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Autore: Antonella30    16/06/2015    0 recensioni
"... Era il primo giorno di scuola; la mia nuova scuola. Io non ero una bambina socievole, anzi, ero timidissima. Arrivata all'ingresso non sapevo cosa fare: osservavo ragazzi schiamazzare, erano amici, sicuramente già da molto tempo. Mi ero messa in un angolo con lo zaino sulle spalle che mi pesava. Qualche ragazzo passava davanti a me e mi guardava, vedendomi lì in disparte.
Un bidello aprì le porte ed entrammo... " (tratta dal testo)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il miele è dolce come lo zucchero

 

 

Era il primo giorno di scuola; la mia nuova scuola. Io non ero una bambina socievole, anzi, ero timidissima. Arrivata all'ingresso non sapevo cosa fare: osservavo ragazzi schiamazzare, erano amici, sicuramente già da molto tempo. Mi ero messa in un angolo con lo zaino sulle spalle che mi pesava. Qualche ragazzo passava davanti a me e mi guardava, vedendomi lì in disparte.

Un bidello aprì le porte ed entrammo. Molti rimasero un po' fuori e dopo qualche minuto entrarono. Erano le medie. Quelli di terza e di seconda si avviarono nelle loro aule e noi “primini” rimanemmo lì a guardarci intorno. Arrivò la preside. Era un donna di mezza età, con una tinta sgargiante bionda da abbagliare gli occhi con una carnagione olivastra. Aveva grandi occhi verdi con un pesante ombretto blu e sulle labbra un rossetto rosso ciliegia. Era alta (forse perché aveva un metro di tacco) ed aveva un vestito blu con una collana d'argento e con dei bracciali brillantinati. Era serissima, da farti venire i brividi, e ispezionava a noi uno ad uno con il suo sguardo aguzzo.

-Adesso vi divideremo per classi- disse con un sospiro mettendosi gli occhiali. Nelle mani aveva il foglio delle classi e iniziò a chiamare dei nomi. Io capitai nella prima A. Seguimmo una professoressa, che sarebbe stata quella di lettere. Era magra e alta, aveva i capelli corti, ricci e rossi con degli occhi verde smeraldo. A prima vista mi sembrava dolce. Aprì la porta dell'aula. L'aula era abbastanza grande, con delle pareti neutre. Rimasi in un angolo ad aspettare che tutti presero posto, così mi sarei messa in un banco da sola. Tutti corsero per mettersi negli ultimi posti. Eccolo, era lì, un banco da due vuoto in prima fila. Mi sedetti delicatamente e mi guardai in giro. Tutti ridacchiavano sotto i baffi e scherzavano fra di loro. Arrivò correndo e scombussolata una ragazzina bionda, con occhi azzurri, bassa e indossava un cappottino rosa. -Mi scusi per il ritardo.- disse arrossendo. -Non preoccuparti- disse la prof sorridendo -siediti vicino a quella bambina, il posto è libero.-

Io guardai da un'altra parte mentre che lei si dirigeva verso di me. Appoggiò lo zaino,si tolse il cappotto e si sedette vicino a me. Mi guardò con la coda dell'occhio, ma non mi disse nulla.

-Ciao, io sono Rita Malvieri e sarò la vostra professoressa di lettere e vostra coordinatrice- disse sedendosi sulla cattedra -Allora, presentiamoci!- iniziò con la fila in fondo fino alla prima, dove ero io. Si presentò prima la mia vicina di banco:- Mi chiamo Aurora e abito qui a Milano- disse con una vocetta dolce -Tu come ti chiami?- mi chiese la prof sorridendo. Rimasi muta e guardai in basso. Sentivo dietro di me delle risatine. La professoressa continuò -Non devi essere timida, dimmi il tuo nome- mi disse sempre sorridendo -Elisa...- dissi con un filo di voce. -Bene Elisa, dove abiti?- mi chiese. Rimasi muta. -Abiti qui a Milano?- mi chiese. Annuii con la testa. Quel giorno la prof ci diede una scheda da fare, dato che molti non avevano i libri. Quella scheda era semplicissima:dovevamo completare le frasi con un complemento di paragone, (cose da elementari per me). Nella prima frase c'era scritto “............... è dolce come lo zucchero” io scrissi “il miele”.

