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Autore: Caroline3    17/06/2015    2 recensioni
Dal testo: *"Sono un ottimo ballerino, ricordi?" sento il suo respiro.
Oh, non erano le sue capacità a preoccuparmi. Ma le mie. Non sono molto elastica. Anzi, posso definirmi un vero e proprio manico di scopa.
Ma con lui..Beh. Viene facile anche danzare.
"Mi è venuta in mente una cosa stupida." gli dico, ridendo.
"Ah si? Che cosa?"
"La scena di un film. Casper. L'hai mai visto? Quello dove c'è la ragazza che va nella casa infestata."
"E' un classico. Chi non l'ha mai visto?" mi guarda, cercando di capire.
"Ecco. Mi è venuta in mente una delle ultime scene, dove la ragazza balla con Casper, tornato umano, che le dice 'Sono un ottimo ballerino, ricordi?'".
"Ah, sì sì. Mi ricordo." mi sorride, guardandomi intensamente. A cosa sta pensando?
All'improvviso mi fa fare una piroette e mi ristringe a sé. Questa volta più vicino.
Mi sussurra all'orecchio: "Posso tenerti con me?"*
"Cosa faremo adesso?" "Cercheremo di dimenticare" "Io non voglio dimenticare". (Hunger Games)
P.s. 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: PWP
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Capitolo 8 - Parli del diavolo...

Faccio un lungo e profondo respiro, mentre l'aria salmastra mi invade la narici. Mi distendo sulla scogliera ad osservare il cielo e mi concentro sul rumore delle onde che infrangono la roccia.
Perché la mia vita fa così schifo? Perché mi deve andare tutto storto?
Delle volte penso che se mi buttassi da qui, da questa scogliera, anche adesso, non importerebbe a nessuno.
Poi mi viene in mente il mio fratellino, che tanto “ino” non è, Lèon, e mi ricordo che devo resistere e combattere per lui.
Guardo il telefono. Suona da ore, ormai. Kaweria si starà chiedendo che fine ho fatto.
Mezz'ora fa dovevo andare alle prove, ma non sono pronta a rivedere Davide così presto. Non dopo la sfuriata di prima.
Ho lasciato che mi urlasse contro, perché so che ha ragione. Ho giocato con lui, di nuovo. L'ho preso in giro. Di nuovo.
Infilo gli occhiali da sole, per non dare modo alle mie occhiaie blu di essere notate, e mi dirigo al pub.
Trovo Davide e i musicisti sul palco, intenti a provare gli strumenti.
"Sei in ritardo." mi dice, freddo e distaccato.
Non rispondo. Mi siedo sullo sgabello e sfoglio la scaletta, con i testi delle diverse canzoni.
Aspetto pazientemente le prime note di "Vuoto a perdere" di Noemi, inspiro per prendere fiato, ma dalla mia bocca non esce alcun suono. Qualcosa ha attirato la mia attenzione.
Mi sento invadere da un improvviso moto di rabbia.
Con che faccia si presenta qui, dopo la scenata di questa mattina? Con lei, perlopiù.
Da quanto sono lì seduti a sorseggiare i loro drink? C'erano già prima che arrivassi?
Il mio pensiero va a Davide e mi innervosisco ancora di più. E' già incazzato con me, figuriamoci trovarsi davanti Josh, mentre lavora. Se prima gli stava antipatico, credo che ora gli voglia spaccare la faccia.
"Caroline!!!!" tuona, una voce al microfono.
Io mi scuoto tutta e mi giro verso Davide.
E' rosso in viso, con lo sguardo davvero truce. Non credo di averlo mai visto così. Spegne il microfono.
"Ti ho chiamato minimo cinque o sei volte. Dove hai la testa?"
Abbasso lo sguardo. Mi fa paura.
"Sì, scusa."
L'ora seguente è tutto un "Caroline, non ci siamo"; "Caroline, rifalla da capo."; "Caroline, attacchi in ritardo." "Caroline, sei fuori tempo."; "Caroline, hai stonato."
