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Autore: Fenix_    17/06/2015    3 recensioni
Tutto sembrava procedere per il verso giusto in quella domenica mattina di metà Maggio.
Il sole era già alto nel cielo e in lontananza non si vedeva nemmeno l’ombra di una nuvola.
In città la vita trascorreva tranquillamente e la gente era impegnata con la propria routine quotidiana, ignara di quello che di li a poco sarebbe potuto accadere.
“Conan alzati che è tardi!” la voce di Ran risuonava in tutta casa Mouri.
“Con calma, ora mi alzo…” rispose Conan tra uno sbadiglio e l’altro cercando malamente di aprire gli occhi ancora impastati di sonno.
[ La storia partecipa al contest "Titoli su Titoli 2nd Edidtion" di Eireen_23 ]
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroshi Agasa, Juzo Megure, Kogoro Mori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per giocare, bisogna essere pronti a perdere



Tutto sembrava procedere per il verso giusto in quella domenica mattina di metà Maggio.
Il sole era già alto nel cielo e in lontananza non si vedeva nemmeno l’ombra di una nuvola.
In città la vita trascorreva tranquillamente e la gente era impegnata con la propria routine quotidiana, ignara di quello che di li a poco sarebbe potuto accadere.
 
<< Conan alzati che è tardi! >> la voce di Ran risuonava in tutta casa Mouri.
<< Con calma, ora mi alzo… >> rispose Conan tra uno sbadiglio e l’altro cercando malamente di aprire gli occhi ancora impastati di sonno.
La sera prima era rimasto alzato fino a tardi per riuscire a finire di rileggere il suo romanzo preferito Il mastino dei Baskerville,* e ora ne risentiva gli effetti collaterali come i post di una sbronza.
Barcollando uscì dalla camera e si diresse in cucina quasi trascinando i piedi sul pavimento fresco. << ‘giorno >> disse sbadigliando.
<< Buongiorno >> rispose la ragazza di fronte a lui sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi << finalmente il bello addormentato si è svegliato >> aggiunse poi con tono scherzoso e beffardo.
Conan ricambiò il sorriso e si mise a sedere di fronte a una bella tazza di latte fumante, quando all’improvviso il suo cellulare iniziò a squillare.
Il ragazzino allungò la mano sul tavolo e afferrò il suo cellulare, guardò il display illuminato leggendo il nome di Ai.
"Cosa vuole Ai di prima mattina? Lei non è tipo da chiamate sul cellulare, e tantomeno di sms. Forse vorrà avvisarmi che è pronto un nuovo prototipo di antidono…" Si domandava mentre rispose al telefono.
<< Ciao Ai >> Rispose Conan lanciando di sfuggita un’occhiata a Ran che era intenta ad asciugare alcuni bicchieri.
<< Ciao Kudo >> Rispose la ragazza dall’altro capo del telefono.
<< Devo parlarti di una cosa molto importante, devi venire immediatamente a casa del Professore >>
<< Cos’è successo? >> chiese il più piccolo con tono preoccupato.
<< Non posso dirtelo per telefono, ma devi assolutamente venire qua. È urgente >>
<< Va bene, dammi qualche minuto e sarò subito li >> concluse Conan interrompendo la chiamata.
<< È successo qualcosa di grave? >> chiese Ran preoccupata, avendo assistito alla chiamata del più piccolo.
<< No Ran, non ti preoccupare >> tentò di convincerla Conan << Ai mi ha chiamato solo per… per avvisarmi che l’altro giorno ho dimenticato a casa del professore il libro di scienze, e visto che domani mattina a scuola abbiamo la mostra dei progetti di scienze devo andare a casa di Agasa per riprendere il libro, poi dopo ci raggiungono gli altri così proviamo un’ultima volta l’esperimento >> disse semplicemente grattandosi la testa e accennando un sorrisetto per far tranquillizzare le ragazza.
 