Feci altre frasi e finii l'esercizio, ma stetti zitta e guardai in giro. -Che combinazione!- esclamò Aurora guardando la mia scheda. Io la fissai, cercando di capire cosa volesse dire. -Anche io ho scritto il miele!- disse indicando la prima frase. Io non dissi nulla e guardai la sua scheda. -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- mi disse sorridendomi. Io stetti zitta. Correggemmo l'esercizio e quando toccò a me correggere la frase stetti per qualche secondo muta, ma poi lessi con un filo di voce. L'altra ora avevamo sempre la prof di lettere. Per tutte e due le ore non spiccicai una parola con Aurora, anche se lei mi fissava con la coda dell'occhio. Era la terza ora e arrivò un professore robusto, bassissimo, con gli occhiali, e quando arrivò si sprigionò da lui una puzza di fumo pazzesca. Mi veniva da tossire, ma resistetti. Pensai nella mia testa che di sicuro lui sì che era un gran fumatore. -Buongiorno- disse; marchiava molto la lettera “g” ed aveva un accento del sud.

-Sono Gianfranco De Rose e sono il vostro professore di matematica.- dietro di me sentivo ridacchiare, sentivo persone che dicevano “che puzza!” oppure “che ciccione!” e continuavano a ridacchiare.

Sentendo ridacchiare lui alzò la voce e disse -Oggi non sono dell'umore giusto, quindi muti!!-

Non ci chiese neanche di presentarci e fece subito l'appello. Quando chiamò il mio nome dissi presente a bassa voce, ma lui si alzò e disse: -Parla ad alta voce, se parli così non ti sente nessuno!!!- mi fece venire un brivido alla schiena. Aveva una voce roca e acuta ed era serissimo.

-Prendete il libro!- disse.

-Prof...- disse una voce femminile dietro di me – Io non ho il libro- mi girai. Era una ragazza mora, con gli occhi blu oceano, con la pelle chiara ed era molto formosa. Era molto truccata,ma era bellissima. Non so perché, ma quando lo disse, lo disse con una voce da smorfiosa. -Come ti chiami?- chiese il prof guardando il registro: -Danila Fiorido- disse guardando il suo vicino di banco, che era il suo fidanzato. -Bene Fiorido, ti ho appena messo una nota sul registro. Complimenti! Non mi è mai capitato che qualcuno il primo giorno di scuola si sia beccato una nota!!-

Lei ridacchiò, ma poi si schiarì la voce e disse lagnandosi: - Ma prof, è il primo giorno di scuola!- il prof alzò lo sguardo dal registro e urlando disse: -Non contraddirmi!!- lei si mise a ridere sotto i baffi e diede il cinque alla sua amica dietro di lei, anche lei super truccata, bionda e con gli occhi color ghiaccio.

-Allora iniziamo con le interrogazioni.- disse alzandosi in piedi. Guardò noi alunni e indicò l'amica di Danila, quella che prima le aveva dato il cinque. -Tu!- disse prendendo il registro -Come ti chiami?!-

-Sophia Ranieri- disse ridacchiando -Perché stai ridendo!?- disse urlando il professore -Ti sto per interrogare e tu ridi!!!- Lei si zittì e diventò seria. La interrogò, ma non seppe nulla e si prese un bel quattro. -Adesso chi interrogo...- disse borbottando e guardando il registro -Elisa Daltoni!- urlò guardando in giro. Io stetti zitta. -Allora, chi è Elisa Daltoni!!- disse ancora con la voce più alta. Aurora mi guardò, come se mi stesse incoraggiando di farmi avanti. Aurora alzò la mano e disse: -E' la mia vicina di banco.- -La tua vicina di banco sa parlare, quindi tu stai zitta!- disse il professore.