Paziento e sopporto. So che me la sta facendo pagare. Più canto bene, più sbotta, trovando errori inesistenti.
Capisco che ce l'abbia con me, ma non può farmi cantare fino allo sfinimento. Inizio a non avere più voce. Anche gli altri sono stanchi e lo guardano perplessi.
Josh è ancora qui. Ma perché non va via? E' già imbarazzante senza che ci sia lui a godersi la scena.
Quando pronuncio le prime parole di "I will always love you." di Withney Houston, urla di nuovo.
"Basta, Caroline! Non si può andare avanti così! Era meglio se continuavi a pulire i tavoli, sul palco non ci stai a fare niente."
Socchiudo gli occhi. Che infantile. Come si permette? Questo si chiama abuso di potere. Ora basta. La mia pazienza è arrivata al limite.
Sto per rispondergli in malo modo, ma, al mio posto, interviene il capo, suo padre.
"Prova a lasciarle finire la canzone."
Davide inspira. "Fammela a cappella."
Prendo fiato. E va bene. Chiudo gli occhi e canto. Circa un minuto più tardi anche i musicisti iniziano a suonare. Tengo sempre gli occhi chiusi, sino alla fine della canzone. Non sento altro, oltre la mia voce e le note.
Quando li riapro, scopro che sono tutti intenti a guardarmi: Davide, il capo, i clienti e persino le altre cameriere. Anche Josh e la sua ragazza mi fissano a bocca aperta. C'è un silenzio tombale.
Mi viene da piangere per la troppa tensione. Ma non gliela do vinta. Mi tengo, invece, la soddisfazione di averlo lasciato senza parole. Di avercela fatta anche con i suoi rimproveri cattivi e ingiusti, dettati dalla rabbia.
Con calma, mi alzo, prendo i fogli e glieli sbatto al petto.
"D'ora in poi, cantatela da solo. Io torno a pulire i tavoli."
________
Le due settimane seguenti, come promesso, mi limito a fare la cameriera. Mi manca cantare, ma lo preferisco all'essere umiliata pubblicamente in quel modo.
Io e Davide ci evitiamo, mentre Josh non l'ho più visto. Jen e AnnaSophia vengono più o meno tutti i giorni, anche se solo per un saluto.
Qualche giorno fa il capo mi ha chiesto di aiutarlo ad organizzare la festa di ferragosto, così ho accettato. La maggior parte del mio tempo la occupo immersa nel lavoro: un ottimo metodo per non pensare a niente.
Devo ricordarmi anche di salire in città per portare i soldi alla nonna.
Mentre sono nell'ufficio del capo, intenta a chiamare i fornitori per la magnifica festa che sto organizzando, sento bussare alla porta.
"Ciao!" entra una favolosa e raggiante Jennifer, in infradito e vestitino da mare.
"Senti, sto organizzando un barbecue per il mio compleanno e voglio che tu ci sia. Un pranzetto informale, niente di speciale."
La guardo dubbiosa. Mi farebbe piacere partecipare e, sinceramente, mi sento quasi onorata da questo suo invito, ma non voglio vedere Josh sbaciucchiarsi con la sua ragazza.
"Fregatene di Josh.” dice, quasi leggendomi nel pensiero. “Non voglio privarmi della tua presenza per una tua diatriba con lui. Io non c'entro niente, o no?" mi fa gli occhioni dolci e a me viene da ridere.
In fin dei conti, non ha tutti i torti.
"E poi, basta ignorarlo! E' basso, viene facile!"
Okay, ha vinto.
"Va bene. Quand'è?"
"Il 15 Agosto."
Magnifico. Il giorno della festa.
"Che c'è?" chiede lei. "Hai già un impegno?"
