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Autore: TheSwagMastah    16/06/2015    4 recensioni
Dalla storia:
"Ed è da quel giorno che Yoongi aveva iniziato ad aspettarlo.
O forse l'aveva sempre fatto, senza esserne cosciente.
Aspettava anche solo di vederlo, di ammirare uno di quei sorrisi luminosi che contagiavano automaticamente anche il suo".
Yoonseok state of mind.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le gambe di Yoongi dondolavano leggermente facendo sbattere i suoi talloni nella pietra sulla quale era seduto, ma a lui non importava.

Erano le 18 e 33, mancava solo mezz'ora al tramonto.

Era da solo.

Il cielo iniziava a tingersi di un leggero color ocra, e una brezza fresca si infilava sotto la sua felpa, facendolo rabbrividire.

Diede uno sguardo al cellulare e sorrise di fronte al messaggio che aveva appena aperto.

"Sto arrivando! Scusami scusami scusami! Un minuto e sono da te!"

Yoongi sapeva bene che quel minuto sarebbero diventati cinque, o anche dieci, ma non gli importava.

L'unica cosa che gli interessava era che Hoseok non si perdesse il tramonto insieme a lui.

Probabilmente era il momento più dolce e intimo che condividevano insieme, anche se non troppo spesso purtroppo, a causa dei turni di lavoro di Yoongi e gli esami universitari dell'altro.

Min Yoongi infatti, andava a scuola come ogni sedicenne, e di sera, dalle quattro e mezza alle dieci lavorava in un piccolo ma grazioso bar.

Il proprietario, Kim Namjoon, trovandosi davanti il ragazzino dai capelli neri e arruffati con il mano il foglietto "Cercasi dipendente part-time, fine settimana esclusi", lo aveva assunto senza pensarci, e senza sapere, soprattutto di aver salvato la vita di Yoongi non una, ma ben due volte.

Era quel piccolo stipendio infatti che permetteva ai Min di andare avanti.
Sua mamma aveva perso il lavoro da poco, e Yoongi aveva una sorellina piccola, Rin, da accudire.

Loro padre li aveva abbandonati qualche anno prima, sparendo nel nulla, lasciandoli senza un soldo, e sopratutto, lasciando la loro madre piangere ogni notte, mentre calcolava i soldi necessari per le bollette, e le tasse, e i soldi per il cibo, e la scuola.

Yoongi sentiva i singhiozzi fino in camera sua, e silenziosamente, senza svegliare la sorella, piangeva anche lui.

Ma non poteva mostrarlo, doveva essere la forza di sua madre, di Rin, e anche di sé stesso.

Da quando aveva trovato quel lavoro sua mamma non piangeva più.

Lo abbracciava più spesso però. Quando il lunedì tornava a casa con la busta paga e la consegnava interamente a lei senza prendere nemmeno 1500 won, la madre lo stringeva a sè, sussurrandogli all'orecchio "sei un angelo, Yoongi".


E anche Namjoon lo pensava quando lo vedeva così indaffarato tra i tavoli del bar e i libri di scuola messi accanto alla macchinetta del caffè, mentre serviva i clienti con gli occhi stanchi e un sorriso sulle labbra.

Namjoon gli voleva un gran bene, considerava Yoongi come il fratello minore che non aveva mai avuto.

Molte volte lo faceva andare via dal lavoro in anticipo, quando lo vedeva particolarmente affaticato, o metteva lui stesso di nascosto dei soldi nel suo barattolo delle mance.

Yoongi in cambio lo ascoltava pazientemente mentre il biondo si lamentava di quella strega della sua suocera, la madre del suo ormai ufficiale fidanzato Seokjin.

Ed era proprio da lei che il più grande doveva andare quella fatidica sera che fu per Yoongi il giorno più bello della sua vita.

Yoongi, ancora seduto sulla pietra sorrise da solo, giocherellando con il mazzo di chiavi che teneva in mano.

Chissà come sarebbe andata la sua vita se quel giorno Namjoon non avesse avuto quella pallosissima cena con la suocera.

Chissà cosa sarebbe successo se quel giorno Hoseok fosse andato in un altro bar.