Aurora abbassò lo sguardo e arrossì. -Allora Daltoni...- disse sfogliando il libro di matematica -Vieni alla lavagna ed eseguimi questo problema.- io rimasi seduta nel mio banco. Mi guardò e disse:- Mi prendi per i fondelli?!! Ti ho detto di venire alla lavagna!!-

Sentivo che Danila Sophia e compagnia bella ridevano, ed io mi alzai lentamente e mi diressi verso la cattedra. Il professore mi dettò il problema, dettava velocissimo, come se stesse leggendo, e mi sgridò un paio di volte perché diceva che ero lentissima a scrivere. Finito di scrivere il problema lo lessi nella mia mente e iniziai a scrivere i dati. Il prof mi guardava, mentre che beveva dalla sua bottiglia d'acqua. Finii il problema, posai il gesso sopra la cattedra e andai subito al mio posto. Il prof si alzò e grattandosi il mento verificava se avevo fatto tutto giusto. Quando era girato di spalle Danila ecc... facevano segnacci, e altri gesti poco piacevoli. Il prof si sedette e scrisse nel registro quanto avevo preso. -Otto- disse borbottando. Io andavo bene in matematica. Suonò la campanella dell'intervallo e tutti corsero fuori nel corridoio. Danila Sophia ecc... scherzavano fra di loro, un'atro gruppo di ragazzi, invece, chiacchierava allegramente. Aurora si mangiava il suo panino vicino a me. -Ne vuoi un po'?- mi chiese con la bocca piena. Risposi di no con la testa. -Come mai non parli?- mi disse masticando -Sei molto timida- io non dissi nulla. Aurora stette lì vicino a me, mangiava, e non mi diceva niente. -Aspettami qui, vado un attimo in bagno.- mi disse, e andò via. Rimasi lì pietrificata, e guardavo in giro. Vidi che il gruppo di Danila rideva e mi guardava, e capii che parlavano di me. Danila spinse il suo ragazzo verso di me e lui sorridendo mi disse :-Mi chiamo Francesco e tu?- Danila e gli altri ridacchiavano e guardavano la scena. Anche lui rideva e continuò:- Vuoi entrare nel nostro gruppo?- disse guardando Danila. Io stetti muta e abbassai lo sguardo. Francesco era un ragazzo alto, magro, con capelli castani,e occhi verdi e aveva un ciuffo che andava alla moda e aveva delle lentiggini sparse nelle guance. Era vestito all'ultima moda, e a dirla tutta era piuttosto carino. -Allora?- disse guardandomi negli occhi. Io stetti zitta e arrivò Aurora. -Cosa sta succedendo?- chiese guardando Francesco. -Le ho chiesto una cosa, ma non risponde...- disse ridendo, e tornò da Danila ecc...