"No..Ecco, c'è la festa di ferragosto. La sto organizzando io. Ma non credo di andar…"
"Perfetto, allora!” esordisce, interrompendomi. “Pranzo da me e la sera alla festa. Questo è il mio numero." dice, lasciandomi un pezzo di carta. "Chiamami, così ti vengo a prendere Venerdì. Ah, e mi raccomando: dillo anche a Kaweria!"
“Jen, ma sei sicura? Il tuo numero di telefono..Mi sembra troppo..”
Insomma, è pur sempre un’attrice hollywoodiana.
“Car, io mi fido di te. So che non andresti mai a divulgarlo a destra e a manca. Ormai sei una mia amica, fattene una ragione.” così dicendo, mi lascia un bacio e se ne va.
Sono sbalordita. Ha fatto tutto da sola.
Sbuffo.
Da una parte non vedo l'ora di passare una bella serata con le mie nuove amiche, dall'altra l'idea di Josh con Claudia non mi fa impazzire. Magari riesco a farci pace e restarci amica. Almeno con lui.
Alzo gli occhi al cielo.
Sarà una lunga giornata.
 
 
Da lontano vedo una macchina rossa arrivare, con il clacson a tutto spiano. Jen è (ovviamente) in ottima forma, felicissima come non mai di festeggiare il suo 24esimo compleanno.
“Buon compleanno, Jennifer!!!!” esclamiamo, all’unisono.
“Grazie, ragazze! Forza, saltate su!” urla, sorridente come non mai.
Mette in moto e, con la musica  a tutto volume ci dirigiamo a casa di Hilary.
"Wow" è l'unica cosa che io e Kaweria riusciamo a pronunciare mentre raggiungiamo il cancello .
Il viale d'ingresso è incorniciato da alberi disposti su un magnifico prato inglese di colore verde acceso. L'edificio è in stile moderno, con tante finestre e un balcone enorme.
Jen ci porta sul retro della casa dove, ad attenderci, troviamo un'enorme piscina, con tanto di idromassaggio e trampolino, e sdraio tutt'intorno. Ecco perché si è raccomandata di farci portare il costume.
"Ciao ragazze! Finalmente!" Hilary e A.Sophia ci vengono incontro, bellissime nei loro trikini.  
Saluto Nick e Andre, che, naturalmente, si destreggiano al barbecue, mentre Katie e Claudia apparecchiano la tavola, disposta elegantemente sotto un gazebo in tela. E' tutto così..bianco. Dà una gradevole sensazione di classe e "chiccheria". Mi piace.
"Ciao!"
"Hey, Car! Conosci Claudia?"
Eccome se la conosco. Avrò letto la sua biografia su Wikipedia un centinaio di volte.
"No. Non ci hanno presentate. Piacere, Caroline."
Lei sorride e mi stringe la mano. Ha dei denti perfetti.
"Claudia. Ho sentito tanto parlare di te!"
Parlare di me?
"E ti ho sentita cantare, un paio di settimane fa. La tua interpretazione di "I will always love you" è stata incredibile!"
Non riesco a capire se è sincera o se  mi sta prendendo per il culo.
La ringrazio comunque e raggiungo la mia amica, che nel frattempo si è già buttata in piscina. E' incorreggibile.
Non vedo Josh. Faccio di tutto per sembrare indifferente, ma non posso fare a meno di scrutare ogni angolo, con la speranza che possa apparire da un momento all'altro.
"Come posso dare una mano?" chiedo alle altre.
Meglio concentrarsi su qualcosa.
"Niente mani. Prendi il costume e vai a cambiarti." afferma Jen, spingendomi verso l'entrata della casa. "Il bagno è in fondo a destra."
Okay. In fondo a destra. Non è difficile.
Aspetta.
Quale fondo? Qui c'è un bivio. Proviamo a sinistra. Dovrebbe essere illegale avere tante porte in una sola casa.
Bene. L'ultima porta a destra è questa. Speriamo sia quella giusta.
Poggio la mano sulla maniglia, ma non ho neanche il tempo di abbassarla che la porta si apre improvvisamente da sola.