Quella scena è impressa nella mente di Yoongi come marchiata a fuoco.

Il bar era completamente vuoto, e Yoongi era seduto su uno sgabello dietro al bancone, immerso nei suoi compiti di matematica.

Fuori era buio, e mancava solo mezz'ora all'orario di chiusura.

Ma anche se non c'era nessuno non avrebbe chiuso, non avrebbe voluto deludere Namjoon che l'aveva lasciato solo, fidandosi ciecamente di lui.

Aveva molto sonno, e la sua testa stava per crollare sul quaderno, quando improvvisamente un cigolio lo fece destare.

Ed è lì che vide Hoseok per la prima volta.

Gli sembrò che il mondo si fermasse intorno a lui. Sentiva freddo, ma percepiva le sue guance andare a fuoco.

Yoongi non pensava che potessero esistere persone del genere, se non nelle riviste che le liceali dimenticavano distrattamente nei tavolini del bar.

All'inizio aveva addirittura pensato che fosse un brutto scherzo del suo cervello dovuto alla stanchezza, ma lui era vero, era là davanti a lui.

E lo guardava con aria confusa e vagamente divertita.

"Ehy? Sei tra noi?" Chiese agitando una mano davanti al volto del barista che iniziò a sbattere le palpebre confuso.

"S-sì" rispose colto alla sprovvista.

Mentre guardava quel ragazzo mille pensieri si affollavano nella sua mente.

È sicuramente un angelo.
Ha davvero delle belle labbra.
Il suo sorriso illumina il bar più delle ridicole luci al neon messe da Namjoon la settimana scorsa.

"Due succhi di frutta" disse poi l'angelo passandosi una mano tra i capelli leggermente umidi.

Fu solo allora che Yoongi notò un ragazzino accanto a lui. Aveva più o meno la sua età e i capelli color prugna.

Entrambi si erano trascinati dietro un borsone apparentemente pesante, sicuramente venivano dalla scuola di danza del vicinato.

E il moro per la prima volta provò la gelosia.

Non l'aveva mai provata prima d'ora, perché non aveva mai avuto nessuno di cui essere geloso.

Lo chiamavano "frocio" nella sua scuola, perché non aveva mai avuto una ragazza. O forse perché non l'aveva mai voluta. Poi anche "testa di cazzo", perché era l'unico che lavorava.

Ma a lui non importava, fingeva che tutto gli scivolasse addosso.

In quel momento guardava con invidia il ragazzino con i capelli rossi, che rideva e scherzava con quel ragazzo, che diavolo, aveva anche la voce perfetta.

Però Hoseok se n'era andato presto, lasciando Yoongi con una sensazione di vuoto.

Ed è da quel giorno che Yoongi aveva iniziato ad aspettarlo.

O forse l'aveva sempre fatto senza nemmeno esserne cosciente.

Aspettava anche solo di vederlo, di ammirare uno di quei sorrisi luminosi che contagiavano automaticamente anche il suo.

Anche Namjoon si era accorto di qualcosa di nuovo.

Yoongi era cordiale con tutti, certo, ma non aveva mai visto un sorriso autentico sul suo volto.
Però si era accorto che tutto era cambiato dopo la notte che lo aveva lasciato a gestire il bar da solo.
Così aveva deciso di 'inventarsi' un'altra cena con la suocera stronza, sperando che qualunque "magia" fosse successa succedesse di nuovo.

E per ironia della sorte, quella sera Hoseok tornò. Da solo, con il solito borsone nero della scuola di danza.

Yoongi aveva quasi rovesciato il succo di frutta dall'agitazione che l'altro gli causava sorridendogli dolcemente.

Si ricorda il modo nel quale gli occhi di Hoseok scavavano nei suoi. Come se volessero leggergli dentro. Come se cercassero di cogliere cosa passava per la testa del più piccolo.

Erano due mezzelune perfette, color cioccolato, e Yoongi vi si perdeva ogni volta che incrociava il suo sguardo anche solo per sbaglio.

"Che studi?" Gli aveva chiesto quel ragazzo perfetto con naturalezza, guardandolo negli occhi e appoggiando i gomiti sul bancone.