Aurora mi guardò e mi disse:- Lasciali stare, sono quelli popolari, e sai che i popolari prendono in giro a noi che ci ritengono “sfigati”- disse col muso lungo. Suonò la campanella e le lezioni ripresero. Mentre che aspettavamo che arrivasse un prof in classe stava succedendo il caos più totale. Danila saltava di qua e di là, Sophia saliva sopra il banco e Francesco rideva insieme agli altri “popolari”. Arrivò una professoressa. Era mora,con i capelli a caschetto lisci,con gli occhi marroni, giovane,ed entrò tutta scombussolata, con un mucchio di fogli in mano. -Scusatemi bambini.- disse raggruppando i fogli sulla cattedra -Non siamo bambini!.- disse Danila -Siamo ragazzi!- la professoressa non disse nulla e si presentò sistemandosi la camicia a scacchi che aveva: -Buongiorno ragazzi, io sono la vostra professoressa di geografia, e mi chiamo Giovanna Maltoni.- prese dei fogli e disse:-Oggi è anche per me il mio primo giorno di scuola,e purtroppo non ho molta memoria per i nomi, quindi scriverete su questo foglio il vostro nome e piegherete il foglio così, in modo che stia dritto.- e ci fece vedere come. Distribuì i fogli e si sedette nella cattedra e iniziò a scrivere in un foglio. -Ah!- esclamò -Sarei più felice se lo decorereste.- e ricominciò a scrivere. Dopo qualche secondo Danila alzò la mano e disse: -Prof, ho fatto!- la prof guardò Danila, andò verso di lei, e prese il foglio:-Ma non lo hai decorato... Hai scritto soltanto “Danila”...- disse la prof un po' delusa.- Bhe prof...- rispose Danila alzando le spalle:-Non sono un asso in arte...- la prof appoggiò il foglio sopra il banco di Danila e osservò come stavamo lavorando. Dopo venti minuti finii anche io. La prof prese il mio foglio e disse:-Complimenti Elisa! Sei bravissima a disegnare!- e lo appoggiò delicatamente sul mio banco. L'ora finì e arrivò un'altra prof:- Ciao a tutti!!- disse con una vocina:- Sono Sabrina Sabina e sono la vostra prof di musica!- Danila guardò Francesco e si misero a ridere. Ci diede dei fogli e ci fece fare degli acuti. Io stavo zitta e lei mi incitava a fare gli acuti, ma io tenevo la bocca serrata. Danila urlava come una matta quando cantava, ma non perché era stonata, lo faceva apposta per fare la sciocca e far ridere tutti. Finì l'ora e ci preparammo per andare a casa.

Davanti scuola non c'era neanche un genitore:molti tornavano a casa da soli, altri prendevano il pulmino, come me. Francesco salutò Danila dandole un bacio sulle labbra e io pensai che era meglio essere “sfigati” che “popolari” se si fanno quelle schifezze. Danila si mise a chiacchierare con Sophia e sparirono dietro la curva della scuola. Francesco andò in un'altra direzione, verso un ragazzo di terza media. Si diedero il cinque e sparirono in un'altra direzione. Aurora mi salutò e scappo verso sua madre. Io, invece, salii nel pulmino. Mi sedetti da sola e vicino a me si sedette Selena, una che fa parte del gruppo dei “popolari” di Danila ecc...

Era alta, magra, con capelli rossi e lisci,con la frangetta e con degli occhioni marroni, anche lei truccata. Mi disse:- Ciao Elisa- io dissi:-Ciao- con un tono di voce bassissima. Il pulman partì e stette zitta per circa dieci minuti poi prese il cellulare e si mise a chattare con qualcuno. Sbirciai, senza farmi vedere, con chi scriveva. Stava chattando con Francesco, il fidanzato di Danila. Non scrivevano nulla di particolare, a parte molte parolacce, (per i miei gusti usavano un linguaggio un po' troppo volgare).

Dopo cinque minuti spense il cellulare e lo infilò nello zaino. Io guardavo fuori dal finestrino. Il pulmino si fermò e Selena scese e mi salutò e io ricambiai con un “ciao”. Dal finestrino guardai la casa di Selena: era una specie di villetta, con un giardino enorme. Il pulmino ripartì. Dopo qualche minuto arrivai a casa anche io. Scesi dal pulmino e suonai il campanello.

Mamma mi aprì la porta: -Com'è andato il primo giorno di scuola?- mi chiese entusiasta.

-Bene...- dissi sospirando e appoggiando lo zaino.

-Hai fatto amicizie?- mi chiese.

Io non risposi e cambiai discorso:-Cosa c'è per pranzo?- chiesi avviandomi in cucina.

-Lasagne!- mi rispose prendendo la teglia dal forno.

Mangiai e mi infilai in camera a disegnare. Disegnando esprimo i miei sentimenti che non riesco ad esprimere parlando. Disegnai una ragazza, con dietro uno sfondo nero, con delle frasi intorno che dicevano “Lei è sola,lei è triste,lei è esclusa, lei è emarginata, lei è timida... Lei sono io”. Mentre che disegnavo avevo gli occhi lucidi e pensavo “perché quando la gente mi parla io non rispondo... Perché sono così...”.