Mi ritrovo faccia a faccia con Josh. Entrambi palesemente shoccati di esserci materializzati uno davanti all'altra così bruscamente.
Con la mano ancora a mezz'aria, arrossisco violentemente quando mi rendo conto che ha addosso solo i pantaloncini del costume.
"S-s-scusa. C-c-cervavo il bagno." riesco a dire, abbassando lo sguardo.
"L'hai trovato." risponde, dolcelmente.
Alzo lo sguardo e noto che abbozza un sorriso, mentre si scosta per lasciarmi passare.
Chiudo la porta dietro di me.
'Forse non è più arrabbiato' penso, mentre infilo il bikini. 'Forse avrei dovuto fermarlo e parlargli. Ne avevo l'occasione, senza la sua ragazzaperfetta intorno.
Mi guardo allo specchio. Sono un disastro: le guance ancora arrossate per l'incontro di un attimo prima e i capelli scompigliati per colpa della decapottabile. Li aggiusto meglio che posso in una treccia, metto un pareo, le infradito e sono pronta.
Quando esco dal bagno, però, mi sorprendo a trovare Josh ancora lì.
Ma che fa? Mi aspettava?
 La schiena appoggiata al muro, così come il piede destro. Una visione.
Quando si accorge di me, però, si ricompone subito.
"Caroline.." sussurra, dopo avermi fissato per qualche secondo. "Posso parlarti?"
Annuisco. Lo guardo ipnotizzata, senza batter ciglio per non perdermi neanche un secondo.
"Mi dispiace di aver reagito in quel modo, quel giorno al tuo alloggio. Ero venuto per spiegarti chi era Claudia e per dirti che avevo intenzione di riprovarci con lei. Non so perché ma sentivo di dovertelo dire. Vedevo che stavi legando con Jen e le altre, e non mi andava che lo sapessi da loro, anziché da me."
"Josh.." lo interrompo. "Non devi giustificarti con me. Siete stati molto tempo insieme, avete condiviso tante cose. Fondamentalmente non c'è alcuna ragione perché tu debba farlo. Anzi, dispiace a me di averti risposto male."
Mi scruta per un attimo. “Non ti devi scusare.”
Aggrotto le sopraciglia. “Posso farti una domanda?”
“Certo.”
“Perché ti sei arrabbiato tanto?”
Inspira.
“Non mi aspettavo di trovarti con qualcuno. Voglio dire, in quel momento credo di aver pensato:  -Cavolo, io mi sto facendo mille problemi, mentre a lei non importa. – Ma non avevo la mente molto lucida. Ero arrabbiato con Claudia, avevo dormito poco e non avevo mangiato. Più tardi, ci ho riflettuto e mi sono reso conto di essermi comportato da idiota. Neanche tu devi giustificarti. Mi dispiace. Non ero in me.” Confessa, abbassando lo sguardo.
Tutto qui? Si è innervosito perché ha pensato non mi importasse?
 “Ho capito. Infondo anch’io non mi aspettavo avessi lasciato qualcuno a Los Angeles.” sorrido, tendendogli la mano. “Pace?”
I suoi occhi si illuminano.
“Pace!”
Ci stringiamo la mano ma, in un millesimo di secondo, succede qualcosa di inspiegabile: sento una scossa percorrermi il braccio, sino ad arrivare alla schiena dove si tramuta in un brivido irregolare. Dal suo sguardo sembra l’abbia avvertita anche lui. Non ritiro la mano ma ci scrutiamo negli occhi, sorpresi dalla reazione del contatto tra i nostri corpi.
Fa un passo in avanti.
“Caroline..”
La bocca secca.
“Sì?”
Palpitazioni.
“Ad essere sinceri..”
“Jen! Josh è lì?” una voce squillante riecheggia in casa.
Le nostre mani si allontanano bruscamente, mentre scorgiamo una Jen impacciata in fondo al corridoio.