Yoongi era arrossito come non mai, e non era riuscito a rispondergli.
L'unica cosa che aveva fatto era stata mostrargli il quaderno con le frasi in cinese tradotte a metà.

Il più grande aveva sorriso. "Io studio cinese all'università, posso darti una mano se vuoi" aveva concluso inclinando la testa da un lato.

Il cuore di Yoongi stava battendo all'impazzata. Non riusciva a crederci.
Scosse la testa cercando di scacciare quelle sensazioni da ragazzina alla prima cotta.

"N-no, cioè, non è necessario, tranquillo" aveva articolato il minore con fatica.

Il maggiore rise, mostrando quelle due file di denti bianchissimi.

"Guarda che non lo faccio per farti un favore, lo faccio per me" spiegò con un sorrisetto.
Il moro lo guardò confuso.

"Se finisci i tuoi compiti potrai parlare con me, giusto?"

Quella era la prima volta che Hoseok gli aveva parlato. Parlato per davvero, non per ordinare il solito succo.

E non solo. Quella notte aveva scoperto che si chiamava Jung Hoseok, che aveva 19 anni e divideva il suo tempo tra università e lezioni di ballo. Che aveva una sorella più grande che adorava, e che i suoi migliori amici si chiamavano Jungkook e Jimin.
Yoongi non aveva nulla da raccontare, nulla di interessante almeno, perciò era stato zitto, ascoltando ogni parola di quel ragazzo così solare, cercando di scoprire sempre più di quell'angelo, che cazzo, non aveva neanche un difetto.

Non era stata la loro ultima conversazione.

Hoseok tornava spesso al bar, chiaccherava con Yoongi e lo aiutava a fare gli esercizi di cinese ordinando il solito succo.

Portava anche Jungkook e Jimin a volte, che facevano un sacco di domande al più piccolo e studiavano cinese con lui.

Dopo un paio di mesi però, Hoseok entrò al bar di pomeriggio, da solo.

Si sedette in un tavolo e aspettò guardandosi intorno pazientemente.

Yoongi intuì che ci fosse qualcosa di diverso e di terribilmente sbagliato.
Hoseok non veniva mai da solo di pomeriggio, al limite di sera, quando non c'era nessuno. E si sedeva sempre davanti al bancone, per parlare con il moro.
Che ce l'avesse con lui?

Non si lasciò scoraggiare, sicuramente si stava facendo delle stupide e strane idee, in fondo una persona può andare in un bar quando lo desidera.
Così si avvicinò a quel tavolo con un sorriso radioso.

"Il solito hyung?" Chiese al maggiore che guardava assorto fuori dalla finestra.

Hoseok sobbalzò, poi vedendolo gli sorrise.

"No grazie Yoongi-ah, sto aspettando una persona" gli rispose con la sua solita gentilezza.

E il moro fece dietrofront verso il bancone, leggermente deluso e amareggiato di essere stato liquidato così velocemente.

Ma la sua delusione diventò insostenibile quando vide chi stava aspettando Hoseok.

Una ragazza bellissima, con i capelli neri e lucenti entrò nel bar, si guardò intorno confusa e poi si incamminò verso Hoseok sorridendo.

Yoongi si sentì mancare vedendo come lui le sorrideva di rimando.

Aveva passato la serata così, appoggiato con i gomiti al bancone, mentre guardava come Hoseok le scostava i capelli dal viso e le teneva le mani.

E soprattutto come la guardava. I suoi occhi sembravano così caldi e così pieni di...amore?

Se Yoongi in quel momento avesse avuto un solo desiderio sarebbe sicuramente stato quello di essere guardato da Hoseok in quel modo, almeno una volta nella vita.

Hoseok faceva ridere quella ragazza, e ogni tanto lanciava qualche occhiata a Yoongi, dato che sicuramente aveva notato che lo stava fissando.

Ancora adesso quando ci pensa, riesce a sentire lo stomaco ingarbugliato e il malessere che quella visione gli aveva suscitato.

A quel ricordo Yoongi storse la bocca in una smorfia di dolore e guardò nuovamente il cellulare.

18:39.

