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Autore: Jaco    17/06/2015    1 recensioni
[avventura]
[avventura]Un ragazzo che dovette, come tanti altri, combattere non solo per la propria libertà, per la famiglia e per l'amore, il quale lo porterà a uccidere. Con amici e allenamento riuscirà a uscire dall'odio che circonda la famiglia e risollevare il suo nome?
Separatamente farò una raccolta collegata a questa storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel periodo della guerra non si hanno molte speranze: fame e pestilenze dominano i villaggi facendo più stragi di qualunque esercito e l'impero ha bisogno di sostegno sia economico che umano per poter sostenere alla guerra, costringendo le famiglie, anche se in decadenza e povertà, a offrire uomini, giovani e ragazzi da mandare nelle caserme, che mettono a disposizione pur di non vederli soffrire di fame. Oltretutto queste ultime vengono schiavizzate da famiglie più nobili che le sfruttano per il lavoro nei campi riducendole in condizioni ancor più precarie, senza che lo stato possa infierire su questa situazione, sia perché impegnato in altri obblighi sia perché perderebbe un grande sostegno economico. Famiglie borghesi, infine, hanno l'obbligo di alternare le donazioni a seconda delle necessità statali; questa volta toccava alla milizia. Molti ragazzi vennero offerti e mandati nelle caserme dopo saluti difficili e pianti eterni da parte di tutti i parenti più vicini che nei giorni prima aiutarono i giovani ai preparativi delle valigie con le cose che gli sarebbero potute servire.

Nonostante tutti i buoni rapporti che ci potevano essere tra i cittadini e le varie casate borghesi e nobili, vi erano comunque dei contrasti, tra cui quello che vede coinvolte le famiglie dei Veldevan e Gurd, rispettivamente famiglia nobile e borghese. Anche se la seconda era una semplice famiglia della media borghesia appartenente ai mercanti, hanno sempre avuto una grande influenza politica e decisionale, cosa che di sicuro dava fastidio e filo da torcere a tutti. Tra le ultime generazioni della famiglia vi è Jacob, un ragazzo 17enne da poco e che di lì a pochi giorni avrebbe incominciato il suo addestramento alla caserma militare. È un ragazzo sveglio, intelligente e attento agli avvenimenti e ai cambiamenti, come del resto lo è per tutti quelli che gli stanno attorno. Non è molto atletico o molto attivo fisicamente, di fatti è di corporatura tanto esile che fa pensare che non riesca a reggere qualcuno un po' più pesante di lui; nonostante ciò è determinato e ostinato come pochi: se vuole qualcosa fa di tutto pur di ottenerlo. È un corridore con molta resistenza e gambe molto forti. Ha degli occhi azzurri che risaltano nella sua carnagione non molto scura, un naso a punta proporzionato al volto non molto spigoloso, ma neanche rotondo, con un mento a punta e una bocca con labbra sottili di un colorito uguale a quello della carnagione. Assomiglia molto alla madre, come aspetto, e come carattere al padre: calmi e pacati, molto gentili e altruisti, che si scatenano quando non sono d'accordo con qualcuno: delle belve che non si riescono a placare; una cosa insomma, che li contraddistingue sicuramente dagli altri.

In quei giorni "preparatori" alla partenza, che seguivano anche il compleanno del ragazzo, entrambi i genitori sistemarono tutto quello che sarebbe tornato utile al figlio affinché potesse stare più a suo agio per il resto della vita, consapevoli che, nonostante la loro fierezza di lui, che sarebbe potuto morire in uno degli allenamenti (che, secondo esperienza del padre, potevano essere estremi) o in guerra, dopo il compimento della sua maggiore età. Gli prepararono una stuoia e una coperta; delle pietre focaie, avvolte prima ognuna singolarmente in un panno e poi assieme, per far sì che, in caso di strofinamento tra loro, non dessero fuoco a tutto il resto e, infine, una piuma e una boccetta d'inchiostro nero per far sapere se era ancora vivo e se stava bene ogni mese, con la garanzia che avrebbe ricevuto altrettante risposte. Tutto ciò venne infilato dentro uno zaino che anche il padre usò nel periodo della guerra.