“Sì. Emh. E’ qui! L’ho trovato!”
“Ah, eccoti finalmente! Ti ho cercato dappertutto!”
Una sorridente Claudia si avvicina a noi.
“Eri via da un bel po’.” dice, dandogli un bacio sulla guancia.
“Sì, non trovavo il costume.”
Che visione nauseabonda.
Mi schiarisco la voce.
“Emh. Io raggiungo le altre.”
Jen, ancora in piedi dietro l’angolo mi scruta con sguardo angelico.
“Io e te facciamo i conti dopo” le dico, scherzando.
Ci stava spiando, è incredibile.
Mi viene da ridere. Chissà se l’ha fatto apposta a mandarmi in fretta e furia al bagno.
 
La carne è ottima. Era da tempo che non ne mangiavo di così buona.
“Allora, Car, che tipo di festa hai organizzato?” mi chiede Hilary.
“Ah, niente di che. Il tema è “Angel or Devil” e, a seconda di cosa scegli, dovrai vestirti di bianco o di rosso. Ah, ed è in maschera. ”
“Uuh, mi piace!” esclama A.S. battendo le mani, entusiasta.
“Io mi vestirò sicuramente di rosso!” domanda Jen.
“Ah, guarda. Ti calzerebbe a pennello!” affermo.
“E tu invece? Rosso o bianco?”
“Nero.” rispondo, seria.
“Come nero? Sei in lutto?”
Rido. “No, ma quale lutto. L’ho organizzata, ma non voglio partecipare.”
“Allora..” inizia Jen, puntando la forchetta verso di me. Fa quasi paura. “Siccome oggi è il mio compleanno, decido io. Tu oggi ti vesti a tema e stai con noi. Punto. Fine della discussione.”
Che dispotica!
“Non posso. Non ho vestiti eleganti.”
“Non devi preoccuparti..” interviene A.S. “Noi ne abbiamo in quantità.”
La guardo male.      
“E va bene.” Alzo gli occhi al cielo e Jen smette di minacciarmi con la forchetta.
“Ma le maschere dove le prendiamo?” chiede Claudia.
Che vocina fastidiosa.
“Le distribuiranno all’entrata.” Rispondo, facendole un sorriso che più finto non si può.
 
Dopo pranzo è il momento di aprire i regali.
Ha ricevuto cose molte carine e costose, quindi quando arriva il nostro turno ci sentiamo un po’ imbarazzate.
“Ecco, questo è il nostro.” dico, togliendo fuori dalla borsa un pacchetto.
Jen lo scarta con impazienza e sembra sinceramente commossa.
“Oh, ragazze..”
E’ una semplice cornice, con una foto di tutti noi quella volta in discoteca, il giorno in cui ci siamo conosciuti.
“Grazie! E’ bellissima.”
“Guarda meglio dentro il pacchetto.” esclama Kaw.
Sorpresa, tira fuori una scatolina, dalla quale estrae una catenina e un ciondolo a forma di fiore, con petali celesti.
“E’ un Non ti scordar di me” le spiego. “Così, con la foto ed il ciondolo, non potrai mai dire di averci dimenticato, quando tornerai in America!”
Jen, alza lo sguardo e asciuga una lacrima sfuggita ai suoi bellissimi occhi celesti.
“Mi avete fatto emozionare!” ci rimprovera e viene ad abbracciarci. “Grazie. Sono regali meravigliosi.”
Si ricompone e, dopo una breve pausa, aggiunge: “Ora basta con le smancerie. Dobbiamo andare a prepararci!”
 
Per le 20 siamo pronte. Ci abbiamo messo 4 ore, ma devo ammettere che il risultato è notevole. Kaweria, Jen e Hilary hanno optato per Devil, le altre per Angel. Chissà perché, la scelta di Claudia non mi sorprende affatto.
Per quanto mi riguarda, invece, più guardo lo specchio più fatico a riconoscermi.