Chiuse gli occhi inspirando l'aria pulita di quel posto, uno dei pochi spazietti verdi della periferia di Seoul, dal quale si poteva ammirare uno spettacolo mozzafiato.

Ne era valsa la pena?

Certo che sì.

Era valsa la pena sopportare quei due lunghi mesi nei quali Hoseok veniva al bar con Yun e la baciava sulle labbra davanti a lui, continuava a tenerle la mano e le offriva tutto quello che voleva.

Ne era valsa la pena nonostante confessasse a Yoongi quanto gli piacesse lei e quanto fosse bella.
Ma nonostante tutto Yoongi continuava ad aspettarlo.
E questo gli faceva male.

Quando tornava a casa si sdraiava sul suo letto come un vegetale, guardando nel vuoto, senza dormire.

Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva davanti a sè il viso di Hoseok, con quel solito sorriso fatto di luce.

Desiderò addirittura che non si facesse più vedere al bar.

Ma si pentì di quel desiderio già il giorno dopo, quando Hoseok, al bar, non ci tornò più per davvero.

E non ci tornò per un mese, lasciando Yoongi in preda a mille dubbi e domande.

Era forse stata colpa sua? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Magari si era accorto della sua faccia infastidita mentre il più grande parlava di Yun?

Solo dopo 35 giorni esatti, perché sì, Yoongi li aveva contati, aveva avuto notizie di Hoseok.

Stava pulendo un bicchiere con la sua solita aria assorta quando il capo arrivò alle sue spalle con un vassoio pieno di tazzine sporche tra le mani.

"Comunque stamattina un ragazzo ha chiesto di te. Gli ho detto che eri a scuola e sembrava dispiaciuto"

Yoongi trattenne il respiro. Forse poteva essere....no no, impossibile.

Si diede dell'illuso da solo, e chiese con voce leggermente tremante "sai il suo nome?"

Namjoon si morse un labbro, cercando di ricordare. "Jeng Hoseok? O forse Jung?"

Il bicchiere tra le mani di Yoongi cadde a terra frantumandosi in mille pezzi, e facendo fare un piccolo saltello al biondo.

"Pulisco io, ormai sono abituato dopo tutti quelli che ho rotto" disse il più grande poggiando il vassoio e alzando gli occhi al cielo. "Comunque gli ho dato il tuo numero, spero che non ti dispiaccia" concluse con un occhiolino.

Dispiacere?

DISPIACERE?

Yoongi l'avrebbe abbracciato se non fosse stato il suo capo, e soprattutto se non fosse stato estremamente inopportuno.

Tirò fuori il cellulare con così tanta foga che rischiò di fare la stessa fine del bicchiere, e vide un messaggio non aperto.

Sentiva il cuore pulsargli anche nelle orecchie mentre premeva il tasto "leggi".

"Hey Yoongi-ah, sono Hoseok. Sono passato stamattina al bar, ma non c'eri. Ho preso il tuo numero da quello scorbutico del tuo capo, spero che non ti dia fastidio :) "

Il più piccolo sorrise come un idiota davanti al telefono, riconoscendo l'ironia del suo hyung.

Come avrebbe potuto dargli fastidio?

Però qualcosa lo turbava leggermente, quasi scalfiva la felicità che provava in quel momento.

Perché Hoseok era sparito per un mese e poi tornava a cercarlo come se niente fosse?

Non c'era nessun legame tra di loro, per il maggiore almeno.

Yoongi sentiva un'attrazione quasi inspiegabile, e si era sentito tradito quando non si era più presentato al bar.

Ma Hoseok non era costretto a tornare. Hoseok non sapeva che Yoongi lo aspettava, e che probabilmente lo avrebbe sempre aspettato.

"Perché sei venuto? E perché hai voluto il mio numero da Namjoon?"

Scrisse impetuosamente, pentendosi subito dopo della freddezza del suo messaggio.
"Dovevo parlarti. Ma preferisco farlo di persona. Tra mezz'ora arrivo al bar, non scappare ;)"

Yoongi si gettò scompostamente su una delle sedie vicino al bancone.

'E dove vuoi che scappi, idiota?' sussurrò.

"Adesso parli con le sedie?" Gli chiese Namjoon con una busta della spazzatura in mano.