Mia madre entrò in camera e nascosi il disegno sotto un libro. Mi guardò e mi sorrise e mi chiese gentilmente di uscire dalla camera perché doveva spolverare. Io uscii senza dire nulla. Andai nel soggiorno e mi sedetti sul divano. Guardai in giro per la stanza, come se cercassi qualcosa. La casa era nuova. Ci abitavamo da un mese. Dopo qualche minuto mi alzai e andai in giardino. Mi sdraiai nell'erba e osservai le nuvole. Sentii delle risatine e delle voci. Mi alzai di scatto e mi guardai in giro. Dall'altra parte della strada, un po' lontano, stavano passando Danila,Francesco e Sophia. Io mi alzai e rientrai in casa. Da dietro le tende guardai loro passare. Danila gesticolava molto e parlava come una macchinetta. Sophia era col cellulare e annuiva con la testa, e Francesco aveva le mani in tasca e camminava a testa bassa. Gli osservai senza farmi vedere e aspettai che girassero all'angolo. Quando non gli vidi più feci un profondo respiro. Non sapevo perché, ma il cuore mi batteva a mille e pensavo “perché sono scappata dentro?”. Iniziai a fare i compiti, e gli finii in un'oretta.

Mi sedetti sul divano e accesi la TV. Arrivò mamma con un foglio in mano:- Elisa...- disse con voce preoccupata:-Perché fai questi disegni...-. E mi porse quel disegno che avevo fatto prima.

Io stetti muta. Mi bruciavano gli occhi, mi veniva da piangere. -Ne vuoi parlare?- mi chiese sedendosi sul divano.-Non ti preoccupare.- dissi con un filo di voce:-Io un'amica c'è l'ho...-

-Chi è questa tua amica?- mi chiese. -E' la mia vicina di banco- -Come si chiama?- - Aurora.-

Non dicemmo altro. Arrivò ora di cena e poi andai a dormire. Il giorno dopo era domenica e a Milano quel giorno c'era una grande festa. Io non ci volevo andare, ma mamma mi costrinse ed insieme a lei andai a Piazza Duomo. C'era un mercatino, dove vendevano dolci,vestiti, giochi, cover per i cellulari ecc... Seguivo mamma come un cane. Seduta su una panchina vidi Aurora che mangiava un gelato al cioccolato, ed era tutta sporca. -Ciao!- mi disse leccandosi i baffi.

Io la salutai con il cenno della mano. Mamma mi incoraggiò a sedermi vicino a lei, ed io, tutta rossa, mi sedetti. -Ti piace la festa?- mi chiese Aurora sgranocchiando il cono. Io annuii con la testa. Non dicemmo altro. Davanti a noi passò il gruppo dei popolari. Danila era accoccolata a Francesco e chiacchieravano, Sophia era a braccetto con Selena ed altri ragazzi schiamazzavano. Danila come ci vide venne verso di noi e indicando Aurora disse:-Ragazzi, guardate la bambina cioccolato!!- tutti corsero da noi e si misero a ridere. Io stavo lì a testa bassa. Aurora aveva gli occhi lucidi e con il polso della manica si pulì il cioccolato che aveva sulla bocca. Danila continuava a dire altre cavolate, mentre che gli altri ridevano. Io rimasi muta. -Che sfigate che siete!!- disse Sophia -Grande Sofi!- disse Danila dandole il cinque. -Non siamo sfigate!- dissi alzandomi in piedi. Tutti mi guardarono. Rimasero senza parole. Non sapevo quel coraggio da dove mi era venuto fuori. Il mio cuore batteva a mille. Mi sembrò che il tempo si era fermato. In quel momento mi sentivo forte, sicura di me. Ma poi il tempo rincominciò a scorrere e Danila mi disse:-Ragazzi! Avete sentito! Elisa sa parlare!!- disse ridendo. A quel punto io mi risedetti. -Andate via!!- disse Aurora. Loro ridendo se ne andarono. Aurora mi guardava, ma non diceva nulla. Dopo qualche minuto iniziò a parlarmi:-Ti ricordi quando ti ho detto che anche io avevo scritto “il miele è dolce come lo zucchero”?- io annuii con la testa. -Bhe...- disse diventando rossa -Volevo parlare con te, quindi ho ricopiato la tua frase...- io non dissi nulla, ma mi si stampò un sorriso in faccia. Aurora si alzò in piedi, mi porse la mano e mi chiese se avevo voglia di fare un giro con lei nel mercatino. Io risposi di sì e saltellando di qua e di là sbirciavano le cose nelle bancarelle. Passò un mese. Io ormai avevo stretto amicizia con Aurora.