Anche io ho ceduto alla tentazione del rosso.. diciamo che non mi sento proprio un angioletto!
Indosso un Valentino lungo e morbido. Lo spacco, nella parte destra, è alto ma non volgare e lascia intravedere davvero poco quando cammino; la parte superiore, in pizzo e con maniche lunghe,  ricopre il busto frontale con una scollatura a barca; la schiena, invece resta totalmente scoperta sino al fondoschiena, dove il tessuto lo copre per un pelo. Le scarpe, al contrario, sono nere con linee intrecciate e un tacco che, so già, mi farà penare. Infine una pochette nera e gioielli vari (che non volevo mettere perché ho seriamente paura di perderli) per contornare il tutto.
Le altre hanno poi insistito per truccarmi (e devo dire hanno fatto un buon lavoro: eyes-makeup  leggero e un bel rossetto –rosso!- ) e per raccogliermi i capelli in uno chignon morbido.
 
I ragazzi ci aspettano in giardino: Nick e Josh vestiti di bianco, Andre di rosso (e ti pareva!). Quando ci notano (e non lo fanno, naturalmente, di loro spontanea volontà ma grazie allo schiarimento di voce di Jen) partono fischi e applausi. Oh, che cosa imbarazzante!
Josh mi squadra da capo a piedi, con labbra socchiuse, per poi assumere un’aria soddisfatta. E’ molto elegante: giacca e pantaloni bianchi, camicia nera.
Il nostro contatto visivo viene interrotto dalla Miss che corre da lui tutta smaniosa di ottenere un complimento.
*Dài, Car. Non è esattamente così. E’ sempre molto carina e gentile con te.*
Sì, ed è proprio questo che non sopporto.
 
 
Dopo averci consegnato le maschere e averle indossate, saliamo i tre scalini della terrazza e devo dire di essermi veramente superata.
C’è un’atmosfera magica.
Sul palco, infondo a sinistra, i musicisti suonano una sinfonia talmente delicata da sembrare seta; i tavoli sono ricoperti alternativamente da tovaglie bianche o rosse; le cameriere indossano la divisa con il papillon bianco o rosso; le luci soffuse creano un gioco di ombre; il buffet è ricco di cose gustose e fresche mentre la pista da ballo è già occupata da qualche coppietta che balla elegantemente. 
E’ tutto perfetto.
Il capo si avvicina “Caroline! Finalmente! Aspettavamo solo te! Hai fatto un ottimo lavoro. Vieni, voglio presentarti delle persone.” Mi trascina via, mentre Kaweria sorride stupita.
Un gruppetto di quattro o cinque persone parla allegramente, sorseggiando calici di champagne.
“Signori, lei è l’organizzatrice!”
Mi presento a tutti loro, che a quanto pare sono imprenditori, funzionari pubblici di un certo livello e non so cos’ altro.
Mi fanno i complimenti e un po’ di domande sul mio lavoro.
“Dovrei chiamarti allora, per cantare nella piazza della mia città!”
“Volentieri.” rispondo, cortesemente.
“Perché non canta una canzone?”
“Vedremo.” sorrido.  Declino ogni invito del genere. Non sia mai che rubi la scena al piccolo Davide.
“Ah, ecco il mio giovanotto!” esclama  Max, all’improvviso.
Parli del diavolo...
Da dietro le sue spalle sbuca Davide. Ovviamente è sexy da mozzare il fiato: giacca, pantaloni e camicia neri, papillon e maschera rossi.
Ah. Si parlava letteralmente del diavolo.
Sta per presentarsi anche a me, sfoggiando quel sorriso che usa sempre per far colpo, ma quando vede che non porgo la mano, inclina la testa.
“Che fai? Non la riconosci?” gli domanda Max.
Lui mette le mani in tasca e lo guarda confuso.
“Togli la maschera.”
“ Non posso, Max. E’ una delle regole.”
Davide sbarra gli occhi per un attimo. “Caroline?”