Yoongi gli sorrise e scosse la testa.

Il tempo passava e i suoi pensieri erano tutti rivolti a Hoseok.

Un milione di domande gli si accalcarono nella testa, era confuso, Hoseok lo confondeva. Di cosa voleva parlargli? Magari si era accorto della cotta immensa che aveva per lui e voleva fargli presente che non aveva speranze? Forse era per quello che non era più tornato.

Ma Yoongi sapeva di non avere speranze. A lui non importava. Non aveva nemmeno mai sperato di avere una possibilità.

Gli bastava guardare Hoseok, sentirlo ridere, vederlo entrare da quella porta con la fronte sudata e il borsone pesante trascinato per terra.

Voleva solo vederlo, anche con Yun, o con qualsiasi ragazza. Si accontentava solo di sentirlo entrare in quel bar chiedendogli quel succo con uno dei suoi sorrisi mozzafiato.

Non aveva pranzato, eppure non aveva fame. Al contrario era molto nauseato, ed era diventato più pallido del solito.

"Yoongi-ah? Stai bene? Vuoi tornare a casa?" Gli chiese Namjoon mettendogli una mano sulla fronte con fare apprensivo.

"NO!" esclamò il più piccolo schiarendosi la voce imbarazzato subito dopo.

Sul viso del biondo spuntò un sorriso di scherno. "Il ragazzo del numero sta arrivando vero?"

Le guance del moro si colorarono di un rosso acceso, e ciò non sfuggì al biondo.

"Beccato" constatò il suo capo alzando un sopracciglio e facendogli l'occhiolino.

Quella mezz'ora passò più lenta che mai, nonostante Yoongi avesse cercato di tenersi impegnato in tutti i modi.

Passarono quaranta minuti in realtà. Anzi, quarantacinque.
E in quel momento capì che effettivamente Hoseok non aveva difetti, ma la puntualità non era il suo forte.

Erano le 17:50 quando Hoseok entrò nel bar con il fiatone.

Yoongi era in cucina e non voleva uscire da lì. Aveva paura, si stava nascondendo dal più grande.
Paura di cosa, poi?

Il cuore sembrava volergli esplodere nel petto.

Attraverso il vetro smerigliato vedeva la sagoma di Hoseok che si girava confuso da una parte all'altra, evidentemente cercando lui.

Namjoon lo spinse fuori con poca gentilezza, e Yoongi incontrò gli occhi caldi del ragazzo, dopo un mese.

E si stupì di come le sue reazioni si fossero addiruttura amplificate dopo quell'astinenza forzata. Socchiuse le labbra automaticamente, e si avvicinò al più grande senza dire una parola.

Avrebbe voluto toccarlo, solo sfiorargli la guancia con un dito. Voleva assicurarsi che fosse reale, che uno come lui esistesse sul serio.

"Yoongi-ah!" Lo richiamò alla realtà la sua voce allegra. "Non ci vediamo da un bel po'".
"G-già" farfugliò stupidamente. "Perché mi cercavi hyung?"

Hoseok arrossì appena e sorrise guardando il pavimento. Era forse...imbarazzato?

"Te l'ho detto, ho qualcosa da dirti. Anzi, da chiederti". Il minore fece un cenno con il capo come per dargli il permesso di parlare.

"Ecco...io ti piaccio?" Chiese a bruciapelo il castano facendo sobbalzare l'altro.

E Yoongi sentiva seriamente il cuore in gola, temeva di aver ragione.
Aveva paura che Hoseok volesse davvero allontanarlo essendosi accorto della sua immensa cotta.

Arrossì improvvisamente e iniziò a spostare lo sguardo da una parte all'altra della stanza, come se qualche oggetto potesse dargli aiuto.

"Okay okay, mossa sbagliata" sentenziò Hoseok mettendo le mani avanti come per ritirare ciò che aveva appena chiesto. "Domanda di riserva?" Propose con un sorriso.

Il più piccolo non rispose, continuò a guardarlo con gli occhi sbarrati, e questo Hoseok lo interpretò come un sì.
"Vuoi uscire con me?" Chiese con naturalezza.

Yoongi spalancò gli occhi. "C-cos? Quando? Io?"