Arrivò davanti al cancello della casa del Professor Agasa e si fermò appoggiando le mani sulle ginocchia riprendendo fiato.
Suonò il campanello, e appena gli venne aperta la porta si catapultò verso le scale e fece irruzione in salotto, dove trovò Ai seduta alla scrivania davanti al PC e il professor Agasa in piedi di fianco a lei intento ad osservare il monitor.
<< Mi spieghi che cosa è successo? >> domandò Conan.
<< Sta mattina abbiamo notato questa lettera davanti all’ingresso di casa tua, era appoggiata sullo zerbino… >> fu il professor Agasa a parlare, porgendo al ragazzo la lettera.
Conan la prese e analizzò la busta bianca, per poi aprirla.
Nessuna firma, nessun nome di un eventuale mittente. Solo al suo interno si trovava questo biglietto:
 
A Shinichi Kudo.
Tu non mi conosci (o forse si), ma io ti conosco, e conosco il tuo segreto.
Vediamo se sei davvero lo Sherlock Holmes del XXI secolo come dicono tutti.
Consideralo come un gioco per passare il tempo.
Ho nascosto due bombe in città. Per trovarle dovrai risolvere un enigma.
Se riuscirai a trovarle e disinnescarle buon per te, questo vuol dire che sei davvero così bravo come dicono. In caso contrario se dovessi fallire, me la prenderò con alcune delle persone a te più vicine, giusto per il gusto di vederti soffrire.
Le regole sono semplici, inoltre avrai 24 ore di tempo per trovare le bombe e risolvere gli enigmi. Fino all’ultimo secondo del tempo stabilito, non un secondo di più.
Firmato: J.M.
 
Dopo aver letto la lettera Conan rimase in silenzio per qualche secondo riflettendo. Poi ad un tratto parlò.
<< Devo accettare la sfida. Non posso, anzi, non voglio perdervi. Se non dovessi accettare questa persona misteriosa potrebbe farvi del male, e io non me lo perdonerei mai >>.
<< Ma Shinichi, è troppo pericoloso… >>
<< Non ho altra scelta Ai! >> Shinichi la interruppe bruscamente << non ho altra scelta, se non quella di accettare la sfida e di proteggere le persone a me più care >>.
<< Kudo, aspetta un attimo. Ma se dovessi riprendere le tue sembianze, come faremo a spiegare l’insolita assenza di Conan? >> chiese Ai quasi sul punto di cedere.
<< Niente di più facile, lo abbiamo già fatto una volta, non ti ricordi? Basterà che tu mia cara Haibara, prenda le sembianze di Conan al mio posto fino a quando non risolverò il caso >> disse il ragazzo avvicinandosi << così nessuno sospetterà nulla, e la mia identità rimarrà salva fino a quando non troveremo quelli dell’organizzazione >>.
<< Va bene >> sospirò la ragazzina aprendo il cassetto della scrivania ed estraendo una scatolina rossa. << Prendi >> disse lanciandola a Shinichi,
<< In questa scatolina c’è un prototipo di antidoto dell’ ATPX4869, la sua durata è di circa 30 ore… >>.
Shinichi la interruppe << Questo vuol dire che ho poco più di un giorno di tempo per risolvere gli enigmi e scoprire chi si nasconde dietro a tutto questo >>.
<< Esatto, vedi solo di stare attento e di non attirare troppo l’attenzione su di te. Questo gioco sta iniziando ad essere troppo pericoloso, inoltre quelli dell’organizzazione sono sempre in agguato pronti per ucciderti una volta per tutte >>.
<< Grazie >> rispose Conan abbracciandola.
Erano ormai mesi che Shinichi non riprendeva le sue sembianze. Il suo corpo da giovane adulto gli era mancato, anche se doveva ammettere che si stava abituando ad essere Conan Edogawa.
Conan prese la pillola e dopo essersi rinchiuso in bagno la mandò giù un una volta sola. Come si ricordava l’antidoto fece effetto pochi secondi dopo averlo ingerito.
I soliti giramenti di testa, i battiti accelerati ed ecco che aveva recuperato il proprio corpo.
Shinichi uscì dal bagno avvolto da un asciugamano.
Dopo essersi vestito tornò dal professore e dalla ragazzina.
 
 
Ran era intenta a preparare il pranzo. Kogoro, come ogni domenica, si trovava nel suo studio per guardare in pace il programma di Yoko Okino, la sua idol preferita.
La ragazza aveva gli auricolari e stava cantando.
Mentre era intenta a riempire la pentola d’ acqua qualcuno aprì piano la porta alle sue spalle.
Lentamente un uomo si avvicinò alle sue spalle, e senza che lei si potesse accorgere la colpì in testa con il gancio della pistola.
Ran che fino a quel momento non si era accorta di nulla, venne colpita all’improvviso e si accasciò sul pavimento priva di sensi.
 