Annuisco.
“Sei..Stai benissimo.”
“Grazie. Vogliate scusarmi.”
Mi congedo e torno dai miei amici. Non voglio trattenermi con lui ulteriormente.
 
Passiamo l’ora successiva a ingozzarci e scatenarci. Ogni tanto vengo presentata a qualcuno di importante che si complimenta per il party.
Ad un tratto, mentre sono impegnata a scegliere cosa prendere dal buffet, trovo Davide di fianco a me.
Decido di far finta di niente ma lui esordisce con un “Ciao.”
Non lo guardo.
“Ciao.”
“E’ una bella festa.” attacca.
“Grazie.” rispondo, impassibile.
“Posso parlarti?”
Gli bastano un bel vestito e un paio di tacchi per cercare di fare pace?
“Non ora.”
“Ti va di ballare?”
“No.”
“Per favore. Solo una canzone.” mette un palmo sul cuore, sorridendo.
“Solo una.”
Lascio il piatto sul tavolo e mi dirigo sulla pista, senza aspettarlo.
Mi prende la mano destra e il fianco sinistro, e comincia a danzare dolcemente.
“Sei splendida.”
Ah, quindi avevo ragione.
“Grazie.”
Con la coda dell’occhio, noto Josh, seduto, guardare verso di me, ma distoglie subito lo sguardo.
“Senti..Mi dispiace.”
“Ti dispiace per cosa, esattamente? Perché mi hai fatto lasciare il lavoro da cantante, perché mi hai fatto esaurire la voce, o perché mi hai umiliata davanti a tutti?”
Ha un profumo meraviglioso.
“Mi dispiace..per tutto. Ero arrabbiato con te. E lo sono ancora. Ma non dovevo trattarti in quel modo.”
“Lo so. Non volevo farti del male. Ma ti ho già chiesto scusa e, sinceramente, non comprendo questa tua pseudo vendetta, infantile e fuori luogo.”
Josh prende per mano Claudia e ci raggiungono sulla pista.
“Non la capisco neanch’io. Non so che mi è preso, ma lui si è presentato quella mattina..Poi stava lì.. Ti guardava.. E lo sappiamo tutti e due che tutto ciò è accaduto a causa sua.”
“Non dire cavolate. Lui non ha alcuna colpa.”
“Dài, Car. Ti conosco. Si vede lontano un miglio che provi qualcosa per lui. Sei venuta a letto con me solo perché è riapparsa la sua ragazza, altrimenti non mi avresti mai considerato. Volevi solo dimenticare. Il punto è che dovresti prima ammetterlo a te stessa..”
Lo guardo basita.
“Car, vogliamo sapere chi è l’uomo misterioso con sui stai ballando!” esclama Claudia, accanto a noi, mentre balla con Josh. E lo fa anche piuttosto male.
‘Car’? ‘Car’?? Non mi sembra di averti dato tanta confidenza, brutta
oca.
“Lui è Davide.” rispondo, gentilmente.
“Piacere.” Davide fa un cenno del capo. “Josh” continua, rivolgendo il suo sguardo verso lui e poi di nuovo verso me.
Anche Josh fa un cenno con la testa.
“Vi conoscete?” chiede Claudia, ingenuamente.
Davide abbozza una risata. “Più o meno.” e mi stringe più forte a sé.
Mi accoccolo sulla sua spalla.
“Pace?” sussurro, in modo che mi senta solo lui.
“Sono ancora arrabbiato.”
Espiro.
“Ah Caroline..” Mi prende il mento tra le dita. “Perché non mi ami?”
 
Ehilà! Rieccomi!
Sì, so di avervi un po' trascurato purtroppo.
Come state? 
Il capitolo è un po' lunghetto.
Anzi.  
Volevo farlo più lungo, ma poi non ho resistito e, anziché aspettare altri giorni,
ho deciso di pubblicare.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Ciaoo! 
-C-
   
 
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