"No, parlavo con la sedia" scherzò sbuffando una risata. "Appena finisci di lavorare possiamo andare a fare un giro" propose felice.

"Non saresti il primo a parlare con le sedie oggi" li interruppe Namjoon facendo capolino dalla cucina con un vassoio colmo di ordinazioni. "Ah, Yoongi, oggi il tuo turno finisce alle sette e mezza" concluse con un sorriso.

"Perché?" Chiese il più piccolo incredulo.

"Perché ho deciso così adesso. E ora torna a lavorare, non vorrai essere licenziato spero".

Il moro sobbalzò appena e preparò il solito bicchiere di succo al suo hyung, che lo guardò con una faccia delusa, poggiando i gomiti sul bancone.

Arricciò il labbro inferiore come un bambino. "Non mi hai dato ciò che ti ho chiesto" si lamentò facendo una finta voce lagnosa.
Il più piccolo sbattè il palmo della mano contro la propria fronte.

"Sono così abituato a darti il succo che non ho pensato che volessi qualcos' altro, hyung" si scusò con un piccolo inchino. "Cosa desideri?"

"Una risposta Yoongi-ah"

Il minore sospirò.

"Allora, esci con me?" Chiese ancora speranzoso. Yoongi fece per voltarsi e tornare in cucina, ma Hoseok intuì il suo pensiero e lo afferrò per il polso. Il moro non potè fare a meno di rimanere ipnotizzato dai lineamenti dell'altro.

"E Yun?" trovò il coraggio di chiedere Yoongi guardandolo dritto negli occhi, come per sfidarlo.

Lo sguardo di Hoseok però non vacillò nemmeno per un secondo, per quanto l'altro cercasse di metterlo in soggezione

"L'ho mollata" disse in un soffio. "Quando mi sono accorto che non saresti più uscito dalla mia testa".

Yoongi sorrise vittorioso a quel ricordo, ancora seduto sulla solita pietra.

Guardò l'orologio per la decima volta sbuffando, ma se lo aspettava.

Hoseok puntuale non è Hoseok in fondo no?

Ovviamente il giorno del loro primo appuntamento Hoseok era arrivato nuovamente in ritardo alla fine del turno del più piccolo, nonostante fosse uscito dalla scuola di ballo in anticipo.

Gli aveva comprato il gelato, e tutto ciò che voleva da mangiare. Lo aveva guardato negli occhi e gli aveva preso la mano davanti a tutti, senza vergognarsi.

Gli aveva detto che era bellissimo, e Yoongi era arrossito, perché nessuno gliel'aveva mai detto.

"Nessuno te l'ha mai detto? Bhe, adesso ci sono io! E te lo ripeterò sempre, perché sei effettivamente bellissimo"

E nonostante fosse passato più di un anno da quel giorno, Yoongi non aveva mai smesso di arrossire ai complimenti dell'altro.
Dopo quel giorno Yoongi continuava ad aspettare Hoseok al bar.
Ma adesso Hoseok lo sapeva.

Il minore però temeva che l'unica cosa che potesse rovinare tutto fosse la sua famiglia.

E se non lo avessero accettato? Se sua sorella l'avesse considerato strano?

Lui non si era mai fatto troppe domande sul suo orientamento sessuale, non gli era mai piaciuto nessuno prima di Hoseok.

Era certo solo del fatto che qualcosa di così bello non potesse essere assolutamente sbagliato.

Quando Hoseok lo aveva riaccompagnato a casa, dopo il primo appuntamento, era entrato in casa in fretta e furia senza salutare nessuno.

Come se avesse fatto qualcosa di sbagliato e dovesse nascondersi.

Si era solamente gettato sul letto, sentendosi sì stanco, ma anche improvvisamente energico e attivo.
Pensò al bacio che Hoseok aveva poggiato delicatamente sulla sua guancia prima di andarsene, e sorrise a trentadue denti

Cosa che non sfuggì alla sua sorellina.

"Oppa, perché sorridi così? " gli aveva chiesto saltando sul suo letto per accoccolarsi a lui.

"Sono solo felice" rispose allargando il sorriso.