Era lunedì. La prof Rita (la nostra coordinatrice) prese dei biglietti e disse:- Ogni mese di solito faccio cambiare di banco i miei alunni. Non sarò io a decidere con chi capiterete, ma deciderà la sorte- disse sorridendo. -Quindi faremo l'estrazione?- chiese Luigi, il secchione della classe. La prof annuì. Mentre che la prof scriveva i bigliettini Danila parlava con Francesco, che era il suo vicino di banco dicendo “Mi mancherai tantissimo” oppure altre smancerie. La prof cominciò ad estrarre. Aurora capitò vicino a Selena, Danila vicino a Sophia (infatti fece i salti di gioia) ed io con Francesco. Eravamo in ultima fila. Il primo giorno che eravamo vicini non spiccicammo parola, e lui scherzava con Salvatore che era davanti a noi, ed era il suo migliore amico,ed anche lui, ovviamente, faceva parte dei “popolari”. Aurora era dall'altra parte dell'aula, Eravamo lontanissime. All'intervallo Aurora mi disse che si trovava bene vicino a Selena, e che non era così antipatica come Danila e Sophia. Passarono due settimane. Non so perché, ma quando mi sedevo vicino a Francesco il cuore mi batteva più forte. Ormai io non ero più timida, ma quando lui mi parlava, o mi chiedeva qualcosa, il mio cuore impazziva e quando parlavo,parlavo così velocemente che lui si metteva a ridere. Dopo capii. Francesco mi piaceva; mi piaceva, e anche molto. Non lo dissi a nessuno, solo una volta, per puro caso, parlando con Aurora mi scappò dalla bocca. Lei rimase con gli occhi sbarrati. Le dissi di non dirlo a nessuno e lei me lo promise. Quando la prof ci dettava qualcosa io lo osservavo con la coda dell'occhio mentre scriveva e, per guardarlo, rimanevo indietro e gli dovevo chiedere il foglio per ricopiare. Quel mese passò in fretta, e nell'estrazione capitai vicino a Sophia. Francesco capitò vicino a Salvatore. Aurora vicino a Luigi, infatti quando la prof ci assegnava un esercizio ricopiava sempre da lui. Danila invece era capitata vicino a Valeria, una ragazza strana e misteriosa. Un giorno, durante la lezione di matematica, mentre che il prof spiegava per l'ennesima volta le percentuali a Danila (che non ci aveva capito niente) io scrivevo con Aurora tramite un bigliettino. Aurora iniziò a scrivermi. Mi scrisse “ti piace ancora Francesco?”. Quando il prof era girato mi tirò il biglietto. Quando lo tirò cercai di prenderlo, ma lo prese al volo Sophia. Io ancora non lo avevo letto, quindi non sapevo cosa c'era scritto. Capii che era qualcosa che i popolari non dovevano sapere, perché, quando Sophia lesse il biglietto, sbarrò gli occhi. Tirò il biglietto a Danila. Io chiesi a Sophia cosa c'era scritto, ma lei si mise a ridere e indicò a Danila. Danila, dopo che aveva letto il biglietto, lo strappò e lo buttò nel cesto della carta. Quando passò vicino al mio banco mi disse:-Francesco è mio!- Capii subito cosa c'era scritto. Suonò l'ora dell'intervallo. Il cuore mi batteva a mille. Danila si avviò da Francesco e si abbracciarono. Dopo Danila gli disse una cosa nell'orecchio. Francesco mi guardò e rise. Avevo capito che gli aveva detto che mi piaceva. Io rimasi lì pietrificata. Francesco venne verso di me. Io abbassai la testa. -E' vero quello che mi ha detto Dani?- mi chiese ridendo. -Cosa ti ha detto?- chiesi facendo la finta tonta. -No niente...- disse sorridendo e guardando in basso, e tornò da Danila. L'intervallo finì. Durante tutte le altre ore Danila parlava sempre con Sophia, finché non si beccò una nota sul registro. Suonò la campanella e preparammo gli zaini. Uscita da scuola salutai Aurora e mi imbucai velocemente nel pulmino. Vicino a me si sedette Selena che mi chiese se davvero mi piaceva Francesco. Io dissi di no. Non dicemmo altro. Gli altri giorni cercai sempre di evitare Francesco. Passarono mesi è mancava un mese alla fine della scuola. Quel mese ero capitata vicino ad Aurora, e dietro di me c'erano Francesco e Selena. Tutte le volte che mi giravo per prendere i libri vedevo a Francesco. Anche lui mi guardava. Un giorno Aurora mi confessò che provava una certa simpatia per Salvatore, il migliore amico di Francesco, ma purtroppo, Salvatore era fidanzato con Nicole, una della nostra classe che fa parte dei “popolari”. Passarono mesi. La scuola era finita. Era l'ora degli scrutini e dei quadri. Era il 20 giugno. Andai a scuola insieme ad Aurora per vedere i quadri. Cercai il mio nome nell'elenco. Ero stata promossa!