 
Il professore, Ai nelle sembianze di Conan e Shinichi stavano per uscire di casa quando suonò il telefono di casa. Il professore andò a rispondere << Pronto? Buon pomeriggio ispettore…Cosa? Arriviamo subito! >>.
Poche parole che fecero allarmare i due ragazzi << È successo qualcosa di grave professore? >> chiese Shinichi << Ran è stata rapita >>.
A quelle parole Shinichi si sentì mancare, non poteva credere che la sua Ran fosse stata rapita e che ora si trovasse in pericolo.
 
In pochi minuti arrivarono all’agenzia investigativa. Shinichi salì le scale di corsa facendo i gradini a due a due.
Aprì la porta dello studio e si ritrovò nello studio del detective Kogoro.
La stanza era piena di poliziotti. Kogoro e l’ispettore Megure erano seduti uno di fronte all’altro sui divani.
Il detective poggiava i gomiti sulle ginocchia e si teneva la testa con le mani mentre l’ispettore leggeva una lettera.
Quando Shinichi entrò i due uomini si voltarono verso di lui.
<< Shinichi, da quanto tempo! Allora non sei morto o scomparso >> esordì Megure guardando in modo sbalordito il ragazzo.
<< Cosa è successo? >> furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
Presto il professore e Ai nelle sembianze di Conan lo raggiunsero ed entrarono anche loro nella stanza.
<< Cosa è successo? Spiegamelo tu signorino "Shinichi ho un padre scrittore e una madre attrice e gioco a fare il detective Kudo" >> ringhiò Kogoro alzandosi di scatto.
<< Spiegarlo io? >>
<< Si, tu. Visto che mia figlia è sparita e l’unico indizio che abbiamo è una lettera rivolta a te! >> urlò Kogoro puntando il dito contro il giovane.
<< U…una lettera? >> Shinichi sbiancò, aveva capito perfettamente chi era il mittente di quella lettera.
<< Si, abbiamo trovato una lettera indirizzata a te >> disse l’ispettore porgendo il pezzo di carta, il quale fu immediatamente preso dal moro e letto.
 
A Shinichi Kudo.
Questo gioco è troppo noioso, movimentiamolo un po’.
D’altronde le regole sono fatte per essere infrante e modificate no?
Se vuoi rivedere la ragazza viva risolvi questo enigma, sai
Sherlock non c’è l’ha fatta, è quasi morto tentando si sconfiggermi.
Tic Tac Tic Tac mio giovane detective 20 ore ti rimangono.
Firmato: J.M.
 
Shinichi rilesse la lettera più di una volta << Sherlock non c’è l’ha fatta, è quasi morto tentando si sconfiggermi… Sherlock non c’è l’ha fatta, è quasi morto tentando si sconfiggermi… >> ripeteva andando avanti e indietro per la stanza. Poi ad un tratto, quasi colto da un colpo di genio esclamò << Ci sono! Sherlock nel tentativo di sconfiggere il suo nemico Moriarty si è buttato dalle Cascate Reichenbach >>
<< E cosa c’entra questo con l’enigma? >> chiese Kogoro ormai sul punto di esplodere.
<< C’entra eccome. Per trovare Ran dobbiamo andare alla piscina olimpica di Tokyo >>
<< Perché proprio la piscina olimpica di Tokyo? Ci sono centinaia di altre piscine sparse per tutta Tokyo >> chiese l’ispettore.
<< Perché quest’uomo mi ha già avvisato che ha piazzato due bombe in giro per la città >> rispose Shinichi << e di sicuro le avrà piazzate per fare del male alla gente, non per farle esplodere così a caso. E guarda caso oggi alla piscina olimpica si sta gareggiando per selezionare gli atleti più veloci che parteciperanno il mondiale in rappresentanza del Giappone >>
A quelle parole tutti si diressero verso l’uscita dell’agenzia. Mentre stavano uscendo Kogoro poggiò una mano sulla spalla di Shinichi e lo bloccò << Ora spiegami però che cosa c’entri tu con tutto questo. Prima sparisci, poi dopo quasi un anno ritorni bello come il sole e mia figlia viene rapita, poi parli di due bombe in giro per la città. Esigo delle spiegazioni! >>. Shinichi annuì e durante il viaggio verso la piscina il ragazzo spiegò al più vecchio della lettera ricevuta la mattina stessa a casa sua.
 