"Sei innamorato vero?"

Yoongi rimase sorpreso, ma annuì debolmente. Non riusciva a mentire a lei, non ne era capace.

"Dimmi il nome! Dimmi il nome!" Lo pregò la sorellina iniziando a fargli il solletico per convincerlo.

Yoongi titubò un secondo e poi confessò con un filo di preoccupazione "Si chiama Hoseok"

Rin non battè ciglio e si riaccoccolò sul suo petto, soddisfatta dell'informazione ottenuta. "Scommetto che è anche carino"

Da quel momento in poi tutto era andato bene come non mai, aveva iniziato a uscire con Hoseok ogni volta che aveva del tempo, e un giorno si erano ritrovati là, su quelle pietre, poco prima del tramonto.

Hoseok era seduto accanto a lui e gli teneva la mano, parlando a raffica di ogni cosa che gli passasse per la testa.
Qualunque argomento, seppur banale, quando usciva dalla bocca di Hoseok diventava inspiegabilmente divertente e interessante.

Yoongi amava appoggiare la testa sulla spalla del suo hyung, mentre si lasciava cullare e trasportare da quella voce così calda e melodiosa.

Il più grande in più lo tempestava ogni volta di domande tavolta assurde e senza senso. "Voglio conoscere tutto di te!" Gli diceva sempre.

"Che animale vorresti essere?"
"Il gatto, dorme tutto il giorno ed è carino" constatò Yoongi annuendo.

"Anche tu sei carino. Colore preferito?"
Il più piccolo arrossì per il complimento. "Bianco e nero. Il tuo?"
"Che colori allegri" commentò sarcastico facendo ridacchiare il moro. "A me piace il verde"

La luce color ocra del sole che stava ormai calando illuminava Hoseok rendendolo sempre più simile ad un angelo.

Yoongi non poté fare a meno di poggiare delicatamente una mano sulla sua guancia e girarlo verso di sé.

Voleva studiare quel volto da ogni angolazione possibile, coglierne ogni sfumatura, ogni dettaglio.

Voleva ammirarlo e imprimersi quel volto nella mente, perché ancora non si capacitava di ciò che gli stava succedendo.

Hoseok fremette a quel contatto, e sorrise al più piccolo, avvicinando il volto al suo lentamente.

Guardò le labbra di Yoongi, ormai a pochi centimetri dalle sue.

"A chi hai dato il tuo primo bacio?" Chiese ancora Hoseok, per poi mordersi il labbro, imbarazzato dalla sua stessa domanda.

Il moro non resistette, e pressò lievemente le labbra su quelle del suo hyung, che rispose immediatamente al bacio.

E Yoongi non pensava davvero che potesse esserci qualcosa di così bello.
Non avvertiva la pietra sotto di se, non avvertiva nemmeno il peso del suo corpo.

Tutte le sensazioni erano concentrate sulle sue labbra, sulle quali si muovevano quelle morbide e dolci di Hoseok.
Le loro labbra si staccarono, ma le loro fronti continuavano a toccarsi.
Si guardavano negli occhi senza vergogna o imbarazzo.
Iniziarono entrambi a ridacchiare stupidamente.

"A te. Ho dato il mio primo bacio a te" soffiò Yoongi sulle labbra del maggiore, tornando improvvisamente serio.

Il sorriso di Hoseok si aprì ancora di più, e catturò nuovamente le labbra del ragazzo tra le sue, prima di poggiargli dolcemente le mani sulle guance per tirarlo più a sé.
"Da oggi mi appartieni, Yoongi-ah. Come io appartengo a te" gli aveva sussurrato guardandolo dolcemente.

Yoongi aveva smesso di aspettare Hoseok al bar.
Aveva smesso perché Hoseok era già suo.
Aveva iniziato a sorridere a tutti, a Jimin e Jungkook, che ormai erano suoi amici, a Namjoon e Jin, ma soprattutto ad Hoseok.

Ma c'era ancora una cosa che lo rendeva estremamente nervoso.