Quelle notti, il ragazzo le volle passare insieme all'amata: Mia Veldevan. Sapeva bene che era discendente della famiglia che maggiormente la odiava, ma a lui non interessava: la amava e nessuno glie lo potava impedire. Si trovavano sempre in un luogo appartato, sufficientemente lontano da casa affinché non potessero essere visti dai genitori, fingendo a questi ultimi di uscire per fare una passeggiata per pensare o per rilassarsi. Erano gli ultimi giorni che gli rimanevano per poterla incontrare prima di partire, per rivederla un’ultima volta prima di non incontrare più quegli occhi per chissà quanto tempo: perciò ne approfittarono. Parlavano di ogni cosa stesi sull'erba della collina: dalle stelle al destino, dall'odio all'amore, finendo sempre col parlar di loro, di come si sono conosciuti e di tutte le cose, belle o brutte, che hanno passato prima e dopo il loro fidanzamento. Parlavano fino a tardi e si facevano compagnia anche nel viaggio di ritorno, lasciandosi con un "Ti amo... Buonanotte amore. Ci vediamo domani" seguito sempre da un bacio, fino a quel giorno: al giorno della partenza. Arrivati a casa e preparati per andare a dormire, guardavano fuori dalla finestra per pensarsi ancora un po'.

La storia è molto complicata e piena di particolarità e dettagli. È partito da quando avevano 14 anni, nella piazza principale della città vicina durante una manifestazione contro nuove tasse. Lui, all’età molto impulsivo, si fece subito notate dalle guardie che lo presero per portarlo nelle segrete; essendo in mezzo alla folla, tutti osservarono la scena, con tentativi vani di ribellione. La ragazza, non indifferente, si fece largo tra la folla e si piazzò nel mezzo del percorso degli ufficiali che, a tal arroganza, lasciarono il ragazzo per rimpiazzarlo con lei, senza alcun tipo di protesta. Nella serata Jacob riuscì a identificare la piccola cella in cui era stata rinchiusa.

<< Ehi, ciao. Sono quello di stamattina. Perché ti sei messa in mezzo? Avresti potuto provare a insultarli e scappare verso la cattedrale, se proprio volevi aiutarmi. >>

<< E perché tu ti sei fatto notare? Saresti potuto non andare alla manifestazione o scappare anche tu. >>

<< Beh… non pensavo che mi avessero visto! >>

<< Se se… anche io dicevo che non mi avrebbero preso. Come mai sei qui? Per farmi compagnia o per vedermi un’altra volta oggi? >>

<< Sia per farti compagnia, che per vederti un’altra volta. >>

<< Pure per ringraziarmi o quello bisogna richiederlo? >>

<< Se proprio desideri posso chiedertelo, altrimenti lo uso in altre occasioni. >>

<< Sappi comunque che è sempre gradito... se posso chiedere: chi sei? >>

<< Jacob dei Gurd. Tu? >> disse allungando la mano e provando a sporgersi il più possibile dalla grata.

<< Mia Veldevan. >> anch’essa gli porge la mano, sulla quale riceve un bacio come da codice cavalleresco. “Che dolce… sarà dei Gurd ma è un vero galantuomo…”

<< Ti devo dire comunque che sei una bella ragazza. >>

<< Grazie, messer Jacob. >> rise. << Ora ascolta, è meglio che te ne vai perché se ti vede mio padre uccide prima te e poi me, quindi muoviti. Sembri un bravo ragazzo; vediamoci sta sera nel parco dietro il fabbro. >>

<< Questo cos’è, un appuntamento? >>

<< In un certo senso… >> nello stesso momento si sentì il rumore metallico di quando si aprono le sbarre dell'entrata al corridoio e dei passi che si avvicinavano sempre più. Il ragazzo, per non farsi vedere, si nascose dietro il muro. Entrarono due guardie seguite a ruota da una terza persona, probabilmente il padre. Quest'ultimo non mostrò alcuna espressione, né di tristezza per l'accaduto né, tanto meno, di felicità.

<< Ciao Mia >> pronunciò l'uomo << Tutto bene? >>

<< Sì padre, voi? >>

<< Anche io grazie. Ora vieni, torniamo a casa. >> e intanto che si incamminano verso l'uscita Jacob la guardò confermando i suoi pensieri: “Che bello… avrò il mio primo appuntamento! E poi dai, è carina…”

Da quel giorno non si stancarono mai più uno dell'altro e stettero insieme il più possibile, quando riuscivano a vedersi senza essere beccati. L’amicizia durò per un anno e mezzo, poi si evolse in relazione segreta.

   
 
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