mi aveva sempre affascinato il modo inquietante e intrigante in cui scriveva i suoi racconti,ma non ero sicura che trovare una sua citazione sul muro di una casa apparentemente abbandonata fosse una cosa positiva.Senza farci troppo caso,il mio sguardo decise proprio di andare a finire alle braci del camino,che parevano spente da poco,ma la cosa più assurda erano delle macchie nere vicino ad esse,come delle ombre lasciate li da persone,come...fantasmi...pensai subito alla frase di Poe,era come un segno,un indizio,e mi sentii uno Sherlock Holmes al femminile,ma con sicuramente meno esperienza.Continuai comunque la mia ricerca in quella casa,che al contrario di quanto avevo temuto mi metteva tutt'altro che paura,mi faceva sentire quasi come a casa mia.Salii le scale e giunsi al piano di sopra in un altro lungo corridoio pieno di altre stanze misteriose,la prima che visitai fu quella che mi colpì di più,la libreria.Proprio come le grandi librerie che tutti sognano,che odorano di quella carta vecchia e ingiallita,ed era proprio la medesima carta in quella libreria che mi faceva tornare alla mente mille ricordi,come se avessi passato giorni interi dentro quella stanza,eppure ero sicura di non averla mai vista prima.Anche in quella stanza c'era una scritta sulla parte di muro scoperta," bramavo il giorno e invano domandavo ai miei libri",un altra frase de "Il Corvo" di Poe.Era chiaro che qualcuno cercava di mandarmi un messaggio,e tra tutti quei libri ne notai uno molto particolare,come se volesse attirare la mia attenzione,era rivestito da una stoffa nera con ricami in oro,e appena lo presi,scoprii che era proprio "Il Corvo".Sfogliata la prima pagina di quel meraviglioso libro,quello che scoprii mi fece sobbalzare,perchè proprio su quella pagina c'era una scritta che diceva:"alla mia adorata figlia Marie-Claire" e sopra la scritta c'era la foto di una ragazza,completamente identica a me.Ricordavo persone mai viste e luoghi in cui non ero mai stata,e per di più adesso c'era la figlia di Poe,vissuta parecchi anni prima,che aveva il mio medesimo aspetto.Che mistero nascondeva quella casa era ancora da scoprire,ma sarei andata fino in fondo a costo di farlo.Per questo presi il libro,lo misi in borsa, e continuai la mia visita in quella casa,finchè arrivai alla porta della cantina,mi feci coraggio scesi le scale,non c'era luce e l'unico ogetto che avevo per illuminarmi era un accendino.Finite le scale sbattei contro qualcosa,che sembrava legno e appena lo illuminai scopri che era proprio una cassa di legno...una bara!Per di più vuota,riempita solo di poche ossa.Mi impaurii subito e girandomi verso la porta scorsi una luce sulla soglia,a quel punto neanche io so come,ma persi i sensi e mi risvegliai solo poco dopo molto stordita.Questa volta la luce della stanza era accesa e c'era un uomo seduto sulla bara,ma sembrava circondato di una luce diversa,mi guardò,mi sorrise e mi disse:"Sai dove sei vero?E chi sono io?" e così ad un tratto lo riconobbi subito ..."Tu sei Edgar Allan Poe?Ma lui è morto!Tu sei il suo fantasma e quelle sono le tue ossa!?" "Si esatto ma io non sono solo Edgar,ed è proprio per questo che tu sei qui,è una vita che aspetto il tuo ritorno,e da quel giorno fatale ad oggi io sono sempre stato qui,mentre ti vedevo passare davanti a questa casa abbandonata e aspettavo con ansia il giorno in cui avresti scoperto tutta la verità" "io..Tu sei mio padre?" "è per questo che ricordo perfettamente tutte le stanze di questa casa,e sei rimasto qui per ricordarmi tutta la mia vita,ma questa non è la mia vita!" "questa è la tua nuova vita e io sono bloccato qua perchè volevo dirti tutta la verità prima di andarmene,e per chiedere le tue scuse" "na non devi scusarti di niente io ti ho sempre ammirato e del resto non succede tutti i giorni scoprire di essere figlia di Edgar Allan Poe no?"...e il mio sorriso fece sorridere anche lui,da quel giorno cominciai a vedere la vita da un altro angolo e a pensare che tutto quello che credevo fosse solo una mia fantasia,era realtà.Quella fu l'ultima volta che lo vidi,col sorriso stampato in faccia,mentre mi salutava felice di aver compiuto la sua missione.Quando arrivarono i 18 anni comprai la casa,la risistemai,lasciando ovviamente i mobili al loro posto,per ricordarmi tutti i giorni di quello che un tempo era stato mio padre,pensando sempre a quel giorno che sembrava uguale e monotono come tutti gli altri,e che in realtá era stato il giorno che aveva cambiato per sempre la mia vita,o almeno una delle tante.
 
 
 
 
   
 
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