Si ricorda della giornata passata ad andare avanti e indietro per tutta la sua stanza, con Hoseok al telefono che tentava di calmarlo.
Stavano insieme ormai da quasi quattro mesi.
"Cosa gli hai detto esattamente? Che le avresti presentato una ragazza?" Gli aveva chiesto la voce di Hoseok leggermente alterata dall'apparecchio elettronico.
Yoongi si morse le dita nervosamente. "Una persona" lo corresse.

"Allora andrà tutto bene Yoongi-ah" lo rassicurò l'altro positivo come sempre.
Yoongi sorrise, immaginando il sorriso del suo ragazzo.
"E se non andasse bene?"
Il castano fece qualche secondo di pausa a quella domanda inaspettata.
"Se anche andasse male io sarò lì con te. Arrivo tra poco, stai tranquillo amore"

E nonostante le varie rassicurazioni Yoongi non riusciva a calmarsi, sentiva un'angosciante pressione sul petto, che non lo faceva respirare.

Sua madre era seduta sul divano con Rin, e chiaccheravano mentre guardavano la Tv.
Quando il campanello suonò il moro sentì le gambe cedere.

Come spinto da una molla si fiondò alla porta, trovandoci un Hoseok vestito impeccabilmente e con un'aria leggermente preoccupata sul volto.

Sorrise dolcemente a quella visuale. Si era davvero preparato così tanto per piacere a sua madre?

Il più grande forzò un sorriso. Yoongi notò che tamburellava nervosamente con un piede.
"Entriamo?" Chiese il più piccolo scostandosi per farlo passare.

Hoseok prese un respiro ed entrò senza dire una parola.

Yoongi gli fece strada fino al soggiorno con movimenti automatici, si sentiva svenire.
Il suo corpo era avvolto da brividi di freddo e non riusciva a smettere di tremare leggermente.

Arrivati in soggiorno due paia di occhi si posarono su di loro.

Hoseok guardò Yoongi aspettando che il moro dicesse qualcosa.

Ma il più piccolo era immobile come una statua. Semplicemente terrorizzato.

Hoseok si fece forza e gli afferrò una mano.

"Salve signora, mi chiamo Jung Hoseok e sono il ragazzo di suo figlio. È un piacere conoscerla" esordì il più grande sfoggiando il suo miglior sorriso e un profondo inchino.

La madre di Yoongi spostò lo sguardo dal viso di Hoseok alle loro dita incrociate, e poi di nuovo al viso di Hoseok.

"Però. Il tuo oppa ha buon gusto, guarda che sorriso!" Disse a Rin indicando il ragazzo castano.

Yoongi si risvegliò dalla trance a quelle parole, e guardò il suo ragazzo con un sorriso di gratitudine e pura felicità.

"Che ci fate lì impalati? Sedetevi ragazzi!" Aveva suggerito poi la madre di Yoongi, sorridendo.

Il telefono nelle mani di Yoongi vibrò nuovamente. Un altro nuovo messaggio.

"Giuro che sono quasi arrivato! Mi farò perdonare, ti amo".

E Yoongi sorrise al telefono, guardando il tramonto davanti a sé.

La sua vita era perfetta da quando c'era Hoseok.
Ogni momento passato con lui acquisiva un significato.

Era stato il suo primo amore, il suo primo bacio, la sua prima volta.

E nonostante fosse solo un diciassettenne con ancora tante esperienze da fare, Yoongi era sicuro di volerle fare tutte con Hoseok al suo fianco.

Guardò nuovamente il cellulare, la conversazione con Hoseok era ancora aperta sullo stesso messaggio.

Yoongi gli rispose con solo due parole, "ti aspetto".

In fondo lo aveva aspettato per più di 16 anni, quanto mai gli sarebbe costato aspettarlo altri 5 minuti?





*****
Eccomi tornata con questa Yoonseok sdolcinosa, come promesso.
Inizialmente era una long Vhope che aveva lo stesso titolo, ma non ero riuscita a finirla, perciò ho pensato di fare una OS coccolosa con Sugo e Hobie. Ed eccola qua djsnshsk.
Ero titubante a pubblicarla, dato che non mi convinceva un granché.
Ma vabb, spero che vi piaccia ♡ e mi farebbe mooolto piacere sapere cosa ne pensate!
A presshto!
-TheSwagMasta




  
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