Dopo circa mezz’ora Megure, Shinichi, Kogoro, il professore e Ai alla piscina.
Appena entrarono l’odore di cloro li invase. L’edificio, come immaginavano, era stracolmo di gente e atleti.
L’ispettore diede l’ordine ai suoi agenti di perlustrare ogni singolo angolo dell’impianto sportivo e di trovare la bomba, mentre altri agenti si occupavano di far sgombrare la piscina senza però far scatenare il panico della gente.
Dopo un’ora di ricerche gli artificieri trovarono e disinnescarono la bomba che era stata piazzata nei sotterranei del palazzo. Accanto alla bomba trovarono questo biglietto.
 
A Shinichi Kudo.
Ti faccio i miei complimenti.
Devo ammettere che questo gioco mi diverte un mondo, e tutto sommato
non stai anando male.
Ora te ne resta solo una.
Tokyo è così grande, e ogni giorno ci sono così tanti eventi
che è difficile stare dietro a tutti.
ClKCuNaO.
Tic Tac Tic Tac mio giovane detective 10 ore ti rimangono.
Firmato: J.M.
 
<< Questo pazzo si sta prendendo gioco di noi! >> urlò Kogoro calciando in acqua un paio di occhialini che si trovavano li per terra.
<< Ora questo pazzo ha abbassato il tempo, non mancano 10 ore all’esplosione della bomba, ma ne mancano 18! >> disse guardando l’orologio che segnava l’una del pomeriggio.
<< Calmati Goro… >> tentò di fermarlo l’ispettore, << Come faccio a calmarmi? La vita di mia figlia è in pericolo e noi siamo qua a non fare niente per ritrovarla! Anzi, una cosa la stiamo facendo, stiamo seguendo questo ragazzino che si sta divertendo a giocare a fare l detective! >>.
<< Io non sto giocando >> saltò su Shinichi sentendosi tirato in causa, << Sono preoccupato anche io per Ran  voglio ritrovarla, io tengo a lei e non voglio che le accada nulla di male! L’unica cosa che possiamo fare è mantenere la calma e risolvere l’enigma >>.
Kogoro alquanto infuriato si  avvicinò pericolosamente al ragazzo e prendendolo per il colletto della camicia lo sollevò di qualche centimetro da terra.
<< Tu sei buono solo a trovare guai! Se non ti fossi messo in testa di fare il detective e se non avessi mai conosciuto mia figlia, tutto questo non sarebbe mai successo! >> ringhiò gettandolo poi a terra e uscendo dall’edificio.
Shinichi cadde a terra e sbatté la schiena contro il muro.
Subito il professor Agasa e Ai si avvicinarono a lui, mentre l’ispettore raggiunse fuori l’ex collega.
<< Kogoro ha ragione, non faccio altro che portare guai, e ora Ran sta rischiando la vita a causa mia >> disse Shinichi quasi sussurrando prendendosi la testa con le mani. Il suo corpo era scosso da piccoli singhiozzi e stava per scoppiare a piangere. Teneva troppo a Ran, il suo amore dai tempi delle elementari, e il fatto che ora lei si trovasse in pericolo per colpa di un maniaco bastardo che ce l’aveva con lui lo faceva sentire tremendamente in colpa e responsabile di tutto.
<< Non è colpa tua! >> intervenne Ai scuotendolo << Non è colpa tua! >> ripeté << Shin… cerca di capire Kogoro, è preoccupato per sua figlia quanto lo sei tu. L’unica cosa che puoi fare per lei è trovarla e salvarla! >> disse il professore appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo per confortarlo.
 