Ero felice, ma ero sicura di essere promossa. Anche Aurora era stata promossa. Guardai gli altri nomi. Tutti eravamo stati promossi, anche Francesco, ma Danila era stata bocciata. Non era l'unica della nostra classe ad essere stata bocciata, era stata l'unica dei “popolari” ad essere stata bocciata. Non sapevo se lei lo sapeva. Dopo cinque minuti arrivò il gruppo dei “popolari”. Danila era per mano con Francesco. Per la prima volta il loro gruppetto era serio. Non ridevano, anzi, erano più tosto seri. Io mi allontanai insieme ad Aurora. Pensavo “chissà che reazione avrà Danila”. Si misero a leggere i nomi.-Promosso!- urlò Francesco facendo un salto. Danila scoppiò a piangere e si strinse nelle braccia di Francesco. Sophia abbracciava da dietro Danila. Gli altri stavano lì impalati senza far niente. Mi avvicinai a Danila e l'abbracciai. Non so perché ma era stato più forte di me. Danila si strinse nelle mie braccia piangendo. Sophia chiamò i genitori di Danila che andarono subito a parlare con la preside. Io me ne tornai a casa insieme ad Aurora. -Perché l'hai abbracciata?- mi chiese Aurora. -Non lo so...-risposi -E' stato più forte di me-. Non dicemmo altro. Erano le vacanze d'estate. La scuola finalmente era chiusa. I miei affittarono un ombrellone al mare insieme ai genitori di Aurora. Il primo giorno che andammo al mare rimasi sorpresa. Nell'ombrellone di fianco al nostro c'era il gruppo dei popolari. Danila era normale; era sotto il sole vicino Sophia, che le spalmava la crema solare sulla schiena. Francesco era sulla sdraio col cellulare. Gli altri chiacchieravano. Ci salutarono. Aurora non aveva il coraggio di togliersi il vestitino rosa, perché sotto aveva il costume. Dopo molto tempo la convinsi. Mi sedetti sulla sdraio vicino ad Aurora. Guardavo a Francesco. Dopo una mezzora io ed Aurora andammo a fare il bagno. Combinazione dopo cinque minuti arrivarono anche Danila,Francesco,Selena,Sophia,Salvatore e Nicole. Erano un po' più in là che si schizzavano l'acqua. Aurora faceva strane acrobazie nell'acqua per farsi notare da Salvatore, io invece mi immergevo sott'acqua. Io non sapevo nuotare, Aurora sì. -Dai, seguimi!- mi disse Aurora andando più a largo. -Aspettami!- urlai e andai con lei. L'acqua mi arrivava alla gola e potevo toccare il fondale con la punta dei piedi. Aurora continuava ad andare ancora più a largo.