 
Ormai erano passate dieci ore dal ritrovamento dell’ultima bomba. La notte aveva preso il posto del giorno e Shinichi stava seduto sulla sedia dell’ufficio investigativo a gambe conserte, quella posizione gli permetteva di riflettere. Aveva le mani giunte vicino al naso e fissava un punto indefinito della stanza.
Dalla discussione avuta nel pomeriggio lui e il detective privato non si erano più parlati, mentre l’ispettore e il professore avevano sparato per tutto il tempo delle teorie, alcune anche bizzarre, sulla soluzione dell’enigma.
Il detective Kogoro marciava avanti e indietro per la stanza senza trovare pace.
Mentre l’ispettore, il professore e Ai (ancora nelle sembianze di Conan) stavano cercando di decifrare il codice lasciato dal dinamitardo.
Ormai erano rimaste solamente poche ore per risolvere l’enigma e salvare Ran.
<< Ma certo, era così ovvio! >> esclamò ad un tratto Shinichi interrompendo il silenzio.
<< Cosa è così ovvio? Parla! >> Kogoro quasi urlò avvicinandosi al ragazzo.
<< Calmati Goro >> intervenne l’ispettore Megure
<< Mi spieghi come faccio a calmarmi quando la vita di mia figlia è in pericolo ispettore? >>
Megure appoggiò una mano sulla spalla dell’ex collega in segno di conforto e fece cenno con il capo al giovane detective di iniziare a parlare.
<< Innanzi tutto, in tutti i biglietti che il dinamitardo ci ha lasciato, si è sempre firmato con le iniziali J.M. riferendosi a  James Moriarty, ovvero l’acerrimo nemico di Sherlock Holmes.
Il dinamitardo mi conosce e sa quanto Sherlock sia il mio personaggio preferito, per questo il primo enigma era riferito a lui. Tutto quello che ha fatto fin dal principio lo ha fatto per mettermi allo scoperto e per ferirmi. Io ancora non ho esattamente idea di chi sia, ma di sicuro è una persona molto pericolosa e psicopatica >>
<< Non mi interessa il profilo dell’indiziato, io voglio solo sapere dove si trova mia figlia >> ringhiò Kogoro, Shinichi gli lanciò un’occhiataccia e continuò.
<< Come stavo dicendo il dinamitardo mi conosce, quindi la soluzione più plausibile sarebbe quella di andare a cercare Ran in un luogo legato  a me, ma non penso sia così sciocco.
Rileggendo l’ultima lettera abbiamo notato che l’uomo ha scritto che mancavano 10 ore all’esplosione della bomba, quando invece ne mancavano ancora 18. Non penso si sia sbagliato a contare, e a questo punto dato il tempo che è trascorso non penso abbia accorciato il tempo visto che non ci sono arrivate segnalazioni di bombe esplose.
Il numero 10 era un indizio, come il numero 20 della prima lettera. Le lettere strane ClKCuNaO, non sono delle lettere riferite all’inglese o a qualche parola straniera. Non servono nemmeno per formare qualche codice, si riferiscono semplicemente al Cloro, Potassio, Rame, Sodio e Ossigeno >>.
Kogoro interruppe ancora una volta il ragazzo << Ma che cosa hanno a che fare questi elementi con l’enigma? >> << Calmati Goro e fallo terminare >> intervenne l’ispettore.
<< Grazie ispettore >> disse Shinichi rivolgendo un sorriso a Megure e continuò << Come dicevo ClKCuNaO non sono altro che i simboli degli elementi. La frase prima invece Tokyo è così grande, e ogni giorno ci sono così tanti eventi che è difficile stare dietro a tutti ci dice che dobbiamo cercare nel luogo dove oggi o domani si terrà un evento scientifico importate, come abbiamo fatto per la bomba precedente >>.
<< Hey, guardate qua >> il professor Agasa attirò l’attenzione su di se facendo avvicinare tutti al computer al quale stava seduto davanti << Oggi si è appena concluso l’ultimo giorno della fiera della scienza al museo civile di fianco al comune >>
<< Bene, allora non ci resta che andare al museo >> intervenne Kogoro.
Tutti si stavano dirigendo verso l’uscita.
Shinichi invece era rimasto in mobile in piedi a pensare ancora a quella lettera e ai numeri, c’era qualcosa che non gli tornava. I numeri 10 e 20 non gli lasciavano pace.
Si voltò verso destra per prendere la giacca dal divano e con la coda dell’occhio vide il calendario appeso al muro. Si illuminò di colpo, domani sarebbe stato il giorno 20 di Ottobre, ovvero il 20-10. All’improvviso si ricordò delle parole che la mattina stessa aveva detto a Ran "Ai mi ha chiamato solo per… per avvisarmi che l’altro giorno ho dimenticato a casa del professore il libro di scienze, e visto che domani mattina a scuola abbiamo la mostra dei progetti di scienze devo andare a casa di Agasa… ma certo, la mostra!"
<< No fermi! >> Urlò Shinichi. Tutti si voltarono a guardarlo.
<< Ho commesso un errore, non ho valutato tutti gli indizi. I numeri 20 e 10 si riferiscono alla data di domani, il 20 ottobre. E il luogo dove è nascosta Ran è la scuola elementare Teitan, dove domani mattina si terrà la mostra dei progetti di scienze esattamente all’ora in cui esploderà la bomba se non la disinneschiamo immediatamente >>.
 