Non la seguii, ma rimasi lì a fare il girotondo. Camminando sotto di me sbucò una buca. Ero sott'acqua. Non riuscivo a tirarmi su. Credevo che fra poco sarei morta...Invece mi sentii afferrare. Non sapevo di chi era quel braccio, ma era molto forte. Arrivai a galla. Era stato Francesco a salvarmi! -Tutto bene?- mi chiese preoccupato. -Si...- dissi con un respiro affannoso. -Elisa!!- urlò una voce lontana dietro di me. Era Aurora. Si affrettò e venne subito da me. Mi chiese come stavo e insieme a Francesco andammo a riva dove c'erano Danila ecc... -Come stai?- mi chiese Danila -Tutto bene.-risposi. -Mi hai salvato la vita...- dissi a Francesco -Figurati!- mi rispose Francesco sorridendo -L'importante è che stai bene...- aggiunse. Io arrossii. -Bene, ora dobbiamo andare...!- disse Danila afferrando a Francesco per un braccio. -Danila non mi sembra per niente triste...- disse a bassa voce Aurora. -I genitori sono andati a parlare con la preside, e l'hanno convinta di farla promuovere, dicendo che in seconda si impegnerà di più...- rispose Nicole. Dopo di che mangiammo un gelato insieme a Sofia,Selena, Nicole e Salvatore. Aurora di solito quando mangia il gelato si sporca tutta, ma con la presenza di Salvatore non si sporcò per niente, neanche una macchiolina.

Le vacanze stavano per finire. Io e Aurora stavamo iniziando ad uscire con i popolari, anche se ormai non erano più antipatici come prima. Nicole e Salvatore si erano lasciati, e Aurora faceva sempre la simpaticona con Salvatore. Danila e Francesco erano ancora fidanzati, ma io non mi facevo strane idee. Un giorno Aurora disse a Salvatore che era carino, ma lui le rispose che a lui interessava solo rimettersi con Nicole, e Aurora per una settimana non si fece mai vedere da Salvatore. Mi piaceva molto la nostra compagnia. Danila era la “lider” del gruppo, quella che vuole sempre far ridere.

Adesso ho quattordici anni, e frequento il liceo artistico. E' il mio primo anno. In classe con me c'è Nicole (è l'unica ragazza che conosco) e ormai siamo amiche già da tempo. Tutti i giorni mi sento con Danila, Sophia, Francesco ecc... e tutti i sabati e le domeniche usciamo insieme. Nicole e Salvatore sono fidanzati (dopo un tira e molla), Danila è ancora fidanzata con Francesco e Aurora si è fidanzata con Roberto, un ragazzo che frequenta il liceo classico con lei. Danila frequenta le commerciali con Sophia, Selena fa il classico con Aurora. Francesco è nel linguistico con Salvatore. Nella mia classe c'è una ragazzina timidissima. Guardandola mi ricorda me alle medie. Io cerco di parlarle, ma lei sta muta. Tutti la prendono in giro, ma io e Nicole la difendiamo. Ormai sono cresciuta e penso che se non avrei avuto quel coraggio a rispondere a Danila quel giorno a Piazza Duomo, non avrei tutti i miei amici che ho ora, e sarei stata io al posto di quella ragazza.

 

 

Antonella30

   
 
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