Arrivarono davanti alla scuola elementare, ormai era passata la mezzanotte e la scuola era deserta.
L’ispettore aveva chiamato gli artificieri e anche un’ambulanza.
All’esplosione della bomba mancavano soltanto all’incirca otto ore.
Fecero irruzione nell’edificio.
Shinichi iniziò a correre assieme agli artificieri alla ricerca della bomba.
Fino all’ultimo secondo del tempo stabilito” si ripeteva quelle parole mentre correva da una parte all’altra dei corridoi.
La scuola era molto grande, c’erano molte aule e ci avrebbero messo un’eternità a controllarle tutte.
“Fino all’ultimo secondo del tempo stabilito” si ripeté, ma che cosa avrebbero mai voluto significare quelle parole?
<< Ci sono! >> esclamò ad un tratto mentre correva verso l’aula professori.
<< Ogni aula di questa scuola è numerata. La lettera è arrivata alle ore 9 del mattino, quindi Ran e la bomba si trovano nell’aula numero nove! >>.
Shinichi entrò in aula professori, prese la piantina della scuola e si accorse che l’aula numero nove corrispondeva all’aula delle caldaie posta nei sotterranei.
Il ragazzo avvisò l’ispettore  ed assieme a due artificieri si ridessero verso i sotterranei.
Quando arrivarono aprirono la porta delle caldaie e di fronte a loro trovarono Ran legata di fianco alla bomba e imbavagliata. Era spaventata e tremava dal freddo. Il suo viso era terribilmente stanco e dalla fronte le scendeva una riga di sangue ormai secco.
Ran sentendo la porta aprirsi alzò lo sguardo. Le si illuminarono gli occhi appena incrociò lo sguardo di Shinichi.
Il ragazzo appena la vide si fiondò accanto a lei, le tolse il nastro adesivo dalla bocca e l’abbracciò.
<< Shinichi >> sussurrò Ran
<< Sono qui, ora è tutto finito, non ti preoccupare. Ho temuto di perderti, ma ti ho trovata >>
<< Sapevo che saresti riuscito a trovarmi >> rispose lei debolmente.
 
Gli artificieri disinnescarono la bomba e Ran venne assistita dal medico e portata sull’ambulanza.
Shinichi si avvicinò a Ran che era seduta sul retro dell’ambulanza, aveva una fascia sulla testa e la coperta sulle spalle per coprirsi e riscaldarsi mentre attendeva di essere portata in ospedale per degli accertamenti. Stava bene, ma avendo ricevuto una botta in testa doveva fare delle ulteriori analisi di routine.
Shinichi si sedette di fianco a lei. Non aveva il coraggio per guardarla in faccia, si sentiva terribilmente in colpa per quello che le era accaduto. Ran sentendo la tensione e i pensieri che affliggevano il ragazzo accanto a lei, poggio la mano sulla sua e lo guardò accennando un sorriso << Grazie per essere tornato per me… >> << Ran io… >> le parole gli morirono in gola appena incontrò gli occhi della ragazza, in quel momento avrebbe voluto rivelarle i suoi veri sentimenti, avrebbe voluto dirle che la amava. Ma poi gli venne in mente l’organizzazione, gli tornò in mente il senso di terrore che aveva provato in quel giorno sapendo che avrebbe potuto perderla, così quella sera ripromesse a se stesso che avrebbe ritrovato l’organizzazione per smascherarli, così sarebbe potuto ritornare al più presto per poi dichiarare il suo amore alla donna più importante della sua vita.
<< Si? >> Ran interruppe il flusso dei suoi pensieri.
<< Io sono felice che tu stia bene >> disse infine Shinichi sforzandosi ad accennare un sorriso.
 
Quel giorno aveva rischiato di perdere la donna più importante della sua vita, ma quello stesso giorno capì anche quanto tenesse a lei.
Così quella stessa sera, abbracciando Ran si ripromesse che sarebbe tornato al più presto ad essere di nuovo una volta per tutte Shinichi Kudo.
 
 
 
 
*“Il mastino dei Baskerville” è un romanzo di Sherlock Holmes scritto da Arthur Conan Doyle.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti. Spero che questa storia vi sia piaciuta :)
Io sono una super fan di Detective Conan e di Sherlock Holmes (come se non si fosse capito).
Commentate e buon proseguimento di giornata a tutti.
Bye Bye Fenix_
  
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